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Roma

Loreena McKennitt: un viaggio musicale attraverso il tempo per celebrare un capolavoro

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Trent’anni di The Mask and Mirror: un tour da sogno per un album senza tempo

Loreena McKennitt porta il suo iconico album “The Mask and Mirror” in un tour estivo mozzafiato, con 23 spettacoli in location suggestive tra Grecia, Turchia, Spagna, Germania e Italia. Castelli antichi, fortezze alpine, un anfiteatro romano del 161 d.C. e altri luoghi straordinari – per tre quarti all’aperto – faranno da cornice a questa celebrazione di un disco che ha segnato la storia della musica.

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Massimo Pericolo – Come si cambia

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Roma, 11 Luglio 2024

Era difficile immaginare cosa aspettarsi dal concerto di un artista che con il primo album ha dato un bel pugno allo stomaco a tutta la discografia italiana e stravolto la scena rap . Scialla Semper, album d’esordio di Massimo Pericolo è stato un punto di rottura in un periodo in cui l’ hip hop stava diventando il fenomeno pop da classifica del momento.

Testi duri e sinceri, ben scritti da una penna densa di rabbia e dolore, su una base prodotta in modo scarno, potente e disturbante, l’album fu accolto dalla critica come uno dei migliori del 2019, catapultando il giovane rapper di Brebbia tra i nomi più importanti della scena.

Da allora ha pubblicato altri due album, Solo tutto nel 2022 e Le cose cambiano, nel 2023, collaborato e fatto featuring con molti artisti come Dardust, Gue, Achille Lauro, Tedua, Emis Killa, Jake La Furia, Marracash, Fabri Fibra, Tony Effe, Lazza, Madame, Salmo, solo per citarne alcuni.

Quello di ieri a Rock in Roma alle Capannelle, è stato uno Special Day, in cui si sono esibiti Rafilù, Speranza, Neima Ezza e infine Massimo Pericolo. Una giornata di rap puro e duro, di Emo-drill spacca cuori senza troppi fronzoli, un concerto crudo e sincero, davanti a un pubblico di affezionati più adulto di quello che siamo abituati a vedere nelle prime file di altri rapper in voga.

I Casertani Rafilù e Speranza avevano già collaborato con Massimo Pericolo e condiviso con lui un leggendario tour nel 2019. Rap di strada, duro e tagliente, che si ammorbidisce nei brani più intimi, per Rafilù, mentre Speranza alterna con grande naturalezza italiano, francese e casertano e persino il dialetto rom. Un timbro roco e potente che sprigiona un’energia rabbiosa in ogni parola delle sue barre quasi urlate.

È stato poi il turno di Neima Ezza, nome d’arte di Amine Ezzaroui, 22 enne cresciuto nelle periferie Milanesi, tra San Siro e Baggio, già amatissimo dal pubblico presente che canta ogni brano proposto stasera. Uno dei nomi più attuali, si esibisce in canzoni orecchiabili, ben fatte, e dimostra professionalità e valori autentici. Un concerto nel concerto, che ci prepara all’arrivo sul palco dell’headliner Massimo Pericolo.

Arriva in tenuta sportiva, con pantaloncini neri, una maglietta da boxeur che aderisce ai muscoli scolpiti e un cappellino leopardato. L’attacco è potente con Diluvio, Casa Nuova e Scialla Semper uno per ognuno dei suoi album. Sul palco con lui il DJ per le basi, qualche immagine a illustrare e coadiuvare i pezzi, poche luci. Sono le note, e le parole, i soli protagonisti di questa serata.

Incisiva la intro che annuncia tutto ciò che Massimo Pericolo non è, sottolineando la sua non adesione ai cliché. “Non è la politica a cambiare le cose, solo il nostro comportamento può farlo” grida al microfono Alessandro Vanetti, vero nome del rapper, che fece scalpore bruciando la propria scheda elettorale nel video di Sette miliardi, in un gesto sfrontatamente e fortemente apolitico.

Lontano dagli schieramenti e dai valori vacui e uniformati imperanti tra i suoi colleghi, il suo realismo lancinante ha saputo raccontare la provincia e il malessere di una (o più) generazione, con un lirismo e una poetica cruda che lo hanno posto in parallelo ad artisti fuori dal mondo del rap, come Le Luci della Centrale Elettrica.

Ma sono tanti gli elementi caratteristici della discografia di Massimo Pericolo, che in questi anni si è arricchito di una maggiore pacatezza espressiva. Se persiste il racconto del dolore, i toni sono cambiati, più maturi e anche molto più commerciali, i testi a tratti più deboli, hanno mantenuto l’aspetto provocatorio senza avere sempre i contenuti o l’urgenza che ne hanno caratterizzato gli esordi.

Non sono mancate ieri sera le hit come Straniero, Money Love e Stupido, e sono tornati con lui sul palco Rafilù e Speranza per i due singoli Criminali e Fils de Pute, che hanno riacceso il palco di quell’irruenza dirompente che solo a tratti si è persa. Altri due ospiti a sorpresa -entrambi del collettivo Lovegang 126Ugo Borghetti, che Vane ha annunciato come il miglior rapper d’italia, e che si è esibito con lui nel brano Ansia; e poi Ketama 126 , con cui ha cantato quel grande pezzo che fu Scacciacani, nel lontano 2019, in cui intonavano “Voglio soltanto rappare, fare una vita normale, tipo dormire col cane “.

È un Massimo Pericolo con il volto triste, ma che ha dato tutta l’energia che ha in corpo in questo concerto, che si è concluso con il brano che lo ha portato nell’olimpo dei big, 7 miliardi, col suo finale straziante “voglio solo una vita decente”, e quel grido di dolore che è Polo Nord.

Fa parte della crescita e del percorso artistico e di vita aver perso buona parte di quella rabbia mordente e malinconica che era il suo tratto distintivo, e non avrebbe avuto senso per lui proseguire su una strada già tracciata perdendone la spontaneità e la sincerità. Nella sua ascesa verso la maturità e il successo più mainstream, ha conservato comunque la sua penna tagliente che riesce a raccontare il disagio di chi non può o non vuole uniformarsi e cerca risposte vivendo al margine. (Ho voglia di spararmi, non parlarmi / Se ti offende ciò che ho detto puoi sempre non ascoltarmi / Basta che non mi parli e non vai a commentarmi / Non saremo mai uguali se non sei mai stato male per trent’anni)

Vane in fondo  è rimasto lo stesso degli esordi, quello che abbiamo visto ieri è la versione aggiornata al 2024, perché la musica, le persone, come tutte le cose, cambiano.

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Cory Henry, un concerto da non perdere

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Cory Henry a Villa Ada

Cory Henry a Villa Ada, in una serata in contrapposizione al caldo del giorno e ai Deep Purple in Auditorium, riesce a regalare ai presenti la giocosità di un concerto che parte con invito a ballare e che mantiene alto il tenore della qualità durante tutta la serata.

La capacità dell’ex Snarky Puppy infatti, riconosciuta in passato anche dalle collaborazioni con artisti del calibro di Imagine Dragons, Kanye West e Red Hot Chili Peppers, regala decisamente musica di alto livello che il tastierista (inquadrato poco carinamente in un mondo funky) e maestro assoluto con l’Hammond B-3 propone in giro per il mondo con il suo ultimo “Music for yo soul 2024 world tour”.

Il polistrumentista newyorkese non rinnega e anzi esalta le influenze di una persona che lo ha ispirato profondamente, Herbie Hancock, e nel suo vasto repertorio si può permettere di inserire venatura jazzistiche d’avanguardia ad accompagnare uno storico curriculum molto ben evidenziato con i famosi Funk Apostle.

Insomma uno dei migliori concerti di questa estate romana, densa di appuntamenti che non sempre hanno rispettato le promesse e una sicurezza per chi avesse la possibilità di andarlo ad ascoltare altrove.

 

 

 

The Libertines – Nuova vita dopo la leggenda

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Roma – Villa Ada Festival, 1 luglio 2024

Nonostante il meteo che promette (e mantiene) piogge sparse, il pubblico aspetta felice il concerto dei The Libertines nel parco di Villa Ada. Uno dei gruppi inglesi più noti nei primi anni 2000, sono stati amati dal pubblico e dalla critica per la loro musica e per quell’attitudine rock’n’roll che li ha resi subito leggenda. Sono passati 22 anni dal loro album d’esordio e il fatto di vedere tanti ragazzi e ragazze delle nuove generazioni al loro show, rende chiaro il fatto che la loro musica è stata importante più dei retroscena che riempivano la stampa all’epoca dei loro esordi (gossip, fidanzate top model, droga, prigione e liti leggendarie tra i due frontmen). Il loro sound già nostalgico all’epoca suona ancora più come un richiamo a ritroso nel tempo adesso che è passato quasi un quarto di secolo.

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TIM Summer Hits: Musica, Spettacolo e Divertimento a Roma!

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TIM Summer Hits: Musica, Spettacolo e Divertimento a Roma!

Presso la Sala delle Bandiere al Campidoglio, in presenza di  ROBERTO GUALTIERI Sindaco di Roma Capitale, ALESSANDRO ONORATO Assessore ai grandi eventi, sport, moda e turismo di Roma Capitale, MARCELLO CIANNAMEA Direttore Intrattenimento Prime Time Rai, FERDINANDO SALZANO Fondatore Friends&Partners, GIAN PAOLO TAGLIAVIA Amministratore Delegato Rai Pubblicità, SIMONA SALA Direttrice Rai Radio 2, SANDRA AITALA Responsabile Brand Strategy, Media & Commercial Communication TIM ed i conduttori dell’evento ANDREA DELOGU e CARLO CONTI è stato presentato il TIM Summer Hits 2024.

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Mobilità: la crescita repentina del Gruppo Moov, inaugurata la nuova sede di Roma

in COMUNICATI STAMPA/ECONOMIA by

Mobilità: la crescita repentina del Gruppo Moov, inaugurata la nuova sede di Roma

In poco più di sei mesi la tech company focalizzata su soluzioni innovative di mobilità è passata da 11 a 43 dipendenti. Gli uffici romani in un edificio storico di via Po

Da 11 a 43 dipendenti in poco più di sei mei. È il risultato raggiunto dal Gruppo Moov, che ha appena inaugurato una prestigiosa sede in un edificio storico di via Po, nel quartiere Salario di Roma, la seconda in Italia dopo quella di Torino.

Moov, società focalizzata sull’innovazione tecnologica nel mondo della mobilità, sviluppa tecnologie di orchestrazione all’avanguardia, prodotti assicurativi su misura e servizi di mobilità intuitivi. Il Gruppo è composto da tre anime che operano in stretta collaborazione: Moov-Tech, per lo sviluppo di tecnologie abilitanti; Moov-Drive, che eroga i servizi di mobilità studiati per rispondere alle mutate abitudini di utilizzo dell’automobile; Moov-Insurance, che ha l’obiettivo di creare prodotti assicurativi specifici per la mobilità e garantire ai clienti una protezione completa con la massima flessibilità.

“Stiamo costruendo un ecosistema di orchestrazione con tre elementi diversi: la tecnologia, i servizi per la mobilità e l’assicurazione. Ognuna di queste parti contribuisce a creare proposte di valore destinate ai clienti finali. Tutta questa attività si riassume in una parola, che fa parte dei valori di Moov: collaborazione, un concetto che regola i nostri rapporti interni ma che è altrettanto importante all’esterno”, ha dichiarato, durante l’inaugurazione della sede romana, Gabriele Ratti, CEO, e fondatore con Giovanni Giulitti, del Gruppo Moov. “Quando si cercano di creare cose nuove è più importante la collaborazione della competizione – ha aggiunto il CEO di Moov – Noi non siamo noleggiatori e non siamo assicuratori: siamo una tech company che sviluppa use case per avvicinare una serie di soggetti a soluzioni innovative e sostenibili di mobilità”.

Il primo use case di Moov è il progetto Flee, che mira a creare un nuovo concetto di mobilità sia per i privati che per le imprese con una proposta di noleggio a lungo termine flessibile. Flee si basa su due soluzioni di noleggio (e la possibilità di passare da una all’altra): la prima prevede tariffe pay per use, con la rata composta da una parte fissa e da una parte variabile, in base ai chilometri percorsi; la seconda “flat”, a rata fissa. Flee si propone come un servizio semplice e trasparente e, oltre alla flessibilità sulla rata, comprende una garanzia di protezione per l’auto e la persona premium, assistenza h24/7, incentivi alla guida sicura e servizi all digital tramite app.

 

Contatti per i media 

Per informazioni su Moov:
Ufficio Stampa
Marina Luca
mail: ufficio.stampa@moov-tech.com

Videocittà 2024, la conferenza stampa

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Giunto alla settima edizione, torna a Roma dal 5 al 7 luglio Videocittà, il festival ideato da Francesco Rutelli, con la direzione creativa di Francesco Dobrovich, che indaga i più innovativi codici dell’audiovisivo e del digitale.

Installazioni maestose, videoarte, esperienze immersive, live e dj set, talk, AV experience e tanto altro accenderanno, anche quest’anno, la più grande area di archeologia industriale d’Europa, il Gazometro di Roma.

Con 20.000 presenze solo nella scorsa edizione per 3 serate tutte sold out, in sei anni il festival ha ospitato oltre 400 nomi, tra Premi Oscar, vincitrici e vincitori del Leone d’Oro e d’Argento alla Biennale di Venezia, talenti e performer all’avanguardia, posizionandosi come piattaforma futurista di riferimento nel settore e come crocevia dinamico per artisti, visionari, creator, makers e leader digitali, per il pubblico e gli appassionati. Per l’edizione 2024 si sono già registrati i sold out dei biglietti early bird e della first release di abbonamenti, di cui quasi la metà venduti a un pubblico nazionale (fuori Roma) e internazionale.

Con Eni, Main Partner, il contributo di MiC, Comune di Roma, con il supporto di Regione Lazio e in collaborazione con ANICA, tre giorni di contaminazioni per aggiungere, nella stagione 2024, un tassello alla quadrilogia che si completerà nel 2025 sul tema della Transizione, digitale ed ecologica. Una riflessione sulla connessione tra uomo e natura e sul dialogo concreto tra il pensiero ambientalista e le nuove tecnologie come strada imprescindibile per costruire un mondo nuovo dove coesistano il digitale, l’inclusione e la sostenibilità. Dopo l’elemento lunare (2022) e quello della Terra (2023), il 2024 ha come tema la Galassia.

Eni si conferma per la settima volta consecutiva Main Partner di Videocittà aprendo nuovamente le porte del proprio Complesso del Gazometro Ostiense al Festival della Visione e della cultura digitale. Le ragioni della collaborazione si fondano sulla condivisione dei temi e dei valori proposti che, ogni anno, rappresentano elementi di connessione rilevanti con quella che è la strategia dell’azienda.

All’interno della location di Ostiense, sede del Distretto di innovazione tecnologica ROAD e sede di Joule – la Scuola di Impresa di Eni, i temi cardine della centralità dell’essere umano, dell’innovazione e della cultura vivono in maniera diversa ma integrata e complementare, come diverse e integrate sono le energie di Eni, che diventano – nel Festival – fil rouge di un racconto congiunto con Videocittà.

 

Come ormai da tradizione, ad aprire Videocittà sarà l’imponente opera site-specific che investirà il cilindro metallico più grande del Gazometro, monumento simbolo del quartiere Ostiense e della
Roma contemporanea. Per il 2024, l’installazione, dal titolo Nebula, è firmata da Quiet Ensemble e Giorgio Moroder. Studio creativo di punta nel panorama delle arti visive e new media in Italia, leader nella creazione di installazioni di arti digitali immersive, i Quiet Ensemble, attraverso l’uso di tecniche interattive e l’attenzione ai dettagli minimi come i suoni della natura o il movimento degli insetti, creano opere che mescolano arte, scienza e tecnologia. Nebula sarà un’imponente esperienza audiovisiva inaspettata, un intervento luminoso in stretta connessione con le musiche, realizzate appositamente per Videocittà, dal pioniere dell’uso del sintetizzatore, maestro di colonne sonore, Premio Oscar e David di Donatello alla Carriera Giorgio Moroder, riconosciuto in tutto il mondo come una delle figure più influenti dell’elettronica e della disco music. Il reticolo metallico si trasformerà in una costellazione fittissima che avvolgerà il pubblico completamente da ogni direzione: un’esperienza immersiva unica in cui si diventerà parte di una notte trapuntata di astri con suoni provenienti da galassie lontane. L’installazione, realizzata da Eni, curata da Videocittà con il supporto scientifico dell’INAF e dell’Osservatorio Astronomico di Roma, e con la produzione esecutiva diEventi Italiani, viene presentata venerdì 5 luglio in apertura del festival con un talk e uno speech con gli stessi Quiet Ensemble e Moroder. 

 

 

 

 

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Giulio Paravani
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