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LA MISERIA

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs by

IL PRIMO ALBUM DA SOLISTA DI LUCA ROMAGNOLI

In uscita venerdì 6 dicembre 2024

La Miseria, in uscita il 6 dicembre 2024 per La Tempesta Dischi, è il primo album da solista di Luca Romagnoli, frontman dei Management(del dolore Post-Operatorio), che ha deciso di ritagliarsi uno spazio tutto suo per raccontare la sua parte più intima, strettamente intrecciata alla visione della società in cui viviamo. 10 canzoni (più una, presente in doppia veste) per un concept album sulla miseria contemporanea, che Luca Romagnoli racconta così:

La miseria è una piscina che si paragona al mare per bellezza e profondità. È la vita che finge di essere la vita, in tutte le sue declinazioni “trashendentali”.

È il linguaggio della politica, il linguaggio più basso della nostra epoca, è l’orrore della guerra (ancora), la povertà dell’odio verso l’altro. La miseria è un bambino che non è più in grado di inventare un gioco, una storia, è anche un genitore che per metterlo a tacere gli piazza tra le mani uno schermo. Dentro quello schermo è tutta una miseria che ci vuole consumatori, consumatori e basta, che ci vuole drogare di desiderio, del ciò che non abbiamo, anche quando abbiamo troppo.

La miseria è ammalarsi di questo troppo, doversi curare per il troppo. “Chi troppo vuole nulla stringe”, non lo stringe neanche quando lo ha tra le mani, perché è troppo distratto dal suo prossimo desiderio.  Desiderio di oggetti, della prossima cosa da comprare per riempire un vuoto, del prossimo video da guardare per riempire un vuoto, della prossima foto da scattare e condividere, per essere sicuri di esistere. Non c’è niente di più misero di un mondo di persone che lottano per la propria schiavitù come se stessero lottando per la propria libertà. Niente di più misero di chi studia solo per avere un lavoro, per produrre cose che faranno arricchire altri, o faranno ammalare altri.

La miseria è darsi un bacio, e fotografarlo e sottoporlo alla valutazione degli altri, dove anche l’amore diventa un oggetto e si può dire “io ce l’ho”.

La miseria è il ricco che mostra a tutti la sua ricchezza, è la mitologia del consumo.

La miseria è vivere una vita, l’unica che abbiamo in tutta l’eternità, e viverla per qualcun altro.

LA MISERIA è il titolo del mio primo disco solista, dove ho fatto un “salto in altRo”. Dove ho deciso di dichiarare il mio valore poetico non appartenendo a nessun genere, a nessun movimento.

Me ne tiro fuori, mi ritengo già estinto.

Mi sono messo sotto uno strato di ghiaccio e aspetto che qualcuno venga a scoprirmi, come una statua rimasta sul fondo del mare per migliaia di anni.

L’indirizzo di questo disco non si trova nella periferia di una città, ma alla periferia dell’umanità.

Ho cercato di non affogare in quella piscina, ho trovato l’oceano, ma anche qui, vedo solo plastica sfuggita agli industriali.

“Quando Dio ha qualcosa da dire o da ridire, non si rivolge ai creativi di Benetton, ma ad individui particolarmente irritabili: gente che sa da dove nasce l’Offesa”. (Paolo Maria Cristalli)

I poeti. Questo disco è un omaggio ai poeti, ai miei poeti.

Soprattutto a quelli che ho avuto l’onore – l’amore – di conoscere. Ci sono le parole di Paolo Maria Cristalli e di Vik Stragovin, uno morto e l’altro vivo, ci sono le loro ed altre influenze in tutte le canzoni. Due canzoni nello specifico sono state scritte interamente con le loro parole, adattando in musica le loro opere. Con questo disco mi dichiaro poeta “senza averne i requisiti”, poeta abusivo.

È quello il mio mestiere, da sempre, non ho bisogno di fare una foto e farmi dire dagli altri, nei commenti, se posso continuare. Lo dico per sopraggiunta sicurezza, dati anagrafici alla mano, di non potere fare altro.

“Di colpo non mi fa più né caldo né freddo non essere moderno”.

Mentre camminavo per la mia strada ho incontrato Setak (Targa Tenco 2024 per il miglior album in dialetto con Assamanù), che è diventato mio grande amico e mi ha augurato e consigliato il meglio, e tra questo meglio c’era e c’è Fabrizio Cesare, il suo produttore.

Un uomo, un musicista e un produttore che da sempre ha difeso la sua posizione di eremita. Fuori da tutte le logiche. Io mi sono messo a disposizione del suo genio creativo e lui si è messo a disposizione delle mie parole, ci siamo dati appuntamento nell’aldiquà.

L’aldiquà è un altro mondo, però si trova in questo. È un luogo dove non pensi a quello che stai facendo, lo fai e basta. “Se prima devi leggerlo a qualcuno, non sei pronto”, “se stai cercando di scrivere come qualcun altro, lascia perdere”.

Il primo giorno che sono andato a casa di Fabrizio, dopo una lunghissima chiacchierata, ci siamo salutati e mi ha lasciato un libro, “La Malora” di Fenoglio. Probabilmente da quel titolo è nata la mia convinzione nel dedicarmi all’idea de La Miseria.

Io non credo nel destino, credo semplicemente che noi siamo quello che facciamo e quindi siamo quello che cerchiamo, e ancor prima noi cerchiamo solo quello che amiamo. Per questo le cose vanno da sé e poi ci convinciamo che tutto fosse scritto. Semplicemente lo abbiamo voluto dal primo momento che ci siamo messi in cammino.

Per semplicità lo chiamiamo destino, e infatti tra le tante ipotesi, quella che più mi piace la rubo dalla Treccani: “la parola destino deriva dalla radice di un verbo latino che significa “volere, stabilire”, da cui viene anche ostinarsi”.

Io e Fabrizio Cesare ci siamo chiusi nella sua casa di Velletri ed abbiamo pensato, scritto e registrato da zero questo disco, in due settimane. Ogni giorno una canzone, senza riflettere, vomitandola, suonando con i gomiti ed urlando frasi sconclusionate per cercare l’urlo primordiale, l’idea primigenia.

Non abbiamo modificato niente in post produzione, non abbiamo cercato di far funzionare ciò che non funzionava, non abbiamo messo un ritornello dove non c’era, un’apertura musicale dove non c’era. A volte proprio mentre stavamo scrivendo e registrando contemporaneamente, abbiamo bloccato prima del nascere qualche idea che avrebbe strizzato l’occhio alla miseria. La miseria discografica.

Io e Fabrizio abbiamo lavorato sull’assenza. Abbiamo deciso di non partecipare, come “unica forma possibile per inserirsi conflittualmente nel presente”.

Angelo Nero (Traccia n. 2) portami lontano da questa città, dove sento di non esser più mio”.

Questa città di persone connesse, quest’orda di nuovi barbari, che mettono la propria vita a disposizione dei brand, che si tatuerebbero volentieri un grande sponsor, felici di essere la nuova versione ultratecnologica dei manichini dei negozi.

Questi esseri devoti al capitalismo, che hanno come unico pensiero quello di Fatturare (Traccia n. 4), che pregano le insegne pubblicitarie di una banca che usa i diritti civili come pubblicità e nel frattempo finanzia una guerra che si sta svolgendo sul lato oscuro del mappamondo. Esseri che si emozionano soltanto con i video motivazionali sul successo, che non hanno mai visto il cielo, come quelle povere bestie d’allevamento intensivo, che nascono direttamente nella fabbrica dove verranno ingrassati per il banco della macelleria. Questi esseri siamo noi, che non portiamo rispetto neanche per il luogo che viviamo, la natura, e che stiamo affondando ma non lo sappiamo.

“Cosa diceva l’oroscopo ai ragazzi del Titanic?”.

Le case crollano nei paesi dove qualcuno butta le bombe che noi abbiamo costruito, la gente scappa, grida, muore. Tutto questo ci interessa nei limiti di un talk show televisivo, nello spazio e tempo di una pizza a domicilio. Non guardiamo neanche mentre guardiamo, è uno sguardo vuoto, lo sguardo de Il Nulla (Traccia n. 7), il nulla della politica, il nulla de “è sempre stato così”, il nulla che ci governa, il nulla del denaro per il denaro. I soldi fanno i soldi. “Governare è rubare, questo si sa” (Caligola, Camus). Il nulla del potere, venerato soprattutto da chi non ce l’ha. Il nulla dei poveri, che poi siamo noi, che si vergognano di definirsi tali – non interessa ai follower sui social!- e quindi fingono e fingono la vita che non hanno, e soffrono di quella depressione e ansia nutrita da ogni ricerca di cose vuote, depressione che gonfia sempre di più il palloncino del potere, che non scoppia quasi mai, ma anche quando scoppia redistribuisce l’aria nei posti alti dove volava.

Depressione che ci porta intere giornate a casa, a guardare il soffitto, a scrollare cellulari, a non avere forza e coraggio di vivere la nostra vita, cercare la nostra via. Una tristezza che passa dal letto alla poltrona, senza perdonarsi di non avere un senso, di non avere uno scopo, di non saper giocare al gioco del mondo. Anime che sanguinano peccati non propri (Sanguina, Traccia n. 8).

Anime che non si perdonano di essere forme di vita come le altre, come le formiche, come gli insetti, esseri che appaiono nella storia dell’universo come un asteroide, una costellazione, come le stelle, che muoiono anche loro e sono fatte – dicono- delle stesse sostanze nostre.

Noi che abbiamo coscienza di questo enorme gioco dell’infinitamente grande e piccolo, chissà se verremo raccontati da qualcuno. Lo faranno mai Un Film Su di Noi? (Traccia n. 3)

Noi, persi tra il terrore del futuro e i nostri Progetti per il passato (Traccia n. 5), come un vecchio di paese, seduto da un secolo sulla stessa panchina, che ha trovato pace solo rinunciandoci.

A che serve tutto questo casino? Tutto questo contorcersi? Ma dove andate, state a casa. Verrete sconfitti comunque. (Perdere, Traccia n. 1). E infatti crescendo s’impara a perdere le cose più importanti, gli affetti, s’impara che tutto se ne va e che andremo via anche noi. S’impara che bisogna arrendersi con il sorriso. Quando veniamo a conoscenza, prima o poi tutti, dei grandi dolori della vita, quanto può importare una piccola sconfitta giornaliera? Possiamo perdonare anche la fine di un amore o di una amicizia, possiamo perdonarci di non avere quella macchina costosa che ci ha mostrato quello sbruffone in quel video, che gode dell’invidia di chi non può permettersela e proprio su questo costruisce tutta la sua narrazione: lui rappresenta soltanto il “Pattume Cafonesco che ha imparato a pronunciare Bi emme vù”(Traccia n. 9).

Pattume sociale, civile e politico di indifferenza verso i problemi degli altri, dei poveri, ah! i poveri, che palle, ancora? Non vanno più di moda! Non camminano bene, non sono adatti alle sfilate. Il pattume della violenza distruttrice che ci rappresenta, la violenza che mangia tutto perché deve soltanto essere consumato e si deve andare avanti. Quanti pipponi, quanto retropensiero, quante fissazioni ha il poeta, che prende il dolore e lo moltiplica come i pani e i pesci, e se ne prende pure carico, lo fa suo. Ma dai su, Non è niente (Traccia n. 10), pensa alla salute. Pensa alla tua vita, alla tua felicità. Ma come faccio se non ci capisco più niente? Se non riesco neanche a distinguere una notizia vera da una falsa, una persona vera da un’immagine sviluppata con l’intelligenza artificiale, non riesco a distinguere un esercito in posizione da una spiaggia piena di persone, un gioco dalla realtà, non riesco a capire cosa c’è scritto in quelle tabelle. Quelli sono i morti, o soltanto il numero dei morti?

Ionon ci capisco più niente, Mi sono perso (Traccia n. 6) e trovo pace soltanto all’idea di non volerci appartenere, di non voler recitare nessun ruolo di questa commedia.

TRACKLIST

1. Perdere

2. Angelo Nero

3. Un Film Su di Noi

4. Fatturare

5. Progetti per il passato (feat Setak)

6. Mi sono perso

7. Il nulla

8. Sanguina

9. Bi emme vù

10. Non è niente

11. Perdere (Electro)

Luca Romagnoli, cantautore italiano legato visceralmente al mondo indipendente e alternativo, è noto per essere il frontman e autore dei testi dei “Management” (del dolore Post-Operatorio).

I suoi concerti sono conosciuti come concentrati di poesia e provocazioni; si può assistere al suo lato più intimista, emotivamente sussurrato, oppure osservare un demone che non scende a patti col suo tempo. 

Abbiamo visto il suo pubblico commuoversi per la delicatezza dei suoi interventi oppure rimanere scioccato davanti alla forza delle sue performance.

Dopo aver pubblicato sette dischi con i Management, sì è dedicato nel 2024 ad un progetto parallelo solista, in cui ha deciso di raccontarsi senza mezzi termini, mettendoci di fronte ad un esorcismo. La Miseria, il suo primo disco di inediti, uscirà venerdì 6 dicembre per La Tempesta Dischi.

Paolo Benvegnù: piccolo, fragilissimo, immenso artista

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E’ stato un bellissimo concerto quello che Paolo Benvegnù ci ha regalato ieri sera al Monk. A vent’anni dalla pubblicazione del suo primo album da solista, l’affascinante artista milanese ne ha pubblicato una nuova versione, intitolata “Piccoli fragilissimi film – Reloaded”, con la collaborazione di una serie di prestigiosi interpreti come Paolo Fresu, Ermal Meta, Malika Ayane, La Rappresentante di Lista, Piero Pelù e altri. Un’opera che rappresenta un viaggio tra passato e presente, esplorando temi universali come la frammentazione, il rimpianto, la liberazione e la connessione umana, e che adesso sta portando sui palchi dei migliori locali italiani.

Riconosciuto tra i grandi nomi della musica italiana, Benvegnù ha recentemente e meritatamente vinto la Targa Tenco 2024 per il miglior album con “È inutile parlare d’amore”, consolidando il suo ruolo di esploratore musicale, sociale e poetico. 

“Piccoli Fragilissimi Film – Reloaded” non è una semplice reinterpretazione dei brani originali, ma una riflessione profonda e condivisa sull’essenza stessa dell’umanità. È un’indagine sulla frammentazione e sulla volontà di ricostruire, sulle ferite lasciate dalle assenze e dal tempo, e sul loro possibile risanamento attraverso l’incontro con l’altro. È un viaggio intimo che interroga il rapporto tra passato e futuro, chiedendosi se quei pensieri sopravvivono ancora e se i danni subiti o inflitti hanno trovato un senso. Forse, suggerisce l’artista, solo attraverso le voci e i suoni dell’altro è possibile ricucire gli strappi, completare le pagine rimaste in sospeso e riconoscere le proprie appartenenze. E così, nella risonanza collettiva, emerge la possibilità di comprendere: è stato il passato a plasmare il futuro o era il futuro ad aver già scritto il passato? 

Questa nuova versione non è un semplice progetto musicale arricchito da ospiti illustri, ma una ricerca viscerale e condivisa. È il respiro dell’umanità intera, con i suoi desideri, le sue paure, le sue fragilità. È un canto corale che celebra la vita nella sua complessità, un crudo e vibrante inno. Ogni suono e ogni voce coinvolti nel progetto ne amplificano il senso, e ogni brano si presenta come un tassello della grande ricerca sul desiderio umano, sui timori, sulle incertezze e sul bisogno ineludibile di connessione. È il suono di milioni di realtà adiacenti che, intrecciandosi, raccontano una storia unica e irripetibile. 

Il concerto di Paolo Benvegnù è stato un’esperienza densa di emozioni, un’immersione poetica e visiva che ha lasciato il pubblico senza fiato. Sul palco, avvolto da luci rosse che sembravano pulsare al ritmo della musica, si è aperta una scenografia evocativa, ricca di richiami al mondo del cinema, che ha fatto da cornice perfetta per un artista capace di raccontare storie universali attraverso emozioni e parole. 

La voce profonda e incisiva scava e fa riemergere sensazioni e ricordi attraverso le melodie malinconiche e e a tratti strazianti, in netta contrapposizione (o forse semplicemente in modo complementare) all’innegabile simpatia e all’umorismo surreale di questo straordinario artista.

La scaletta, costruita con cura, ha ripercorso tutti i brani di “Piccoli Fragilissimi Film – Reloaded”, regalando al pubblico la possibilità di assaporare ogni frammento di questo album incredibile, che torna a ricordarci quanto la musica posa essere vera e propria letteratura in forma di canzone. Come ospite d’eccezione, Tosca è salita sul palco per Cerchi nell’acqua, portando ulteriore intensità alla serata con la sua presenza e la sua voce inconfondibile. 

È commovente vedere un cantautore di così grande spessore esibirsi con tale passione davanti a una moltitudine di persone così calorose e attente. Ed è un rituale che si ripete a ogni sua esibizione nella capitale, a dimostrazione del fatto che i suoi brani siano entrati di diritto tra i più belli e intensi del repertorio italiano. Benvegnù, nonostante i tanti anni di carriera, continua ad abbattere ogni barriera legata al tempo e alle mode, dimostrando che l’arte autentica non ha età. I suoi testi, stilisticamente raffinati e profondi nei contenuti, sono la prova di come sia ancora possibile parlare al cuore delle persone con autenticità e con quella sfacciata bellezza che non può lasciare indifferenti.  Come effetto collaterale e sintomo di grande intelligenza e capacità emotiva, riesce a compiere questo mezzo miracolo senza mai risultare noioso o pesante e facendoci, anzi, divertire senza apparire sciocco o banale.

Ed è altrettanto incoraggiante vedere un artista che, senza clamore o compromessi commerciali, è riuscito a ritagliarsi uno spazio speciale nel panorama musicale contemporaneo, promuovendo il valore dell’arte vera, che trova ancora il suo piccolo ma luminoso posto in un mondo frenetico e superficiale.

Paolo Benvegnù e la sua band ci hanno ricordato che la musica, quando è vissuta come un atto poetico e umano, può ancora commuovere, far riflettere e unire. E in una serata così intensa, quel palco non era solo uno spazio fisico, ma un luogo in cui le anime si sono incontrate, in una connessione profonda e indimenticabile.

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Every Child Is My Child: Charity Dinner da Star

in CINEMA e TV/CULTURA/European Affairs/PHOTOCALL/PHOTOGALLERY/RED CARPET by

Charity Dinner a Cinecittà: una serata di solidarietà per i diritti dei bambini

Lo scorso 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Cinecittà ha ospitato un evento unico e indimenticabile. All’interno della suggestiva Basilica Aemilia, sul set dell’Antica Roma, si è tenuto il Charity Dinner organizzato dall’associazione Every Child Is My Child – Onlus, fondata nel 2017 dall’attrice Anna Foglietta. L’iconica location è stata messa a disposizione dagli Studios di Cinecittà per sostenere i progetti dedicati alla tutela dei diritti dei bambini in difficoltà.

Un evento tra solidarietà e intrattenimento

La serata, condotta da Carolina Di Domenico e dalla presidente dell’associazione Anna Foglietta, ha offerto un’atmosfera unica, arricchita dalla maestosità del set cinematografico che ha dato un tocco di magia all’iniziativa benefica. Accanto ad Anna Foglietta, il vicepresidente Andrea Bosca ha condiviso con gli ospiti il profondo impegno dell’associazione, raccontando l’importanza dei progetti portati avanti e dei risultati raggiunti.

Durante la cena, gli ospiti hanno potuto ascoltare testimonianze toccanti e lasciarsi incantare dall’esibizione musicale di Tosca. Accompagnata da un ensemble di talentuosi musicisti, l’artista ha esplorato i suoni del mondo con un repertorio ricercato e coinvolgente, regalando momenti di grande emozione.

Partecipazione e generosità

La partecipazione è stata straordinaria: 25 tavoli, riservati ad artisti, brand e privati, hanno riunito volti noti del mondo dello spettacolo, della cultura e dell’imprenditoria. La serata ha incluso anche una lotteria benefica, resa possibile grazie al supporto di prestigiosi marchi che hanno donato i premi in palio.

Un ringraziamento speciale è andato a Cinecittà, che ha reso disponibile il set dell’Antica Roma, offrendo una cornice unica per questo evento di solidarietà. Tra i partner della serata, Franciacorta, wine partner per l’aperitivo, e il Brunello di Montalcino Coesioni, che ha accompagnato la cena. Marie Claire Italia ha supportato l’iniziativa come media partner.

Un impegno che continua

Anna Foglietta e Andrea Bosca, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione, hanno espresso la loro gratitudine verso tutti i partecipanti, sottolineando come eventi di questo calibro rappresentino un importante contributo per garantire un futuro migliore ai bambini di tutto il mondo.

Per maggiori informazioni sul progetto e per donare vi invitiamo a visitare il sito ufficiale dell’associazione Every Child Is My Child: everychildismychild.it

Appino: (sei) solo tour 2024 – La forza sottile di un cantautore senza maschere

in CULTURA/European Affairs/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Roma – Wishlist, 16 novembre 2024

SI è esibito ieri sera al Wishlist di Roma per questo suo “ultimo” tour da solista il cantautore Appino, frontman degli Zen Circus, davanti a una sala gremita sia di affezionati che di nuovi adepti.

Ad aprire il concerto il giovane cantautore romano Edel (“come quelli della luce ma con la D di depressione”) che si è fatto apprezzare dal pubblico per i testi e l’attitudine schietta e profonda. Il suo album dovrebbe uscire a febbraio e lo aspettiamo con entusiasmo. Un’apertura perfetta che ha scaldato gli animi dei presenti, preparandoci all’esibizione del cantautore Toscano.

Un anno fa, Appino pubblicava “Humanize“, un album che mescola introspezione e sperimentazione sonora. In questo lavoro, l’artista esplora il concetto di umanità attraverso un viaggio musicale e narrativo che fonde rock, elettronica e cantautorato. Ma il live di ieri sera è stato qualcosa di diverso, un’esperienza unica che ha messo in luce il lato più intimo della sua musica. 

C’è qualcosa di straordinario nel vedere un artista spogliarsi di tutta la veste strumentale, e lasciare che siano solo la voce e la musica a parlare. Questo è accaduto ieri sera, quando Appino è salito sul palco per quello che sarà l’ultimo tour indoor della sua carriera solista (almeno per ora), trasformando ogni nota in una dichiarazione, ogni parola in un ponte emotivo. 

Vestito di nero, con una chitarra a tracolla e l’armonica, Appino ha richiamato alla mente l’immagine di un giovane Lou Reed o del primo Bob Dylan. Essenziale, diretto, ma capace di toccare corde profonde. In questa veste minimale, i suoi testi – intrisi di ironia tagliente, disincanto e una struggente umanità – hanno trovato ancora più forza. 

La scaletta ha accompagnato il pubblico in un viaggio tra i tre album solisti, aprendo con pezzi iconici come La festa della liberazione, Grande raccordo animale e Carnevale. Ogni brano, pur mantenendo la potenza originale, sembrava rinascere grazie agli arrangiamenti acustici e la pedaliera di effetti utilizzata con sobria eleganza. E non sono mancati gli estratti vocali tratti da “Humanize” l’ultimo capitolo della sua discografia, i cui brani dal vivo hanno trovato una nuova dimensione: meno sperimentale, forse, ma carica di una fragilità e introspezione che rendono i suoi temi toccanti e universali. 

Il concerto non è stato solo un’esibizione musicale, ma un’esperienza di comunità e condivisione. La dimensione intima del wishlist ha amplificato il senso di vicinanza tra artista e pubblico. Si percepiva nell’aria un’emozione palpabile: i cori, le mani che battevano a tempo, gli occhi lucidi di chi si lasciava attraversare dalla musica. 

Appino, in grande forma, ha colto l’occasione per portare i saluti dei suoi compagni UFO e Karim, annunciando la fine del suo “anno sabbatico” da solista e il ritorno imminente sui palchi con gli Zen Circus. Un annuncio che ha suscitato applausi entusiasti, ma che non ha tolto nulla al senso di chiusura solenne che pervadeva la serata. 

In un’epoca in cui il panorama musicale spesso si rifugia nel passato, Appino dimostra che c’è ancora spazio per raccontare il presente, per dare voce a temi rilevanti e creare musica che non solo intrattiene, ma risveglia coscienze. E, soprattutto, che ci sono ancora giovani cuori pronti ad ascoltare, a lasciarsi ispirare e a rispondere. 

Ieri sera, il palco non era un semplice luogo di performance, ma un simbolo di ciò che la musica può e dovrebbe essere: verità, dialogo e appartenenza. 

Se questo è un addio, non poteva essere più toccante e autentico. 

Dopo questa prima data a Roma, il tour prosegue:

22/11 PARMA @ COLONNE28

28/11 BERGAMO @ DRUSO

29/11 BOLOGNA @ LOCOMOTIV

30/11 TARANTO @ MERCATO NUOVO

6/12 SALUZZO @ CINEMA TEATRO MAGDA OLIVERO

7/12 FIRENZE @ VIPER THEATRE

12/12 PERUGIA @ AUDITORIUM S.FRANCESCO AL PRATO

14/12 PALERMO @ SPAZIO FRANCO

16/12 MILANO @ ARCI BELLEZZA

17/12 CESENATICO @ TEATRO COMUNALE

20/12 COLCERESA @ REVOLUTION

La galleria immagini:

LUCA ROMAGNOLI: FATTURARE 

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs by

IL NUOVO SINGOLO CHE ANTICIPA IL PRIMO ALBUM DA SOLISTA

Fatturare“, in uscita sui digital store e in rotazione radiofonica da mercoledì 20 novembre, è il nuovo singolo del progetto solista di Luca Romagnoli, frontman dei Management (del dolore post-operatorio).

L’unico verbo possibile della nostra epoca – racconta Luca, equivale a respirare. Nove lettere orizzontale: Fatturare. Guarda quei puntini che si muovono come pazzi sul pianeta terra, costruendo e comprando cose: siamo noi. Siamo noi, che non portiamo rispetto neanche per il luogo in cui viviamo, la natura, e che stiamo affondando ma non lo sappiamo.
Cosa diceva l’oroscopo ai ragazzi del Titanic?”.

Luca Romagnoli, cantautore italiano legato visceralmente al mondo indipendente e alternativo, è noto per essere il frontman e autore dei testi dei “Management” (del dolore Post-Operatorio).

I suoi concerti sono puri concentrati di poesia e provocazioni; si può assistere al suo lato più intimista, emotivamente sussurrato, oppure osservare un demone che non scende a patti col suo tempo. 

Abbiamo visto il suo pubblico commuoversi per la delicatezza dei suoi interventi oppure rimanere scioccato davanti alla forza delle sue performance.

Dopo aver pubblicato sette dischi con i Management, sì è dedicato nel 2024 ad un progetto parallelo solista, in cui ha deciso di raccontarsi senza mezzi termini, mettendoci di fronte ad un esorcismo.

Dopo “Perdere”, il brano che ha annunciato l’album e il doppio singolo “Mi sono perso/Bi emme vù”, il 6 dicembre uscirà per La Tempesta Dischi La Miseria, il primo album da solista di Luca Romagnoli.

Photocall – La Coda del Diavolo

in CINEMA e TV/PHOTOCALL by

La coda del diavolo, il film diretto da Domenico de Feudis, vede protagonista un ex poliziotto, Sante Moras (Luca Argentero), divenuto guardia carceraria e ora accusato di un omicidio che non ha commesso. A causa di questa accusa, Sante è costretto a darsi alla fuga e inizia a indagare clandestinamente per conto suo, alla ricerca della verità.
Aiutato dalla giornalista Fabiana Lai (Cristiana Dell’Anna), che sta seguendo il caso, l’ex poliziotto scopre terribili verità: è coinvolta un’organizzazione criminale, invischiata in un traffico di esseri umani. Sante non dovrà solo salvare se stesso, ma molte ragazze innocenti che rischiano di finire preda dei trafficanti…

Al Cinema Barberini si è tenuta la proiezione del film in anteprima ed il photocall con gli attori principali ed il regista.

LE LARVE – La Versione di un Matto 

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs/MUSICA by

La Versione di un Matto è il nuovo album de Le Larve, un progetto che esplora la  fragilità, le sfide interiori e la complessa bellezza dell’essere umano. L’album include  brani che variano dal pop all’alternative rock, offrendo un’esperienza sonora e  testuale intensa. Con testi profondi e un sound maturo, Le Larve si raccontano in un  percorso di introspezione e crescita. 

L’album è disponibile in digitale ed in vinile, in edizione limitata, a partire da venerdì  15 novembre. 

Ascolta l’album qui: https://bfan.link/la-versione-di-un-matto 

Tracklist: 

1. Eau de Parfum 

2. Caos (Un Po’ Più in Là) 

3. Amsterdam (Fottute Campane) 

4. Oggi Piove L’Universo

5. Invisibile 

6. Incel (Amico Mio) 

7. 10 Piani 

8. La Versione di un Matto

Etichetta discografica: DANEL / Distribuzione Believe Digital 

Singoli Estratti: 

“Eau de Parfum”: Un brano di forte impatto, con un ritornello che esplode in  un grido liberatorio. 

“Incel (Amico Mio)”: Un pezzo provocatorio e ironico che mostra il lato più  cinico della band. 

“Invisibile”: Primo singolo che conserva le sonorità classiche de LE LARVE.

Guarda i videoclip di: 

La Versione di un Matto

Eau de Parfum

Nati dal desiderio di comunicazione ed espressione creativa di Jacopo, leader  polistrumentista della band nonché doppiatore di fama nazionale, Le Larve per  lungo tempo hanno brulicato di musicisti, per consolidarsi poi nell’ultimo decennio  in una formazione stabile che vede Mattia Micalitch al basso, Stefano Maura alla  chitarra ed Edoardo Guerrazzi alla batteria.  

Nel 2016 Le Larve pubblicano il primo disco “Non Sono D’accordo”, presentato al  teatro Quirinetta di Roma, per l’occasione sold-out; iniziano ad esibirsi con frequenza,  sia in solo che come band al completo, facendosi notare non solo dagli appassionati,  ma anche dagli addetti al settore, tanto da strappare un contratto con  Universal/Polydor. La band, dopo un periodo di pausa, torna con uno spirito ed  un’anima ancora più piene di voglia di suonare e divertirsi. 

“La Versione di un Matto” è un album che invita a fermarsi, ascoltare e riflettere, un  viaggio tra melodie avvolgenti e testi che parlano al cuore. 

Il release party di presentazione dell’album si terrà il 15 novembre alle ore 21:00  presso il Whishlist Club di Roma

Release Party: 

Data: 15 novembre 2024 

Ora: 21:00 

Luogo: Wishlist Club, Roma

Acquista qui i biglietti del release party al Wishlist: https://dice.fm/event/k6wwx8- le-larve-15th-nov-wishlist-roma-rome-tickets?lng=it 

Le Larve: 

Jacopo Castagna – Voce  

Mattia Micalitch – Basso 

Stefano Maura – Chitarra 

Edoardo Guerrazzi – batteria 

Le Larve on line: 

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Comunicato stampa: Daniele Mignardi Promopressagency

Photocall MUFASA – Il Re Leone

in CINEMA e TV/European Affairs/PHOTOCALL by

Mufasa: Il Re Leone, la nuova creazione Disney diretta da Barry Jenkins, arriverà nelle sale il 18 dicembre 2024. Dopo il successo de Il Re Leone in animazione 3D, torniamo indietro nel tempo con un nuovo film incentrato sul padre di Simba, Mufasa.

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki (Toni Garrani), la leggenda di Mufasa (Luca Marinelli) alla giovane cucciola di leone Kiara (Emma Cecile Rigonat), figlia di Simba (Marco Mengoni) e Nala (Elisa), con Timon (Edoardo Leo) e Pumbaa (Stefano Fresi) che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka (Alberto Boubakar Malanchino), erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Vi presentiamo la nostra photogallery del photocall per la presentazione del film a cui hanno partecipato il regista e le voci di alcuni personaggi.

“VERBO” il nuovo EP della band MONOLITE

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs/MUSICA by

Su tutte le piattaforme dal 15 Novembre e accompagnato in radio dal singolo
“QUALCOSA CAMBIERÀ”
La band sarà live il 21 Dicembre al Wishlist Club di Roma

I Monolite, band alternative rock romana composta da Vincenzo Storm e Gianluca Riccio tornano con un nuovo e ambizioso progetto musicale: l’EP “Verbo”, disponibile dal 15 novembre 2024 per Gallia Music. Dopo la pubblicazione dei singoli precedenti “Pezzo Pop”, “Marta” e “Fragile”, la band continua ad evolversi e consolidare la propria posizione nella scena del rock alternativo italiano. L’uscita dell’EP, che sarà presentato live il 21 Dicembre al Wishlist Club di Roma in una serata promossa da Radio Rock e Radio Rock Italia, è accompagnata in radio dal nuovo singolo “Qualcosa cambierà”, un brano che incarna il tema portante del loro lavoro: la resilienza e la speranza in un futuro migliore.  

In “Verbo”, i Monolite offrono più di una semplice raccolta di brani: presentano un’esperienza che riflette il loro percorso e la loro crescita personale ed artistica. Ogni traccia è un tassello che racconta le sfide, le conquiste e le emozioni vissute in prima persona dai componenti della band, e che hanno permesso loro di creare un’opera musicale completa, sincera e diretta.

<<Con “Verbo”, i Monolite si presentano con un pizzico di audacia, desiderosi di lasciare una traccia significativa all’interno della scena del rock alternativo italiano.>>  – Spiegano i membri della band

Il titolo dell’EP racchiude un significato profondo, e invita l’ascoltatore ad esplorare una nuova forma di rock che unisce l’essenza dell’alternative italiano ad influenze più contemporanee. Prodotto da Massaga Produzioni nella figura di Michele Guberti, l’EP esprime una cura particolare nella stratificazione delle sonorità e nell’intensità emotiva di ogni traccia. I brani offrono uno sguardo intimo sulla vita quotidiana, raccontando sfide, lotte e momenti di crescita attraverso sonorità ricche e stratificate. Un progetto che si fa portatore di un messaggio di resilienza e speranza, invitando a non perdere di vista le possibilità di una luce anche nelle difficoltà che si possono incontrare sulla propria strada.


Distribuito da Gallia Music, “Verbo” rappresenta una nuova e significativa tappa per i Monolite, ribadendo il loro impegno nel proporre un rock alternativo di qualità nella scena musicale italiana. L’EP è una vera e propria dichiarazione di intenti, un invito a vivere la musica come specchio delle lotte e delle rinascite quotidiane. Con sonorità stratificate e testi profondi, “Verbo” chiude con la promessa che, anche nei momenti più incerti, la musica possa essere in grado di diventare una guida e una fonte di speranza e ispirazione.



“VERBO” – L’EP TRACCIA PER TRACCIA

“Qualcosa cambierà”

    “Qualcosa Cambierà” è un brano che esplora la frustrazione e il conflitto interiore di chi si sente fuori posto in un mondo ostile. Con una struttura solida e liriche taglienti, la canzone alterna rassegnazione a speranza, ed esprime il desiderio di cambiamento e la consapevolezza delle proprie contraddizioni. Il ritornello è un grido di sfida, mentre il verso finale, “E tra queste macerie, io ti cullerò”, aggiunge un tocco di tenerezza e umanità, suggerendo che anche nel caos può esserci spazio per la cura e la resilienza.

    “Fragile”

    “Fragile” affronta il tema della vulnerabilità, esplorando la precarietà dell’esistenza e la difficoltà di affrontare la vita con i soli propri mezzi. Il brano rappresenta un viaggio tra forza e fragilità, che mette in evidenza il sottile equilibrio che regge le nostre vite. La voce di Vincenzo Storm si intreccia con una sezione ritmica potente per trasmettere un senso di inquietudine e, allo stesso tempo, speranza invitando l’ascoltatore a confrontarsi con la propria umanità, accettando le sfide con consapevolezza.

    “Marta”

    “Marta” è un brano che esplora i temi della rinascita e della speranza, ed evidenzia il percorso verso il superamento delle difficoltà attraverso l’amore e la condivisione. Con un groove distintivo di basso e batteria, il pezzo offre un sound che enfatizza l’essenza emotiva del messaggio. Con “Marta” i Monolite accompagnano l’ascoltatore in un viaggio in cui la musica diventa veicolo di trasformazione personale e collettiva, rimanendo fedeli al loro sound graffiante e granitico.

    “Pezzo pop”

    “Pezzo Pop” è il primo singolo estratto dall’EP. Questo brano, energico ed orecchiabile, riflette la loro capacità di combinare sonorità alternative rock con un messaggio diretto e critico verso le attuali dinamiche del mercato musicale. Con il suo testo diretto e un riff accattivante, il pezzo rappresenta una critica alla necessità di adattarsi alle esigenze commerciali per raggiungere il successo. Con un sound incisivo che rimane immediatamente impresso, i Monolite esplorano il tema della lotta tra mantenere la propria identità artistica e piegarsi alle logiche di mercato.

    “Respira”

    “Respira” è un brano malinconico in cui i Monolite esplorano la vulnerabilità di chi si confronta con il proprio passato invitando a scoprire chi si è veramente e affrontando cicatrici e segreti sepolti. Il ritornello sottolinea l’ineluttabilità del tempo che scorre, che trascina con sé promesse e certezze. “Respira” è un invito a prendere fiato e accettare il caos, abbracciare l’autenticità e fare pace con il passato per guardare al futuro con rinnovata consapevolezza.

    CREDITS:

    I Monolite sono: Vincenzo Storm e Gianluca Riccio

    Hanno partecipato alla realizzazione dell’EP:

    • Vincenzo Storm – Voce e Chitarra
    • Gianluca Riccio – Batteria e Cori sul pezzo “Respira”
    • Alessandro Pellegrini – Basso e Cori sul pezzo “Respira”

    “Verbo” è prodotto presso il Natural Head Quarter di Ferrara, prodotto da “Massaga Produzioni” nella figura di Michele Guberti.

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    Comunicato stampa: Guacamole Press

    Mirkoeilcane incanta l’Alexanderplatz

    in CULTURA/European Affairs/MUSICA/PHOTOGALLERY by

    Mirkoeilcane, all’anagrafe Mirko Mancini, ha portato all’Alexanderplatz di Roma un concerto che non è stato solo musica, ma un vero e proprio racconto emotivo e poetico. Dopo la data di Settembre, cancellata per condizioni meteo avverse, il cantautore romano è tornato finalmente ad incontrare il suo pubblico nella cornice raccolta e suggestiva dello storico locale della capitale.

    Il noto jazz club si è rivelato perfetto per accogliere la proposta intima e profonda di Mirkoeilcane, che, anche in questa occasione, ha mescolato cantautorato, storytelling e momenti di grande ironia, il tutto in un’atmosfera raccolta e vibrante.

    Con il suo stile inconfondibile, caratterizzato da testi taglienti e osservazioni sociali acute, Mirko ha saputo portare il pubblico in un viaggio musicale fatto di storie quotidiane e personaggi vividi, ritratti con una sensibilità rara.

    Canzoni come “Stiamo tutti bene”, brano con cui aveva emozionato al Festival di Sanremo, hanno toccato corde profonde, commuovendo i presenti per la sua capacità di raccontare le difficoltà dell’infanzia e dei migranti in un modo realistico e toccante. La voce calda e i testi poetici del cantautore hanno trovato negli arrangiamenti essenziali e nel set acustico uno spazio di espressione puro, in cui ogni parola e ogni sfumatura musicale risultavano amplificati.

    Durante il corso della serata inoltre, un ospite d’eccezione ha deciso di raggiungere sul palco Mirko per dare il suo contributo. Un Giobbe Covatta in grande forma, grande amico di Mirko, ha intrattenuto infatti il pubblico per qualche minuto, strappando scroscianti risate e coinvolgendo tutti i presenti con la sua ironia irriverente.

    L’interazione di Mirkoeilcane con il pubblico è stata un altro punto forte della serata. Con battute spontanee e aneddoti ironici, il cantautore romano ha mantenuto una connessione costante con la platea, alternando momenti di riflessione ad altri più leggeri e divertenti. Il pubblico, composto da fan affezionati e nuovi ascoltatori, si è lasciato coinvolgere e ha partecipato attivamente, cantando e accompagnando con applausi e sorrisi.

    La scelta della scaletta ha alternato brani più riflessivi e pezzi con ritmi più vivaci, dimostrando la versatilità di Mirkoeilcane come cantautore e narratore. Ogni pezzo eseguito raccontava una storia completa, senza bisogno di aggiungere nulla: dalle vicende più piccole e personali a quelle di rilevanza sociale, il tutto narrato con il tocco spontaneo e sicuro del poeta metropolitano.

    La conclusione della serata è stata affidata al solo Mirko con la sua chitarra, per una toccante esecuzione del brano “Caro amico ti scrivo”, dedicato ad un compagno scomparso, pezzo che ha strappato più di una lacrima al pubblico dell’Alexanderplatz per l’evidente coinvolgimento emozionale dell’artista romano.

    Con la sua capacità di far ridere e commuovere allo stesso tempo, Mirkoeilcane ha dimostrato ancora una volta di essere una delle voci più autentiche, poetiche e profonde del panorama cantautorale italiano odierno.

    Si ringraziano Alexanderplatz e Big Time

    Qui sotto le foto della serata:

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    Chiara Lucarelli
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