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La Rappresentante di lista – Sulla via del ritorno a casa

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Giorni Felici Tour 2024 – Roma, Atlantico 29 novembre 2024

Abbiamo assistito ieri sera alla data romana de La rappresentante di lista, tornati sui palchi italiani per promuovere l’ultimo album Giorni Felici.

Nonostante il titolo amaramente ironico, “Giorni Felici” affronta complessità e dolore, trasformandoli in un messaggio di resistenza e speranza collettiva. Il disco è il frutto di un lavoro collaborativo tra tanti artisti, registrato tra New York, Londra, Palermo e altre città.

“Vogliamo comunicare la voglia di disobbedire e dire no a questi finti giorni felici, a questo assopimento del mondo”. Dritto al punto, come sempre, il nuovo album di La Rappresentante di Lista ha come fil rouge l’emotività umana in rapporto col mondo e il disagio sociale e culturale che ne deriva. Il titolo del disco del duo toscano/siciliano formato da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina è anche un richiamo a ‘Happy Days’, dramma di Samuel Beckett del 1961, nel quale lo scrittore irlandese manda in scena la misera condizione umana, estrema e disperata.

Secondo Veronica Lucchesi, la felicità non è solo allegria: è una condizione complessa che può includere dolore e speranza. Il tour e il disco vogliono essere un messaggio potente per il futuro, capace di unire le voci e smuovere il torpore di un’esistenza “comoda”.

Il concerto all’Atlantico di Roma del “Giorni Felici Tour” ha confermato questa nuova fase artistica per La Rappresentante di Lista, che in questo tour sembra voler riscoprire le radici indie rock della propria musica. Rispetto alle precedenti tournée, questa volta Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina hanno scelto un approccio più essenziale, abbandonando gran parte della teatralità che li ha contraddistinti in passato: meno scenografia, meno costumi d’impatto e un uso sobrio delle luci, per lasciare spazio alla musica nella sua forma più pura. 

Il live ha messo in evidenza l’anima multiforme della band: un mix travolgente di rock-funk con venature pop, capace di rendere ogni brano accattivante, ma mai banale. Dietro melodie apparentemente leggere si celano testi intensi e ricchi di significato, un marchio di fabbrica per il duo. Con brani come Amare e Ciao ciao, che hanno raggiunto un pubblico più vasto, LRDL ha dimostrato di poter unire popolarità e profondità. 

Tuttavia, questo nuovo percorso sembra puntare verso una maggiore intimità e autenticità. Con “Giorni Felici”, Veronica e Dario riportano al centro il loro background indie, pur mantenendo quel carattere orecchiabile ma ricercato che li ha sempre contraddistinti. Brani come La città addosso, Giorni Felici  Paradiso o la disarmante Ho smesso di uscire incarnano questa nuova direzione: un ritorno a sonorità più “sporche” e chitarre protagoniste, senza perdere l’attenzione ai dettagli musicali, con un bilanciamento nell’uso delle voci dei due leader.

La serata all’Atlantico ha visto anche la partecipazione del chitarrista americano Kit Conway, che ha contribuito agli arrangiamenti di alcuni brani di Giorni Felici. La sua presenza ha aggiunto una marcia in più al concerto, grazie ai riff potenti e ben calibrati. Purtroppo il sound generale è risultato spesso soffocato: l’acustica del locale o una scelta stilistica hanno reso difficile apprezzare pienamente l’esplosività della voce di Veronica, che in alcune sezioni è sembrata “ingabbiata”, senza riuscire a risaltare come avrebbe meritato. 

L’evoluzione de La Rappresentante di Lista è evidente anche nell’atteggiamento sul palco. Pur mantenendo il loro carisma e la capacità di coinvolgere emotivamente il pubblico, il duo ha scelto un registro meno performativo e meno patinato rispetto agli spettacoli precedenti. Veronica e Dario hanno optato per una comunicazione diretta e sincera, puntando tutto sull’empatia e sulla musica. Il pubblico, travolto dalla loro energia e dai potenti messaggi condivisi al microfono, ha dimostrato ancora una volta il forte legame che si è creato negli anni con questa band. 

Con Giorni Felici e il suo tour, La Rappresentante di Lista sembra voler chiudere un cerchio: dagli esordi più sperimentali con album come (“Per la) via di casa” e “Bubu Sad “ai successi radiofonici che li hanno portati al grande pubblico, fino a questa nuova fase, che li vede ancora una volta protagonisti della scena musicale italiana, ma con un approccio diverso, più introspettivo e diretto. 

Nonostante le difficoltà tecniche, l’Atlantico ha ospitato una performance intensa, che ha mostrato una band che sa rinnovarsi e sorprendere, rimanendo fedele al proprio messaggio: emozionare e far riflettere anche divertendosi.

Li rivedremo in aprile 2025 per un tour nelle maggiori città d’Europa.

In apertura del concerto si è esibito il giovane Nicolas Zullo, con il suo contautorato essenziale e poetico.

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La musica al Sabir la porta Roma Incontra il Mondo

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/MUSICA/SOCIETA’ by

A Roma dal 10 al 13 ottobre. Lo storico progetto di Arci Roma intreccia il suo percorso con il festival diffuso delle culture mediterranee. Ecco chi suonerà quelle sere

Roma Incontra il Mondo intreccia il suo percorso con Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee, che approderà a Roma per la sua decima edizione in programma alla Città dell’AltraEconomia dal 10 al 13 ottobre 2024. In quelle serate si alterneranno sul palco Bono Burattini, C’Mon Tigre, KOKOKO! (dal Congo) e Clap! Clap!, Les Amazones d’Afrique (dal Mali) e Catherine Atim, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Catu Diosis (dall’Uganda) e, infine, Micah P. Hinson. A tutti i concerti l’ingresso è gratuito.

La tappa romana di Festival Sabir coinvolgerà particolarmente Arci Roma anche perché la musica la porta Roma Incontra il Mondo. Per il festival delle culture mediterranee, come spiega Vito Scalisi, presidente di Arci Roma, si tratta di un importante giro di boa, quello del decennale mentre per lo storico progetto dedicato alla world music è addirittura il trentennale. E, mentre Sabir approda a Roma dopo aver girovagato da Lampedusa a Trieste dove ha addirittura sconfinato in corteo fino in Slovenia – racconta Scalisi – Roma Incontra il Mondo è stato sempre a Roma. Ma entrambe le esperienze convergono sulla medesima visione progettuale e sullo stesso slancio antirazzista e meticcio. L’arte e la musica sono la migliore forma di mediazione linguistica e culturale tra le persone. E, seppure non sia più nella cornice dell’Estate Romana, Roma Incontra il Mondo intreccia il suo percorso con altri festival in attesa di riconquistare la sua complessità e di ritrovare un ambito nella città.

Il contesto in cui avviene l’incontro tra questi due festival è evidentemente segnato dalla vicenda palestinese e gli eventi si collocano proprio tra due date di mobilitazione, in particolare quella del 12 ottobre a cui tutta l’Arci ha aderito. «Quel giorno ci muoveremo proprio da Sabir per raggiungere il corteo contro il genocidio e l’apartheid», sottolinea Scalisi.

«A connetterci a Sabir c’è la stessa centralità della contaminazione culturale», dice anche Giuseppe Giannetti, direttore artistico di Roma Incontra il Mondo la cui ricerca, negli anni,

Anche a Sabir sarà centrale il concetto di contaminazione culturale. La nostra ricerca, negli anni, è è stata attenta anche alle mutazioni nelle dinamiche ci contaminazione grazie alla spinta sia delle migrazioni che delle tecnologie. «Ora in particolare, si avverte la necessità di decolonizzare i linguaggi, c’è una scena artistica, soprattutto tra le seconde e terze generazioni, che tende a rivendicare la connessione con le proprie radici, dentro un processo più ampio di decolonizzazione delle cultura. E’ dentro questa tendenza che è stato composto il cartellone di questa edizione.

Non c’è un genere migliore degli altri ma esiste un’esigenza artistica trasversale e la contaminazione procede anche tra i generi, tra modernità e tradizione.

Come per Les Amazon d’Afrique, gruppo punk-blues simbolo della denuncia della condizione femminile in Mali, che ogni anno rinnova il collettivo per immettere qualcosa di innovativo nelle loro proposte. Gli artisti stranieri di questo Sabir sono tutti provenienti dall’Africa e tutti attivissimi politicamente come Kokoko, punk-funk, che in Congo lottano da sempre contro le ingiustizie sociale mentre Catu Diosis è proprio una rappresentante della tendenza decolonizzatrice nella scena elettronica.

Altro filone della programmazione vede artisti italiani che, con la rispettiva produzione guardano oltre i confini, specialmente a Sud, come i C’Mon Tigre (elettro-jazz e funky) che si circondano di artisti da ogni parte del mondo e dedicano ogni disco a un pezzo di Sud. Clap! Clap! è un producer italiano con vent’anni di esperienza che indaga le sonorità del mondo in chiave elettronica, Krano cantautore veneto che ha vissuto a lungo a Torino finché non ha scelto di tornare in Veneto per riscoprire la potenza del suo dialetto per intrecciare tradizione e modernità senza rinnegare il processo artistico che lo ha determinato.

Roma Incontra il Mondo è lo storico progetto di Arci Roma: un festival dedicato alla world music, alle culture e alle loro contaminazioni, nato nel 1994 all’interno della programmazione dell’Estate Romana proprio quando i processi migratori cominciavano ad interessare il nostro Paese e la guerra ricompariva in Europa.

Trent’anni dopo, fuori da Villa Ada, Roma Incontra il Mondo continua a suonare e a portare la sua carica antirazzista, intrecciando i percorsi di altri festival storici, proponendo nella programmazione di Sabir un cartellone di concerti tutti a ingresso libero, senza alcun finanziamento istituzionale.

E’ un’altra visione della progettazione culturale, fuori dalle logiche di mercificazione, aperta a una fruizione popolare e lontana dalle politiche culturali ufficiali ossessionate solo dal modello “grande evento”.

GLI ARTISTI:

giovedì 10 ottobre 

BONO BURATTINI

Francesca Bono, cantante di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco, e Vittoria Burattini, batterista e componente storico dei Massimo Volume. Ispirandosi a tre film della cineasta d’avanguardia Maya Deren, Francesca Bono e Vittoria Burattini hanno creato un’ipnotica raccolta di canzoni basate sull’uso del sintetizzatore Juno-60 e sul suono organico e lineare di una batteria. Queste apparenti limitazioni sono alla base di “Suono in un Tempo Trasfigurato”, il primo album a nome Bono / Burattini uscito per Maple Death Records, un viaggio ricco e gratificante che stabilisce immediatamente una forte identità oscillando tra paesaggi sonori circolari e architetture ritmiche psichedeliche.

C’MON TIGRE

C’Mon Tigre sviluppa la propria identità attraverso un collettivo di musicisti ed artisti provenienti da itto il mondo, traendo ispirazione da varie culture, tradizioni musicali e forme d’arte. Con l’idea di oltrepassare i confini e di creare esperienze sonore che abbiano un forte immaginario cinematografico, fin dall’inizio i C’Mon Tigre anno tradotto la propria musica in una forma ed esperienza visiva, collaborando con alcuni dei più talentuosi lustratori, fotografi ed artisti di tutto il mondo, guadagnandosi così il plauso della critica ed un seguito internazionale in continua crescita.

I C’mon Tigre, con la loro musica. danno vita a un linguaggio personale, fatto di commistioni con il jazz, l’afro-jazz, le ritmiche dell’hip hop. il funk, la disco anni 70. Il tutto senza mai confinare le loro canzoni a un solo stile, ma spingendo l’esplorazione il più possibile, in una dimensione che ogni viaggio degno di questo nome dovrebbe comprendere. “Habitat” è il loro quarto album in studio. Il disco è una testimonianza del potere della fusione musicale, avvicinando mondi apparentemente lontani ed illustrando la stretta interconnessione che esiste tra loro.

venerdì 11 ottobre

KOKOKO! (Congo)

Kinshasa di notte è calda, buia e rumorosa. La città congolese si anima dopo un tramonto rosso fuoco. Improvvisamente, i livelli di rumore aumentano e i sensi si acuiscono: i venditori ambulanti tamburellano e urlano per attirare l’attenzione, le pubblicità dei megafoni vanno in loop e gli impianti audio dei club e delle chiese evangeliche diffondono musica a tutto volume.

Il brusio notturno della città è stato l’ispirazione per “BUTU”, il secondo album di KOKOKO! Uscito lo scorso luglio. BUTU significa “la notte” in lingala e il disco sperimentale si tuffa nel profondo del cuore del luogo caotico, celebrando lo spirito gioioso e creativo dei suoi abitanti. Con la cantante Makara Bianko al timone e la produzione di Xavier Thomas, alias Débruit, questo seguito del loro acclamato debutto Fongola vede la band incanalare un suono più elettronico e allegro.

Il nome della band, KOKOKO!, è quello che la gente dice in campagna fuori dalla porta, un modo onomatopeico di rappresentare un colpo alla porta.

La band ha un’inclinazione vivacemente attivista e politica. Le proteste che usano le parole comportano il rischio di incarcerazione quindi gli artisti di strada spesso lavorano con i loro corpi e suoni per segnalare le loro critiche. Con BUTU, KOKOKO! fornisce un’energia resistente, simile al punk, imbottigliando l’atteggiamento di una generazione e portando la loro alchimia da festa di quartiere della RDC a nuove vette globali.

CLAP! CLAP!

Clap! Clap!, ritenuto da molti etno-musicologi pioniere del genere musicale ‘etno-elettronica’, vanta produzioni e collaborazioni con artisti di calibro mondiale come PAUL SIMON, col quale ha scritto quattro brani nel suo ultimo album ‘Stranger to Stranger’, MARCO MENGONI col quale ha scritto e prodotto tre brani nella sua trilogia ‘Materia’, ERIC ANDRE, COLDCUT e molti altri.

La sua musica è nelle colonne sonore ufficiali dei videogames GTA V, PRO EVOLUTION SOCCER, STEEP ed è compositore della soundtrack ufficiale della serie animata WOLFBOY per APPLE TV e dei documentari ‘I AM THE REVOLUTION’ e ‘LIYANA’.

sabato 12 ottobre

LES AMAZONES D’AFRIQUE (Mali)

Un nuovo suono e un messaggio dall’Africa per il mondo, Les Amazones d’Afrique sono una forza creativa che abbraccia voci internazionali; armonie dolci e forti che evocano i diritti delle donne e delle ragazze; e un misto di tradizione e talento di nuova generazione. Si sono formate a Bamako, in Mali, nel 2014 grazie all’incontro di tre rinomate star della musica maliana e attiviste per il cambiamento sociale: Mamani Keïta, Oumou Sangaré e Mariam Doumbia, e da allora il collettivo si è espanso coinvolgendo molte artiste provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora. Sebbene la loro causa, la campagna per l’uguaglianza di genere e la lotta alla violenza ancestrale, sia abbastanza degna di per sé, la loro espressione creativa musicale è altrettanto potente, riccamente melodico e di vasta portata, fonde stili panafricani e armonie contaminate con un pop contemporaneo e grintoso.  Dopo due album di successo prodotti dall’innovatore Congotronix Doctor L, la band ha lavorato con il rinomato produttore pop Jacknife Lee (U2, Taylor Swift, Modest Mouse) per presentare un suono completamente nuovo nel loro terzo album uscito quest’anno “Musow Danse”,  che trae ispirazione dall’hip-hop, dalla trap e dalla musica elettronica.

CATU DIOSIS (Uganda)

La dinamo afrocentrica dei beat ugandesi, Catherine Atim, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Catu Diosis, è una forza poliedrica nell’industria musicale proveniente dall’Uganda. Nata con una naturale inclinazione al ritmo e alla creatività, Catu si è ritagliata la sua nicchia come produttrice musicale, DJ, ballerina e rapper, guadagnandosi il titolo di “Diva africana” con la sua personalità libera ed energica. Nel 2016, Catu Diosis è emersa, iniziando a fare la DJ e in seguito dedicandosi alla produzione musicale. Il suo suono unico fonde perfettamente elementi afrocentrici con una tavolozza musicale globale, creando tracce che non sono solo saporite ma anche altamente ballabili. Attingendo alle sue prime esperienze con il rap Luo, Catu infonde nelle sue attuali produzioni uno stile distintivo che la distingue nel settore. Affiliata al rinomato collettivo Nyege Nyege dell’Uganda, Catu Diosis è diventata un’artista ricercata sulla scena internazionale.

Il viaggio musicale di Catu è una testimonianza della sua incrollabile passione per la musica, del suo impegno nel preservare e far evolvere le sue radici culturali e della sua capacità di affascinare il pubblico di tutto il mondo.

Domenica 13 ottobre

KRANO

Krano è il progetto solista di Marco Spigariol, già noto per il suo lavoro con i Vermillon Sands e i Movie Star Junkies. Nel 2012, Marco si è ritirato sulle colline di Valdobbiadene, in Veneto, dove ha iniziato a comporre e cantare in dialetto, un gesto di riconnessione con le proprie radici e di esplorazione linguistica. Questo percorso lo ha portato a riflettere sul suo rapporto complesso con la sua terra, il Veneto, da cui ha successivamente deciso di distanziarsi. In una regione dove spesso la lingua viene usata per distinguersi e creare barriere, Krano ha scelto invece di trasformarla in uno strumento di unione, rendendola universale attraverso la sua musica.
Il suo album “Requiescat In Plavem” è vagamente ispirato dal lavoro dell’attivista italiano per la pace Alexander Langer, un eroe dimenticato che ha lavorato incessantemente per eliminare i confini e promuovere l’unione e i veri valori di solidarietà e rinascita ecologica.
Krano, con la sua musica profondamente emotiva e senza confini, mescola influenze country-swamp e rompe le barriere della tradizionale musica dialettale veneta, sfidando i confini linguistici e culturali, utilizzando il dialetto in modo universale.

MICAH P. HINSON

E’ il main live di questa giornata, un finale imperdibile per questo attraversamento di Roma Incontra il Mondo. Attraverso la sua musica, Micah P. Hinson si trasforma in un menestrello che racconta al suo pubblico storie, ricche di sfaccettature diverse, utilizzando parole schiette e mai banali. Il palcoscenico diviene così una casa accogliente in cui Micah si mette a nudo, connettendosi con la sua anima più profonda. Il 2022 è stato l’anno in cui ha presentato il suo ultimo progetto in studio, “I Lie To You“, nel quale emerge una storia, la propria, scritta attraverso la trasparenza di canzoni gonfie d’amore, assenza e rimpianto. Una voce rauca e segnata dalle intemperie, una musica vera e sincera ma struggente e poco rassicurante. Un mix perfetto di amarezza e malinconia si intrecciano con l’alone di mistero e fascino che aleggia intorno alla sua figura.

I concerti si svolgeranno dalle 21:00, nello spazio di Testaccio  Estate, ingresso da Largo Dino Frisullo

Dall’11 al 18 ottobre il tour italiano di Teresa Parodi

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs/MUSICA by

TERESA PARODI

 

DALL’11 AL 18 OTTOBRE IL TOUR ITALIANO DELLA CANTAUTRICE, ATTIVISTA, POLITICA E POETESSA ARGENTINA.

PRIMA TAPPA A ROMA, A OFFICINA PASOLINI.

A LEI IL PREMIO PARODI WORLD MUSIC INTERNATIONAL E IL PREMIO TENCO 2024 ALLA CARRIERA

 

11 ottobre ROMA, Officina Pasolini

ConversaConcerto, introduce TOSCA

 

12 ottobre CAGLIARI, Teatro Massimo

Premio Parodi

 

14 ottobre SASSARI, Teatro Verdi

Concerto

 

16 ottobre PALMANOVA, Teatro G. Modena

ConversaConcerto TERESA PARODI e TOSCA

 

18 ottobre SANREMO, Teatro Ariston

Premio Tenco, ospite TOSCA

 

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ROMAEST DISTRICT FESTIVAL : il 29 settembre a Roma

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs/MUSICA by

ROMAEST DISTRICT FESTIVAL

29 Settembre a Roma (cambio location e nuova data)

Tonino Carotone, Clavdio, Artù, Daria Huber, 

Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly e Mattia Rame.

Comunicato Stampa

 

Per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, l’evento RomaEst District Festival, inizialmente previsto per il 21 settembre 2024 presso il Parco Angelo Galafati, è stato spostato al Largo Venue, sempre ad ingresso libero.
La nuova data è confermata per il 29 settembre 2024.


Gallia Music
, con la partecipazione tecnica di Largo Venue, luogo punto di riferimento per la scena musicale romana, e la direzione artistica a cura di Francesco Maria Castro, già direttore artistico del Circolo degli Artisti, è lieta di annunciare la prima edizione del RomaEst District Festival, che si terrà il 29 Settembre 2024 a partire dalle 17:00 e fino alle 24:00 presso il Largo Venue. Le esibizioni dal vivo vedranno la partecipazione di artisti come Tonino Carotone, Clavdio, Artù, Daria Huber, Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly e Mattia Rame per una giornata all’insegna della musica e della cultura.

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ROMAEST DISTRICT FESTIVAL : il 21 settembre a Roma

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/European Affairs/MUSICA by

ROMAEST DISTRICT FESTIVAL

il 21 Settembre a Roma

Tonino Carotone, Clavdio, Artù, Daria Huber, 

Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly e Mattia Rame.

Comunicato Stampa

Gallia Music, con la partecipazione tecnica di Largo Venue, luogo punto di riferimento per la scena musicale romana, e la direzione artistica a cura di Francesco Maria Castro, già direttore artistico del Circolo degli Artisti, è lieta di annunciare la prima edizione del RomaEst District Festival, che si terrà il 21 Settembre 2024 a partire dalle 17:00 e fino alle 24:00 presso il Giardino Angelo Galafati (fronte metro Pigneto) in Via del Pigneto a Roma. Le esibizioni dal vivo vedranno la partecipazione di artisti come Tonino Carotone, Clavdio, Artù, Daria Huber, Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly e Mattia Rame per una giornata all’insegna della musica e della cultura.

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L’ “Estate al Maximo” di Arisa

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Arisa si è esibita ieri sera nella Piazza Gabriella Ferri del Maximo Shopping Center per la terza serata dell’ormai consueto appuntamento “Estate al Maximo”.

Una bella serata di musica e spettacolo per i tanti fan accorsi nella quale, ancora una volta, la cantante ligure di origini lucane ha potuto sfoggiare la sua bellissima voce, indiscutibilmente una tra le più belle del panorama artistico contemporaneo.

La talentuosissima e molto spesso ribelle e sfrontata cantante ha riproposto i principali successi della sua pluriennale carriera, partita nel 2009 con la vittoria al 59° Festival di Sanremo con il singolo “Sincerità” per la categoria nuove proposte, fino all’ultimo singolo pubblicato qualche mese fa “Baciami stupido”. Keep Reading

Massimo Pericolo – Come si cambia

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Roma, 11 Luglio 2024

Era difficile immaginare cosa aspettarsi dal concerto di un artista che con il primo album ha dato un bel pugno allo stomaco a tutta la discografia italiana e stravolto la scena rap . Scialla Semper, album d’esordio di Massimo Pericolo è stato un punto di rottura in un periodo in cui l’ hip hop stava diventando il fenomeno pop da classifica del momento.

Testi duri e sinceri, ben scritti da una penna densa di rabbia e dolore, su una base prodotta in modo scarno, potente e disturbante, l’album fu accolto dalla critica come uno dei migliori del 2019, catapultando il giovane rapper di Brebbia tra i nomi più importanti della scena.

Da allora ha pubblicato altri due album, Solo tutto nel 2022 e Le cose cambiano, nel 2023, collaborato e fatto featuring con molti artisti come Dardust, Gue, Achille Lauro, Tedua, Emis Killa, Jake La Furia, Marracash, Fabri Fibra, Tony Effe, Lazza, Madame, Salmo, solo per citarne alcuni.

Quello di ieri a Rock in Roma alle Capannelle, è stato uno Special Day, in cui si sono esibiti Rafilù, Speranza, Neima Ezza e infine Massimo Pericolo. Una giornata di rap puro e duro, di Emo-drill spacca cuori senza troppi fronzoli, un concerto crudo e sincero, davanti a un pubblico di affezionati più adulto di quello che siamo abituati a vedere nelle prime file di altri rapper in voga.

I Casertani Rafilù e Speranza avevano già collaborato con Massimo Pericolo e condiviso con lui un leggendario tour nel 2019. Rap di strada, duro e tagliente, che si ammorbidisce nei brani più intimi, per Rafilù, mentre Speranza alterna con grande naturalezza italiano, francese e casertano e persino il dialetto rom. Un timbro roco e potente che sprigiona un’energia rabbiosa in ogni parola delle sue barre quasi urlate.

È stato poi il turno di Neima Ezza, nome d’arte di Amine Ezzaroui, 22 enne cresciuto nelle periferie Milanesi, tra San Siro e Baggio, già amatissimo dal pubblico presente che canta ogni brano proposto stasera. Uno dei nomi più attuali, si esibisce in canzoni orecchiabili, ben fatte, e dimostra professionalità e valori autentici. Un concerto nel concerto, che ci prepara all’arrivo sul palco dell’headliner Massimo Pericolo.

Arriva in tenuta sportiva, con pantaloncini neri, una maglietta da boxeur che aderisce ai muscoli scolpiti e un cappellino leopardato. L’attacco è potente con Diluvio, Casa Nuova e Scialla Semper uno per ognuno dei suoi album. Sul palco con lui il DJ per le basi, qualche immagine a illustrare e coadiuvare i pezzi, poche luci. Sono le note, e le parole, i soli protagonisti di questa serata.

Incisiva la intro che annuncia tutto ciò che Massimo Pericolo non è, sottolineando la sua non adesione ai cliché. “Non è la politica a cambiare le cose, solo il nostro comportamento può farlo” grida al microfono Alessandro Vanetti, vero nome del rapper, che fece scalpore bruciando la propria scheda elettorale nel video di Sette miliardi, in un gesto sfrontatamente e fortemente apolitico.

Lontano dagli schieramenti e dai valori vacui e uniformati imperanti tra i suoi colleghi, il suo realismo lancinante ha saputo raccontare la provincia e il malessere di una (o più) generazione, con un lirismo e una poetica cruda che lo hanno posto in parallelo ad artisti fuori dal mondo del rap, come Le Luci della Centrale Elettrica.

Ma sono tanti gli elementi caratteristici della discografia di Massimo Pericolo, che in questi anni si è arricchito di una maggiore pacatezza espressiva. Se persiste il racconto del dolore, i toni sono cambiati, più maturi e anche molto più commerciali, i testi a tratti più deboli, hanno mantenuto l’aspetto provocatorio senza avere sempre i contenuti o l’urgenza che ne hanno caratterizzato gli esordi.

Non sono mancate ieri sera le hit come Straniero, Money Love e Stupido, e sono tornati con lui sul palco Rafilù e Speranza per i due singoli Criminali e Fils de Pute, che hanno riacceso il palco di quell’irruenza dirompente che solo a tratti si è persa. Altri due ospiti a sorpresa -entrambi del collettivo Lovegang 126Ugo Borghetti, che Vane ha annunciato come il miglior rapper d’italia, e che si è esibito con lui nel brano Ansia; e poi Ketama 126 , con cui ha cantato quel grande pezzo che fu Scacciacani, nel lontano 2019, in cui intonavano “Voglio soltanto rappare, fare una vita normale, tipo dormire col cane “.

È un Massimo Pericolo con il volto triste, ma che ha dato tutta l’energia che ha in corpo in questo concerto, che si è concluso con il brano che lo ha portato nell’olimpo dei big, 7 miliardi, col suo finale straziante “voglio solo una vita decente”, e quel grido di dolore che è Polo Nord.

Fa parte della crescita e del percorso artistico e di vita aver perso buona parte di quella rabbia mordente e malinconica che era il suo tratto distintivo, e non avrebbe avuto senso per lui proseguire su una strada già tracciata perdendone la spontaneità e la sincerità. Nella sua ascesa verso la maturità e il successo più mainstream, ha conservato comunque la sua penna tagliente che riesce a raccontare il disagio di chi non può o non vuole uniformarsi e cerca risposte vivendo al margine. (Ho voglia di spararmi, non parlarmi / Se ti offende ciò che ho detto puoi sempre non ascoltarmi / Basta che non mi parli e non vai a commentarmi / Non saremo mai uguali se non sei mai stato male per trent’anni)

Vane in fondo  è rimasto lo stesso degli esordi, quello che abbiamo visto ieri è la versione aggiornata al 2024, perché la musica, le persone, come tutte le cose, cambiano.

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Fabi, SIlvestri, Gazzè – Roma in festa per i dieci anni del trio

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Roma, Circo Massimo – 6 luglio 2024

A dieci anni dall’uscita di quel capolavoro che fu Il Padrone della Festa, progetto nato dall’unione di tre tra i principali artisti romani, Niccolò Fabi, Max Gazzé e Daniele Silvestri, il trio festeggia con un grande – immenso – concerto al Circo Massimo di Roma.

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The Libertines – Nuova vita dopo la leggenda

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Roma – Villa Ada Festival, 1 luglio 2024

Nonostante il meteo che promette (e mantiene) piogge sparse, il pubblico aspetta felice il concerto dei The Libertines nel parco di Villa Ada. Uno dei gruppi inglesi più noti nei primi anni 2000, sono stati amati dal pubblico e dalla critica per la loro musica e per quell’attitudine rock’n’roll che li ha resi subito leggenda. Sono passati 22 anni dal loro album d’esordio e il fatto di vedere tanti ragazzi e ragazze delle nuove generazioni al loro show, rende chiaro il fatto che la loro musica è stata importante più dei retroscena che riempivano la stampa all’epoca dei loro esordi (gossip, fidanzate top model, droga, prigione e liti leggendarie tra i due frontmen). Il loro sound già nostalgico all’epoca suona ancora più come un richiamo a ritroso nel tempo adesso che è passato quasi un quarto di secolo.

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Chiara Lucarelli
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