GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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REGIONI - page 4

Medioriente – il Nuovo Mondo del terzo millennio

Recentemente, nell’ambito di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella quale dovevano essere discussi i termini per l’invio di ulteriori aiuti umanitari a favore delle aree colpite dal terremoto, che ha devastato la zona di confine tra Turchia e Siria, la Russia ha esercitato il diritto di veto bloccando, di fatto, l’approvazione della risoluzione. La scelta, da parte del rappresentante russo, di opporsi all’adozione di una misura tendente ad alleviare lo stato di crisi che caratterizza la regione conferma il supporto di Mosca alla linea politica siriana, la quale ritiene che la distribuzione, imparziale e non soggetta a controlli degli aiuti, possa favorire le fazioni politiche che contrastano il regime di Assad nella regione settentrionale del Paese.

L’eccezionalità del fatto in argomento non risiede nell’esercizio del diritto di veto da parte russa, ma nella reiterazione, in sede ONU per la diciassettesima volta nell’arco di pochi anni, di un comportamento a favore e a sostegno del regime siriano effettuata dalla Russia.

La chiave di lettura per comprendere le azioni di Mosca risiede nella impostazione della visione geostrategica russa che prevede l’espansione e il consolidamento dell’influenza del paese secondo una visione globale non eurocentrica, mirata a proporre e supportare il ruolo della Russia di grande potenza.

Nell’area particolare del Medio Oriente la Russia segue ormai da tempo una linea strategica che propone Mosca come partner politico privilegiato in grado di offrire supporto e collaborazione nell’ambito di un sistema di scambi non vincolato a una condivisione pregiudiziale di vincoli culturali o etici. Inoltre, si è dimostrata pronta a inserirsi in tutte quelle aree dove la presenza USA è meno forte o dove l’interesse americano sembra essersi affievolito.

La scelta che Russia e Cina hanno fatto di investire politicamente nell’area mediorientale e, nella sua visione più ampia nei Paesi del MENA, valutando questo come il teatro critico nel quale svolgere un ruolo determinante a livello geopolitico per il consolidamento del ruolo di potenza globale, deriva dal profondo mutamento che è in corso nell’area.

Arabia Saudita, Emirati, Qatar, Oman, Kuwait, Bahrain, Siria, Iran, Iraq, Turchia, Israele, Libano, Giordania, Yemen non c’è Stato che recentemente non sia impegnato in un processo di revisione delle strategie per il conseguimento dei propri interessi nazionali che ha sconvolto lo statu quo che aveva caratterizzato l’area per decenni.

Le caratteristiche dello scenario strategico che stanno mutando non riguardano solamente la necessità di riconvertire, in un futuro più o meno imminente, economie basate sul petrolio, ma investono, soprattutto, la collocazione geopolitica che questi Paesi avranno nel contesto globale.

Il Medio Oriente, infatti, rappresenta la fascia avanzata di quel Global Sud che si vuole affacciare allo scenario internazionale da protagonista, ne ha le potenzialità, i mezzi e la volontà.

Gli eventi politici che hanno radicalmente mutato lo scenario sono stati caratterizzati da due fattori fondamentali.

Il primo riguarda l’ingresso della Cina e della Russia (per quest’ultima si può parlare di ritorno in alcuni casi) nel contesto geostrategico mediorientale come sostenitori di un nuovo ordine di rapporti, svincolato dalla ossessiva ricerca della condivisione/imposizione di concetti e di valori culturali ma basato sia sul conseguimento di benefici comuni e sul soddisfacimento di reciproci interessi locali, sia sulla ricerca di rapporti diretti bilaterali che escludono la creazione di coalizioni o alleanze limitative e con rapporto di subordinazione. L’azione di Pechino e Mosca è stata facilitata dalla generale perdita di fiducia nelle capacità degli USA di svolgere il ruolo di garante della sicurezza e di potenza equilibratrice dovuto alla ondivagante e ambigua politica estera che dall’amministrazione Obama in poi ha contraddistinto l’azione di Washington.

Il secondo fattore, invece, è rappresentato dalla progressiva transizione verso una multipolarità dello scenario internazionale, caratterizzata non solo dalla presenza di attori con prerogative globali (in essere o in divenire) che hanno affiancato protagonisti del vecchio ordine USA e Russia, come Cina, India, Brasile Sud Africa, Giappone, ma anche dalla nascita di una serie di medie potenze a carattere regionale in grado di svolgere un ruolo importante e decisivo per il mantenimento di un equilibrio non solo locale, ma complessivo.

In quest’ottica deve essere esaminato il processo di sviluppo geopolitico in atto nell’area in argomento. Gli esempi sono molteplici e riguardano tutta la regione. Come riferimento basti osservare casi emblematici di questa evoluzione geostrategica.

La Turchia, membro della NATO ma ostracizzata per l’ingresso nell’Unione Europea, persegue una politica in bilico tra Est e Ovest le cui attività vanno da una forte e consolidata presenza nel Mediterraneo alla più diretta azione nelle crisi siriana, libica e caucasica, al fine di conseguire lo status di potenza regionale.

L’Arabia Saudita, alleato storico degli USA sta riconsiderando i termini di questa partnership, mentre sta costruendo il futuro del post petrolio sconvolgendo il proprio sistema sociale e culturale.

Recentemente ha intessuto una serie di rapporti diplomatici con i nemici di sempre (Iran e Yemen) a vantaggio di interessi specifici e con l’intento di proporre il Paese come elemento di equilibrio geopolitico nell’area.

Israele che, nonostante le mutazioni del sistema sociale interno stiano scuotendo le fondamenta della sua democrazia, dimostra una proattività diplomatica volta al difficile processo del suo definito riconoscimento e alla costruzione di una cornice di sicurezza anti-iraniana adottando una politica di concessioni e accordi anche senza l’egida USA.

L’Iran, che nonostante abbia avviato un processo di normalizzazione diplomatica con l’Arabia Saudita, continua a supportare le organizzazioni estremistiche della regione (Libano, Yemen, Siria) e a estendere la sua influenza sull’Iraq. Se, internamente, la necessità di reprimere le proteste popolari ha favorito la scalata a posizioni di potere dell’ala militare del regime che sta perseguendo un processo di miglioramento ed espansione dello strumento militare, di cui il nucleare sembra essere il punto di arrivo, dal punto di vista delle relazioni estere il progressivo avvicinamento all’orbita russo-cinese evidenzia il distacco da una politica di equidistanza e la volontà di essere supportata nella sua crociata anti USA.

L’Oman che si è ritagliato un ruolo particolare dal punto di vista diplomatico identificandosi come la risorsa ideale per mediare situazioni apparentemente inconciliabili e pervenire alla stipulazione di accordi politici di fondamentale portata. Gli accordi tra gli USA e i Talebani e il riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita sono solo due dei successi che la diplomazia omanita ha reso possibile.

Non solo, in tutti i Paesi del Medioriente sono in via di sviluppo politiche e strategie tendenti a cambiare l’assetto della regione e a conferire maggior peso specifico all’area. Anche la rivitalizzazione della Lega Araba che ha ultimamente posto le condizioni per riammettere la Siria nell’ambito dell’organizzazione dimostra la volontà di cambiare la situazione.

Un ultimo indicatore è rappresentato dalla volontà di trasformare la regione da un’area di sfruttamento delle risorse naturali a un polo di attrazione di investimenti e di capitali verso un settore terziario che ha conosciuto un’esplosione senza limiti nell’ultimo decennio: creazione delle premesse per il turismo di massa e organizzazione di eventi culturali e sportivi a livello mondiale costituiscono solo la punta di un iceberg che non rimane circoscritto all’area locale ma prevede l’espansione verso una sorta di conquista del monopolio occidentale in questi settori (su tutti si deve considerare la scalata al mondo del calcio e la conquista del circuito golfistico americano).

Cina e Russia (e India recentemente) sono visti come partner, magari non del tutto affidabili e anche pericolosi, ma necessari per conseguire gli obiettivi nazionali dai Paesi dell’area, in quanto non essendo il loro approccio basato sulla richiesta di adesione a valori sociali e morali, consentono lo stabilirsi di rapporti esclusivamente di interesse finanziario e commerciale, che non necessariamente sfociano in alleanze.

Ritornando al veto della Russia in sede di Consiglio di Sicurezza, appare, quindi, palese che Mosca sia pure in difficoltà per gli sviluppi della crisi ucraina ragiona e opera in termini di grande potenza. La proattività di Mosca, diretta o indiretta, in Asia e in Africa, continua a contraddistinguere la sua azione diplomatico politica aprendo nuove finestre di opportunità per la sua affermazione quale protagonista critico nella trasformazione in atto nello scenario mondiale.

Nonostante la nostra cieca e ipocrita narrative di una Russia impegnata nel resuscitare la Guerra Fredda la realtà e ben diversa. Mosca ha una visione globale che ha noi Occidente manca del tutto.

La volontà di rivalsa dei paesi dell’Europa dell’Est e del Baltico nei confronti della Russia sta legando l’Europa a un passato che ormai è remoto, impedendogli di dedicare le risorse e le capacità di cui è in possesso per affrontare con successo il cambiamento che è in atto nel sistema delle relazioni mondiali.

La sfida che dobbiamo affrontare viene dal Sud del mondo e non da un anacronistico conflitto EST -OVEST!

Dobbiamo renderci conto che la Guerra Fredda e l’esotismo delle gesta di Lawrence d’Arabia appartengono al passato, sono mondi che non possiamo resuscitare e che non ci appartengono più. Il futuro dell’Occidente non è assicurato dall’espansione globale della NATO (il cui Segretario Generale ha perso il senso della misura invocando interessi asiatici dell’Alleanza!) e neppure dalla crociate in difesa di concetti e valori di cui ci riempiano la bocca ma che spesso calpestiamo per gli interessi personali!

Il processo di sviluppo che sta avendo luogo nel Medioriente, (e di riflesso nell’Africa), rappresenta la chiave di volta del mondo che verrà. Questo la Russia lo ha capito bene e ha indirizzato le sue scelte geopolitiche coerentemente, l’Occidente invece si ostina a vivere nel passato prigioniero di vestigia imperiali oramai defunte e di rancori atavici nordeuropei verso l’Orso Russo.

Ben vengano, quindi le iniziative del nostro Paese verso questo Nuovo Mondo, che sembra aver ritrovato la via per perseguire interessi strategici nazionali orientando la nostra diplomazia al di là del Mediterraneo.

Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi.

Il processo di creazione di un nuovo ordine multipolare non è più una eventualità o una possibilità ma è diventata una realtà che sta ridimensionando il ruolo e l’importanza dell’Occidente nel contesto globale, rendendo obsoleto e inadatto il nostro sistema di aggregazioni e di alleanze (oramai roboanti a parole ma quasi prive di efficacia reale – più sono le ammissioni meno potente diventa il sistema!).

Un’Europa incerta e indecisa, profondamente divisa in quanto a scelte strategiche, che si nasconde dietro la bandiera dell’effimera chimera dell’Unione Europea, prigioniera di dinamiche culturali utopistiche, affannosamente alla ricerca di un grande fratello a cui affidare la propria sicurezza, che si culla nell’illusione che organizzazioni, ormai datate e fuori tempo, possano garantire il mantenimento di uno statu quo non più aderente alla realtà geostrategica, ha perso di vista l’evoluzione dello scenario internazionale.

Il nuovo ordine multipolare è caratterizzato dalla presenza di entità geopolitiche che rispondono a nuovi concetti organizzativi dove coesistono potenze di dimensioni globali e medie o piccole potenze che svolgono ruoli determinanti e critici quali attori regionali.

È un sistema dove l’aggregazione degli Stati non avviene in base al concetto di amico aut nemico che ha forgiato il nostro sistema di relazioni, ma si basa sempre più sulla condivisione di interessi che possono essere economici, finanziari, geopolitici, industriali, di sicurezza, di sviluppo e via dicendo che non hanno il crisma dell’unicità o delle unidirezionalità, non sono persistenti e non sono globali, ma soprattutto non impediscono la libertà di azione di ciascuno Stato che può aggregarsi a seconda dei propri interessi nazionali senza dover sottostare a scelte di campo astringenti e limitative.

L’altra caratteristica che caratterizza questi rapporti risiede nella assenza di condizionamenti ideologico culturali quale base per lo stabilirsi di accordi o partenariati.

Le grandi organizzazioni che si stanno affermando non mirano a garantire una sicurezza globale e non sono dirette alla diffusione o alla condivisione di concetti culturali a premessa della partecipazione a esse. Il BRICS, la New Development Bank (NDB) e lo Shanghai Cooperation Organization (SCO) che rappresentano la punta emergente della volontà di sistematizzare questo nuovo ordine multipolare sono in crescita e in espansione perché rappresentano un’attrattiva interessante per un Global South emergente e che non vuole essere costretto, obbligatoriamente, a dover assumere una posizione nei confronti dei protagonisti che si contendono l’egemonia mondiale.

Le iniziative e le attività in questo senso hanno assunto proporzioni vastissime espandendosi con enorme rapidità dal Medio Oriente all’Africa per coinvolgere l’intera area dell’Indo-Pacifico.

Per avere un’idea del complesso fenomeno della costruzione di questo nuovo sistema può essere indicativo esaminare l’evoluzione che ha contraddistinto il processo di perseguimento degli interessi geostrategici nazionali dell’Arabia Saudita negli ultimi anni.

Sotto la guida del Principe Mohammed bin Salman (MbS) l’Arabia Saudita ha intrapreso un enorme processo di trasformazione al fine di dotare il Paese degli strumenti necessari per affrontare, con successo, un futuro immediato in termini geopolitici, dove le riserve fossili non saranno più un fattore di potenza.

Pur rimendo un interlocutore privilegiato per gli USA l’Arabia Saudita ha diversificato e ampliato i propri orizzonti geopolitici stabilendo, da tempo, solide relazioni economico commerciali con la Cina, che hanno consentito la convergenza di specifiche visioni politiche.

Pur perseguendo una politica di leadership nel mondo arabo il Paese ha adottato un nuovo corso nelle relazioni che lo legano ai Paesi Mediorientali: il processo è culminato con il l’accordo per ristabilire le relazioni con l’Iran, ma è stato preceduto da una serie di rinnovate intese con gli altri attori dell’aerea, Turchia, Israele in primis. Non si tratta di alleanze o patti tutt’altro, queste azioni si basano sulla possibilità di poter condividere interessi e risorse comuni al fine di perseguire obiettivi pratici. Il criterio alla base è che le differenze di posizioni su temi geopolitici generali restano ma non sono considerate come un ostacolo al conseguimento di un accordo che offra benefici immediati e concreti di carattere economico – finanziario.

La recente richiesta dell’Arabia Saudita di entrare a far part e del BRICS, oltre ad essere favorita dalle importanti relazioni commerciali con la Cina, delinea la volontà del Paese e della sua leadership di poter legare lo sviluppo del progetto Vision 2030 alla Belt and Road Initiative cinese per contribuire, da protagonista, a definire i contorni di un nuovo ordine mondiale extra-occidente rappresentato dalle potenze emergenti (direi piuttosto già emerse) e dal Global South che si identificano e si raggruppano sotto l’egida dell’organizzazione del BRICS.

Il progetto è sostenuto ideologicamente dal conseguimento di una diversità globale, costruita nel mondo per il mondo dove i Paesi come l’Arabia Saudita svolgono il ruolo fondamentale degli elementi di equilibrio del sistema.

Inoltre, con la richiesta di ingresso nel BRICS e di partecipazione alla NDB, il Paese si è assicurato un forte sostegno per la candidatura di Ryad quale sede dell’Expo 2030, obiettivo che coronerebbe la Vision 2030 e che rafforzerebbe la narrative del BRICS di diversità globale e nuovo ordine mondiale.

Contemporaneamente, però, MsB ha effettuato una lunga visita in Francia dove sono stati raggiunti importanti accordi di carattere tecnico, scientifico, energetico e commerciale attraverso il French – Saudi Investiment Forum che porteranno a un incremento sostanziale dell’interscambio commerciale tra i due Paesi consentendo all’Arabia Saudita di evitare una dipendenza esclusiva da Pechino.

Da ultimo, ma non di minore importanza in quanto evidenzia la capacità di considerare e valutare le potenzialità offerte dai nuovi orizzonti, va sottolineata l’intraprendenza dimostrata nel settore dell’organizzazione di grandi eventi sportivi, iniziata con l’acquisizione di club calcistici, proseguita con l’ingresso come sponsor nel mondo della F1 e la disponibilità a essere sede di meeting e manifestazioni di alto livello, che si è concretizzata con il successo dell’accordo di fusione del più prestigioso ed esclusivo circuito golfistico, quello del PGA Tour, con il Liv Golf il tutto basato su una disponibilità di risorse economiche inimmaginabile per qualsiasi altro sistema di investimento di fondi.

In sintesi, l’Arabia Saudita rappresenta l’archetipo del Paese sul quale si basa la nuova multipolarità globale.

Ha stretti rapporti con le principali potenze, ma non si riconosce nel ruolo di alleato di nessuna di loro, in questo modo si estrapola dalla classificazione di filo-occidentalismo o filo-orientalismo, sviluppa un approccio multipolare che gli consente di scegliere e valutare le opportunità che meglio soddisfano i propri interessi nazionali.

È preoccupato della propria sicurezza a livello regionale e per questo cerca di sviluppare un sistema di relazioni internazionali che consentano di eliminare o mitigare i possibili attriti geopolitici con i vicini, ma nello stesso tempo sviluppa una sua politica di difesa appoggiandosi a una grande potenza ma condividendone solo le linee strategiche che la riguardano.

Ricerca rapporti di cooperazione ma non di sudditanza, è disponibile ad alleanze specifiche su un piano di parità, senza sentirsi vincolata da queste, a colloquiare con qualunque altro attore possa rappresentare una risorsa per il conseguimento di opportunità o di interessi nazionali.

Diversifica le fonti di approvvigionamento dei beni e delle risorse essenziali al suo sviluppo in modo da ridurre o eliminare la dipendenza da un singolo Paese, ricercando un equilibrio nei rapporti e negli scambi commerciali che gli garantisca l’indipendenza diplomatico – politica.

Ha, soprattutto, una chiara visione di quelli che sono gli obiettivi che rappresentano i suoi interessi nazionali e ha sviluppato e implementato una strategia per poterli perseguire.

Questo processo che ha trasformato in senso radicale il sistema delle relazioni internazionali è solo all’inizio e gli sviluppi successivi, sicuramente, comporteranno una ulteriore definizione di un mondo multipolare con regole e criteri differenti da quelli ai quali siamo abituati e che consideriamo immutabili.

L’Europa vive in una realtà ovattata che si basa sulle regole di un mondo uscito dalla tragedia del Secondo Conflitto Mondiale che non è più reale nonostante si cerchi di mantenerlo in vita artificiosamente. L’ONU e le organizzazioni a essa collegate hanno visto il loro prestigio e il loro valore intrinseco diminuire e devono essere riformate dal profondo per riacquisire la centralità alla quale erano deputate.

L’Unione Europea è un consesso che si sta distaccando sempre più dalla realtà delle necessità dei Paesi Membri e che viene usato come paravento per interessi particolari di nazioni alla ricerca dell’impero perduto. Giochiamo ancora con definizioni da barzelletta (Paesi Virtuosi, Paesi Frugali), mentre abbiamo abiurato ai concetti culturali e politici fondamentali che erano stati posti alla base del progetto, nella smania di accogliere tutti senza limiti e in osservanza a utopistici deliri di universalità, senza considerare le conseguenze di accollarsi oneri difficilmente sostenibili.

Abbiamo attaccato lancia in resta l’Orso Russo perché ci serviva un nemico sul quale far ricadere le nostre insicurezze e soprattutto ricreare quella situazione di pericolo che serve al Nord dell’Europa per non volgere lo sguardo a Sud ed evitare di affrontare una realtà che sconvolgerebbe la loro comfort zone.

Mentre ci guardiamo il nostro ombelico credendo che sia quello del mondo, ci stiamo perdendo la trasformazione che sta cambiando il contesto geopolitico globale. È opportuno cambiare rotta, smettere di inseguire realtà virtuali e dissanguarci in un conflitto dove in pericolo non sono la sopravvivenza del mondo libero la democrazia, ma solo gli interessi particolari degli USA e il desiderio di rivalsa dell’Europa orientale nei confronti della Russia.

Le possibilità ci sono e l’Europa ha risorse intellettuali, morali, culturali, scientifiche economiche e finanziari sufficienti per emergere in questo nuovo ordine come protagonista. E se questo non bastasse, anche il nostro Paese possiede le capacità necessarie per svolgere un ruolo determinante in un contesto regionale e sembra che le recenti iniziative in politica estera siano dirette a costruire e rafforzare l’immagine di una Italia più intraprendente e più sicura delle proprie possibilità.

Sicilia-USA: Nasce il Capitolo OSDIA di Palermo. Tiberio Mantia Presidente

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Si terrà presso la Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, Ii prossimo 7 giugno, la conferenza di presentazione del Capitolo di Palermo dell’Order Sons and Daughters of Italy in America (OSDIA), la più antica e consolidata organizzazione a supporto dei cittadini americani di discendenza italiana, fondata nel 1905 a New York sotto la denominazione originale di “Figli d’Italia” dal Dr. Vincenzo Sellaro, medico nativo di Polizzi Generosa emigrato negli Stati Uniti alla fine del XX secolo.
Ed è proprio intitolato al Dr. Sellaro il Capitolo OSDIA di Palermo (www.osdiapalermo.it), che dopo quello di Roma rappresenta la seconda unità territoriale mai costituita al di fuori del territorio nord-americano nei 118 anni di storia di quello che è stato per tanti anni conosciuto come “Ordine dei Figli d’Italia in America” e non è un caso che dopo l’insediamento nella Capitale, si sia prevista una sede in Sicilia, terra che diede i natali al suo fondatore.
L’OSDIA, nata per un supportare i primi immigrati italiani negli Stati Uniti, è oggi una organizzazione non profit, politicamente indipendente, con sede legale a Washington, DC. Essa si propone di aiutare i cittadini americani di discendenza italiana e di mantenere vivi i valori e le tradizioni italiane facendo sì che l’opinione pubblica, ed i media in particolare, siano al corrente dei contributi degli italiani alla storia ed al progresso degli Stati Uniti.
Il Capitolo OSDIA di Palermo, è composto da studiosi, letterati, docenti, professionisti ed imprenditori, provenienti da varie località della Sicilia, uniti da forti interessi culturali e sociali nei confronti degli Stati Uniti.
«Abbiamo creato, – ha dichiarato il Presidente fondatore del Capitolo di Roma, Vincenzo Tiberio Mantia – un ponte tra Palermo e gli Stati Uniti ed abbiamo attivato una rete solidale con gli italiani in America per consolidare rapporti, riscoprire le radici e mantenere vive le nostre tradizioni e in particolare l’amore per la nostra Sicilia. Tra le numerose attività che stiamo mettendo in campo, intendiamo sviluppare il Turismo di Rientro con la scoperta delle Radici, realizzare il Premio “Orgoglio made in Italy” da assegnare alle eccellenze italiane in particolare siciliane che si sono distinte conferendo prestigio alla nostra terra e non mancheranno anche iniziative che valorizzano la cultura, le tradizioni e la storia italiana e perché no anche promuovendo relazioni commerciali tra imprese siciliane ed americane».
Il programma dei lavori dell’incontro del 7 giugno a Palazzo dei Normanni, con moderazione a cura del Dott. Salvatore Li Castri, Vicepresidente OdG Sicilia, prevede l’accoglienza degli ospiti alle ore 15:30, successivamente inizieranno ufficialmente i lavori con l’introduzione e i saluti istituzionali. Alle 17:00 si terrà la presentazione ufficiale del Capitolo di Palermo “Dr. Vincenzo Sellaro” a cura del Presidente fondatore Mantia. Durante la presentazione, interverranno in rappresentanza del Capitolo di Roma OSDIA, il Dott. Carmelo Cutuli, fondatore e Past Presidente, e il Dott. Massimo Cicatiello, il Presidente anno 2023.
Alle 18:00, si stabilirà un collegamento in videoconferenza con il Presidente Nazionale dell’OSDIA Robert A. Bianchi Esq. il Vicepresidente Mark De Nunzio ed altri componenti del Consiglio Nazionale OSDIA. Successivamente, ci sarà un intervento del Prof. Salvatore Tomaselli, docente universitario.
L’evento costituirà un’occasione per celebrare l’amicizia tra la Sicilia e gli Stati Uniti, due terre unite da una lunga storia di scambi culturali ed affettivi.

Sons of Italy Foundation celebra i leader italo-americani alla 34esima edizione dei NELA Gala

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La Sons of Italy Foundation® (SIF) ha onorato i leader nel servizio pubblico, nel mondo degli affari, delle arti e dell’umanitarismo alla 34a edizione del National Education & Leadership Awards (NELA) Gala, tenutosi il 25 maggio presso il Ronald Reagan Building and International Trade Center di Washington D.C. Tra i premiati ci sono il deputato William “Bill” Pascrell Jr. (D-NJ), F. Anthony Naccarato (Presidente e Presidente del consiglio, American Maritime Officers Service), Jill Albertelli (Presidente, Military Engines, Pratt & Whitney), Tony Lo Bianco (attore premiato) e Augustin Tellez (Vicepresidente esecutivo, Seafarers International Union). La SIF è il braccio filantropico dell’Order Sons and Daughters of Italy in America® (OSDIA), l’organizzazione più grande e antica per le persone di origine italiana negli Stati Uniti.

L’Ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Sua Eccellenza Mariangela Zappia, ha presieduto l’evento come honorary chair del Gala. L’attore Joe Mantegna è stato il Maestro di Cerimonie.

L’ambasciatrice Zappia ha elogiato la SIF e l’OSDIA per la loro promozione della cultura italo-americana e ha ringraziato entrambi per il mantenimento dei legami con l’Italia. Ha anche ricordato agli ospiti l’emergenza di alluvioni che ha devastato alcune aree della regione Emilia Romagna e ha chiesto all’audience di aiutare chi è in difficoltà.

I premiati si sono mostrati orgogliosi della loro eredità italiana, caratterizzata da ricche tradizioni, duro lavoro e amore, come fattori determinanti per il successo nella loro vita personale e professionale.

La SIF ha assegnato 16 borse di studio altamente selettive, per un totale di $ 122.500, a studenti universitari e post-laurea di origine italiana per il loro eccellente rendimento accademico, il loro leadership scolastico e il loro servizio alla comunità. Sette dei destinatari di borse di studio hanno partecipato al NELA Gala del 2023 e alcuni di loro hanno avuto la possibilità di incontrare personalmente i loro benefattori.

Il presidente della SIF, Joseph Sciame, ha dichiarato che “sin dal 1959, la Sons of Italy Foundation si è concentrata nel finanziare cause meritevoli sia qui che in tutto il mondo. Oltre alla concessione di centinaia di borse di studio agli studenti, i NELA Gala riconoscono i premiati altamente realizzati che rappresentano il meglio di ciò che gli italiani e gli italo-americani hanno contribuito alla nostra grande nazione”.

Il presidente nazionale dell’OSDIA, Robert Bianchi, ha espresso il suo amore per essere parte di un’organizzazione che ha donato decine di milioni di dollari in beneficenza e borse di studio, rendendo il mondo un posto migliore. “Ancora una volta, OSDIA dimostra il significato fondamentale di ciò che significa dare a chi è in difficoltà e alla beneficenza”.

Come parte degli sforzi filantropici dell’organizzazione per il soccorso in caso di disastri, la SIF ha avviato una nuova iniziativa di raccolta fondi in risposta all’alluvione in Emilia-Romagna, promossa al Gala, per aiutare chi è stato colpito. Le donazioni possono essere effettuate tramite il link della SIF su https://osdia.org/donate-sif/.

Kiev bombardata, tra le vittime anche dei bambini

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Putin ha celebrato la Giornata internazionale del bambino con un’altra uccisione di piccoli ucraini

Primo giugno, giornata internazionale del bambino, i russi hanno commesso un altro crimine di guerra: un attacco con missili balistici Iskander (ne sono stati lanciati dieci) in direzione di Kyiv, uccidendo tre civili, tra cui un bambino e sua madre. Si tratta di un altro crimine efferato commesso dai russi, che simboleggia la natura terroristica della Russia di Putin, che sta commettendo un genocidio contro gli ucraini per volontà di Putin.

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Intervista a Tiberio Mantia, Presidente fondatore del Capitolo di Palermo OSDIA

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Tiberio Mantia è un commercialista di Palermo con una vasta esperienza nella associazioni di servizio e nel campo delle attività sociali. È presidente fondatore del Capitolo di Palermo dell’Order Sons and Daughters of Italy in America (OSDIA), organizzazione fondata nel 1905 a New York per promuovere la cultura italiana e l’orgoglio italiano in America.

In questa intervista, Mantia condivide la sua esperienza e le sue opinioni sulle attuali sfide che affrontano le comunità italiane in America e in Italia, e sul ruolo delle associazioni di servizio nel preservare la cultura italiana e promuoverne la diffusione.

Per chi non ne è a conoscenza, può spiegarci brevemente cosa sia l’OSDIA e quali siano i suoi obiettivi principali?

L’OSDIA è un’organizzazione fondata nel 1905 dal dottor Vincenzo Sellaro, un medico siciliano emigrato negli Stati Uniti. L’obiettivo principale dell’Ordine è quello di supportare la comunità italoamericana, promuovendo la cultura, la storia e i valori italiani, e di rafforzare i legami tra gli Stati Uniti e l’Italia. Inoltre, l’OSDIA svolge un ruolo importante nel promuovere le relazioni culturali tra questi paesi.

Lei è il presidente fondatore del Capitolo di Palermo dell’OSDIA. Qual è la sua visione per il Capitolo e quali sono gli obiettivi che spera di raggiungere?

Il Capitolo di Palermo è stato fondato con l’intento di rafforzare ulteriormente i legami tra la comunità italoamericana e la Sicilia. La nostra missione, le regole e i valori dell’OSDIA rimangono invariati, ma la nostra prospettiva è diversa: siamo operativi a supporto delle attività americane e lavoriamo per allargare la presenza dell’OSDIA in Sicilia. Vogliamo promuovere la diplomazia culturale, di conoscenza del territorio siciliano nelle sue varie sfaccettature, il “turismo di ritorno per la scoperta delle radici” e, perché no, anche le relazioni commerciali tra l’Italia e Stati Uniti.

La comunità italoamericana è cambiata nel corso degli anni. Secondo lei, quali sono le sfide più significative che questa comunità affronta oggi e come l’OSDIA si adatta per affrontarle?

La comunità italoamericana è sicuramente diversa rispetto a quando è stata fondata l’OSDIA. Oggi, gli italoamericani sono ben integrati nella società americana e occupano posizioni di rilievo in diversi settori. Tuttavia, alcune sfide rimangono, come il mantenimento dell’identità culturale e della lingua italiana. L’OSDIA si adatta a queste sfide promuovendo la cultura italiana, organizzando eventi e attività educative e collaborando con istituzioni italiane e italoamericane per sostenere progetti che valorizzino le nostre radici comuni.

Parliamo del fondatore dell’OSDIA, Vincenzo Sellaro. Qual è stato il suo ruolo nella storia dell’organizzazione e quali sono stati i suoi contributi più significativi?

Vincenzo Sellaro è stato un personaggio fondamentale nella storia dell’OSDIA. Oltre ad aver fondato l’Ordine dei Figli d’Italia in America, ha contribuito in molti altri modi alla comunità italoamericana. Ad esempio, ha promosso l’istruzione e la formazione professionale per gli immigrati italiani, ha contribuito a fondare ospedali e istituzioni di assistenza sociale e ha difeso i diritti dei lavoratori italiani negli Stati Uniti. La sua eredità continua a guidare l’OSDIA nella sua missione di supporto e promozione della comunità italoamericana.

Quali sono le principali attività e iniziative che il Capitolo di Palermo dell’OSDIA sta attualmente promuovendo o pianificando di promuovere in futuro?

Il Capitolo di Palermo è attivamente coinvolto in diverse attività e iniziative. Ad esempio, stiamo lavorando per promuovere la diplomazia culturale tra Italia e Stati Uniti attraverso eventi, conferenze e progetti educativi. Collaboriamo anche con istituzioni locali e internazionali per sostenere iniziative che valorizzino la cultura, le tradizioni e la storia italiana. Inoltre, stiamo pianificando di promuovere relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti, coinvolgendo imprenditori e aziende interessate a sviluppare partnership e scambi commerciali.

Come si può diventare soci dell’OSDIA e del Capitolo di Palermo in particolare? Ci sono requisiti specifici per l’adesione.

L’OSDIA è aperta a tutti coloro che condividono i suoi valori e obiettivi e che desiderano sostenere la comunità italoamericana e promuovere la cultura italiana. Per diventare soci del Capitolo di Palermo, è possibile visitare il nostro sito web e seguire le istruzioni per l’adesione. Non ci sono requisiti specifici per diventaresoci, ma è importante sottolineare che l’OSDIA è un’organizzazione laica e democratica, e ci aspettiamo che tutti i soci rispettino e condividano i nostri valori.

Infine, qual è il suo messaggio per la comunità italoamericana e per coloro che desiderano sostenere l’OSDIA e il Capitolo di Palermo?

Il mio messaggio per la comunità italoamericana e per coloro che desiderano sostenere l’OSDIA e il Capitolo di Palermo è di continuare a valorizzare e promuovere la nostra cultura, la nostra storia e i nostri valori. L’OSDIA è un’organizzazione che da oltre un secolo si impegna a sostenere la comunità italoamericana e a rafforzare i legami tra Italia e Stati Uniti. Invito tutti a unirsi a noi in questo importante impegno e a contribuire al successo delle nostre iniziative.

Il Senatore Giacobbe incontra il Ministro Tajani: valorizzare gli italiani all’estero come risorsa per il sistema Paese

ASIA PACIFICO di

Il Senatore Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, ha recentemente incontrato il Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il sottosegretario con delega agli Italiani all’estero, Giorgio Silli, per discutere le priorità delle comunità di italiani nel mondo e i loro suggerimenti.

Durante l’incontro, il Senatore Giacobbe ha sottolineato l’importanza di valorizzare gli italiani all’estero come risorsa per il sistema Paese, piuttosto che considerarli un problema. Ha inoltre affermato che, se c’è una volontà politica bipartisan, è possibile raggiungere traguardi importanti per la comunità emigrata e per l’Italia in generale.

Il Senatore ha citato diversi progetti in cantiere, su cui lavora da tempo, che potrebbero contribuire alla valorizzazione degli italiani all’estero. Ad esempio, ha menzionato la necessità di parlare ai giovani emigrati e ai naturalizzati all’estero usando un linguaggio più vicino alla loro generazione, e ha proposto l’istituzione della Settimana dello Sport Italiano nel mondo come strumento per coinvolgere i giovani nelle politiche dell’emigrazione. Inoltre, ha sottolineato l’importanza del Turismo di ritorno come mezzo per migliorare il rapporto tra gli italiani all’estero e il loro paese d’origine, nonché la necessità di adeguare i contratti per il personale consolare in base al costo della vita dei paesi in cui sono impiegati.

Tra le altre questioni sollevate dal Senatore Giacobbe ci sono l’assistenza sanitaria in Italia per gli iscritti all’AIRE, il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa prima del 1992 e gli investimenti per migliorare la rete di servizi ai cittadini italiani nel mondo.

Intervista a Paolo Internicola, imprenditore italiano in USA e general manager di Pasta Noodles

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Paolo Internicola è un imprenditore italiano che ha deciso di portare la sua esperienza nel settore alimentare negli Stati Uniti. Internicola sta lanciando sul mercato americano Pasta Noodles, un prodotto innovativo nel mondo dei ready-made foods. Questa pasta si distingue dalle altre per la sua combinazione di semplicità di preparazione, ingredienti di altissima qualità e tecnologia di produzione italiana. Pasta Noodles Co. ha voluto creare un prodotto che rispondesse alle esigenze dei consumatori americani, sempre alla ricerca di alimenti convenienti ma di alta qualità. 

In questa intervista, Internicola racconta il suo percorso imprenditoriale e ci svela tutti i segreti di Pasta Noodles.

Qual è stata l’ispirazione dietro Pasta Noodles e come è stato sviluppato il prodotto? 

L’ispirazione dietro Pasta Noodles è stata quella di offrire una vera pasta italiana pronta in pochi minuti, senza compromettere il gusto o la qualità. Ho lavorato instancabilmente per creare un prodotto che rispetti la tradizione culinaria italiana e soddisfi le esigenze dei consumatori più esigenti. Il risultato è un prodotto che sta già conquistando il cuore degli appassionati di pasta in tutti gli Stati Uniti.

Come ha fatto Pasta Noodles a distinguersi dagli altri prodotti simili nel mercato? 

Sviluppato in Italia dalla Storci SpA, industria leader negli impianti di produzione di pasta secca, Pasta Noodles è un prodotto molto più sano del ramen orientale in cui la pasta è precotta con olio da frittura, mentre i Pasta Noodles sono cotti al vapore. In media, uno spaghetto di ramen contiene dalle 350 alle 650 calorie, mentre i nostri Pasta Noodles hanno meno di 200 calorie per porzione e l’80 per cento di grassi in meno.

Quali sono i punti di forza del vostro prodotto? 

Vogliamo che i consumatori sappiano che Pasta Noodles è un prodotto di alta qualità, realizzato con ingredienti freschi e genuini, che rispetta la tradizione culinaria italiana. È anche un prodotto completo dal punto di vista nutrizionale e facile da preparare, perfetto per soddisfare la voglia di pasta in qualsiasi momento della giornata.

Come state promuovendo Pasta Noodles negli Stati Uniti?

Stiamo promuovendo Pasta Noodles attraverso i principali rivenditori di alimentari degli Stati Uniti e online. In questo modo, apriamo la strada al cibo italiano nel settore dell’instant food negli USA, un mercato molto vasto e consolidato attualmente dominato da prodotti ispirati alla cucina orientale. 

Quali sono i piani futuri per Pasta Noodles? 

I nostri piani futuri per Pasta Noodles includono l’espansione del prodotto in nuovi mercati, il continuo miglioramento della tecnologia di produzione e l’introduzione di nuovi formati e sapori per soddisfare le esigenze dei nostri clienti.

A Dallas le celebrazioni dei 100 anni dell’Aereonautica militare italiana

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Nel 1923 nasceva la regia Aeronautica come forza armata autonoma. Questa data segnò l’inizio di un percorso di successi e abnegazione degli uomini e delle donne al servizio dell’Italia. Nel corso dei primi 100 anni, l’Aeronautica Militare ha contribuito alla difesa del Paese e alla promozione dell’eccellenza italiana nell’ambito dell’aviazione.

Per celebrare questo importante anniversario, sono previste una serie di iniziative che si terranno in Italia e negli Stati Uniti. In particolare, il primo maggio alle ore 18:00 presso l’Auditorium di Storia ed Arte dell’Università di Dallas, si terrà una manifestazione organizzata dal Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE), che vedrà la partecipazione di Ufficiali dell’Arma Azzurra e la presentazione delle attività salienti che hanno contraddistinto l’Aeronautica Militare nel corso dei primi 100 anni.

L’evento sarà un’occasione per ricordare l’abnegazione degli uomini e delle donne che hanno contribuito ai successi dell’Aeronautica Militare. “Nel ringraziare il dott. Nussmeier, direttore del Programma di Italiano dell’Università di Dallas per l’ospitalità e i colleghi relatori, evidenzierò nell’introduzione la parte storica del passato e del presente con i successi raggiunti dall’Aviazione Italiana, che rappresentano un orgoglio nazionale”, ha detto Vincenzo Arcobelli, ideatore dell’evento e rappresentante del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE).

L’Aeronautica Militare rappresenta un orgoglio nazionale e il suo contributo alla difesa del Paese e alla promozione dell’eccellenza italiana nell’ambito dell’aviazione è di fondamentale importanza per il nostro Paese. La celebrazione del centenario è un’occasione per ricordare il passato e guardare al futuro con la consapevolezza che l’Italia e gli italiani possono continuare a contribuire in modo significativo allo sviluppo dell’aviazione e della difesa del Paese.

Redazione
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