Ieri sera alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, i Kaleo hanno messo in scena un concerto da pelle d’oca: un’esplosione di blues-rock, anima islandese e intensità emotiva. Guidati dal magnetismo di
Jökull Júlíusson, hanno trasformato il palco in un caleidoscopio sonoro, alternando atmosfere intime a deflagrazioni strumentali da grande band.
Il live ha preso il volo fin dalle prime note – un’apertura energica con i riff potenti di Break My Baby. Júlíusson ha poi trattato il pubblico con la delicatezza di una ballad in islandese, Vor í Vaglaskógi: un momento agrodolce, sospeso, che ha messo in luce il legame genuino tra band e spettatori.
C’è stato spazio anche per i momenti ad alta tensione: Way Down We Go e No Good hanno rilasciato scintille, con un crescendo che ha fatto vibrare la Cavea come mai prima. Luci calibrate e suoni calibrati hanno reso l’esperienza perfettamente godibile: ogni assolo e ogni parola hanno avuto la loro giusta intensità.
Sul palco, la band islandese ha confermato una maturità convincente: tight e compatta, ha dimostrato di saper alternare energia energizzante e passaggi riflessivi senza mai perdere ritmo. Il mix di soul, blues e rock ha trovato nel pubblico romano uno spirito affine: tra applausi fragorosi e momenti più meditativi, si è creato un dialogo intenso e vivo.
Ieri sera i Kaleo non hanno soltanto suonato, ma hanno raccontato una storia in musica, facendoci sentire parte di un viaggio che spazia dai luoghi aspri dell’Islanda ai canyon sonori del rock contemporaneo. Un’esperienza da non dimenticare e da rivivere, sperando in un nuovo sold‑out romano.
Si ringraziano Ventidieci, Roma Summer Fest e Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Qui sotto gallery della serata a cura di Chiara Lucarelli.