GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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REGIONI

Kiev bombardata, tra le vittime anche dei bambini

Guerra in Ucraina di

Putin ha celebrato la Giornata internazionale del bambino con un’altra uccisione di piccoli ucraini

Primo giugno, giornata internazionale del bambino, i russi hanno commesso un altro crimine di guerra: un attacco con missili balistici Iskander (ne sono stati lanciati dieci) in direzione di Kyiv, uccidendo tre civili, tra cui un bambino e sua madre. Si tratta di un altro crimine efferato commesso dai russi, che simboleggia la natura terroristica della Russia di Putin, che sta commettendo un genocidio contro gli ucraini per volontà di Putin.

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Intervista a Tiberio Mantia, Presidente fondatore del Capitolo di Palermo OSDIA

AMERICHE di

Tiberio Mantia è un commercialista di Palermo con una vasta esperienza nella associazioni di servizio e nel campo delle attività sociali. È presidente fondatore del Capitolo di Palermo dell’Order Sons and Daughters of Italy in America (OSDIA), organizzazione fondata nel 1905 a New York per promuovere la cultura italiana e l’orgoglio italiano in America.

In questa intervista, Mantia condivide la sua esperienza e le sue opinioni sulle attuali sfide che affrontano le comunità italiane in America e in Italia, e sul ruolo delle associazioni di servizio nel preservare la cultura italiana e promuoverne la diffusione.

Per chi non ne è a conoscenza, può spiegarci brevemente cosa sia l’OSDIA e quali siano i suoi obiettivi principali?

L’OSDIA è un’organizzazione fondata nel 1905 dal dottor Vincenzo Sellaro, un medico siciliano emigrato negli Stati Uniti. L’obiettivo principale dell’Ordine è quello di supportare la comunità italoamericana, promuovendo la cultura, la storia e i valori italiani, e di rafforzare i legami tra gli Stati Uniti e l’Italia. Inoltre, l’OSDIA svolge un ruolo importante nel promuovere le relazioni culturali tra questi paesi.

Lei è il presidente fondatore del Capitolo di Palermo dell’OSDIA. Qual è la sua visione per il Capitolo e quali sono gli obiettivi che spera di raggiungere?

Il Capitolo di Palermo è stato fondato con l’intento di rafforzare ulteriormente i legami tra la comunità italoamericana e la Sicilia. La nostra missione, le regole e i valori dell’OSDIA rimangono invariati, ma la nostra prospettiva è diversa: siamo operativi a supporto delle attività americane e lavoriamo per allargare la presenza dell’OSDIA in Sicilia. Vogliamo promuovere la diplomazia culturale, di conoscenza del territorio siciliano nelle sue varie sfaccettature, il “turismo di ritorno per la scoperta delle radici” e, perché no, anche le relazioni commerciali tra l’Italia e Stati Uniti.

La comunità italoamericana è cambiata nel corso degli anni. Secondo lei, quali sono le sfide più significative che questa comunità affronta oggi e come l’OSDIA si adatta per affrontarle?

La comunità italoamericana è sicuramente diversa rispetto a quando è stata fondata l’OSDIA. Oggi, gli italoamericani sono ben integrati nella società americana e occupano posizioni di rilievo in diversi settori. Tuttavia, alcune sfide rimangono, come il mantenimento dell’identità culturale e della lingua italiana. L’OSDIA si adatta a queste sfide promuovendo la cultura italiana, organizzando eventi e attività educative e collaborando con istituzioni italiane e italoamericane per sostenere progetti che valorizzino le nostre radici comuni.

Parliamo del fondatore dell’OSDIA, Vincenzo Sellaro. Qual è stato il suo ruolo nella storia dell’organizzazione e quali sono stati i suoi contributi più significativi?

Vincenzo Sellaro è stato un personaggio fondamentale nella storia dell’OSDIA. Oltre ad aver fondato l’Ordine dei Figli d’Italia in America, ha contribuito in molti altri modi alla comunità italoamericana. Ad esempio, ha promosso l’istruzione e la formazione professionale per gli immigrati italiani, ha contribuito a fondare ospedali e istituzioni di assistenza sociale e ha difeso i diritti dei lavoratori italiani negli Stati Uniti. La sua eredità continua a guidare l’OSDIA nella sua missione di supporto e promozione della comunità italoamericana.

Quali sono le principali attività e iniziative che il Capitolo di Palermo dell’OSDIA sta attualmente promuovendo o pianificando di promuovere in futuro?

Il Capitolo di Palermo è attivamente coinvolto in diverse attività e iniziative. Ad esempio, stiamo lavorando per promuovere la diplomazia culturale tra Italia e Stati Uniti attraverso eventi, conferenze e progetti educativi. Collaboriamo anche con istituzioni locali e internazionali per sostenere iniziative che valorizzino la cultura, le tradizioni e la storia italiana. Inoltre, stiamo pianificando di promuovere relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti, coinvolgendo imprenditori e aziende interessate a sviluppare partnership e scambi commerciali.

Come si può diventare soci dell’OSDIA e del Capitolo di Palermo in particolare? Ci sono requisiti specifici per l’adesione.

L’OSDIA è aperta a tutti coloro che condividono i suoi valori e obiettivi e che desiderano sostenere la comunità italoamericana e promuovere la cultura italiana. Per diventare soci del Capitolo di Palermo, è possibile visitare il nostro sito web e seguire le istruzioni per l’adesione. Non ci sono requisiti specifici per diventaresoci, ma è importante sottolineare che l’OSDIA è un’organizzazione laica e democratica, e ci aspettiamo che tutti i soci rispettino e condividano i nostri valori.

Infine, qual è il suo messaggio per la comunità italoamericana e per coloro che desiderano sostenere l’OSDIA e il Capitolo di Palermo?

Il mio messaggio per la comunità italoamericana e per coloro che desiderano sostenere l’OSDIA e il Capitolo di Palermo è di continuare a valorizzare e promuovere la nostra cultura, la nostra storia e i nostri valori. L’OSDIA è un’organizzazione che da oltre un secolo si impegna a sostenere la comunità italoamericana e a rafforzare i legami tra Italia e Stati Uniti. Invito tutti a unirsi a noi in questo importante impegno e a contribuire al successo delle nostre iniziative.

Il Senatore Giacobbe incontra il Ministro Tajani: valorizzare gli italiani all’estero come risorsa per il sistema Paese

ASIA PACIFICO di

Il Senatore Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, ha recentemente incontrato il Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il sottosegretario con delega agli Italiani all’estero, Giorgio Silli, per discutere le priorità delle comunità di italiani nel mondo e i loro suggerimenti.

Durante l’incontro, il Senatore Giacobbe ha sottolineato l’importanza di valorizzare gli italiani all’estero come risorsa per il sistema Paese, piuttosto che considerarli un problema. Ha inoltre affermato che, se c’è una volontà politica bipartisan, è possibile raggiungere traguardi importanti per la comunità emigrata e per l’Italia in generale.

Il Senatore ha citato diversi progetti in cantiere, su cui lavora da tempo, che potrebbero contribuire alla valorizzazione degli italiani all’estero. Ad esempio, ha menzionato la necessità di parlare ai giovani emigrati e ai naturalizzati all’estero usando un linguaggio più vicino alla loro generazione, e ha proposto l’istituzione della Settimana dello Sport Italiano nel mondo come strumento per coinvolgere i giovani nelle politiche dell’emigrazione. Inoltre, ha sottolineato l’importanza del Turismo di ritorno come mezzo per migliorare il rapporto tra gli italiani all’estero e il loro paese d’origine, nonché la necessità di adeguare i contratti per il personale consolare in base al costo della vita dei paesi in cui sono impiegati.

Tra le altre questioni sollevate dal Senatore Giacobbe ci sono l’assistenza sanitaria in Italia per gli iscritti all’AIRE, il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa prima del 1992 e gli investimenti per migliorare la rete di servizi ai cittadini italiani nel mondo.

Intervista a Paolo Internicola, imprenditore italiano in USA e general manager di Pasta Noodles

AMERICHE/REGIONI/Senza categoria di

Paolo Internicola è un imprenditore italiano che ha deciso di portare la sua esperienza nel settore alimentare negli Stati Uniti. Internicola sta lanciando sul mercato americano Pasta Noodles, un prodotto innovativo nel mondo dei ready-made foods. Questa pasta si distingue dalle altre per la sua combinazione di semplicità di preparazione, ingredienti di altissima qualità e tecnologia di produzione italiana. Pasta Noodles Co. ha voluto creare un prodotto che rispondesse alle esigenze dei consumatori americani, sempre alla ricerca di alimenti convenienti ma di alta qualità. 

In questa intervista, Internicola racconta il suo percorso imprenditoriale e ci svela tutti i segreti di Pasta Noodles.

Qual è stata l’ispirazione dietro Pasta Noodles e come è stato sviluppato il prodotto? 

L’ispirazione dietro Pasta Noodles è stata quella di offrire una vera pasta italiana pronta in pochi minuti, senza compromettere il gusto o la qualità. Ho lavorato instancabilmente per creare un prodotto che rispetti la tradizione culinaria italiana e soddisfi le esigenze dei consumatori più esigenti. Il risultato è un prodotto che sta già conquistando il cuore degli appassionati di pasta in tutti gli Stati Uniti.

Come ha fatto Pasta Noodles a distinguersi dagli altri prodotti simili nel mercato? 

Sviluppato in Italia dalla Storci SpA, industria leader negli impianti di produzione di pasta secca, Pasta Noodles è un prodotto molto più sano del ramen orientale in cui la pasta è precotta con olio da frittura, mentre i Pasta Noodles sono cotti al vapore. In media, uno spaghetto di ramen contiene dalle 350 alle 650 calorie, mentre i nostri Pasta Noodles hanno meno di 200 calorie per porzione e l’80 per cento di grassi in meno.

Quali sono i punti di forza del vostro prodotto? 

Vogliamo che i consumatori sappiano che Pasta Noodles è un prodotto di alta qualità, realizzato con ingredienti freschi e genuini, che rispetta la tradizione culinaria italiana. È anche un prodotto completo dal punto di vista nutrizionale e facile da preparare, perfetto per soddisfare la voglia di pasta in qualsiasi momento della giornata.

Come state promuovendo Pasta Noodles negli Stati Uniti?

Stiamo promuovendo Pasta Noodles attraverso i principali rivenditori di alimentari degli Stati Uniti e online. In questo modo, apriamo la strada al cibo italiano nel settore dell’instant food negli USA, un mercato molto vasto e consolidato attualmente dominato da prodotti ispirati alla cucina orientale. 

Quali sono i piani futuri per Pasta Noodles? 

I nostri piani futuri per Pasta Noodles includono l’espansione del prodotto in nuovi mercati, il continuo miglioramento della tecnologia di produzione e l’introduzione di nuovi formati e sapori per soddisfare le esigenze dei nostri clienti.

A Dallas le celebrazioni dei 100 anni dell’Aereonautica militare italiana

AMERICHE di

Nel 1923 nasceva la regia Aeronautica come forza armata autonoma. Questa data segnò l’inizio di un percorso di successi e abnegazione degli uomini e delle donne al servizio dell’Italia. Nel corso dei primi 100 anni, l’Aeronautica Militare ha contribuito alla difesa del Paese e alla promozione dell’eccellenza italiana nell’ambito dell’aviazione.

Per celebrare questo importante anniversario, sono previste una serie di iniziative che si terranno in Italia e negli Stati Uniti. In particolare, il primo maggio alle ore 18:00 presso l’Auditorium di Storia ed Arte dell’Università di Dallas, si terrà una manifestazione organizzata dal Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE), che vedrà la partecipazione di Ufficiali dell’Arma Azzurra e la presentazione delle attività salienti che hanno contraddistinto l’Aeronautica Militare nel corso dei primi 100 anni.

L’evento sarà un’occasione per ricordare l’abnegazione degli uomini e delle donne che hanno contribuito ai successi dell’Aeronautica Militare. “Nel ringraziare il dott. Nussmeier, direttore del Programma di Italiano dell’Università di Dallas per l’ospitalità e i colleghi relatori, evidenzierò nell’introduzione la parte storica del passato e del presente con i successi raggiunti dall’Aviazione Italiana, che rappresentano un orgoglio nazionale”, ha detto Vincenzo Arcobelli, ideatore dell’evento e rappresentante del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE).

L’Aeronautica Militare rappresenta un orgoglio nazionale e il suo contributo alla difesa del Paese e alla promozione dell’eccellenza italiana nell’ambito dell’aviazione è di fondamentale importanza per il nostro Paese. La celebrazione del centenario è un’occasione per ricordare il passato e guardare al futuro con la consapevolezza che l’Italia e gli italiani possono continuare a contribuire in modo significativo allo sviluppo dell’aviazione e della difesa del Paese.

Presentato a Washington l’ultimo film di Tony Lo Bianco, portavoce dell’Order Sons and Daughters of Italy in America

AMERICHE di

L’Ambasciata d’Italia e il Middleburg Film Festival hanno organizzato a Washington una serata di celebrazione del successo della comunità italo-americana nella cinematografia, con un ricevimento e la proiezione del lungometraggio del produttore e regista Ray Romano “Somewhere in Queens”, commedia su una famiglia al centro della comunità italo-americana nel Queens a New York.

All’evento ha partecipato il protagonista Tony Lo Bianco, attore italoamericano figlio di immigrati siciliani, portavoce nazionale dell’Order Sons and Daughters of Italy in America.

Erano, inoltre, presenti Susan Koch (Direttore Esecutivo del Middleburg Film Festival) e Sheila C. Johnson (Fondatrice e Presidente del Middleburg Film Festival), oltreché i produttori Ron Yerxa e Albert Berger.

“Una storia semplice ma significativa, che mette in luce l’autenticità di una famiglia italo-americana” ha evidenziato l’Ambasciatrice Zappia in apertura dell’evento al Cafe Milano a Georgetown, nel cuore di Washington, seguito dalla proiezione all’AMC Theatre.

Una sessione di domande e risposte ha concluso l’anteprima.

La dieta mediterranea, ponte tra Italia e Stati Uniti

AMERICHE di

Il settore agroalimentare e la dieta mediterranea possono trovare opportunità significative negli Stati Uniti. A Roma, nella sala stampa della Camera dei deputati, si è svolta la presentazione delle attività del think tank Mediterranean Diet Roundtable, con la partecipazione di esponenti istituzionali e imprenditoriali, moderati dalla giornalista Cristina Del Tutto.

Tra gli italiani più attivi in questa area c’è Daniela Puglielli, residente dal 1995 negli Stati Uniti, fondatrice della Mediterranean Diet Roundtable: iniziativa mirata ad unire gli aspetti scientifici, culturali ed economici della dieta mediterranea, con particolare riferimento alle opportunità in America.

L’incontro ha permesso di fare il punto sulle opportunità per le imprese italiane legate alla dieta mediterranea, che possono trovare spazio in un mercato ampio e ricettivo come quello statunitense, anche grazie al lavoro di realtà come la Mediterranean Diet Roundtable. La promozione di stile di vita e abitudini alimentari tipicamente italiane è un modo per rafforzare ulteriormente legame e scambi tra Italia e Stati Uniti.

Il deputato Simone Billi, membro della Commissione Affari Esteri della Camera, eletto all’estero nella Ripartizione Europa, ha affermato: «Nelle città estere dove c’è una forte comunità italiana c’è anche la capacità di riconoscere la vera enogastronomia italiana e di contrastare il cosiddetto italian sounding».

Sono intervenuti, inoltre, Giusy Malcangi, Presidente Sapori mediterranei-Puglia Top Quality Associazione di Poduttori, il senatore Dario Damiani, membro della Commissione Bilancio del Senato, Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, Simonetta Pattuglia, curatrice dell’evento Food Wine & Co. e Direttrice del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media dell’Università Tor Vergata di Roma, Giuseppe Traversa, imprenditore pugliese e CEO della società Go Up, Fabio Casasoli, amministratore unico Fiera di Roma.

L’Impero su cui non tramonta mai il sole

La geopolitica dell’impero di Roma venne regolata da un criterio semplice ma efficace: divide et impera!

E il successo di tale formula fu così elevato che, nel corso dei secoli, tale pratica venne adottata da molte altre potenze che giocarono un ruolo fondamentale nella costruzione dell’ordine internazionale. Quindi non c’è da meravigliarsi se anche la Cina abbia fatta sua questa formula diplomatica, adeguandola alla sua visione pragmatica di sviluppo delle relazioni internazionali basata sulla formulazione di accordi bilaterali asimmetrici.

La diplomazia cinese, infatti, ha adottato lo stesso concetto sia nel campo delle relazioni internazionali di carattere collettivo, sia in quello delle relazioni con i singoli Stati, impostando una linea diplomatica che, nel primo caso, si propone come alternativa ai valori occidentali, ricalcandone le linee concettuali generali, mentre nel secondo caso, quando si tratta dei singoli Stati, tende a impostare un rapporto bilaterale dove il membro privilegiato del rapporto è la Cina stessa.

Se gli USA hanno dato vita al Summit for Democracy, la Cina presiede l’International Forum on Democracy: Shared Human Values; quando l’Occidente si riunisce a Davos per il World Economic Forum, Pechino mette in campo il suo China Development Forum e presiede la Boao Forum for Asia Annual Conference.

In pratica, la Cina propone una versione alternativa a ciò che viene ritenuto, a torto o a ragione, l’imposizione di un modello univoco, con l’intento di presentare la propria visione di un ordine internazionale che propone valori morali e culturali simili a quelli occidentali, ma declinati in modo differente.

Tale innovazione concettuale sembra suscitare interesse anche in alcuni Paesi della Vecchia Europa, soprattutto quelli, come la Spagna, il cui retaggio storico li indirizza a sviluppare i propri interessi secondo una visione legata più verso il Nuovo Mondo che nella direzione del fronte orientale.

Ed è proprio da questo Paese che riparte l’azione cinese volta a rinforzare la politica del bilateralismo delle relazioni che ha come obiettivo l’Europa.

Infatti, il Primo Ministro spagnolo, Pedro Sànchez è il primo leader occidentale che ha ricevuto un invito per un incontro da Xi Jinping dopo il vertice di Mosca di quest’ultimo con, il quasi alleato, Putin.

I motivi alla base dell’incontro sono principalmente due, uno formale, quello di sottolineare il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatico ispano cinesi al fine di rilanciare e rafforzare i rapporti economico finanziari tra i due Paesi, già evidenziato con la partecipazione spagnola alla recente edizione del Boao Forum, e un altro, molto più sostanziale, che guarda con interesse al prossimo ruolo che la Spagna ricoprirà in luglio, quando assumerà il turno di presidenza dell’Unione Europea.

Su quest’ultimo fattore sono puntati gli interessi di Pechino in quanto Madrid è l’unico membro della NATO e dell’Unione Europea che abbia, seppure con delle riserve, considerato con favore la proposta cinese per la soluzione della crisi ucraina. Inoltre, anche se parte attiva dell’Alleanza e dell’Unione Madrid vive, comunque, l’esperienza del confronto con l’Orso Russo ovattata dalla sua condizione di retrovie strategiche lontane e, quindi, nella considerazione di Pechino potrebbe rappresentare un elemento su cui fare leva per supportare la visione di una Cina neutrale, equidistante e desiderosa di risolvere la crisi ucraina.

L’applicazione del citato concetto del divide et impera è, quantomai, attuale se consideriamo la non casualità della linea cinese che, oltre al ruolo che la Spagna è in procinto di assumere, combina altre due considerazioni importanti: la prima è la posizione particolare di Madrid che rappresenta l’ala geografica della NATO e dell’Unione che sta perdendo terreno a favore di un baricentro sempre più orientato all’area baltico-orientale; la seconda è la vocazione secolare che lega e attrae gli interessi spagnoli verso il loro vecchio impero nelle America Centro Meridionale e nel Pacifico.

In quest’area geografica la penetrazione diplomatica cinese ha già iniziato a conseguire diversi successi di rilievo, con il corteggiamento del Brasile nell’ambito dell’impulso dato al partenariato del BRIC, riorientando il supporto diplomatico di alcuni Paesi a suo favore nella disputa con Taiwan (l’Honduras è l’ultima recente dimostrazione dell’efficacia dell’azione di Pechino), oltre all’attrazione che il nuovo modello di ordine mondiale esercita su Stati di non cristallina impronta democratica. La possibilità di sfruttare positivamente la valenza un protagonista fondamentale nelle relazioni con quella parte dell’Emisfero Sud come Madrid, amplierebbe le chances di successo di Pechino nel suo programma di estensione globale della sua influenza anche nell’America del Sud.

Un ultimo criterio da considerare per comprendere la via cinese della diplomazia nei confronti dei barbari europei (che è la denominazione usata da secoli dalla Cina nel definire quelli che non sono figli del cielo come loro) e che indica quanto poco elevata sia la considerazione politica di cui gode la nostra Unione Europea a Pechino, è quello che deriva dall’attenzione rivolta ai vertici europei, che sono ammessi ai meeting con la Cina solo se accompagnati dai rappresentanti di Paesi considerati come interlocutori autorevoli.

In quest’ottica vanno interpretate sia le visita che il Presidente Macron effettuerà ad aprile in Cina, sia quella effettuata dal Cancelliere Scholz nello scorso fine anno, alle quali sono stati ammessi, nel primo caso la Presidente della Commissione Europea (che questa volta potrà contare su un posto a tavola seduta)e nel secondo caso il Presidente del Consiglio Europeo.

La considerazione che viene riservata a Francia e a Germania da Pechino non consiste però nella riconosciuta egemonia alla guida dell’Unione, come i due Paesi ancora si illudono di avere, ma probabilmente risiede nella loro importanza ai fini economico-commerciali che il binomio può avere per gli interessi della Cina ai fini di un’affermazione nel cuore economico del continente. E il fatto che questi due Paesi effettuino le visite accompagnando, di fatto, i vertici dell’Unione, sottolinea la scarsa considerazione che Pechino ha dell’Unione Europea, vista non come una organizzazione autonoma e comunitaria interprete di un sentimento condiviso di valori e cultura, ma considerata alla stregua di un’appendice locale e di contorno alle due economie principali.

Questa interpretazione assume maggior peso se si considera che l’invito ricevuto da Madrid non implica anche l’aggiunta di un qualsiasi rappresentante dell’Unione e che, dall’altra parte Sànchez si è ben guardato dal coinvolgere la stessa Unione per l’evento.

La Spagna è vista da Pechino come un interlocutore, sì utile in un contesto europeo di cui fa parte marginalmente, ma principalmente favorevole a supportare la politica verso l’America del Sud. Quindi niente connessioni con l’Unione Europea nella visita di Stato.

La Cina, come detto inizialmente, ha dato nuova vita al principio del divide et impera di latina memoria, dimostrando di essere una grande Potenza Planetaria, le cui ambizioni non sono quelle di costruire un impero territoriale come in Occidente siamo siano soliti considerare, abbinando al concetto di imperium il dominio fisico e materiale di una regione. L’impero di Pechino è un impero basato sullo sviluppo di relazioni commerciali, economiche e finanziarie bilaterali e asimmetriche dove l’interesse cinese si combina, da una posizione di forza, con quello del partner di turno e dove, però, le regole del gioco sono quelle dettate da Pechino.

Considerando la proattività del leader cinese e il progredire della espansione dell’influenza che la Cina sta proiettando nel contesto geopolitico globale Xi Jinping potrà con orgoglio affermare al prossimo Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese che la sua illuminata presidenza ha donato alla Cina un impero su cui non tramonta mai il sole!!!!

Ai nastri di partenza Confassociazioni Canada. L’Avvocato Paolo Quattrocchi nominato Presidente

AMERICHE di

Il 29 marzo, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Confassociazioni Canada, la nuova branch estera della confederazione nazionale che rappresenta 740 organizzazioni in rappresentanza di oltre un milione e 260mila professionisti e più di 213mila imprese. La delegazione canadese di Confassociazioni ha l’obiettivo di rafforzare le relazioni tra Italia e Canada attraverso la collaborazione con le istituzioni italo-canadesi operanti in ambito commerciale, produttivo e culturale.

Alla conferenza stampa, moderata dal Direttore di Radio Parlamentare, Cristina Del Tutto, hanno partecipato: On. Simone Billi, deputato e componente della Commissione Permanente III Affari Esteri, Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, Gianni Lattanzio, presidente di Confassociazioni International, Carmelo Cutuli, vicepresidente di Confassociazioni International con delega ai rapporti con il Nordamerica e l’Oceania, Stefano Potorti, presidente di Confassociazioni UK e consigliere delegato per il coordinamento delle strutture internazionali, e infine Paolo Quattrocchi, presidente di Confassociazioni Canada.

Il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, ha dichiarato che l’aggiunta del Canada alla lista delle rappresentanze estere è un passo importante per l’organizzazione, che è già presente nel Regno Unito, negli Emirati Arabi Uniti e in Spagna. Le relazioni tra l’Italia ed il Canada sono sempre state molto strette e vantaggiose per entrambi i paesi, e Confassociazioni Canada intende svolgere un ruolo importante nel rafforzare ulteriormente le eccellenti relazioni tra i due paesi.

Il presidente di Confassociazioni Canada, Paolo Quattrocchi, ha sottolineato che il Canada rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane in diversi settori, tra cui il food and beverages, i settori manifatturiero, minerario ed energia, infrastrutture, alta tecnologia, ricerca scientifica e cultura. La nuova branch di Confassociazioni intende lavorare insieme con tutto il sistema già attivo nelle relazioni Italia-Canada per rafforzare il sistema associativo e ampliare la platea degli operatori, italiani e canadesi, che intendono impegnarsi nei reciproci mercati.

Stefano Potortī, presidente di Confassociazioni UK e consigliere delegato del presidente Deiana per le strutture internazionali, ha dichiarato che Confassociazioni UK è pronta a collaborare attivamente con Confassociazioni Canada, condividendo conoscenze e best practice per potenziare ulteriormente il sistema associativo a livello internazionale.

Gianni Lattanzio, presidente di Confassociazioni International, ha sottolineato che la presenza di una comunità italiana ben radicata sul territorio canadese può costituire un presupposto operativo per valorizzare la tradizione culturale italiana ed il nostro Made in Italy.

“Confassociazioni Canada – ha dichiarato il Vicepresidente di Confassociazioni International con delega per il Nord America e l’Oceania, Carmelo Cutuli, rappresenta un importante momento per l’affermazione del sistema associativo italo-canadese, con la creazione di nuovi spazi di collaborazione e di scambio, economico e culturale, tra le due nazioni. Confassociazioni si contraddistingue, da sempre, per il suo impegno nel creare reti fortemente collaborative e competenti, offrendo l’opportunità ai propri associati di guardare il globo a 360 gradi eliminando le distanze geografiche e ampliando le opportunità d’interazione.”

Il Dragone cambia pelle. L’evoluzione della politica estera di Pechino

 

Durante i giorni scorsi il Presidente russo Putin ha ospitato a Mosca il leader cinese Xi Jinping in visita ufficiale per una tre giorni di incontri diplomatico – politici.

Il vertice russo-cinese si è concluso con la pubblicazione di un documento congiunto nel quale sono stati ribaditi i parametri concettuali della convergenza delle posizioni geostrategiche dei due Paesi: la conferma dell’asse ideologico Mosca – Pechino quale alternativa al dominio USA, il supporto non condizionato alla Russia per l’Ucraina, la volontà di attrarre il Global SUD nella sfera di influenza russo-cinese e il consolidamento di una partnership economico finanziaria sino-russa in grado di bilanciare e annullare gli effetti del sistema occidentale delle sanzioni.

Indubbiamente, il profilo programmatico che deriva dalla formulazione di un tale documento rappresenta un elemento di estremo interesse per le conseguenze che investono lo sviluppo dello scenario internazionale, ma non risulta essere l’evento fondamentale che ha conferito un’estrema valenza geopolitica al vertice di Mosca.

Il fattore critico e di gran lunga più interessante per il prossimo futuro è risultato essere la conferma del ruolo che Pechino ha deciso di svolgere a livello internazionale con la presentazione della proposta di soluzione della crisi ucraina, che la Cina ha elaborato e discusso con il partner russo.

Anche se il documento era stato annunciato antecedentemente al meeting di Mosca, la sua presentazione durante l’incontro tra Putin e Xi conferisce un aspetto formale all’iniziativa di Pechino che si propone, non solo, come potenza neutrale interessata alla soluzione del conflitto, ma come grande potenza disposta a ricoprire il ruolo da protagonista nella gestione dell’ordine mondiale.

A sostegno di tale tesi deve essere intesa la dichiarazione di Xi di voler nei prossimi giorni contattare Zelensky per sondare la disponibilità dell’Ucraina a discutere la proposta cinese.

Questo cambiamento dell’orientamento della politica estera di Pechino risulta essere l’elemento di massima importanza che il vertice ha evidenziato, confermando che il successo del riavvicinamento diplomatico tra Arabia Saudita e Iran, conclusosi attraverso l’opera mediatrice della Cina, non ha rappresentato un’azione circoscritta nell’ambito di uno scenario locale, ma ha costituito il primo passo della nuova linea politica di Pechino.

Dopo la conferma della sua leadership interna con l’approvazione di un terzo mandato, il rafforzamento della cerchia di alleati fedeli con nuove nomine negli incarichi cardine del sistema politico, il superamento indenne delle critiche all’opzione Zero-Covid, adesso Xi Jinping ha intrapreso un nuovo step per condurre la Cina a imporre il proprio concetto di ordine internazionale e conquistare quel ruolo di egemonia mondiale che appartiene al DNA cinese da secoli.

Abbandonando la visione di Deng che rifiutava il coinvolgimento diretto nel contesto geostrategico mondiale, Xi ha dato inizio al nuovo corso della politica estera cinese.

Per poter consolidare la sua posizione in un tale contesto la partnership con la Russia – partnership e non alleanza, questo deve essere chiaro – risulta essere fondamentale per una serie di motivi di immediata comprensione. Innanzi tutto, questa amicizia senza limiti permette alla Cina di non dover distogliere parte delle sue risorse per fronteggiare un Paese ostile lungo le sue estese frontiere settentrionali. Successivamente, l’Orso Russo, agendo come lo spauracchio in una rinnovata Guerra Fredda, fantasticata e ardentemente rivissuta dall’Europa orientale e baltica, calamita l’attenzione di una NATO e di una Unione Europea sempre più a trazione orientale, focalizzandoli su uno scenario, oramai, di secondaria importanza, che li priva di una visione strategica globale e li costringe a concentrare le loro risorse nel punto sbagliato. Ultimo elemento di interesse, ma non meno importante, risulta essere la possibilità di usufruire delle enormi risorse naturali che la Russia possiede e che la Cina non ha, che consentirebbero a Pechino di disporre di un ulteriore vantaggio per supportare il processo di sviluppo interno.

L’elemento critico fondamentale della visione cinese nel sostenere il processo di costituzione di un ordine mondiale, alternativo a quella che viene percepita come un’egemonia occidentale, rappresenta un paradigma concettuale e ideologico certamente non originale, che, inizialmente, si è sviluppato attraverso gli schemi della contrapposizione di opposte teorie politiche basate, principalmente, sulla identificazione di sistemi economico finanziari differenti (capitalismo e socialismo).

Tale paradigma, persa questa sua connotazione ideologica, si è, quindi, trasformato in una lotta manichea tra il Bene e il Male, rappresentati dai sostenitori del sistema democratico opposto a quelli che perseguono una impostazione autoritaria.

Questa visione tipicamente occidentale si è sublimata nella narrativa che ha contraddistinto, dall’inizio, l’ultima e più attuale fase della crisi ucraina: l’Ucraina è l’ultimo baluardo della democrazia e della libertà dell’Occidente contro la barbarie autocratica che viene da oriente.

La miopia che contraddistingue questa visione geopolitica è stata usata dalla Cina per costruire la sua narrative a supporto della necessità di un nuovo ordine.

Senza dover inventare nulla ha ripreso i concetti culturali sviluppati dall’Occidente (pace, collaborazione, libero sviluppo della tecnologia a favore di tutti, benessere sociale, ruolo fondamentale delle Istituzioni Internazionali), li ha integrati con la propria visione (i concetti di democrazia e di libertà individuali non sono univoci, devono essere adattati alla realtà culturale dei vari Paesi, non ingerenza nelle tematiche interne degli Stati), li ha mischiati per bene e ha servito la propria mano, proponendo un nuovo ordine multipolare, democratico, pacifico dove le alleanze lasciano il posto alla collaborazione tra Stati, dove il Global Sud sia protagonista e non più terra di conquista e dove, soprattutto, la Cina sia la potenza dominante ed equilibratrice dell’intero sistema!

In linea di principio il discorso non fa una grinza in quanto usa e ripropone i valori culturali cari all’Occidente, anche se la loro declinazione è leggermente differente. Insiste sui principi geopolitici condivisi dall’Occidente e sulla preminenza delle Istituzioni da noi create. Fa riferimento a una pace cosmica e una collaborazione disinteressata.

Ma in realtà propone un sistema completamente differente, dove i valori culturali e i principi liberali sono stravolti a beneficio di un’organizzazione di relazioni internazionali non più guidate e sorrette da concetti universali e applicabili indistintamente al genere umano, ma adattate ai singoli casi a seconda della convenienza dello Stato.

E la Cina non ha fatto mistero di questa sua interpretazione, anzi, non ha perso occasione per propagandarla e dichiararla con documenti pubblici: la dichiarazione congiunta prima delle Olimpiadi a febbraio dello scorso anno, il documento di condanna degli Stati Uniti emanato dal Ministero degli Esteri cinese di inizio anno e adesso la dichiarazione finale del meeting appena concluso.

Tutto questo in aggiunta alla crescente proattività a tutto campo che ha contraddistinto la Cina negli ultimi anni con iniziative diplomatico-economico-finanziarie in Medio Oriente, in Africa, nel Pacifico.

Insomma, non si tratta di una operazione segreta volta a svelare all’improvviso un complotto teso a sovvertire l’ordine mondiale, ma una scelta programmatica precisa, chiara e pubblicizzata senza riserve e senza peli sulla lingua.

Ma questo non basta per un Occidente sempre più incapace di guardare al di là di un orizzonte limitato e senza profondità. Un Occidente che continua a giocare a Risiko invece di comprendere che il mondo è definitivamente cambiato, dove le regole che noi vogliamo usare non sono più accettate e condivise dagli altri, dove ancora pensiamo e ragioniamo in termini di interesse privato e nazionale, illudendoci che il Vecchio Continente sia ancora il centro del mondo.

Il sistema USA sta disperatamente cercando di tracciare una rotta da dare alla propria geopolitica, barcollando nell’illusione utopica di poter sanzionare il mondo intero, qualora questo non condivida la sua visione.

L’Europa bluffa con se stessa illudendosi di essere un modello di virtù e di valori da imitare a occhi chiusi, senza rendersi conto che ancora si rifà a un sistema di relazioni internazionali che risalgono a un concetto che ormai appartiene al passato, accanendosi nel sostenere un sistema che privilegia gli interessi delle singole nazioni a scapito di una unione europea reale e coesa.

Se non fosse estremamente pericoloso per il nostro futuro assetto nel contesto internazionale, sarebbe perfino ridicolo l’atteggiamento di paesi come la Francia e Germania, che ancora ritengono di potersi contendere la guida di un continente, o come il Regno Unito che, una volta svincolatosi dalla zavorra dell’Unione Europea, credeva di essere diventato di nuovo l’Impero Britannico.

L’Occidente, insomma, sta illudendo sé stesso, precipitato in un conflitto che non sa come fermare e che lo sta danneggiando sempre di più, travolto da una retorica che fa riferimento a un mondo scomparso (non ci darà una nuova Norimberga perché non ci sarà una resa senza condizioni), ma non è capace di fermarsi e di guardare al futuro con lucidità.

La Cina ci ha battuto sul tempo proponendosi come la Grande Potenza che dirime i conflitti, assicura la prosperità e garantisce l’ordine mondiale. Purtroppo, l’Occidente nella sua presunzione si ostina a non volerlo capire!

 

 

 

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Maurizio Iacono
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