Maestro Pellegrini live a Roma : La fragilità dell’Io

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Roma, Quid 14 marzo 2024

Ieri sera Francesco, in arte Maestro Pellegrini, si è esibito al Quid di Roma per la presentazione in anteprima di “Chi sono io”, il nuovo disco di inediti, disponibile dal 10 maggio e anticipato il 1°marzo dall’omonimo singolo.

Cantautore e polistrumentista, Francesco Pellegrini ha studiato fagotto al Conservatorio musicale P. Mascagni di Livorno e chitarra elettrica privatamente. Ha iniziato la sua carriera con i Criminal Jokers, insieme a Francesco Motta.
Per quattro anni ha suonato con Nada, come chitarrista, fagottista, voce e cori, e ha lavorato sia in studio che dal vivo Andrea Appino. Dal 2016 suona stabilmente con gli Zen Circus ed è attivo nella scena musicale pop rock da diversi anni,  collaborando anche con artisti come Bobo Rondelli, Motta, Il Pan del Diavolo, Enrico Gabrielli, Carmelo Patti, Mobrici, Fast Animals and Slow Kids.
Il suo primo album solista “Fragile”, è uscito nel 2020, seguito nel 2021 da una riedizione dello stesso per pianoforte e voce in cui Francesco è accompagnato al pianoforte dal padre, il noto pianista jazz Andrea Pellegrini.

Il singolo “Chi sono io” è un’intensa riflessione sull’identità e sul posto che occupiamo nel mondo. Attraverso una profonda introspezione, il Maestro Pellegrini esplora i sentimenti di smarrimento, solitudine e insicurezza che possono sorgere quando ci perdiamo di vista. La canzone offre però anche un messaggio di speranza, parlando della possibilità di rinascere e di riscoprire noi stessi spogliandoci di tutto ciò che ci appesantisce. Il sound, un mix di suoni sintetici e analogici, riflette perfettamente il senso di inquietudine e di ricerca che permea il testo.

“Chi sono io?”, un quesito ancestrale risuona nell’omonima ballad del Maestro Pellegrini. Note come pennelli dipingono paesaggi interiori, svelando l’eterna lotta tra l’Io e l’Altro. Un’inquietudine esistenziale serpeggia tra i suoni, specchio di un’anima alla ricerca di sé. Come naufraghi sperduti in un mare di incertezze, ci interroghiamo sul nostro posto nel mondo. Relazioni interpersonali, maschere sociali, ruoli predefiniti: tutto naufraga di fronte al dilemma dell’identità. Smarrimento e claustrofobia ci attanagliano, mentre cerchiamo di liberarci dalle catene dell’insicurezza.

Nella solitudine, il silenzio amplifica i nostri pensieri. Solitudine non come isolamento, ma come spazio intimo per interrogarci sul senso della vita. Un viaggio introspettivo alla scoperta di ciò che veramente conta, al di là delle apparenze

Nei suoi brani il Maestro Pellegrini orchestra una sinfonia di suoni contrastanti, dove l’analogico e il digitale si fondono in un abbraccio inaspettato. Questa fusione sonora rispecchia il tumulto interiore che proviamo di fronte al cambiamento, un’inquietudine che si traduce in un frastuono luminoso e vibrante.

Da questo frastuono emerge una luce, un barlume di speranza che illumina il cammino. È l’energia che scaturisce da dentro di noi, quando riusciamo a liberarci dai pensieri soffocanti e ad abbracciare il cambiamento. Questa energia ci permette di rialzarci dalle difficoltà, di riscoprire la nostra forza interiore e di assecondare il ritmo del nostro tempo, l’unico che conta davvero.

Come sottolinea il Maestro Pellegrini, a volte è necessario cambiare il nostro punto di vista per scorgere nuovi orizzonti. La sua musica  ci invita a fare lo stesso, a sfidare le nostre certezze e ad aprirci al cambiamento. È un invito ad abbracciare l’inquietudine come una forza motrice, un catalizzatore di crescita e trasformazione. A lasciarsi andare a un “ballo liberatorio e introspettivo” in cui la musica diventa la chiave di un viaggio interiore, un’occasione per confrontarci con noi stessi e con le nostre paure. È l’occasione di riscoprire la nostra vera essenza, di abbracciare il cambiamento e  vivere al ritmo del nostro tempo.

Un live pulito e semplice quello di ieri sera, in cui il cantautore toscano ha introdotto i brani che ha eseguito per sola chitarra e voce, davanti a un pubblico attento e catturato dalla profondità dei testi e dalla delicatezza della voce.

Un concerto toccante e profondo che invita all’ascolto e alla riflessione. Attraverso la sua musica e le sue parole, che chiamano in causa anche i più piccoli dettagli della sua vita interiore, il Maestro Pellegrini ci spinge a confrontarci con noi stessi e a riscoprire la nostra vera essenza.

In apertura si è esibito Emilio Stella, cantautore nato e cresciuto alle porte di Roma.

Noto nell’underground romano, ha all’attivo tre album, svariati singoli e anni di tournée in giro per l’Italia.

Canta storie di vita vissuta, di case popolari, del lavoro in cantiere, o di cose comuni a tutti, come ad esempio l’aria che respiriamo. Ha ricevuto vari premi per i suoi testi e si esibisce regolarmente nei live club, nelle piazze e nei teatri off. I suoi sono brani sinceri e generosi, con una spiccata connotazione made in Roma, che conquistano al primo ascolto. Spaccati di vita e di quartiere, colpiscono per il realismo, la poesia e l’ironia con cui vengono espressi.

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