GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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EUROPA

Thierry Breton si dimette dalla Commissione Europea: contrasti con von der Leyen

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Thierry Breton, commissario europeo al Mercato interno, ha annunciato le sue dimissioni con effetto immediato, citando contrasti con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La decisione è stata comunicata attraverso una lettera pubblicata su X, in cui Breton ha accusato von der Leyen di aver chiesto al presidente francese Emmanuel Macron di sostituirlo senza preavviso.

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Draghi: l’Europa a un bivio esistenziale

EUROPA di

Mario Draghi ha lanciato un avvertimento chiaro e deciso: l’Europa si trova di fronte a una “sfida esistenziale”. Presentando il rapporto sulla competitività europea, Draghi ha sottolineato l’urgenza di prendere decisioni economiche e politico-istituzionali rapide e coordinate. Il rapporto, destinato a diventare il pilastro dell’agenda europea per la legislatura in corso, non introduce novità assolute, ma il messaggio politico è inequivocabile: non c’è più tempo per traccheggiare.

 

Draghi ha evidenziato che il rinvio delle decisioni ha portato solo a una crescita economica più bassa e non ha aumentato il consenso verso i governi. “Dobbiamo abbandonare l’illusione che solo il rinvio possa preservare il consenso”, ha dichiarato. “Abbiamo raggiunto un punto limite: se non si agisce, risulterebbero compromessi il nostro benessere, il nostro ambiente e la nostra libertà”.

Il rapporto Draghi prefigura una strategia composta da una serie di “blocchi” di decisioni per mettere a fuoco obiettivi e risorse. Tra le raccomandazioni spiccano l’indebitamento comune sistematico per finanziare progetti europei, il coordinamento politico tra politica industriale, concorrenza, commercio e politica estera, e la limitazione del voto all’unanimità senza ricorrere a revisioni del Trattato UE. Inoltre, Draghi ha suggerito un approccio differenziato all’integrazione per gli Stati che lo ritengono necessario.

Draghi ha sottolineato che la crescita dell’UE non sarà più sostenuta dall’aumento della popolazione. Entro il 2040, si prevede che la forza lavoro si ridurrà di quasi 2 milioni di lavoratori ogni anno. Pertanto, sarà necessario fare affidamento sulla produttività per guidare la crescita. Se l’UE dovesse mantenere il suo tasso medio di crescita della produttività dal 2015, sarebbe sufficiente solo a mantenere costante il PIL fino al 2050, in un momento in cui l’Unione sta affrontando nuove esigenze di investimento.

Le necessità finanziarie sono enormi: per digitalizzare e decarbonizzare l’economia e aumentare la capacità di difesa, la quota di investimenti in Europa dovrà aumentare di circa 5 punti percentuali del PIL, livelli visti l’ultima volta negli anni ’60 e ’70. Draghi ha ricordato che gli investimenti aggiuntivi forniti dal Piano Marshall tra il 1948 e il 1951 ammontavano a circa l’1-2% del PIL all’anno. “Se l’Europa non riesce a diventare più produttiva, saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, contemporaneamente, un leader nelle nuove tecnologie, un faro di responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni”.

Draghi ha anche evidenziato la necessità di chiudere il “gap” di innovazione rispetto a USA e Cina. “Il problema non è che l’Europa manchi di idee o ambizione. Abbiamo molti ricercatori e imprenditori di talento che depositano brevetti. Ma l’innovazione è bloccata nella fase successiva: non riusciamo a trasformare l’innovazione in commercializzazione”. Inoltre, Draghi ha sottolineato l’importanza di ridurre i prezzi dell’energia e di lavorare sulle opportunità industriali della decarbonizzazione, definendo un piano comune per decarbonizzazione e competitività.

In conclusione, Draghi ha ribadito che l’Europa deve agire ora per evitare di compromettere il benessere, l’ambiente e la libertà dei suoi cittadini. La sfida esistenziale che l’Europa affronta richiede decisioni coraggiose e coordinate per garantire un futuro prospero e sostenibile.

 

Escalation degli Attacchi Russi: Un Appello Urgente al Sostegno Internazionale per l’Ucraina

EUROPA/Guerra in Ucraina di

Negli ultimi giorni, la Russia ha intensificato notevolmente i suoi attacchi contro l’Ucraina, lanciando uno dei più grandi attacchi combinati di missili e droni dall’inizio dell’invasione. Il 26 agosto 2024, oltre 230 unità di armi da attacco aereo sono state impiegate contro il territorio ucraino, causando numerose vittime e feriti. Nonostante la difesa aerea ucraina sia riuscita a intercettare molti degli attacchi, i danni sono stati significativi.

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Attacco a Solingen: preoccupazioni sulla sicurezza in Germania

EUROPA di

Il vicecancelliere tedesco Robert Habeck ha dichiarato che il siriano arrestato per la strage di Solingen non faceva parte della lista dei soggetti ritenuti pericolosi nella scena islamista, che conta un numero a tre cifre. Durante un incontro con la stampa a Flensburg, Habeck ha espresso il suo cordoglio per le vittime e ha sottolineato la necessità di migliorare le politiche di sicurezza in Germania. “Di fronte alla minaccia del terrorismo, serve che la polizia sia ben attrezzata e su questo bisogna investire dei soldi”, ha affermato. Inoltre, ha richiesto un inasprimento della legge sulle armi e ha ribadito che chi compie reati violenti deve essere punito con la massima durezza.

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Ucraina: Borrell preoccupato per possibili tagli agli aiuti tedeschi a Kiev

EUROPA di

 L’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha espresso preoccupazione per il dibattito in Germania sulla sostenibilità finanziaria dei futuri aiuti all’Ucraina. Durante un discorso nella città spagnola di Santander, Borrell ha dichiarato che una possibile riduzione del sostegno militare tedesco nei prossimi anni sarebbe “molto preoccupante”. Leggi Tutto

Ucraina: distrutti gli ultimi ponti sul fiume seym nella regione di kursk

EST EUROPA/Guerra in Ucraina di

ucraina: distrutti gli ultimi ponti sul fiume seym nella regione di kursk e nuove accuse di zelensky contro la russia

Le forze armate ucraine hanno compiuto un’importante azione strategica distruggendo il terzo e ultimo ponte sul fiume Seym, vicino al villaggio di Karyzh, nella regione russa di Kursk, nel distretto di Glushkovsky. Questo attacco, confermato sia da Kiev sia da Mosca, segna un significativo colpo alla logistica delle forze russe dispiegate nella zona, lasciandole senza vie di rifornimento praticabili attraverso il fiume. Nei giorni precedenti, le truppe ucraine avevano già distrutto altri due ponti nella stessa area, rispettivamente il 16 agosto vicino al villaggio di Glushkovo e il 17 agosto a Zvannoye.

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Vendita di Missili Patriot PAC-3 alla Germania: Un Passo Strategico per la Sicurezza Transatlantica

AMERICHE/EUROPA di

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha recentemente approvato una significativa vendita militare estera al governo tedesco, che prevede l’acquisto di missili PATRIOT Advanced Capability-3 Missile Segment Enhancement (PAC-3 MSE) e attrezzature correlate, per un costo stimato di 5 miliardi di dollari. Questa decisione, notificata ufficialmente al Congresso dalla Defense Security Cooperation Agency (DSCA), rappresenta un ulteriore rafforzamento dei legami difensivi tra gli Stati Uniti e uno dei suoi più importanti alleati NATO, la Germania.

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Ucraina: La Nato discute l’arsenale nucleare in mezzo alle minacce russe

EUROPA/SICUREZZA di

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che i paesi membri stanno considerando la possibilità di schierare più armi nucleari in standby. Questo avviene mentre la Russia continua a minacciare l’uso di armi nucleari in Ucraina. Stoltenberg ha invitato gli alleati della Nato a dimostrare trasparenza riguardo al loro arsenale nucleare e ha sottolineato che sono in corso consultazioni su come ritirare le armi nucleari dai depositi e metterle in standby. Leggi Tutto

La maestosa parata del 2 giugno: un’apoteosi di valori democratici e di orgoglio nazionale.

Anche quest’anno, nel 78° anniversario della Repubblica, nostante il tempo uggioso e la pioggia battente, il cielo mattutino della Città eterna si è tinto di tricolore e le vie dell’Urbe hanno risuonato al passo cadenzato di una parata militare di incomparabile e rara bellezza, simbolo supremo dell’unità nazionale, della fedeltà e della dedizione incrollabile delle Forze Armate alla Patria.
In presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Capo Supremo delle Forze Armate, il quale ha nobilitato con la sua augusta partecipazione l’importanza dell’evento, la parata ha assunto una dimensione ancor più solenne. Un evento di straordinaria rilevanza – impreziosito dalla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro della Difesa Guido Crosetto e delle più alte cariche dello Stato – che rappresenta non solo una cerimonia militare, ma prima di tutto una solenne celebrazione dei valori democratici della nostra amata Italia.
La rivista, che annualmente si svolge ai Fori Imperiali, nel cuore pulsante della Capitale, si è affermata anche stavolta come un appuntamento imperdibile per i cittadini italiani e – almeno per la maggioranza di essi – come un momento di sana riflessione patriottica e di atteso orgoglio collettivo.
Quest’anno, come sempre – dopo il doveroso omaggio delle più alte cariche dello Stato al sacello del Milite Ignoto – la manifestazione, aperta da una rappresentanza dei sindaci d’Italia, ha visto sfilare i vari corpi delle Forze Armate, i reparti speciali e le unità storiche, i mezzi, gli aerei e i quadrupedi, in un susseguirsi di quadri marziali che hanno esaltato la disciplina, il coraggio e l’abnegazione di donne e uomini che quotidianamente si prodigano per la sicurezza e la salvaguardia della Nazione.
Nel rassicurante clangore delle lance e delle sciabole, in un colorato ma composto connubio di pennacchi piume, penne, mostrine, alamari, ghette e cordellini, accanto alle Forze Armate, accompagnate dalle note di bande e fanfare, anche le Forze di Polizia e le componenti del soccorso pubblico hanno reso omaggio alla Repubblica, esibendo la loro instancabile ed indispensabile opera di tutela della legalità e di pronto intervento in situazioni di emergenza.
In questa edizione hanno sfilato per la prima volta anche i rappresentanti dell‘Unità di Crisi della Farnesina e delle rappresentanze diplomatiche e consolari.
Non è una mera e vuota esaltazione di forza, bensì una celebrazione della democrazia, dell’amor di Patria, dello spirito di corpo e di appartenenza che caratterizzano le nostre Forze Armate.
Gli Italiani si stringono attorno alle loro Forze Armate. Le Forze Armate si stringono intorno agli Italiani. Così è stato oggi e così dovrebbe essere sempre.
Un evento che rispecchia l’essenza stessa dei valori costituzionali su cui si fonda la nostra veneranda Repubblica.
Oggi, qui, la forma si è fusa con la sostanza.
Tante facce pulite, che si intravedono anche dietro a qualche mephisto.
Un’aria da bravi ragazzi e brave ragazze, “acqua e sapone”, che cela però cuori impavidi, valori immutabili e professionalità di altissimo valore.
Dai cavalieri agli incursori, dai marinai ai piloti, dal Carabiniere di quartiere alle operazioni spaziali, le nostre Forze Armate sono il luogo dove albergano la fedeltà, la giustizia, la bellezza, l’onestà, l’onore, il sacrificio.
In un’epoca in cui le sfide globali sono sempre più intricate, gli uomini e le donne con le stellette si ergono come un baluardo di stabilità e sicurezza, impegnate sia sul fronte interno che nelle missioni per la pace e la cooperazione internazionali.
Le Forze Armate italiane non si limitano alla difesa del territorio nazionale; il loro impegno si estende anche al supporto delle popolazioni afflitte da calamità naturali, offrendo assistenza umanitaria e aiuto concreto nei momenti di maggior bisogno.
La partecipazione dell’Italia alle organizzazioni internazionali con vocazione securitaria come la NATO, l’ONU e altre importanti alleanze globali e regionali, testimonia il ruolo fondamentale del nostro Paese nella promozione della pace e della sicurezza mondiale.
Ma la parata di quest’anno può stimolare gli addetti ai lavori – e non solo – a pensare all’attuale apertura delle nostre Forze Armate verso nuove sfide, alcune delle quali sono già in corso.
L’integrazione delle associazioni professionali a carattere sindacale rappresenta un passo importante verso uno strumento militare più moderno e inclusivo, capace di rispondere alle esigenze e ai diritti dei suoi membri, nonostante la complessità di un quadro giuridico in via di rapida definizione.
Inoltre, la visione di un esercito europeo, sebbene ancora in fase embrionale, inizia a prendere lentamente forma, riflettendo il desiderio di una difesa comune più coesa e razionale all’interno dell’Unione europea, in termini sia economici e industriali che valoriali e politici.
La concreta solidarietà all’Ucraina, devastata da un conflitto che ha sconvolto la comunità internazionale, rappresenta un ulteriore esempio dell’impegno italiano per la difesa della democrazia e della libertà oltre i confini nazionali.
Le Forze Armate italiane, con il loro contributo, ribadiscono il loro ruolo cruciale nella promozione della pace e della sicurezza globale.
L’Italia è da sempre impegnata affinché tutti gli attori internazionali rispettino il diritto internazionale umanitario, che mai può cedere il passo al pur sacrosanto diritto all’autodifesa. Questa ferma posizione, oggi più che mai, sottolinea l’importanza della giustizia e della legalità anche nei contesti più difficili, promuovendo un ordine internazionale basato sulla cooperazione e il rispetto reciproco.
I critici che vedono in questa parata un atto muscolare di militarismo fine a sé stesso, o – peggio – un pericoloso e vago atto di fanatismo per capitoli ormai risalenti della nostra storia, dimostrano di non cogliere la profondità e il significato dell’evento.
E, come scritto in passato su queste pagine virtuali: chi non gradisce le uniformi, chi le teme, chi addirittura le attacca ha la coscienza sporca o, quanto meno, non è in pace con sé stesso.
Al contrario, chi vi partecipa o vi assiste con occhi attenti può percepire l’autentico spirito di servizio e la dedizione che anima la compagine militare.
Un servizio che non conosce confini, ma che si estende ovunque vi sia bisogno di proteggere e promuovere i valori democratici e costituzionali.
Il rumore delle critiche, spesso superficiali e infondate, non deve infatti distogliere l’attenzione dal vero scopo della parata: esaltare e onorare coloro che, con sacrificio e abnegazione, operano quotidianamente per il bene della Nazione.
Coloro che mettono a repentaglio la propria vita, spesso in modo drastico e fatale, per garantire la sicurezza di tutti, meritano rispetto e riconoscenza.
Non basterebbero svariati volumi per descrivere gli innumerevoli esempi di eroismo compiuti dai nostri soldati in Patria e all’estero.
Ne sono un esempio le rappresentanze degli atleti paralimpici e dei mutilati e invalidi della Difesa che hanno avuto un ruolo di primo piano nell’odierna celebrazione.
In maniera sicuramente elementare e tautologica, è noto come la nostra componente mililtare operi da sempre a favore dell’Italia e per l’Italia: possedere delle Forze Armate costituisce uno dei capisaldi di qualsiasi entità che voglia definirsi “statuale”, perché le Forze Armate rappresentano espressione della sovranità di qualunque Stato, che voglia definirsi tale e che abbia anche un territorio e un popolo.
Questo è pacifico.
Ma, al contrario e in maniera forse anche un po’ infantile, nel nostro caso specifico, occorrerebbe chiedersi se sia davvero possibile pensare all’Italia senza le sue Forze Armate.
La risposta è scontata, perché – che piaccia o no – la storia del nostro Paese è legata da sempre a doppio filo a quella delle sue Forze Armate e, proprio durante le vere difficoltà e le crisi profonde, gli Italiani hanno guardato non a caso alle Forze Armate per la propria salvezza e la propria sicurezza.
Che piaccia o no, le Forze Armate rappresentano la nostra identità. Fortunatamente. 
La parata militare che si svolge a Roma e le altre manifestazioni di analogo tenore che si tengono in altre città non sono soltanto un evento celebrativo, ma un importante simbolo di unità e di valori condivisi.
Grazie alla visione lungimirante dell’attuale leadership istituzionale, la celebrazione del 2 giugno si è confermata come un appuntamento fondamentale per la vita realmente democratica del nostro Paese.
Non è solo una festa della Difesa, ma una festa di tutti gli Italiani e come tale dovrebbe essere sentita e vissuta.
Un’occasione per tutti i cittadini per rinnovare l’impegno verso la Patria e per riscoprire il valore dell’appartenenza a una Nazione che, forte delle sue radici e dei suoi ideali, guarda con fiducia e speranza al futuro.
Avevamo scritto qui, su European Affairs Magazine, della necessità di ripensare e di esaltare lo strumento militare, specie dopo gli inenarrabili sacrifici profusi dai nostri soldati durante la pandemia.
Finalmente, sembra che quanto auspicato in termini di considerazione e tributo alle Forze Armate, quale simbolo di unità nazionale e punto di riferimento per tutti, si stia concretizzando.
Finalmente, perché non è stato sempre così.
Ancora una volta, grazie alle nostre Forze Armate… e viva l’Italia!

Incentivi economici per finanziare la difesa comune dell’UE

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Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato l’importanza di fare passi avanti nella difesa comune dell’Unione europea. Attualmente, i Paesi dell’UE acquistano il 75% dei loro sistemi di difesa da fonti esterne, principalmente dagli Stati Uniti e da altri paesi. Per promuovere una politica industriale di difesa comune, Gentiloni ha proposto l’uso di incentivi economici. Leggi Tutto

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admin
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