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Russia, Putin presidente per la quinta volta “Porteremo a termine i nostri piani”

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ROMA (ITALPRESS) – Vladimir Putin ha vinto per la quinta volta le elezioni presidenziali in Russia. E’ nettamente in testa con l’87,34% dei voti, quando è stato scrutinato il 50% delle schede, come riporta la Tass. Seguono il candidato del Partito Comunista Nikolay Kharitonov con il 4,11%, Vladislav Davankov del partito Nuovo Popolo (4,01%) e il liberal democratico Leonid Slutsky (3,11%).

Si tratta di un risultato superiore alle elezioni del 2018, quanto Putin ottenne il 76,6%. Superate ampiamente anche le percentuali raggiunte nelle altre tre elezioni vinte, nel 2000 (53,4%), nel 2004 (71,9%) e nel 2012 (63,6%).

“Il risultato delle elezioni conferma la fiducia dei cittadini per quello che stiamo facendo. La fonte del potere del Paese è il popolo russo. Dal voto di ciascun cittadino russo si compone un’unica volontà dei popoli della Federazione. È la base più importante di uno sviluppo deciso nel campo della difesa, delle scienze, dell’istruzione. Oggi particolare gratitudine va ai ragazzi che sulla linea del fronte garantiscono al Paese le condizioni per svilupparsi ed esistere”, ha detto Putin, nel suo primo discorso dopo la nuova vittoria elettorale.

“Indipendentemente dall’appartenenza religiosa ed etnica tutti si sentono un’unica famiglia russa. Tutti i piani grandiosi che abbiamo predisposto verranno portati a termine, gli obiettivi verranno raggiunti”, ha aggiunto.

– Foto Ipa Agency –

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Firmata intesa Ue-Egitto, Von der Leyen “Pietra miliare”

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IL CAIRO (EGITTO) (ITALPRESS) – Quella di oggi è una pietra miliare storica, con la firma di un partenariato strategico tra Unione Europea ed Egitto”. Lo dice la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, nelle dichiarazioni alla stampa dopo il vertice al Cairo con il presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi.

“La Repubblica Araba d’Egitto e l’Unione Europea hanno concordato di elevare la loro relazione al livello di un partenariato strategico e globale, basato sui valori di equità e sul rispetto e la fiducia reciproci – si legge in una dichiarazione congiunta di Ue ed Egitto -. Le due parti, consapevoli del rapporto storico che le lega da millenni, hanno ribadito il loro impegno a consolidare il loro rapporto di lunga data, forgiato da stretti legami geografici, culturali, politici, economici e tra i popoli, con l’obiettivo di approfondire la stabilità, la pace e la prosperità condivise. L’Unione europea riconosce l’Egitto come un partner affidabile, così come il ruolo geostrategico unico e vitale dell’Egitto come pilastro di sicurezza, moderazione e pace nella regione del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dell’Africa. Entrambe le parti ricordano il loro impegno nei confronti dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e di altri accordi multilaterali pertinenti, nonché dell’Accordo di associazione e delle priorità del partenariato Egitto-UE 2021-2027 che li vincolano”.

“Di conseguenza, l’Egitto e l’UE hanno deciso di formulare e firmare un documento inclusivo sul partenariato globale e strategico, durante il primo trimestre del 2024 – prosegue la dichiarazione congiunta -. Il documento di partenariato strategico identificherà chiaramente aree specifiche di cooperazione, vale a dire: relazioni politiche, stabilità macroeconomica, investimenti sostenibili e commercio, compresi energia, acqua, sicurezza alimentare e cambiamento climatico, migrazione, sicurezza e sviluppo del capitale umano”.

“La situazione in Palestina sta creando molte preoccupazioni. Ribadiamo l’appello per un cessate il fuoco e l’appello ai leader europei affinchè facciano più pressione per questo obiettivo”, dice il presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi.
“I palestinesi stanno vivendo una grave crisi umanitaria. L’Egitto ribadisce la propria condanna a ogni tentativo di spostamento forzato dei palestinesi delle loro terre. È necessario riconoscere lo Stato Palestinese”, aggiunge.

“A Gaza c’è carestia e questo è inaccettabile. È necessario un cessate il fuoco e fare entrare gli aiuti umanitari a Gaza”, sottolinea Von der Leyen.

– Foto: Agenzia Fotogramma -p

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A Washington l’Ambasciata d’Italia celebra la Giornata del Design

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WASHINGTON (ITALPRESS) – In occasione dell’Italian Design Day 2024, l’Ambasciatrice Mariangela Zappia ha ospitato a Villa Firenze, a Washington, l’evento “Il design italiano a Villa Firenze. La storia di Edra, un’eccellenza italiana nel mondo”, un’occasione per celebrare il design italiano con un focus su una delle più rinomate aziende italiane del settore.
L’ambasciatrice Mariangela Zappia ha ricordato in apertura il tema della Giornata del Design di quest’anno “Fabbricare valore – inclusività, innovazione e sostenibilità” che pone l’accento sul valore estetico degli oggetti di disegno industriale e sulla qualità delle materie impiegate tra tradizione, tecnologia e sostenibilità: “Dal secondo dopoguerra in poi, il design italiano ha promosso il Made in Italy. Quel mito del bello e ben fatto che Villa Firenze Contemporanea vuole rappresentare concretamente, dimostrando in un contesto d’eccezione, la feconda vivacità del rapporto tra antico e nuovo attraverso l’esposizione di icone del disegno industriale e di manufatti più sensibili alla vocazione artigianale, all’arte e alla moda”.
All’intervento di apertura dell’Ambasciatrice è seguita una conversazione tra Niccolò Mazzei, Direttore dello Sviluppo Internazionale di Edra, e il fotografo Massimo Listri, autore delle immagini del catalogo ufficiale di Villa Firenze Contemporanea, progetto di diplomazia culturale che raccoglie 50 tra opere d’arte e oggetti di design dei più importanti artisti e designer italiani, con un’attenzione al contributo delle artiste italiane donne Carla Accardi, Chiara Dynys, Maria Cristina Finucci, Grazia Varisco.
Nella conversazione, Mazzei ha sottolineato come per Edra il design sia una pratica artistica che predilige la cultura del progetto, mantenendo in equilibrio tecnica, innovazione ed estro. Tradizione artistica, ricerca tecnologica, alta sapienza manuale, materiali di elevatissimo pregio si uniscono nelle sue creazioni. Edra espone a Villa Firenze il divano “Essential” di Francesco Binfaré e i tavoli bassi “Cicladi” di Jacopo Foggini.
La conversazione è stata moderata dagli architetti Gabriella Vetrugno e Andrea Maggi, collegati in diretta dalla Manifattura Tabacchi a Firenze, dove erano presenti per l’occasione rappresentanti di studi di architettura, istituzioni locali e mondo della cultura.
All’evento hanno partecipato Maby Palmisano, Presidente del COMITES di Washington D.C., e Andrea Davis e Maurizio Mancianti, co-presidenti dell’Associazione Toscana-USA.
La conversazione si inserisce nel contesto delle iniziative promosse dalla rete consolare e culturale italiana in tutti gli Stati Uniti in occasione della Giornata del Design.
– foto ufficio stampa Ambasciata d’Italia –
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Usa 2024. Procuratrice Willis può processare Trump, chi ne approfitta?

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di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Ha perso questa volta Trump? Dipende dall’interpretazione che si vuol dare alla decisione del giovane giudice Scott McAfee (solo da un anno in attività) della Corte superiore della contea di Fulton, Stato della Georgia, che venerdì 15 marzo ha forse pronunciato la sentenza più importante della sua vita. McAfee ha stabilito che il procuratore distrettuale della contea, Fani Willis, non avrà bisogno di dimettersi dal perseguire il caso di alto profilo contro l’ex presidente Donald Trump e altri 14 imputati (compreso l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani), incriminati con l’accusa di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali 2020 in Georgia. Però, ha anche detto il giudice, il procuratore speciale assunto da Willis e suo ex amante, Nathan Wade, dovrà essere escluso dal caso. Wade è un avvocato esterno assunto da Willis e il suo abbandono del caso consentirebbe di proseguirlo senza alcun ritardo. Se invece Willis decidesse di farsi da parte, il suo intero ufficio sarebbe escluso dal caso, e i tempi si allungherebbero.
Il giudice ha ritenuto che anche se il conflitto di interessi non fosse stato dimostrato, l’apparenza di irregolarità sussiste perché “un conflitto percepito agli occhi ragionevoli del pubblico minaccia la fiducia nel sistema legale stesso”. Ma il rimedio per un problema di aspetto, ha concluso il giudice, non è la squalifica. Per porre rimedio al problema dell’apparenza, causato dalla relazione, una delle parti deve abbandonare il caso, afferma il giudice. Willis e Wade avevano testimoniato che la relazione romantica era già finita nell’estate del 2023. “La spiegazione palesemente poco convincente di Wade per gli interrogatori imprecisi che ha presentato in attesa del divorzio (è stata la moglie di Wade a rivelare la relazione del marito con Willis…) indica la volontà da parte sua di nascondere ingiustamente la sua relazione con il procuratore distrettuale.” Allo stato attuale, “membri ragionevoli del pubblico” potrebbero continuare a chiedersi se ci sia un vantaggio finanziario o una relazione romantica continuata, ha scritto il giudice nella sua decisione. “In altre parole, un estraneo potrebbe ragionevolmente pensare che il procuratore distrettuale non stia esercitando il suo giudizio professionale indipendente e totalmente esente da influenze compromettenti. Finché Wade continuerà a occuparsi del caso, questa percezione non necessaria persisterà”. Gli avvocati di Trump hanno subito dichiarato: “Pur rispettando la decisione della Corte, riteniamo che la Corte non abbia attribuito il giusto significato alla cattiva condotta giudiziaria di Willis e Wade, compresi i benefici finanziari, testimoniando in modo non veritiero su quando è iniziata la loro relazione personale, così come al discorso extragiudiziale in chiesa di Willis, dove ha giocato la carta della razza e ha accusato falsamente gli imputati e i loro avvocati di razzismo”.
Steve Sadow, principale avvocato difensore del presidente Trump in Georgia, ha fatto riferimento al video su un recente discorso tenuto dalla procuratrice Willis in una Chiesa e ritenuto prevenuto nei confronti degli imputati. “Utilizzeremo tutte le opzioni legali disponibili mentre continuiamo a lottare per porre fine a questo caso, che non avrebbe mai dovuto essere portato avanti”, hanno concluso gli avvocati di Trump. Allora ha perso Trump? Anche se la procuratrice Willis potrà resterà al suo posto, il team difensivo dell’ex presidente potrà continuare ad avvantaggiarsi, durante il processo, della perdita di credibilità dell’accusa per i sospetti di “conflitto di interesse”. Intanto a New York – nell’unico dei quattro casi penali contro Trump che sembrava destinato a concludersi presto, quello sul “silenzio” comprato con i soldi della campagna elettorale per convincere la porno star Stormy Daniel a non rivelare la relazione con il tycoon nel 2016 – rischia di subire ritardi, a causa di una grande quantità di nuove prove contro l’ex presidente diventata improvvisamente disponibile. Ma la notizia del probabile rinvio (il procuratore ha proposto 30 giorni) è arrivata giovedì mentre Trump si trovava davanti al tribunale federale della Florida per un’udienza su un caso diverso, quello in cui è accusato di aver sottratto all’Archivio di Stato documenti segreti della sua presidenza per nasconderli a casa sua, un processo che ancora adesso non ha una data di inizio certa.
Come se non bastassero già questi guai giudiziari, la sorte sul più importante dei processi di Trump resta ancora in sospeso a Washington DC, dove i pubblici ministeri e gli avvocati di Trump si stanno preparando per la decisione della Corte Suprema, che il mese prossimo ascolterà le argomentazioni sulla pretesa dell’ex presidente di essere immune dalle accuse contenute nell’incriminazione federale preparata dal procuratore speciale Jack Smith che lo accusa di aver complottato per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020. Originariamente il processo sarebbe già dovuto partire agli inizi di marzo. Tutti e quattro i casi nelle ultime settimane, in un modo o nell’altro, si sono arenati in questioni procedurali o sostanziali che stanno provocando i ritardi che sono tutti a vantaggio dell’obiettivo di Trump: arrivare alle elezioni di novembre prima della fine dei processi. Se infatti Trump riconquistasse la Casa Bianca, potrebbe utilizzare i poteri presidenziali per almeno sospendere le accuse che sta affrontando e respingere qualsiasi processo fino a quando non avrà lasciato la presidenza. Inoltre, ancora più importante per le strategie elettorali di Trump, gli americani arriverebbero alla cabina elettorale il 5 novembre senza aver avuto la possibilità di ascoltare tutte le prove a carico dell’ex presidente o senza che una giuria abbia potuto stabilire la sua innocenza o colpevolezza.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Il 23 marzo a New York la premiazione dell’Italian Reputation Award

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ROMA (ITALPRESS) – La premiazione dell’Italian Reputation Award si terrà a New York il 23 marzo 2024 (ore 5.00 pm) presso l’Istituto Italiano di Cultura, alla presenza del Console Generale d’Italia New York, Fabrizio Di Michele. Il riconoscimento è rivolto alle personalità che si sono distinte in ambito reputazionale grazie ad un costante impegno e all’innovazione profusa in diversi settori per la promozione dell’Italia nel mondo. È nato dalla collaborazione tra l’Istituto italiano di Cultura di New York diretto da Fabio Finotti e da Reputation Research, guidato da Davide Ippolito, per valorizzare l’impatto culturale degli italiani che con il loro lavoro contribuiscono a rafforzare il brand Italia su scala globale.
Questi i premiati della prima edizione dell’Italian Reputation Award: Alain Elkann, Allegra Baistrocchi, Leonora Armellini, John Viola, Basil Russo, Franco Rossi, Diego Pisa, Mauro Porcini, Giuseppe Romano, Gianmario Bertollo, Marco Chiellini, Anna Rondolino, Piero Rondolino, Umberto Rondolino, che riceveranno il Reputation Award disegnato dal maestro Marco de Luca.
L’iniziativa è promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di New York, Reputation Research, ReteImpresa, Progetto Alfa, IARL – Italian American Reputation Lab e Federmanager Academy.

– Foto Italian Reputation Award –

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Marocco primo paese a portare aiuti a Gaza via terra

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RABAT (MAROCCO) (ITALPRESS/MNA) – Il Marocco ha ottenuto dalle autorità israeliane l’autorizzazione eccezionale per portare aiuti umanitari ai palestinesi. E’ il primo paese al mondo a portare gli aiuti direttamente alla popolazione di Gaza per via terrestre, attraverso Israele, dallo scoppio delle ostilità più di cinque mesi fa. Lo rende noto il governo del Marocco. L’obiettivo è “alleviare le sofferenze delle popolazioni palestinesi con l’avvento del mese sacro del Ramadan, e in particolare delle fasce più vulnerabili come i neonati e i bambini”. Gli aiuti umanitari consistono in oltre 40 tonnellate di generi alimentari, anche di prima necessità.
L’operazione umanitaria è stata avviata a seguito delle indicazioni del Re Mohammed VI, che ricopre anche il ruolo di presidente del Comitato Al Quds (Gerusalemme), e che prevede aiuti umanitari anche alle popolazioni della Città Santa.
Qui verranno distribuiti 2.000 cesti alimentari per 2.000 famiglie e verranno serviti 1.000 pasti al giorno. L’aiuto prevede anche l’allestimento di una sala di coordinamento delle emergenze presso l’ospedale di Gerusalemme.
L’operazione umanitaria “è evidentemente da ricondurre alla leadership del Re Mohammed VI e alla diplomazia marocchina che gode di particolare prestigio in Medio Oriente – si legge in una nota -. Non a caso il Marocco è ancora uno dei pochi paesi arabi che ha mantenuto le relazioni diplomatiche con Israele malgrado la crisi a Gaza”.

– Foto Map –

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Elezioni in Portogallo, il Centrodestra avanti sui Socialisti

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LISBONA (ITALPRESS) – Questi i risultati delle elezioni politiche
in Portogallo, quando lo scrutinio è arrivato al 92,3%, secondo
quanto riporta Youtrend su X:
Aliança Democratica (centrodestra) 29,7%;
Partido Socialista (centrosinistra) 28,7%;
Chega (destra) 18,8%;
Iniciativa Liberal (centro) 4,3%;
Bloco de Esquerda (sinistra) 4%.

Matteo Salvini ha fatto i complimenti al leader portoghese André Ventura per il successo di Chega alle elezioni. “Risultato straordinario, soli contro tutti”, ha sottolineato il segretario della Lega. Così una nota del partito.

– Foto sat/Italpress –

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Medio Oriente, Guterres “Chiediamo una tregua umanitaria”

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MILANO (ITALPRESS) – “Quello che vediamo oggi a Gaza, bimbi che muoiono di fame e questo terribile numero di morti non ha nessun parallelo in nessun altro conflitto che ho visto come segretario… allora basta! Stiamo chiedendo una tregua umanitaria. Il ramadan potrebbe essere un’ottima occasione per il cessate il fuoco”. Così il segretario generale Onu, Antonio Guterres, in collegamento con “Che Tempo Che Fa” sul Nove.
Per il Medio Oriente “non c’è altra soluzione” se non quella dei due Stati, “non c’è altro modo per permettere a queste due popolazioni di vivere in pace”. “Quello che ha fatto Hamas è un attacco terroristico assolutamente inaccettabile – aggiunge -. E’ una disgrazia terribile, inconcepibile in un mondo come il nostro. Dobbiamo essere chiari e fermi su questo. Gli ostaggi devono essere rilasciati senza condizioni, immediatamente, ma le operazioni militari sono state lanciate in un modo dove il prezzo per i civili è stato drammatico”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Usa 2024, Biden convince sullo Stato della “disunione” d’America

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Di Stefano Vaccara

NEW YORK (USA) (ITALPRESS) Joe Biden passa la prova del discorso più importante dell’anno, ma lo stato dell’Unione sparisce e con le sue parole pronunciate al Congresso con esuberante energia – a tratti mista a rabbia – il 46esimo presidente ha certificato il profondo stato della disunione degli USA. Biden ha sicuramente superato l’esame sul suo stato di salute che tormentava alla vigilia i suoi sostenitori. L’anziano presidente è apparso ancora fragile nei movimenti, ma non ha mai barcollato o mostrato momenti di confusione cognitiva, come era capitato negli ultimi mesi. Biden ha subito paragonato i tempi a quelli vissuti con Franklin Delano Roosevelt quando nel 1941 pronunciò dal medesimo pulpito il suo discorso mentre in Europa già infuriava la guerra, un attacco che gli consentiva di andare al conflitto in Ucraina e il pericolo rappresentato per tutti dalla Russia di Putin. Poi, per attaccare Trump (senza mai pronunciare il suo nome ma chiamandolo “il mio predecessore”), col pericolo che il 45esimo presidente riporterebbe alla democrazia, Biden torna anche più indietro nella storia più buia degli USA: “Dai tempi del presidente Lincoln e della guerra civile la libertà e la democrazia non erano mai state sotto attacco in patria come lo sono oggi. Ciò che rende raro il nostro momento è la libertà della democrazia, sotto attacco sia in patria che all’estero”, e Biden pronuncia le parole in un crescendo fino a gridarle, accostando così il pericolo rappresentato da Putin per l’Europa a quello di Trump “in patria”. Biden ripetendo la frase di Trump che incitava Putin a invadere i paesi Nato se non avessero pagato il giusto per l’Alleanza, grida: “Ma noi non ci piegheremo mai” a Putin. Trump dal canto suo ha risposto agli attacchi di Biden dal suo Truth Social scrivendo: “Putin ha invaso l’Ucraina solo perché non ha rispetto per Biden”. Chiamato sempre “il mio predecessore”, Biden ha continuato ad attaccare Trump anche per i suoi tentativi di ribaltare illegalmente il voto del 2020 dopo aver perso le elezioni: “Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci”, ha detto il presidente suscitando l’applauso della parte democratica del Congresso, mentre la zona dove sedevano i senatori e deputati repubblicani rimaneva in silenzio. Altre volte borbottava, ma un paio di volte, qualcuno gridava a Biden “bugiardo!”. Dietro il presidente, intanto, la vice presidente Kamala Harris – presidente del Senato – si alzava a quasi ogni passaggio del discorso, mentre lo Speaker del Congresso, il repubblicano Mike Johnson, rimaneva impassibile seduto e senza applaudire. In oltre un’ora di discorso, Biden ha toccato tutti i punti sullo stato della “disunione”. E quindi la crisi al confine con l’immigrazione illegale fuori controllo, il diritto all’aborto negato, i costi dei farmaci alle stelle, per poi verso la fine arrivare alle sofferenze dei palestinesi a Gaza e l’appoggio a Israele che resta una “mina vagante” nella tenuta della coalizione che dovrebbe confermare il presidente alla Casa Bianca. Prendendo una spilla indossata in sala da alcuni repubblicani che incitava a pronunciare il nome di Laken Riley, la studentessa della Georgia uccisa a febbraio dopo un assalto di cui è stato accusato un migrante venezuelano entrato illegalmente negli Stati Uniti.
Biden ha quindi pronunciato il nome di Laken Riley, aggiungendo: “Ai suoi genitori, dico, il mio cuore è con voi. Avendo perso dei figli io stesso, capisco”. Descrivendo l’accusato “un illegale”, Biden ha anche aggiunto: “ci sono stati migliaia di omicidi commessi da legali”. Quando ha parlato di Gaza, Biden ha detto che oltre al diritto a difendersi “Israele ha anche la responsabilità fondamentale di proteggere i civili innocenti a Gaza”. “Alla leadership di Israele, dico questo: l’assistenza umanitaria non può essere una considerazione secondaria o una merce di scambio”, ha continuato “Proteggere e salvare vite innocenti deve essere una priorità”. Biden ha ripetuto che il conflitto israelo-palestinese non finirà senza una soluzione a due Stati, ma nel discorso tanto atteso ha evitato di fare riferimento alla risoluzione che gli USA hanno preparato all’ONU per il cessate il fuoco e che “ritardano” a far votare dal Consiglio di Sicurezza. Al discorso erano invitati degli ospiti che erano seduti vicini alla first lady Jill Biden, e la loro presenza serviva a sottolineare le nette distinzioni con i repubblicani su questioni come i diritti riproduttivi, i prezzi dei farmaci, la difesa della Nato. Durante il suo discorso, Biden si è concentrato molto sui diritti riproduttivi. La decisione della Corte Suprema nel 2022 di ribaltare Roe v. Wade, che aveva stabilito il diritto costituzionale all’aborto, ha poi danneggiato il Partito repubblicano nelle elezioni statali. Diverse donne invitate giovedì sera dalla Casa Bianca o dai parlamentari democratici avevano subito complicazioni mediche potenzialmente letali durante la gravidanza. “Chiaramente coloro che si vantano di aver ribaltato la causa Roe v. Wade non hanno la minima idea del potere delle donne”, ha detto Biden. “Ma hanno scoperto quando la libertà riproduttiva fosse nelle urne e abbiamo vinto nel 2022, 2023, e vinceremo di nuovo nel 2024”. Biden, nonostante la sua fede cattolica, ha promesso di ripristinare le protezioni di Roe – anche se per farlo dovrebbe far compiere al suo partito “la valanga”, cioè ritrovarsi dopo le elezioni di novembre anche con una maggioranza democratica considerevole al Congresso. Sul fronte economico Biden ha rivelato che in un secondo mandato avrebbe cercato ancora di aumentare le tasse sulle società di almeno al 21% in modo che “ogni grande azienda inizi finalmente a pagare la propria giusta quota”. Ma Biden doveva togliere anche quei timori sulla sua età che hanno spinto giù i consensi democratici e indipendenti sulla sua candidatura. Così ha affrontato il nodo alla fine del discorso, dicendo che i suoi 81 anni gli hanno insegnato ad “abbracciare la libertà e la democrazia” e “a non dare all’odio nessun porto sicuro”. Quindi riferendosi ancora a Trump ma senza nominarlo: “Ora alcune persone della mia età vedono la nostra storia in maniera diversa: una storia americana fatta di risentimento, vendetta e punizione. Io non sono così”. Biden arrivato al 38% nell’indice di gradimento (dato Gallup) prima del discorso, aveva la percentuale più bassa degli ultimi 7 presidenti. Il discorso sullo “Stato dell’Unione” era fondamentale per Biden per far alzare l’indice: obiettivo minimo è il 5% in più del dato precedente, altrimenti per Biden si annuncia il disastro. Mezz’ora dopo il discorso, quando l’aula cominciava a svuotarsi, Biden sorridente e ancora energico continuava a stringere mani di ex colleghi, anche di qualche vecchio senatore repubblicano con cui aveva condiviso tanti disegni di legge, ai tempi quando Trump si dedicava a costruire grattacieli lontano dalla politica.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Ucraina, Zelensky “Se cadiamo Putin aggredirà i Paesi Nato”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ringrazio la presidente Meloni, abbiamo un rapporto molto forte e i nostri Paesi hanno un rapporto molto stabile. C’è il sostegno concreto dal punto di vista umanitario e sono grato al popolo italiano che sostiene l’Ucraina”. Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato da Bruno Vespa a “Cinque minuti” in onda su Rai1.
“Speriamo che i nostri partner capiscano e ci sostengano. Se l’Ucraina cade, la Russia andrà avanti e sicuramente aggredirà i Paesi Nato, e l’Italia è uno di questi”, ha detto ancora il presidente ucraino.
“Lo scopo della Russia non è avere qualche territorio ma avere tutta l’Ucraina. Non gli interessa una città o una regione, come Donbass e Crimea, vuole distruggere tutta l’Ucraina e annetterla alla Russia, con la violenza o con gli strumenti politici come avvenuto in Bielorussia”, ha aggiunto.
“A Odessa ieri eravamo con il premier greco per una visita ufficiale e a 300 metri c’è stato un colpo di un missile. Non so chi volessero colpire, è una cosa incredibile. Non parlo di me, ma del leader di un altro Stato. Il premier greco era molto sorpreso, io no”, ha detto ancora Zelensky.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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