GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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EST EUROPA

Cina: Pacificatrice o Minaccia per la Sicurezza dell’Europa?

EUROPA/Guerra in Ucraina di

Il 24 settembre segnerà l’inizio dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un evento che molti italiani potrebbero considerare routine. Immaginando leader di stato in abiti formali o costumi tradizionali intenti a fare discorsi su questioni globali, l’evento potrebbe sembrare lontano dalla quotidianità di Roma, Bruxelles o Berlino. Tuttavia, quest’anno la situazione potrebbe essere diversa. L’Assemblea Generale del 2024 ha il potenziale per dare inizio a un cambiamento epocale che influenzerà direttamente l’Europa e il suo sistema di sicurezza. Il protagonista di questo cambiamento? La Cina.

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Escalation degli Attacchi Russi: Un Appello Urgente al Sostegno Internazionale per l’Ucraina

EUROPA/Guerra in Ucraina di

Negli ultimi giorni, la Russia ha intensificato notevolmente i suoi attacchi contro l’Ucraina, lanciando uno dei più grandi attacchi combinati di missili e droni dall’inizio dell’invasione. Il 26 agosto 2024, oltre 230 unità di armi da attacco aereo sono state impiegate contro il territorio ucraino, causando numerose vittime e feriti. Nonostante la difesa aerea ucraina sia riuscita a intercettare molti degli attacchi, i danni sono stati significativi.

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Ucraina: distrutti gli ultimi ponti sul fiume seym nella regione di kursk

EST EUROPA/Guerra in Ucraina di

ucraina: distrutti gli ultimi ponti sul fiume seym nella regione di kursk e nuove accuse di zelensky contro la russia

Le forze armate ucraine hanno compiuto un’importante azione strategica distruggendo il terzo e ultimo ponte sul fiume Seym, vicino al villaggio di Karyzh, nella regione russa di Kursk, nel distretto di Glushkovsky. Questo attacco, confermato sia da Kiev sia da Mosca, segna un significativo colpo alla logistica delle forze russe dispiegate nella zona, lasciandole senza vie di rifornimento praticabili attraverso il fiume. Nei giorni precedenti, le truppe ucraine avevano già distrutto altri due ponti nella stessa area, rispettivamente il 16 agosto vicino al villaggio di Glushkovo e il 17 agosto a Zvannoye.

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Due anni dall’inizio della guerra, nel tragico anniversario lo speciale di European Affairs

Guerra in Ucraina di

Sono passati due anni dal 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha iniziato la sua guerra lampo, prima un attacco informatico per bloccare il sistema di comunicazione militare e poi l’invasione con le truppe di terra. Le immagini delle colonne di carri armati sulle strade asfaltate e nei centri abitati hanno fatto il giro del mondo, attoniti davanti ai televisori nessun europeo pensava di vedere una guerra di questo tipo ai confini dell’unione. Leggi Tutto

Ucraina: Il ministro della difesa sui social, “questo attaccao aereo è stato il più pesante della guerra”

EST EUROPA/EUROPA di

“Un massiccio attacco missilistico da parte di uno stato terroristico sul nostro territorio. Da molti mesi i russi accumulano missili per questi scopi: attacchi contro edifici residenziali, centri commerciali e ospedali in città ucraine pacifiche” ed “è ovvio che con le scorte di missili che hanno” i russi “possono continuare e continueranno attacchi” come quello odierno in diverse regioni del Paese con un bilancio di almeno 28 morti. Lo ha scritto su Facebook il ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, che cita l’Aeronautica ucraina secondo cui i russi negli attacchi delle ultime ore “hanno usato missili balistici aviolanciati, missili balistici, missili da crociera, missili terra-ria e droni kamikaze Shahed” oltre ad aver “lanciato con 18 bombardieri strategici missili X-101/X-505”.

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Kiev bombardata, tra le vittime anche dei bambini

Guerra in Ucraina di

Putin ha celebrato la Giornata internazionale del bambino con un’altra uccisione di piccoli ucraini

Primo giugno, giornata internazionale del bambino, i russi hanno commesso un altro crimine di guerra: un attacco con missili balistici Iskander (ne sono stati lanciati dieci) in direzione di Kyiv, uccidendo tre civili, tra cui un bambino e sua madre. Si tratta di un altro crimine efferato commesso dai russi, che simboleggia la natura terroristica della Russia di Putin, che sta commettendo un genocidio contro gli ucraini per volontà di Putin.

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Il Dragone cambia pelle. L’evoluzione della politica estera di Pechino

 

Durante i giorni scorsi il Presidente russo Putin ha ospitato a Mosca il leader cinese Xi Jinping in visita ufficiale per una tre giorni di incontri diplomatico – politici.

Il vertice russo-cinese si è concluso con la pubblicazione di un documento congiunto nel quale sono stati ribaditi i parametri concettuali della convergenza delle posizioni geostrategiche dei due Paesi: la conferma dell’asse ideologico Mosca – Pechino quale alternativa al dominio USA, il supporto non condizionato alla Russia per l’Ucraina, la volontà di attrarre il Global SUD nella sfera di influenza russo-cinese e il consolidamento di una partnership economico finanziaria sino-russa in grado di bilanciare e annullare gli effetti del sistema occidentale delle sanzioni.

Indubbiamente, il profilo programmatico che deriva dalla formulazione di un tale documento rappresenta un elemento di estremo interesse per le conseguenze che investono lo sviluppo dello scenario internazionale, ma non risulta essere l’evento fondamentale che ha conferito un’estrema valenza geopolitica al vertice di Mosca.

Il fattore critico e di gran lunga più interessante per il prossimo futuro è risultato essere la conferma del ruolo che Pechino ha deciso di svolgere a livello internazionale con la presentazione della proposta di soluzione della crisi ucraina, che la Cina ha elaborato e discusso con il partner russo.

Anche se il documento era stato annunciato antecedentemente al meeting di Mosca, la sua presentazione durante l’incontro tra Putin e Xi conferisce un aspetto formale all’iniziativa di Pechino che si propone, non solo, come potenza neutrale interessata alla soluzione del conflitto, ma come grande potenza disposta a ricoprire il ruolo da protagonista nella gestione dell’ordine mondiale.

A sostegno di tale tesi deve essere intesa la dichiarazione di Xi di voler nei prossimi giorni contattare Zelensky per sondare la disponibilità dell’Ucraina a discutere la proposta cinese.

Questo cambiamento dell’orientamento della politica estera di Pechino risulta essere l’elemento di massima importanza che il vertice ha evidenziato, confermando che il successo del riavvicinamento diplomatico tra Arabia Saudita e Iran, conclusosi attraverso l’opera mediatrice della Cina, non ha rappresentato un’azione circoscritta nell’ambito di uno scenario locale, ma ha costituito il primo passo della nuova linea politica di Pechino.

Dopo la conferma della sua leadership interna con l’approvazione di un terzo mandato, il rafforzamento della cerchia di alleati fedeli con nuove nomine negli incarichi cardine del sistema politico, il superamento indenne delle critiche all’opzione Zero-Covid, adesso Xi Jinping ha intrapreso un nuovo step per condurre la Cina a imporre il proprio concetto di ordine internazionale e conquistare quel ruolo di egemonia mondiale che appartiene al DNA cinese da secoli.

Abbandonando la visione di Deng che rifiutava il coinvolgimento diretto nel contesto geostrategico mondiale, Xi ha dato inizio al nuovo corso della politica estera cinese.

Per poter consolidare la sua posizione in un tale contesto la partnership con la Russia – partnership e non alleanza, questo deve essere chiaro – risulta essere fondamentale per una serie di motivi di immediata comprensione. Innanzi tutto, questa amicizia senza limiti permette alla Cina di non dover distogliere parte delle sue risorse per fronteggiare un Paese ostile lungo le sue estese frontiere settentrionali. Successivamente, l’Orso Russo, agendo come lo spauracchio in una rinnovata Guerra Fredda, fantasticata e ardentemente rivissuta dall’Europa orientale e baltica, calamita l’attenzione di una NATO e di una Unione Europea sempre più a trazione orientale, focalizzandoli su uno scenario, oramai, di secondaria importanza, che li priva di una visione strategica globale e li costringe a concentrare le loro risorse nel punto sbagliato. Ultimo elemento di interesse, ma non meno importante, risulta essere la possibilità di usufruire delle enormi risorse naturali che la Russia possiede e che la Cina non ha, che consentirebbero a Pechino di disporre di un ulteriore vantaggio per supportare il processo di sviluppo interno.

L’elemento critico fondamentale della visione cinese nel sostenere il processo di costituzione di un ordine mondiale, alternativo a quella che viene percepita come un’egemonia occidentale, rappresenta un paradigma concettuale e ideologico certamente non originale, che, inizialmente, si è sviluppato attraverso gli schemi della contrapposizione di opposte teorie politiche basate, principalmente, sulla identificazione di sistemi economico finanziari differenti (capitalismo e socialismo).

Tale paradigma, persa questa sua connotazione ideologica, si è, quindi, trasformato in una lotta manichea tra il Bene e il Male, rappresentati dai sostenitori del sistema democratico opposto a quelli che perseguono una impostazione autoritaria.

Questa visione tipicamente occidentale si è sublimata nella narrativa che ha contraddistinto, dall’inizio, l’ultima e più attuale fase della crisi ucraina: l’Ucraina è l’ultimo baluardo della democrazia e della libertà dell’Occidente contro la barbarie autocratica che viene da oriente.

La miopia che contraddistingue questa visione geopolitica è stata usata dalla Cina per costruire la sua narrative a supporto della necessità di un nuovo ordine.

Senza dover inventare nulla ha ripreso i concetti culturali sviluppati dall’Occidente (pace, collaborazione, libero sviluppo della tecnologia a favore di tutti, benessere sociale, ruolo fondamentale delle Istituzioni Internazionali), li ha integrati con la propria visione (i concetti di democrazia e di libertà individuali non sono univoci, devono essere adattati alla realtà culturale dei vari Paesi, non ingerenza nelle tematiche interne degli Stati), li ha mischiati per bene e ha servito la propria mano, proponendo un nuovo ordine multipolare, democratico, pacifico dove le alleanze lasciano il posto alla collaborazione tra Stati, dove il Global Sud sia protagonista e non più terra di conquista e dove, soprattutto, la Cina sia la potenza dominante ed equilibratrice dell’intero sistema!

In linea di principio il discorso non fa una grinza in quanto usa e ripropone i valori culturali cari all’Occidente, anche se la loro declinazione è leggermente differente. Insiste sui principi geopolitici condivisi dall’Occidente e sulla preminenza delle Istituzioni da noi create. Fa riferimento a una pace cosmica e una collaborazione disinteressata.

Ma in realtà propone un sistema completamente differente, dove i valori culturali e i principi liberali sono stravolti a beneficio di un’organizzazione di relazioni internazionali non più guidate e sorrette da concetti universali e applicabili indistintamente al genere umano, ma adattate ai singoli casi a seconda della convenienza dello Stato.

E la Cina non ha fatto mistero di questa sua interpretazione, anzi, non ha perso occasione per propagandarla e dichiararla con documenti pubblici: la dichiarazione congiunta prima delle Olimpiadi a febbraio dello scorso anno, il documento di condanna degli Stati Uniti emanato dal Ministero degli Esteri cinese di inizio anno e adesso la dichiarazione finale del meeting appena concluso.

Tutto questo in aggiunta alla crescente proattività a tutto campo che ha contraddistinto la Cina negli ultimi anni con iniziative diplomatico-economico-finanziarie in Medio Oriente, in Africa, nel Pacifico.

Insomma, non si tratta di una operazione segreta volta a svelare all’improvviso un complotto teso a sovvertire l’ordine mondiale, ma una scelta programmatica precisa, chiara e pubblicizzata senza riserve e senza peli sulla lingua.

Ma questo non basta per un Occidente sempre più incapace di guardare al di là di un orizzonte limitato e senza profondità. Un Occidente che continua a giocare a Risiko invece di comprendere che il mondo è definitivamente cambiato, dove le regole che noi vogliamo usare non sono più accettate e condivise dagli altri, dove ancora pensiamo e ragioniamo in termini di interesse privato e nazionale, illudendoci che il Vecchio Continente sia ancora il centro del mondo.

Il sistema USA sta disperatamente cercando di tracciare una rotta da dare alla propria geopolitica, barcollando nell’illusione utopica di poter sanzionare il mondo intero, qualora questo non condivida la sua visione.

L’Europa bluffa con se stessa illudendosi di essere un modello di virtù e di valori da imitare a occhi chiusi, senza rendersi conto che ancora si rifà a un sistema di relazioni internazionali che risalgono a un concetto che ormai appartiene al passato, accanendosi nel sostenere un sistema che privilegia gli interessi delle singole nazioni a scapito di una unione europea reale e coesa.

Se non fosse estremamente pericoloso per il nostro futuro assetto nel contesto internazionale, sarebbe perfino ridicolo l’atteggiamento di paesi come la Francia e Germania, che ancora ritengono di potersi contendere la guida di un continente, o come il Regno Unito che, una volta svincolatosi dalla zavorra dell’Unione Europea, credeva di essere diventato di nuovo l’Impero Britannico.

L’Occidente, insomma, sta illudendo sé stesso, precipitato in un conflitto che non sa come fermare e che lo sta danneggiando sempre di più, travolto da una retorica che fa riferimento a un mondo scomparso (non ci darà una nuova Norimberga perché non ci sarà una resa senza condizioni), ma non è capace di fermarsi e di guardare al futuro con lucidità.

La Cina ci ha battuto sul tempo proponendosi come la Grande Potenza che dirime i conflitti, assicura la prosperità e garantisce l’ordine mondiale. Purtroppo, l’Occidente nella sua presunzione si ostina a non volerlo capire!

 

 

 

UCRAINA: PRIGOZHIN, RECLUTERO’ 30MILA UOMINI PER LA WAGNER ENTRO MAGGIO

Guerra in Ucraina di

Mosca, 18 mar. (Adnkronos) – Il capo del gruppo russo di mercenari Wagner, Yevgeni Prigozhin, ha dichiarato di voler reclutare altri 30mila uomini entro metà maggio. L’annuncio, riferisce la Cnn, arriva
in un messaggio video su Telegram, in cui Prigozhin afferma di reclutare 5-800 uomini al giorno, con punte di 1200. A gennaio, Prigozhin ha interrotto il reclutamento nelle carceri. Recentemente ha annunciato di aver aperto 42 centri in tutta la Russia per ingaggiare nuovi mercenari destinati a combattere in Ucraina.

Alfredo Bosco e Andrea Sceresini bloccati a Kiev, revocati gli accrediti per seguire la Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina di


Dal 6 febbraio dopo oltre un anno di attività sul campo ai due giornalisti è stato revocato l’accredito necessario per seguire il conflitto. I due reporter – che lavorano per varie testate europee, tra cui LA7, Mediaset, il Manifesto, l’emittente tedesca Rtl, l’Espresso, il Fatto Quotidiano, le Figaro Magazine, la Croix, sono esperti di reportage in zona di guerra, Alfredo Bosco ha seguito dal 2014 la crisi Russo-Ucraina ma nel suo curriculum ci sono attività giornalistiche nei punti più caldi del globo, dal medio oriente al Messico dove ha raccolto le testimonianze della lotta al narco traffico. Leggi Tutto

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Alessandro Conte
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