GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Nasce Pontesullostrettonews.it, al Senato la presentazione della testata giornalistica che

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Roma, 7 giugno – Si terrà oggi, mercoledì 7 giugno, alle ore 16.00 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica la presentazione della testata giornalistica Pontesullostrettonews.it. Il giornale si propone di offrire un’informazione completa e oggettiva sulla realizzazione dell’opera, contrastando le fake news e il tifo di parte.

Pontesullostrettonews.it fornirà quotidianamente spazio al dibattito con interviste, opinioni, interventi di esperti e tecnici, informazioni di servizio, video e approfondimenti, con l’obiettivo di essere una “sentinella” sulla realizzazione dell’opera. Le notizie saranno supportate da un Comitato Tecnico Editoriale di altissimo livello e con funzioni di garanzia del lettore, presieduto dal professor Enzo Siviero e composto da docenti universitari, professionisti ed esperti di trasporti e infrastrutture. Il giornale non chiederà né riceverà finanziamenti pubblici o pubblicità istituzionali.

Alla presentazione interverranno il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, la senatrice Tilde Minasi (capogruppo Lega 8° Commissione Permanente), il professor Enzo Siviero (Rettore Università e-Campus), il giornalista e segretario generale della Figec Cisal Carlo Parisi, il direttore responsabile del pontesullostrettonews.it Davide Gambale e l’ingegner Peppe Palamara, direttore editoriale del giornale e coordinatore del CTE.

Pontesullostrettonews.it si impegna a fornire un’informazione completa e obiettiva sulla realizzazione dell’opera, contrastando le fake news e il tifo di parte. Il Comitato Tecnico Editoriale di garanzia, composto da esperti di alto livello, garantirà la qualità e l’oggettività dell’informazione fornita dal giornale.

La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta sui canali media del Senato della Repubblica.

Il siciliano Gaetano Papa è il nuovo Presidente di Shelterbox Italia

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Nel corso dell’ultima l’assemblea di ShelterBox Italia, è stato eletto il nuovo presidente della sezione italiana. Il siciliano Gaetano Papa ha assunto la carica di presidente, succedendo alla presidenza di Maria Cristina Motta.

ShelterBox è un’organizzazione internazionale che si occupa di fornire aiuti d’emergenza a coloro che hanno perso tutto a causa di disastri naturali o guerre. La missione dell’organizzazione è quella di fornire un aiuto immediato e concreto per soddisfare i bisogni primari delle persone colpite da una tragedia.
Gaetano Papa ha un curriculum rotaractiano/rotariano di quasi 40 anni di affiliazione. È un ex arbitro di calcio e un dirigente provinciale della FIGC-L-ND di Siracusa. Inoltre, è il Past President del Rotary Club Siracusa Monti Climiti.

Il neo-presidente ha dichiarato che ripartirà dalle fondamenta costruite dai suoi predecessori e che svilupperà una rete solidale in tutto il territorio nazionale attraverso iniziative locali da sfruttare per raccontare ShelterBox a chi non la conosce.
Papa ha affermato, inoltre, che ripartirà dalla vicinanza di tutte le organizzazioni Rotary che sono sempre state sensibili a tendere una mano nel momento del bisogno, sottolineando che si partirà proprio da questo entusiasmo solidale per raccontare ShelterBox Italia a tutti coloro che possono affiancare e supportare la causa.

In particolare saranno coinvolgte le aziende di ogni settore merceologico a cui si chiederà supporto in donazioni in cambio di azioni di co-marketing utili a dare grande visibilità all’operato di ShelterBox ma anche a garantire lustro al grande cuore di chi la supporterà.

Eureca: forum sul Natale con Don Paglia, Brunetta ed o sindaci di Cortina e Sorrento

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Sara’ certamente un Natale difficile, molto diverso dal solito, ma forse proprio per questo le regole che dovremo rispettare e le rinunce che dovremo accettare costringeranno tutti a riflettere a fondo sul significato e l’importanza di questa festa.
E’ da questa considerazione che nasce l’iniziativa di EURECA, Idee per l’Italia e l’Europa, per affrontare questo tema sotto aspetti e con interlocutori diversi per cultura e competenze professionali.
‘Che Natale sarà: per i cattolici, le famiglie, il turismo e l’economia’, questo titolo e sottotitolo dell’evento in programma on line martedi’ prossimo alle 17.  Diversi i partecipanti.
L’arcivescovo Vincenzo Paglia, oltre a ricordare il significato di questa ricorrenza religiosa, farà il punto sui provvedimenti anticovid assunti anche per le funzioni religiose e esprimerà’ la sua opinione sulla proposta, finalizzata a scongiurare assembramenti e avanzata in alcuni ambienti politici, di anticipare di qualche ora la nascita di Gesù.
I sindaci di Cortina d’Ampezzo Gianpietro Ghedina, e di Sorrento, Massimo Coppola spiegheranno invece come queste due importanti località turistiche si preparano ad affrontare un periodo di festa che vede albergatori, ristoratori, commercianti e tutte le persone impiegate nel settore sciistico costretti a rinunciare a gran parte dei loro guadagni, vuoi per la chiusura totale di alcune di queste attività, vuoi per la forte limitazione di altre e infine per il divieto di passare da una regione all’altra. Provvedimenti sui quali discuteranno e si confronteranno Andrea Romano, esponente del Partito Democratico e Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia.
Inevitabile che si parli anche del sostegno in Parlamento dato pochi giorni da tutto il centrodestra nel voto sullo scostamento di bilancio. Rappresenta un’eccezione o, sia pure con responsabilità’ e ruoli diversi, apre la strada a una collaborazione tra maggioranza e opposizione?
E questo quali effetti politici potrebbe avere nel proseguo della legislatura? Domande inevitabili e che Angelo Polimeno Bottai, presidente di Eureca e vicedirettore del Tg1, metterà’ sul tavolo della discussione.
Il webinar, che come sempre si avvarrà della coordinamento tecnico di Claudio Verzola, sara’  visibile in diretta su assoeureca.eu e su radioradicale.it.

“Operare Embedded e comunicare in operazioni Dual Use dell’Esercito”. Giunge alla 6^ edizione il corso per giornalisti ed operatori civili in contesti instabili.

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Giornalisti alle prese con l’addestramento NBCR

In molte occasioni, su varie riviste – e ovviamente anche su questa – si è parlato varie volte delle attività che il Centro Studi Roma3000 e la sua European Safaety Academy, entrambi diretti dal giornalista Alessandro Conte, svolgono ed hanno svolto in favore dei cronisti impegnati in aree di crisi.

Negli anni, inoltre, la formazione si è estesa anche ad altre figure che, per vari motivi, sono chiamate ad operare in contesti instabili e dove una formazione tecnica, culturale e pratica sono indispensabili.

Il noto corso “Operare Embedded in aree di crisi“, giunto ormai alla sua 6a edizione, quest’anno farà infatti il focus proprio sulle attività degli operatori umanitari e, ovviamente, dei reporter. Quest’anno, però ‒ stante l’ampliamento delle competenze delle Forze Armate e dell’Esercito in particolare – anche il corso si è perfezionato, e si è in parte modificato, con le opportune integrazioni, sul nuovo modello “Dual Use”.

Ecco allora che il titolo dell’attività formativa è diventato, per l’esattezza, “Operare Embedded e comunicare in operazioni Dual Use dell’Esercito”. Scopo dell’iter formativo è dotare i partecipanti della consapevolezza e degli strumenti per prevenire le situazioni di rischio e per conoscere le modalità per operare in maniera coordinata con l’Esercito nelle operazioni Dual Use, sia in territorio nazionale che nei teatri internazionali.

L’iniziativa verrà organizzata a L’Aquila, presso il 9° Reggimento Alpini, in collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa e lo Stato Maggiore dell’Esercito.

Nata dall’esperienza del Centro Studi Roma 3000 e dei suoi collaboratori, la European Safety Academy è nata proprio con l’obiettivo di promuovere la sicurezza sul lavoro di chi opera in aree di crisi o instabili, come i reporter, gli operatori della comunicazione, i volontari delle ONG, i tecnici specializzati che operano su impianti in zone pericolose.

L’obiettivo dell’Academy è quello di  promuovere la cultura della sicurezza degli operatori civili che devono operare in aree instabili, sensibilizzare queste

Un esempio di Reporter embedded, all’opera in area di crisi

categorie di personale a valutare con maggiore attenzione i possibili pericoli. L’attività formativa proposta dall’European Safaety Academy si completa di norma anche con lo studio di dossier informativi sulle aree interessate, attraverso valutazioni di rischio delle attività in corso in quei luoghi, ed assicurando una formazione specifica del personale.

Il corso di cui parliamo stavoltariservato a giornalisti e operatori civili delle organizzazioni di volontariato e soccorso ‒ si sostanzia di tre giorni di esercitazioni ed erogazione di contenuti, volti ad aumentare la percezione del pericolo ed a prevenire situazioni di potenziale criticità, riconoscendole, ed acquisendo la capacità di muoversi al fianco dell’Esercito, anche nelle nuove operazioni “Dual Use”.

Caratteristica del corso, inoltre, è proprio la prevalenza degli insegnamenti pratici rispetto a quelli teorici, nella convinzione che soltanto sperimentando si possa comprendere e valutare concretamente le opportunità ed i limiti dell’operare embedded a seguito della Forza Armata.

Nel corso delle giornate di formazione, i corsisti potranno confrontarsi con l’esperienza maturata da professionisti con una rilevante esperienza operativa: gli addetti alla pubblica informazione della Difesa e gli alpini della Taurinense, già impegnati attivamente in Afghanistan e in molti altri teatri operativi nazionali e internazionali

Il cronista , in missione, deve imparare a muoversi con le Forze Armate che operano sul territorio

L’opportunità di operare al fianco delle Forze Armate impegnate nelle aree di crisi rende necessaria la conoscenza di regole e modi operativi specifici. Il corso si prefigge l’obiettivo di indicare le modalità migliori per realizzare servizi giornalistici in aree di crisi, interagire nel modo più corretto con le Forze Armate impiegate nel teatro di riferimento, confrontandosi concretamente con le difficoltà logistico-operative connaturate alle operazioni in corso: sono previsti anche insegnamenti in materia di NBCR, sul movimento dei mezzi operativi, sugli esplosivi.

Tra i docenti, oltre ad Alessandro Conte ed ai docenti militari, saranno presenti Gian Micalessin (reporter de “Il Giornale” in zone di guerra giornalista e scrittore, esperto di geopolitica e di attività in zone di crisi), Pierpaolo Cito (fotoreporter di fama internazionale da anni presente sui fronti internazionali più caldi), e Monia Savioli (giornalista professionista e ufficiale della Riserva Selezionata dell’Esercito).

Al termine del corso i partecipanti potranno aderire ad un tirocinio curriculare di 3 mesi nell’ambito di una attività di supporto umanitario internazionale, organizzata dal Centro Studi Roma 3000, che si concluderà con la consegna di beni materiali nel Libano del Sud.

Il corso è a numero chiuso e per partecipare si deve inviare la propria candidatura entro il 15 giugno 2019 all’indirizzo email formazione@roma3000.it

Maggiori informazioni su costi e modalità sono reperibili sul sito http://www.europeansafetyacademy.it/corso-operare-embedded-in-aree-di-crisi/

La Corea del Nord e la legge di attrazione.

La bandiera del Partito dei Lavoratori di Corea, che raffigura l’emblema dell’ideologia “Juche”, ossia del socialismo nordcoreano (falce, martello e, in rappresentanza degli intellettuali, pennello calligrafico). Fonte Wikipedia

Adesso non prendetemi per pazzo. Il titolo è bizzarro, non solo per motivi di marketing o di SEO. Chi di Voi lettori ha mai sentito parlare della legge di attrazione? Ma sì dai, quella teoria bizzarra d’oltreoceano, diffusa inizialmente attraverso il libro “The Secret” (a cui poi sono seguiti una serie di “successi” editoriali), secondo cui se pensiamo intensamente e con fiducia ad una cosa, sia essa positiva o negativa si avvererà: praticamente se si pensa a ad un obiettivo personale, o ad una nostra paura, queste si materializzeranno. Se pensiamo ad una persona probabilmente la incontreremo o ci telefonerà. Ecco. Qualche volta, lo confesso, ho “applicato” la legge di attrazione e quello che avevo pensato si è verificato. Non voglio venderVi libri o teorie e non sono un coach o un motivatore. Ma erano diversi giorni – lo giuro! – che pensavo alla Corea del Nord. Ero scettico ma mi sto ricredendo.

È un argomento che mi ha sempre appassionato, per carità. Ma da diversi giorni guardavo documentari e leggevo notizie su quel Paese, sia in relazione alle normali nozioni che su di esso sono diffuse, sia alle trattative con gli USA che sembrerebbero in stallo. Molti penseranno che mi sono limitato a rinverdire le mie conoscenze a seguito del discorso di Capodanno da parte di Kim Jong-Un.

No, non è vero. Ci pensavo da prima. Ho controllato la mia cronologia internet ed è chiaro che la legge di attrazione ha funzionato. Per esempio: ho guardato sia su Sky che su Youtube (ovviamente in lingua originale) il lungo documentario del giornalista Michael Palin della BBC. Dopo pochi giorni, il 24 dicembre, una Corte statunitense ha condannato la Corea del Nord ad un risarcimento stratosferico per la morte del giovane studente 22enne Otto Warmbier, che – punito con 15 anni di lavori forzati per aver rubato un manifesto politico nell’area riservata di un hotel per turisti di Pyongyang – era ritornato a casa in coma dopo meno di un anno e mezzo di detenzione. La vicenda ormai è solo relativamente recente. Probabilmente i nordcoreani non avrebbero voluto farlo morire lì da loro (ed è strano che il giovane sia morto in seguito a torture o maltrattamenti, perché tutti i prigionieri stranieri pare vengano trattati molto bene, in qualità di merce di scambio per richieste di natura diplomatica nei confronti degli Stati di appartenenza). Ovviamente non esistono strumenti giuridici per costringere la Corea del Nord a pagare. E non credo che la DPRK impugnerà la decisione… La precisazione sull’albergo per turisti a Pyongyang è che, secondo alcuni siti internet, esistono solo pochi hotel riservati agli stranieri ed in alcuni di essi non esisterebbe il terzo o il quinto piano: vale a dire, secondo alcuni siti (di cui non escluderei comunque la matrice esageratamente complottista) un piano dell’hotel sarebbe destinato a spiare gli ospiti dell’albergo. Ecco come il giovane Warmbier sarebbe incappato nelle maglie della draconiana giustizia nordcoreana: entrando nel piano interdetto agli ospiti e trafugando, probabilmente per gioco, un manifesto di propaganda. Peccato fosse stato filmato ed arrestato all’aeroporto proprio il giorno della sua partenza verso gli States.

Successivamente, dopo qualche giorno, ho guardato i documentari sudcoreani di “Asian Boss”, in cui si intervistano alcuni disertori – o meglio defectors –  che sono scappati dal Nord per trovare rifugio al Sud, via Cina. Ebbene, dopo qualche giorno ecco il discorso di Kim Jong-Un, che ricorda agli Stati Uniti di limitare le sanzioni, salvo sospendere il processo di denuclearizzazione. Altra conferma della legge di attrazione. Ho cominciato a dare di nuovo un’occhiata in rete e mi era venuto in mente un vecchio gloriosissimo post del nostro ex Ministro degli Esteri Alfano, in cui si annunciava l’allontanamento dell’ambasciatore nordcoreano a Roma, Mun Jong-nam, come “persona non grata” (non gradita, nel senso latino del termine), in segno di protesta per i lanci missilistici del regime di Kim, peraltro sanzionati oltre che dall’ONU anche dall’UE (su European Affairs ne avevamo parlato qui).

Era un po’ che non cercavo informazioni su via dell’Esperanto, sede dell’ambasciata a Roma. Ed

L’ambasciata della DPRK in Italia, in via Esperanto 26 a Roma, secondo Google Street View.

effettivamente le informazioni sono sempre state molto poche, anche prima di tutti questi eventi. Esistono dei siti internet che diffondono i dati sulle ambasciate e sugli uffici consolari: ma sulla rappresentanza diplomatica della DPRK si trova sempre poco o nulla. Sull’ambasciatore, e anche sulla vicenda del suo allontanamento, esistono alcuni post sul sito internet della sezione italiana della KFA, l’associazione dell’amicizia della Corea del Nord. Per inciso, la KFA è un’associazione fondata da Alejandro Cao de Benós, che è un attivista spagnolo, anche cittadino nordcoreano, incaricato della DPRK per i rapporti con l’occidente. La KFA, apprendiamo dal suo sito, consente ai soci di viaggiare in Corea del Nord, in qualità di ospiti graditi, lungo degli itinerari che normalmente non sono aperti ai comuni turisti, nonché di partecipare a diverse iniziative culturali pro-DPRK. E in questo non c’è assolutamente nulla di male. Anzi. I viaggi per turisti (e per giornalisti) normalmente sono infatti sempre guidati ed organizzati.

Sembrerebbe, secondo alcuni documentari riportanti le dichiarazioni dei disertori, che in Corea del Nord anche i cittadini no

n godano del pieno diritto di circolazione all’interno del Paese. Pare che per spostarsi da una provincia all’altra o addirittura all’interno di una stessa provincia sia necessario un documento di autorizzazione. Ma questo è quanto raccontano i defectors. Ovviamente nulla è confermato, né smentito.

Mi sono sempre chiesto se l’ambasciatore partecipasse ai periodici incontri della diplomazia presente a Roma, agli auguri di Natale, alle feste nazionali dei singoli Paesi che normalmente sono oggetto di invito tra le comunità diplomatiche residenti in una Capitale. Non ho notizie certe, ma non credo che ciò sia avvenuto con frequenza. Altrimenti la cosa avrebbe destato anche un minimo scalpore. Da qualche parte, ieri, ho letto che l’ambasciatore non era completamente o del tutto accreditato Mi sembra strano perché dall’elenco delle rappresentanze diplomatiche straniere in Italia, reperibile qui sul sito del M. A. E. C. I., risulta anche l’ambasciata della DPRK.

A ora di pranzo, sempre di ieri, leggo un’agenzia in cui si dice che l’incaricato d’affari della Corea del Nord in Italia, il 48enne Jo Song-gil, che era di fatto il diplomatico di Pyongyang di rango più alto nella nostra penisola, ha disertato con tutta la sua famiglia. Ossia è scappato dalla sede diplomatica e non si sa dove sia, almeno dalla fine di novembre. Era rimasto l’unico diplomatico “operativo”, dopo l’allontanamento dell’ambasciatore. L’elemento eccezionale sembrerebbe proprio che l’incaricato d’affari fosse in Italia con la sua famiglia, cosa che – pare – non sia generalmente concessa ai diplomatici nordcoreani, proprio perché in caso di tradimento lascerebbero la propria famiglia in Patria. Molte fonti giornalistiche sostengono che in caso di tradimento o diserzione, il regime avvii dei procedimenti sanzionatori nei confronti dei familiari dei traditori. La possibilità concessa all’incaricato d’affari lascia presumere che questi fosse un soggetto di altissimo rango e di comprovata fedeltà al governo nordcoreano.

La bandiera della Repubblica Democratica Popolare di Corea (fonte Wikipedia)

Analogo episodio era occorso in Gran Bretagna, quando il vice ambasciatore, con la sua famiglia, aveva disertato e abbandonato la sua sede diplomatica.

Adesso sembrerebbe che il diplomatico accreditato in Italia, prossimo alla scadenza del suo mandato, abbia chiesto asilo politico in o ad una non meglio specificata nazione occidentale. Questo è quanto confermano fonti sudcoreane.

L’ambasciata della DPRK a Roma è sicuramente strategica, perché consente a qual Paese orientale di intrattenere relazioni diplomatiche oltre che con il Belpaese, anche con la FAO, l’IFAD ed il WFP, tutte agenzie ONU che si occupano di aiuti umanitari nel campo dell’agricoltura e dell’alimentazione. Alcune di esse hanno anche una rappresentanza in quel Paese. Purtroppo la Corea, negli scorsi anni, è stata colpita da numerose carestie che hanno in parte affamato la popolazione. A questo si aggiunge l’inevitabile arretratezza industriale dell’agricoltura nazionale che risente del regime sanzionatorio rivolto alla DPRK dalla comunità internazionale. Pertanto, le agenzie “alimentari” dell’ONU sono fondamentali.

La nostra Farnesina nega di essere a conoscenza di quanto abbia fatto o stia facendo il diplomatico. Non sappiamo se e quanto ci sia l’opera di una intelligence nostrana o straniera in tutto questo. Devo ammettere che non ho nemmeno idea di quali possano essere gli interessi italiani in Corea del Nord. L’Italia non ha una sua ambasciata a Pyongyang: le funzioni diplomatiche e consolari sono assolte dall’Ambasciata d’Italia a Seul, per cui gli Italiani in difficoltà in Corea del Nord possono rivolgersi all’Ambasciata svedese o alle altre ambasciate di stati dell’UE in DPRK (ad esempio quella Romena). L’unico modo di raggiungere la Corea del Nord è un volo da Pechino, da Shenyang o dalla russa Vladivostok. Il visto è obbligatorio per quasi tutti i Paesi del mondo (tranne per i cittadini di Singapore. Una volta erano esonerati dal visto anche quelli della Malesia, ma le relazioni diplomatiche tra i due Paesi si sono interrotte a seguito dell’assassinio del fratellastro di Kim Jong-Un, Kim Jong-Nam, avvenuto nel 2017 a Kuala Lampur in circostanze misteriose).

Di questa vicenda, che continuerò a monitorare, ho capito due cose: la prima è che il dossier Corea del Nord è tutt’altro che in via di risoluzione e che probabilmente gli USA non sono gli unici attori (unitamente alla Corea del Sud) nel processo di pacificazione e denuclearizzazione della penisola (mi piacerebbe molto dire riunificazione, ma sarebbe troppo), perché anche l’Europa (intesa come UE o come singoli Stati membri) presto potrebbe avere un suo ruolo.

La seconda cosa che ho capito, e che più di tutto mi stupisce, è che forse la legge di attrazione funziona davvero.

Radko Mladic ex generale bosniaco condannato all’ergastolo:l’Italia appoggia la decisione del tribunale.

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E’ stato condannato il 22 Novembre, dal tribunale penale internazionale dell’ Aja, Radko Mladic, ex generale ed ex Comandante dell’esercito serbo bosniaco durante la guerra in Bosnia tra il 1992/1995. Accusato proprio durante questo suo periodo di comando d’aver provocato un vero e proprio genocidio, è stato condannato in primo appello a dover scontare la massima pena prevista dal Paese: l’ ergastolo.

Una vittoria, dunque per le famiglie delle vittime della guerra, che hanno subito sin troppe violenze da un conflitto, probabilmente, ai loro occhi non del tutto comprensibile.

Anche la rappresentanza politica Italiana all’estero, ha tenuto ad essere presente ed esprimere la propria solidarietà nei confronti delle vittime; sostenendo l’attività del tribunale bosniaco, con la speranza che una tale sentenza possa dare sollievo alla popolazione oltre che speranza per un futuro migliore. L’Italia, anche a sostegno di questa speranza, si fa promotrice nell’annessione dei Balcani all’ U.E. : annessione significativa e solidale che potrebbe valere come nuova possibilità di scambio culturale/ sociale anche per la nostra Nazione.

Giornalista uccisa a Malta: l’OSCE e l’UE impegnati nei diritti umani, nella libertà di stampa e di espressione.

È stato comunicato ufficialmente oggi dall’OSCE che la 19esima conferenza sull’Open Journalism in Asia Centrale (che si terrà a Tashkent dal 17 al 19 ottobre), verrà presieduta dal Rappresentante dell’OSCE per la libertà di stampa, Harlem Désir, che ricopre questo incarico dal luglio scorso. La conferenza sull’Open journalism nell’Asia Centrale si tiene ogni anno e garantisce un form per la discussione di questioni relative alla libertà di espressione ed integrai

(fonte www.osce.org)

doveri istituzionali dell’OSCE nello specifico settore, ovviamente in territorio centroasiatico. Désir incontrerà nella circostanza alti funzionari degli Stati aderenti e rappresentanti della società civile e dei media per discutere, in particolare, dello stato della libertà di stampa in Uzbekistan ed in tutte le aree di competenza dell’OSCE. Ma oltre alla rappresentativa uzbeka, lo stato dell’arte in materia verrà discusso in questi due giorni da oltre 100 partecipanti, tra cui attori istituzionali, giornalisti ed accademici provenienti da Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan e Turkmenistan, con rappresentanti provenienti persino dalla Mongolia ed altri esperti internazionali. Il Rappresentante OSCE ha il compito di monitorare gli sviluppi della libertà di stampa e di espressione presso i 57 Stati membri dell’OSCE e di denunciare le violazioni in tali settori, indicando anche quali siano le prescrizioni dell’OSCE in materia. E proprio oggi, per esempio, ha chiesto alle autorità maltesi di indagare velocemente sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia, giornalista uccisa in questi giorni sull’isola. Nel formulare le sue condoglianze alla famiglia, Désir si è detto “profondamente scioccato ed offeso dall’omicidio” della giornalista, che ha definito “fiera, investigatrice e coraggiosa”, ed ha chiesto che tutto il mondo conosca chi ne ha cagionato la morte.

Daphne Caruana Galizia (fonte www.wikipedia.it)

La collega era infatti autrice su Malta Indipendent, e scriveva su un suo blog personale. È  morta questo lunedì (16 ottobre) pomeriggio in una macchina appena noleggiata, che è esplosa con lei a bordo: aveva denunciato di essere stata minacciata di morte due settimane prima. Già da febbraio – si legge in una nota dell’OSCE – l’ufficio del Rappresentante per la libertà di stampa aveva invitato le autorità maltesi a proteggere la giornalista e la libertà di stampa, in generale. È pur vero che lo stesso Rappresentante – cha ribadito come “silenziare i giornalisti uccidendoli sia un fatto inaccettabile” ha apprezzato sin da subito le indagini immediatamente avviate dagli inquirenti della polizia maltese ed ha ulteriormente espresso apprezzamento per il fatto che il Primo Ministro Muscat e le altre autorità abbiano immediatamente condannato l’attacco. Non esistono delle stime ufficiali e universalmente condivise sullo stato della libertà di stampa nel mondo. Annualmente l’organizzazione Reporters san frontières stila una classifica di 180 Paesi: quest’anno l’Italia si è classificata solamente al 52° posto. Ma come vengono compilati questi elenchi? Ce lo spiega in un suo articolo di aprile u. s. la giornalista de La Stampa Nadia Ferrigo. L’ONG per giornalisti invia ai suoi partners dei questionari da compilare in merito a  “pluralismo, indipendenza dei media, contesto e autocensura, legislatura, trasparenza, infrastrutture e abusi”. All’ultimo posto? Ovviamente la Corea del Nord, di cui abbiamo svariate volte esaltato le prodezze geopolitiche su questa rivista. Ma come mai l’Italia è in una zona quasi di pericolo? Parrebbe che i giornalisti si sentano in parte minacciati dalla pressioni politiche, ed optino talvolta per non esprimersi. La colpa, sembrerebbe, è da attribuirsi ad alcuni partiti populisti, che hanno assunto talvolta posizioni anti-media. Ma per correttezza (e non per paura) preferiamo non entrare nella discussione politica.

Harlem Désir, rappresentante OSCE per la libetà di stampa (fonte www.OSCE.org)

Apprezziamo invece il lavoro dell’OSCE e ci rammarichiamo davvero per la scomparsa di una collega, vittima della sopraffazione e dell’ignoranza che, purtroppo, non hanno bandiera e non hanno colore. Anzi: forse hanno proprio tutte le bandiere e tutti i colori. Alla sua famiglia ed ai suoi colleghi, le espressioni più sentite della redazione di European Affairs.

Ci fa piacere e ci entusiasma, invece, come proprio oggi anche l’UE abbia ribadito l’importanza dei diritti umani e, tra questi, quello ad esprimersi liberamente. Il Consiglio “Affari esteri”, in data odierna, ha discusso infatti della politica dell’UE in materia di diritti umani e delle modalità migliori per promuoverli nei contesti bilaterali e multilaterali. L’Istituzione europea ha ribadito l’impegno dell’UE a promuovere e proteggere i diritti umani ovunque nel mondo, adottando conclusioni sulla revisione intermedia del piano d’azione per i diritti umani e la democrazia. Ha adottato anche la sua relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2016. Ma questa è (anche) un’altra storia.

Attentato a San Pietroburgo: la Russia di Putin ancora sotto attacco

BreakingNews/Defence di

Fumo, fuoco, una carrozza della metropolitana di San Pietroburgo sventrata da una bomba. Uno scenario drammatico: almeno 11 vittime, 45 feriti di cui 14 in condizioni molto gravi. Il terrorismo colpisce ancora. La Russia è di nuovo ferita da un attentato. L’esplosione avviene circa alle 14.45 ora locale del 3 aprile 2017, quando un’esplosione coinvolge il terzo vagone di una metro della linea blu in direzione dell’Istituto di Tecnologia, ma il macchinista decide di proseguire la sua corsa fino alla fermata successiva, permettendo così il soccorso immediato di molti dei feriti. Le autorità locali decidono per l’immediata chiusura dell’intera rete di trasporto sotterraneo della città. La decisione si rivela quanto più sensata, considerato che durante l’ispezione effettuata in tutte le stazioni, in un’altra viene rinvenuto un secondo ordigno esplosivo.

Questo drammatico evento si colloca in un quadro molto complesso: secondo i quotidiani russi, i servizi segreti erano a conoscenza di un piano d’azione da parte dell’ISIS proprio con obiettivo San Pietroburgo. Le notizie erano state riportate da un uomo che era rientrato sin Russia dalla Siria dove operava come foreign fighter per lo Stato Islamico ed arrestato immediatamente, ma purtroppo non era in un grado della gerarchia molto alto, tale da essere a conoscenza dei dettagli di questo folle piano omicida. Purtroppo tutti gli sforzi messi in campo dai Servizi Segreti sono stati vani. A causa dell’impossibilità di risalire all’identità reale di alcuni soggetti che avevano acquistato delle schede telefoniche non c’è stata la possibilità di rintracciarli. Le ricerche stavano proseguendo con urgenza, ma i terroristi non hanno dato il tempo necessario, colpendo in tempi molto più brevi di quelli che ci si potessero aspettare.

L’attentato è avvenuto in un giorno particolare: la visita di  Vladimir Putin nella grande città baltica. L’obiettivo  – secondo le fonti estremiste cecene – sarebbe stato proprio lo stesso Putin, visto come grande nemico, sia dalle milizie dell’ISIS, sia dai Ceceni che spesso diventano braccio armato di Daesh come forza esterna estremamente specializzata. L’attentatore infatti – come comunicato dalle fonti di intelligence sovietica – sarebbe stato identificato: si tratta di un ragazzo di 22 anni, originario del Kirghizistan e residente da 6 anni a San Pietroburgo. Secondo le fonti, sarebbe stato da sempre in contatto con i combattenti ceceni in Siria.

L’attentato a San Pietroburgo di matrice fondamentalista islamica si inserisce in un quadro già drammatico che aveva visto una lunga scia di sangue a partire dal 1999 quando l’allora Primo Ministro Vladimir Putin aveva lanciato una campagna contro il governo separatista della regione della Russia Meridionale: la Cecenia.  Da quel momento iniziano gli attacchi armati: nel 2002 la polizia fece irruzione in un teatro di Mosca per porre fine a una presa di ostaggi e il bilancio finale fu di 120 ostaggi uccisi. Nel 2004 ricordiamo il massacro di Beslan in cui persero la vita oltre 330 persone di cui la metà erano bambini. Seguendo questo triste filo rosso arriviamo al 2010 quando due donne kamikaze di origine cecena si fecero esplodere nella metropolitana di Mosca mietendo 38 vittime e numerosi feriti.

La Duma ha annunciato di non voler  – almeno per il momento – apportare modifiche all’attuale legge antiterrorismo, ma ONG , associazioni che operano sul territorio, molti membri della stampa internazionale sono convinti che qualcosa all’atto pratico succederà. Non si sa se in termini legislativi o di operazioni militari, ma quasi tutti gli attori in gioco credono che Putin inizierà a valutare l’idea di utilizzare drastiche contro misure.

Attentato a Londra: dopo 12 anni torna l’incubo terrorismo

BreakingNews/EUROPA di

Ancora si cerca di capire la verità e le dinamiche esatte dei fatti avvenuti a Londra nel primo pomeriggio del 22 marzo 2017. Un’altra auto sulla folla, ancora terrore, stavolta siamo a Londra dove a distanza di 12 anni torna il terrore. Altra coincidenza: l’anniversario dell’attentato del 22 marzo 2016 a Bruxelles. Torna l’incubo del terrorismo. L’attacco si è svolto in due fasi praticamente parallele: l’assalitore si è lanciato a tutta velocità con un suv attraversando il ponte di Westminster accanendosi sulla folla e mietendo numerosi feriti. In una seconda fase l’uomo è sceso dalla sua vettura ed ha accoltellato un agente che si trovava nel cortile del Parlamento di Londra. L’obiettivo dell’uomo sembrava quello di entrare proprio all’interno dell’edificio dove si trovava anche il Primo Ministro Theresa May.
La premier britannica è stata immediatamente fatta evacuare dall’edifico a bordo di una macchina molto veloce, come previsto dalla prassi di sicurezza in questi casi.

Sin dalle prime indiscrezioni Scotland Yard ha parlato subito di un attacco terroristico, anche se al momento attuale non ci sono ancora state rivendicazioni palesi di nessuna natura. in un primo momento alcuni media britannici e mediorentali avevano attribuito la responsabilità dell’accaduto all’Imam di Clapton, noto come radicalizzato e come “predicatore d’odio”. La notizia è stata smentita dopo poco in quanto le fonti governative hanno confermato che il sospettato si trova ancora in carcere.

Le vittime al momento sono quattro tra cui l’assalitore, un agente ed una donna. Ci sono più di una ventina di feriti e qualcuno in gravi condizioni, tra questi due sono italiani: una donna di Roma, ricoverata in condizioni diverse rispetto alle altre vittime,  ed una ragazza di Bologna che ha riportato solo delle lievi ferite.


Molti sono ancora i dubbi da sciogliere: il terrorista, a quanto pare dai tratti asiatici e la barba, fa parte di un gruppo di schegge impazzite legate all’integralismo musulmano oppure i motivi sono altri? Come abbiamo anticipato non ci sono ancora certezze su chi fosse davvero l’uomo che ha fatto cadere Londra e mezza Europa di nuovo nel terrore. Secondo alcune testate viene riportata una reazione “particolare” da parte dell’emittente Al Jazeera che avrebbe reagito con delle faccine sorridenti sui social, ma a parte questo dettaglio non trascurabile, Daesh non ha ancora rivendicato ufficialmente l’attentato terroristico.

Nella confusione e nel panico generale sono state necessarie alcune ore per ricostruire esattamente l’accaduto, dare un volto all’attentatore e capire che si trattava di un’unica azione e non di due in contemporanea, come si è parlato in un primo momento. Molte testimonianze dei presenti sono state raccolte, insieme a qualche “coraggioso” che ha ripreso con il cellulare alcuni momenti di questo efferato gesto.

E in attesa che venga diffusa l’identità dell’assalitore il premier Teresa May ha parlato alla nazione. “Il nostro livello di sicurezza è stato rafforzato”, definendo “l’attacco terroristico come un atto disgustoso e odioso”, visto che “è stato colpito il cuore della nostra capitale”. “Ogni tentativo di sconfiggere i nostri valori è destinato al fallimento”, ha concluso.

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I Servizi di Sicurezza Italiani e la Minaccia Cyber

BreakingNews/Difesa/INNOVAZIONE di

Il 27 Febbraio a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Direttore Generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS), Prefetto Alessandro Pansa, hanno presentato la Relazione sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza 2016.

La Relazione e’ il rapporto annuale con il quale i Servizi di Sicurezza presentano i risultati di un anno di attivita’ in sorveglianza, prevenzione e repressione di fenomeni che possano mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini italiani.

IL QUADRO DI RIFERIMENTO

Dal punto di vista del quadro geopolitico internazionale il 2016 e’ stato l’anno della discontinuita’: Brexit in Gran Bretagna, ascesa della nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti, perdita’ di incisivita’ dell’Unione Europea e della Comunita’ Internazionale in genere. Contestualmente si sono aggravate le sfide rappresentata dal jihadismo internazionale, dalla crescita economica e la sicurezza delle frontiere.

L’Italia per geografia, storia e appartenenze politiche, interagisce simultaneamente con tutte queste dinamiche, in un rapporto di reciproca influenza col contesto. Stante l’elevato livello di complessita’ dei fenomeni, si va affermando nella classe dirigente e nell’opinione pubblica un concetto condiviso e diffuso di sicurezza, che supera il monopolio statele per approdare una sistema di partnership pubblico – privato.

La Relazione tratteggia quelli che sono le sfide più rilevanti per il sistema Italia: il terrorismo internazionale di matrice jihadista nelle varie forme che assume, l’immigrazione, le sfide economiche dettate dalla Brexit e dalle modifiche cui andra’ incontro il Mercato Unico, la Libia.

 

LA MINACCIA CYBER

Trasversale a tutti questi temi e’ la minaccia Cyber, a cui viene infatti dedicato il Documento di Sicurezza Nazionale, allegato alla relazione.

La prima direttrice di sviluppo viene identificata nelle “evoluzioni architetturali”, e cioe’ il potenziamento delle capacita’ cibernetica del paese.

In questo ambito, il sistema istituito nel 2013 e’ in grado di apportare costantemente correttivi grazie ad una connaturata capacita’ di autoanalisi e spinta all’adozione di nuove tecnologiche coperte da stanziamenti in aumento.

La seconda direttrice, “fenomenologica”, e’ invece incentrata sulla minaccia cyber che ha interessato soggetti rilevanti sotto il profilo della sicurezza nazionale.

La minaccia e’ multiforme, passando da rischi per gli asset critici e strategici nazionali a quelle connesse al cybercrime, al cyber-espionage ed alla cyberwarfare, per arrivare a fenomeni di hacktivism e dall’uso della rete a fini di propaganda e reclutamento da parte di gruppi terroristici transnazionali.

Sono due i framework in cui opera il Dipartimento.

Il Tavolo Tecnico CYBER-TTC e’ lo strumento per garantire le attività di raccordo inter-istituzionale.

Nel corso del 2016 il TCC ha varato il nuovo Piano Nazionale, valido per il triennio 2016 – 2018, con il quale aggiornare le capacita’ nazionali secondo le nuove direttrici di sviluppo.

Le innovazioni hanno riguardato lo sviluppo delle capacità di prevenzione e reazione ad eventi cibernetici, e il coinvolgimento del settore privato ai fini della protezione delle infrastrutture critiche – strategiche nazionali e dell’erogazione di servizi essenziali.

Il TCC e’ stato inoltre osservatore attivo nel processo NATO che ha portato alla definizione del Cyber Spazio quale nuovo dominio operativo e della necessità che in esso la NATO debba defend itself as effectively as it does in the air, on land, and at sea.

Una statuizione vincolata dal successivo Cyber Defence Pledge, l’impegno preso dai membri dell’Alleanza, di rafforzare le comuni difese.

In considerazione della potenzialita’ destabilizzante di attacchi cibernetica ad istituzioni finanziarie, il TCC ha inoltre collaborato all’istituzione del CERT della Banca d’Italia.

Per quanto riguarda invece la Partnership pubblico privato, il DIS opera tramite il TTI – Tavolo Tecnico Imprese.

Sono stati quindi organizzati incontri articolati su due livelli:

“livello strategico”, nel cui ambito vengono forniti aggiornati quadri sullo stato della minaccia cyber nel nostro Paese.

“livello tecnico”, dedicati all’analisi di “casi studio”, dei quali vengono condivisi i relativi indicatori di compromissione.

Sotto il profilo operativo, l’azione di tutela e prevenzione si è focalizzata sulla raccolta di informazioni utili alla profilazione di attori ostili al fine di ottimizzare la difesadi: Enti della PA, infrastrutture critiche, operatori privati di carattere strategico, nonche’ delle reti telematiche nazionali.

 

LE MINACCE E LE PROSPETTIVE

Attivita’ particolare e’ stata posta nello studio degli ecosistemi cibernetica quali i sociali network e nel reverse engineering di armi in grado di minarne il funzionamento.

Chiaro, infine, lo stato delle minacce:

Cyber-espionage, è stato pressoché costante l’an-damento dei “data breach” in danno di Istituzioni pubbliche ed imprese private, anche attraverso manovre di carattere persistente Queste campagne sono per lo più attribuili ad attori statutari

Cyber terrorismo, si è continuato a rilevare sui social network, da parte di gruppi estremisti, attività di comunicazione, proseli- tismo, radicalizzazione, addestramento, finanziamento e rivendicazione delle azioni ostili.

Attivismo digitale, riconducibile soprattutto alla comunità Anonymous Italia, esse hanno fatto registrare una generale diminuzione del livello tecnologico delle azioni offensive

La prospettiva di breve – medio termine e’ la crescita della minaccia cibernetica da parte di tutti gli attori, statuali, criminali, terroristici e insider con un accanimento verso i settori ad elevato know how.

Su tali settori si concentrera’, oltre che sugli altri aspetti evidenziati, l’azione del Governo Italiano per il tramite del DIS.

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Leonardo Pizzuti
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