GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Far East

Gli Stati Arabi e la crisi ucraina

 

La risposta negativa da parte degli Stati Arabi del Golfo o meglio la mancata adesione alle richieste americane di condanna della Russia, per l’invasione dell’Ucraina, ha posto l’accento sulle relazioni tra gli USA e i Paesi del Gulf Cooperation Council (GCC), evidenziando il crescente scetticismo che viene riservato al ruolo degli Stati Uniti quale tradizionale partner privilegiato nell’aerea.

La posizione di strategica neutralità assunta dal GCC deriva dalla mutata impostazione geopolitica dell’area, dove l’espansione della influenza economico-politica della Cina e della Russia ha creato una nuova realtà multipolare che da tempo ha messo in discussione la leadership americana.

Le difficoltà dei rapporti USA – GCC sono originate rispettivamente dalla declinante fiducia nell’impegno degli Stati Uniti a garantire la sicurezza dei Paesi Arabi alleati e da parte USA dal disappunto per politiche regionali che ostacolano e rendono complesso il conseguimento degli obiettivi geopolitici americani.

Nel particolare, infatti, le relazioni tra gli USA e i Paesi del GCC, improntate sul binomio energia e sicurezza, hanno subito nel tempo un deterioramento causato da una serie di fattori che hanno caratterizzato, nell’ultimi quindici anni, la visione strategica USA nell’area evidenziandone una limitata profondità geopolitica.

Sotto il punto di vista dell’approvvigionamento energetico, la ricerca e il conseguimento dell’autonomia nel settore dei combustibili fossili attuato dagli USA ha generato l’errata asserzione che la produzione di energia degli Stati del GCC non avesse più un valore strategico. Anzi l’espansione dell’attività USA nel settore specifico è stata percepita come una concorrenza volta ad alterare il conseguimento di una collaborazione per conferire equilibrio al mercato globale dei combustibili, in un momento di particolare e delicata transizione verso fonti alternative.

Da qui è derivata la crescita di importanza della Russia nell’ambito dell’OPEC+ quale elemento di stabilità e di affidabilità nella gestione delle risorse energetiche fossili.

Per quanto attiene al concetto di sicurezza, questo ha rappresentato, da sempre, la principale ragione d’essere della presenza USA nella regione e delle sue positive relazioni con i Paesi del GCC.

La fiducia riposta nell’impegno a garantire la protezione agli alleati contro le minacce alla loro sicurezza e nella capacità di assicurare un equilibrio politico nell’area mediorientale è stata messa in discussione e si è incrinata per una serie di scelte politico – diplomatiche che hanno messo in dubbio l’importanza strategica dell’area nella visione americana.

L’inconsistenza politica e la ingenuità dimostrata nella gestione della cosiddetta Primavera Araba, il ruolo ambiguo e marginale svolto nel conflitto siriano, la scarsa considerazione delle esigenze di Paesi del GCC nella stipulazione degli accordi sul nucleare (Joint Comprehensive Plan of Action – JCPOA) con l’Iran, Paese che è percepito come la principale minaccia alla stabilità dell’area, le continue dichiarazioni di interesse prioritario verso lo scacchiere Indo Pacifico nel tentativo di contrastare la sfida della crescente influenza cinese, hanno determinato uno scetticismo sempre maggiore nei confronti della determinazione americana a svolgere quel ruolo di garante della sicurezza che assicurava la stabilità dell’area, ritenuta fondamentale dai Paesi del GCC.

Scetticismo che è stato ulteriormente, aumentato dall’atteggiamento estremante attivo assunto dagli USA nella crisi ucraina (e dalle pressioni esercitate su Paesi del GCC per condannare la Russia) e dalla considerazione inerente alle risorse militari offerte all’Ucraina, giudicate quantitativamente sproporzionate in relazione a quelle rese disponibili per supportare gli alleati mediorientali nella loro domanda di sicurezza.

Nel particolare sono le relazioni dirette con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti che hanno maggiormente sofferto questo calo di fiducia nell’impegno USA nella regione ed è proprio verso questi due Paesi che si sono rivolte con più attenzione le iniziative politico economiche della Cina.

Pechino ha iniziato da lungo tempo una politica di penetrazione commerciale volta ad inserirsi nell’area mediorientale occupando tutti gli spazi lasciati vacanti dalla poco attenta visione USA.

Se, sino ad ora, le attività cinesi sono state condotte con circospezione evitando di poter essere considerate come attacco diretto volto a distruggere le relazioni di alleanza tra GCC e USA, le conseguenze della crisi ucraina hanno aperto nuove possibilità all’azione diplomatico economica della Cina.

Recenti incontri di vertice della Cina con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi hanno reso chiara l’intenzione di Pechino di adottare una linea politica più decisa e più aperta nel sostegno degli interessi nazionali finalizzati all’acquisizione di una posizione dominante nell’area.

La posizione di strategica neutralità dei Paesi GCC assunta nei confronti della Russia, finalizzata a non danneggiare gli ottimi rapporti stabiliti con Mosca (stabilizzazione della crisi siriana e gestione congiunta delle quote di greggio) sono stati recepiti da Pechino come un segnale positivo nell’ambito di eventuali azioni intese a risolvere la questione di Taiwan. Inoltre, la rinnovata disponibilità alla partecipazione attiva al grande progetto della Belt and Road Initiative (B&RI) ha comportato la stesura di una serie sempre maggiore di accordi e partneship commerciali che hanno portato alla realizzazione di enormi investimenti da parte di Pechino.

Il risultato di questi accordi ha avuto due importanti conseguenze che hanno ulteriormente indebolito la posizione USA.

La prima è quella dell’inclusione della regione mediorientale in uno scacchiere geopolitico che oramai ha spazzato via tutti i precedenti riferimenti, estendendosi senza soluzione di continuità dall’Europa all’Asia globalizzando e trasformando il concetto di relazioni internazionali.

La seconda, strettamente connessa alla prima è quella della condivisone con Pechino di una visione strategica dove non esistono più vincoli all’ingresso nell’area di potenze esterne come l’India in aggiunta, ovviamente, alla presenza della Cina e della Russia, sulla base della ricerca di un sempre maggior volume di investimenti e di attività di cooperazione non solo limitate alla sfera economico commerciale.

L’aspetto fondamentale per i Paesi del GCC è la partecipazione a un mercato più ampio, dove gli investimenti e le partnership economiche offrono l’accesso a tecnologie e risorse indispensabili per affrontare la trasformazione da una società basata sullo sfruttamento delle energie fossili a un mondo con accesso a fonti alternative. Ed è questa la chiave di volta su cui si basa la strategia di Pechino!

Offrire un fondamentale supporto per l’accesso alle nuove tecnologie, proporsi come partner privilegiato nella transizione verso fonti rinnovabili e nell’attesa costituire il maggior partner per l’acquisto del greggio, senza pretendere come condizione pregiudiziale il rispetto di regole e di comportamenti sociali ritenuti intrusivi e moralmente inadeguati.

Attraverso il conseguimento di questi obiettivi Pechino vede la possibilità di creare un cuneo politico tra i Paesi del GCC e il loro principale attuale alleato, dando luogo a una revisione degli equilibri geopolitici.

Il fine ultimo non sembra essere quello di ricoprire un ruolo egemonico sostituendosi agli Stati Uniti ma, invece, di creare una specie di direttorato con Russia e India, escludendo progressivamente gli Stati Uniti da un’area che è la cerniera tra lo scacchiere Indo Pacifico e quello Euroasiatico.

Controllando tale area economicamente, finanziariamente e politicamente (ma non solo, in quanto si sta sviluppando anche una certa presenza militare cinese negli Emirati), la Cina creerebbe le condizioni migliori per la sicurezza degli assi di penetrazione marittimo e terrestre sui quali si articolala sua B&RI e che sono diretti al cuore economico del Vecchio Continente!!!!!

Nello stesso tempo la possibilità di coinvolgere in questa nuova realtà geopolitica sia la Russia (rivitalizzata nel ruolo di grande potenza) sia l’India (gigante che ancora si deve alzare in piedi) mediante la condivisone di una visione strategica comune, senza l‘Occidente, che focalizzerebbe questi due partner geopolitici in un’area di intervento lontana dalle coste cinesi dell’Asia e dal Pacifico lasciando alla Cina il ruolo di arbitro di questo nuovo ordine mondiale.

Questo è lo scenario che si può preconizzare in base all’analisi delle mosse che un Occidente, sempre più cieco, sempre più rinchiuso in sé stesso, privo di una visione politica a lungo raggio, prigioniero dei suoi ideali e delle sue idiosincrasie concettuali, ha messo in atto per contrastare una crisi, quella ucraina, che se pure frutto di un comportamento moralmente inaccettabile da parte russa, in qualche modo ha contribuito a stimolare e che non è in grado di affrontare con provabilità di successo.

Ma questo scenario non è stato ancora concretizzato, c’è ancora tempo e c’è ancora spazio per una ripresa da parte dell’Occidente che, con le risorse immense umane, morali ed economiche che possiede ha le capacità per proporre un’alternativa geopolitica a Cina e Russia in grado di sostenere lo sviluppo, la cooperazione e la partnership economica dei Paesi del GCC pur non abiurando al pieno rispetto dei principi universali di libertà e democrazia su cui si basa l’Occidente.

Ovviamente non solo solo gli Stati Uniti che devono riprendere alla mano una vera linea di politica mondiale, ma anche l’Europa è chiamata a liberarsi dal torpore egoistico dei sui Stati membri che ne tiene frenate le energie e a darsi degli obiettivi concreti e unitari da conseguire.

The estranged half-brother of North Korean leader Kim Jong Un has been killed in Malaysia

Asia @en/BreakingNews @en/Far East di

The estranged half-brother of North Korean leader Kim Jong Un has been killed in Malaysia, a South Korean government source told Reuters on Tuesday. Kim Jong Nam, the older half brother of the North Korean leader, was known to be based mostly outside of his home country. Police in Malaysia told Reuters on Tuesday an unidentified North Korean man had died en route to hospital from Kuala Lumpur airport on Monday. Abdul Aziz Ali, police chief for the Sepang district, said the man’s identity had not been verified.

European complaints against DPRK missile launches

In the early morning of yesterday, the Democratic People’s Republic of Korea (DPRK) has launched a ballistic missile, another violation of multiple UN Security Council Resolutions, including Resolution 2321 adopted in November 2016.

The DPRK’s repeated disregard of its international obligations is provocative and unacceptable. The DPRK must halt all launches using ballistic missile technology and abandon once and for all its ballistic missile programmes in a complete, verifiable and irreversible manner, as required by the UN Security Council. We call on the DPRK not to raise tensions further and to re-engage in a credible and meaningful dialogue with the international community, in particular the Six-Party Talks“. That’s what the European Union External Action Service (EEAS) Spokeperson said, from Brussels.
The High Representative/Vice-President, Federica Mogherini will speak in the coming days to the Foreign Ministers of international partners to further discuss the international response.

DKPR’s behaviour continues to worry all the international community. Of course, Brussels seems to be so far from Pyongyang, but is a common opinion thet the nuclear tests and, generally speaking, the nuclear proliferation in the northern part of the Korean peninsula constitues a real danger for all countries.

Of course, the game hides some differents and complicated balances: first of all, the role of China, which missiles paradein facts is the only trade partner for the DKPR. Also Putin’s Russia aims to keep the remote control of the region and – despite of the Trump’s russia – fliendly policy – does not like very much the american “temporary” presence in South Korea… and also american missiles and army in the area. Anyway, the Kim’s last launch makes some doubts rise. It is not a secret that one of the Trump’s ideas for the region was to reduce the american military contingent in the peninsula. So, this launch could seriously put in danger all the plans and political efforts to reduce Uncle Sam’s troops.

According to some geopolitical studies, North Korea and South Korea will never fight – directly – one each other. This, because the goals for each contendant in a new war, beetween the two enemies, could cancel each other. The common opinion – extremely summing – is that the DKPR has a strong defensive asset and a very well-motivated army, that could easily face attacks from south also using old planes, cold-war subarines and very obsolete boats. The South Korean Army is well trained and equipped, with new systems, boats and submarines, but her weakness is in the leadership (some units are entirely directed by american officers in charge), in the ideological motivation and, of course, in the potential feeling of loneliness without a clear american guidance and support. And we all know the political scandal that recently hit the Southkorean political leadership. That’s why this missile launch, in an moment while academics started to speculate about a progressive and slow american withdrawal, change the scene of play. Of course, the launch is a muscles demonstrations, but its meaning seems to be changed.

From an european point of view, we can only wait the next days. For sure, since now, the EU has been supporting international efforts to promote peace, stability, denuclearisation and an improvement in the human rights situation in the Democratic People’s Republic of Korea.  Since 1998, the EU has been conducting regular political dialogue with the DPRK. The European Community established diplomatic relations in May 2001 and some EU countries have diplomatic relations with the DPRK.  As far as we can read on the official EU institutions’ websites and portals, the EU has been involved in providing assistance to some of the most vulnerable communities in the DPRK since 1195. Current activities are mainly oriented towards support for the agricultural sector and are financed under the Food Security Thematic Programme of the Development Cooperation Instrument.

North Korea conducted a missile test today landed in the waters between Japan and South Korea

North Korea conducted a missile test today, according to the South Korean government the rocket launched from the city of Banghyon, certainly there is only that the missile landed in the waters between Japan and South Korea. The reactions of Seoul and Tokyo have been very strong, both prime ministers have spoken of “unacceptable action” on the topic is also addressed by President Trump who assured full support to Japan, speaking before the press conference of Prime Minister Abe who is visiting the United States. According to analysts of the Institute for Far Eastern Studies in Seoul the test has been done by the North Koreans with the objective to gain further knowledge to develop intercontinental rockets capable of striking the United States.

Moscow and the extradition of blogger Alexander Lapshin

Moscow has made a statement on the extradition of blogger Alexander Lapshin, who holds Russian citizenship, to Azerbaijan. “According to the available information, the Supreme Court of Belarus, having considered the case in a closed session on Feb. 7, dismissed the complaint of the citizen of Russia and Israel Alexander Lapshin against the decision of the General Prosecutor’s Office of the Republic of Belarus on his extradition to Azerbaijan. The Russian side expresses disappointment with this decision,” reads a message on the website of Russia’s Ministry of Foreign Affairs. “We intend to continue taking all the necessary measures to protect the rights and legitimate interests of the Russian citizen to quickly return him to his family,” the message said.

Trump assures that North Korea will not develop a nuclear missile able to reach the U.S. territory

BreakingNews @en/Far East di

On Monday evening, US President-elect Donald Trump promised on Twitter that North Korea would not develop a nuclear missile capable of reaching US territory. His comments came a day after the North Korean leader, Kim Jong-Un, appeared to try to put pressure on Trump by announcing his country is in the “final stages” of developing an intercontinental ballistic missile (ICBM). “North Korea just stated that it is in the final stages of developing a nuclear weapon capable of reaching parts of the US,” Trump tweeted. “It won’t happen!”

President Park Geun-hye refused to testify

BreakingNews @en/Far East di

South Korean President Park Geun-hye on Tuesday refused to testify in a case that will decide her future following her impeachment over a corruption scandal, forcing the Constitutional Court to delay the start of oral arguments.
After Park’s refusal, the nine-justice court asked her to testify on Thursday, when some of her current and former aides are also scheduled to testify. Her no-show brought criticism from lawmakers, who serve as prosecutors in the trial.

North Korea warned bu the United States: any unlawful action would have consequences

BreakingNews @en/Far East di

After North Korea claimed it is close to successfully launch an intercontinental ballistic missile (ICBM), the United States issued a sharp rebuke to Pyongyang against “provocative actions.” The toughly worded US statement called on “all states” to show the North that any unlawful action would have “consequences”, reports the Guardian.

Kim Jong Un celebrated his fifth year as leader of North Korea

BreakingNews @en/Far East di

Kim Jong Un on Saturday celebrated his fifth anniversary as the leader of North Korea, with the communist monarchy entering its 71st year. Taking over from his father, whose demise was observed at monuments and center plazas across the the nation, Kim has consolidated power over the last five years, especially with the execution of his powerful uncle and the purges that ensued. Also under Kim’s rule, the country’s nuclear and missiles program has flourished. Of the five nuclear tests North Korea has conducted, three have been under his watch and two, including its most powerful to date, were conducted this year.

National Assembly passed the motion to impeach President Park Geun-hye

BreakingNews @en/Far East di

The National Assembly passed the motion to impeach President Park Geun-hye over a corruption scandal, Friday. Park was suspended from office at 7:03 p.m. immediately after the result was officially delivered to the presidential office, and Prime Minister Hwang Kyo-ahn began working as acting head of state. The President’s fate is now in the hands of the Constitutional Court, which is expected to make a ruling on whether the impeachment was valid in a few months.

Redazione
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