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Ditonellapiaga: un’ondata di vitalità all’Hacienda di Roma

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Ditonellapiaga – nome d’arte di Margherita Carducci – ha concluso ieri sera sul palco dell’Hacienda di Roma il suo ultimo tour dal titolo “Flash Club Tour 2024”, iniziato a Livorno il 22 novembre.

Il tour è stato incentrato sul secondo album dell’artista romana, che si intitola proprio “Flash”, che segue
il primo album, “Camouflage”, con cui la cantautrice ha vinto la Targa Tenco nel 2022 come miglior opera prima.

Oltre un’ora e mezza di spettacolo che ha messo in luce la duplice anima della cantante: da un lato, la sua verve esplosiva, dall’altro, la profondità emotiva delle canzoni del suo ultimo lavoro.

Un live di grande intensità grazie alla presenza scenica di Ditonellapiaga e alla partecipazione entusiasta del pubblico, una conferma del suo talento, scoperto dal grande pubblico con il grande successo al Festival di Sanremo del 2022 con il brano “Chimica”, in coppia con Donatella Rettore.

La scaletta del concerto
Single Ladies + Intro + È tutto vero + Morphina
DNA + Connessioni + Dalla terra all’universo + Tu con me hai chiuso
Prozac + Repito
Fossi come te
Come prima
Non ti perdo mai + Spreco di potenziale
Una + Latitante
Disco I love it + Ti voglio + Vogue + Non resisto
Come fai
Pazza di te + Ti dirò
Chimica + Mary

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Steve Hackett celebra il 50° di “The Lamb Lies Down on Broadway”

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Steve Hackett, mitico e storico ex chitarrista di uno dei gruppo musicali che hanno fatto la storia della musica internazionale – i Genesis – è tornato a Roma esibendosi sul palco dell’Auditorium Parco della Musica.

Il concerto parte del tour europeo che in Italia toccherà nei prossimi giorni anche Bologna, Padova, Torino e Milano, dal titolo “GENESIS GREATS Lamb Highlights & Solo”, con l’obiettivo di celebrare il 50° anniversario dell’album dei Genesis “The Lamb Lies Down on Broadway”.

Il concerto ha rappresentato un vero e proprio viaggio musicale nel tempo, precisamente negli anni ’70, offerto ai fan di tutte le età presenti in sala, un omaggio a questo straordinario chitarrista e contemporaneamente un tributo ai Genesis.

L’artista britannico ha riproposto i suoi celebri virtuosismi alla chitarra con i brani più iconici della band che lo ha reso famoso, quali “Firth of Fifth“, “Dancing with the Moonlit Knight“, “Carpet Crawler“, solo per citarne alcuni, oltre evidentemente la stessa ““The Lamb Lies Down on Broadway”, già nominata sopra.

Con Hackett sul palco Roger King (tastiere), Nad Sylvan (voce), Jonas Reingold (basso e voce corista), Rob Townsend (sax, flauti, tastiere aggiuntive) e Craig Blundell (batteria).

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“PRIMO” di Clara Soccini: un album, un tour, un’emozione

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Clara Soccini  con il suo tour autunnale “PRIMO”, prodotto da Live Nation, ha fatto tappa ieri sera sul palco del Largo Venue di Roma.

La giovane artista varesina sta presentando così dal vivo, nei club delle maggiori città italiane, il suo album uscito lo scorso febbraio e che dà il titolo al tour. Keep Reading

“Voci parallele”: concerto-tributo a Giuni Russo

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In memoria della straordinaria cantante siciliana Giuni Russo, prematuramente scomparsa esattamente 20 anni fa, si è tenuto all’Eur Convention Center La Nuvola, il concerto a lei dedicato “Voci parallele”.

Una serie di grandi artisti si sono avvicendati e hanno reso omaggio ad una artista caratterizzata da un’estensione vocale straordinaria unita a una potenza espressiva che le ha permesso di attraversare generi musicali diversi con grande naturalezza e capace di creare un legame indissolubile con il pubblico.
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PFM e Fabrizio De André: sodalizio oltre il tempo

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Evento speciale per gli amanti della musica italiana ed in particolare per il pubblico accorso alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica con il concerto della PFM “PFM canta De André Anniversary“. Un concerto del tour italiano che rappresenta un nuovo capitolo nell’affascinante e storico sodalizio musicale tra la Premiata Forneria Marconi e l’indimenticato cantautore Fabrizio De André.

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Ermal Meta e la sua Fortuna

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Ermal Meta torna ad esibirsi live a Roma in un anno molto importante per lui, diventato da qualche mese papà della figlia Fortuna avuta con la sua compagna Chiara Sturdà.

L’artista di origini albanesi naturalizzato italiano ha portato all’Auditorium Parco della Musica il suo tour italiano incentrato sul suo ultimo album – dal titolo “Buona Fortuna” – dedicato proprio a sua figlia.

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L’andare “oltre l’infinito” di Fulminacci

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Fulminacci – nome d’arte di Filippo Uttinacci – si è presentato ieri sul palco della Cavea all’Auditorium Parco della Musica con la sua solita energia e la sua voce inconfondibile.

Il concerto di ieri sera è stato il penultimo di questo tour estivo dal titolo “Infinito +1” che si concluderà il 5 settembre a Sesto San Giovanni (MI).

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Massimo Ranieri … per non smettere mai di sognare

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Massimo Ranieri nell’ambito del suo tour dal titolo “Tutti i sogni ancora in volo”, che ha recentemente toccato anche Sidney, ha fatto tappa ieri sera alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica.

Un grande show di quasi due ore dove una delle icone più importanti della musica leggera italiana, amato da tante generazioni, ha potuto ancora una volta dimostrare le sue indiscutibili doti canore, ballando e intrattenendo il pubblico con interessanti monologhi come intermezzo nei quali Ranieri non perde l’occasione per fornire messaggi positivi e pieni di energia quale quello di “… non smettere mai di sognare”.

L’artista napoletano ha aperto il concerto con un classico quale “La voce del silenzio” per proseguire con altri brani di grande successo quali “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città” e “Perdere l’amore”.

Con l’occasione Ranieri ha anche eseguito brani più recenti, quale l’ultimo singolo dal titolo “Lasciami perdere” tratto dal suo ultimo album di inediti.

A suggello di un grande concerto non potevano comunque mancare le personali interpretazioni di brani celebri napoletani quali “Piagliate na pastiglia”, “Tu vuò fà l’americano” e “Anema e core”, quest’ulitma in chiusura della splendida serata.

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Massimo Pericolo – Come si cambia

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Roma, 11 Luglio 2024

Era difficile immaginare cosa aspettarsi dal concerto di un artista che con il primo album ha dato un bel pugno allo stomaco a tutta la discografia italiana e stravolto la scena rap . Scialla Semper, album d’esordio di Massimo Pericolo è stato un punto di rottura in un periodo in cui l’ hip hop stava diventando il fenomeno pop da classifica del momento.

Testi duri e sinceri, ben scritti da una penna densa di rabbia e dolore, su una base prodotta in modo scarno, potente e disturbante, l’album fu accolto dalla critica come uno dei migliori del 2019, catapultando il giovane rapper di Brebbia tra i nomi più importanti della scena.

Da allora ha pubblicato altri due album, Solo tutto nel 2022 e Le cose cambiano, nel 2023, collaborato e fatto featuring con molti artisti come Dardust, Gue, Achille Lauro, Tedua, Emis Killa, Jake La Furia, Marracash, Fabri Fibra, Tony Effe, Lazza, Madame, Salmo, solo per citarne alcuni.

Quello di ieri a Rock in Roma alle Capannelle, è stato uno Special Day, in cui si sono esibiti Rafilù, Speranza, Neima Ezza e infine Massimo Pericolo. Una giornata di rap puro e duro, di Emo-drill spacca cuori senza troppi fronzoli, un concerto crudo e sincero, davanti a un pubblico di affezionati più adulto di quello che siamo abituati a vedere nelle prime file di altri rapper in voga.

I Casertani Rafilù e Speranza avevano già collaborato con Massimo Pericolo e condiviso con lui un leggendario tour nel 2019. Rap di strada, duro e tagliente, che si ammorbidisce nei brani più intimi, per Rafilù, mentre Speranza alterna con grande naturalezza italiano, francese e casertano e persino il dialetto rom. Un timbro roco e potente che sprigiona un’energia rabbiosa in ogni parola delle sue barre quasi urlate.

È stato poi il turno di Neima Ezza, nome d’arte di Amine Ezzaroui, 22 enne cresciuto nelle periferie Milanesi, tra San Siro e Baggio, già amatissimo dal pubblico presente che canta ogni brano proposto stasera. Uno dei nomi più attuali, si esibisce in canzoni orecchiabili, ben fatte, e dimostra professionalità e valori autentici. Un concerto nel concerto, che ci prepara all’arrivo sul palco dell’headliner Massimo Pericolo.

Arriva in tenuta sportiva, con pantaloncini neri, una maglietta da boxeur che aderisce ai muscoli scolpiti e un cappellino leopardato. L’attacco è potente con Diluvio, Casa Nuova e Scialla Semper uno per ognuno dei suoi album. Sul palco con lui il DJ per le basi, qualche immagine a illustrare e coadiuvare i pezzi, poche luci. Sono le note, e le parole, i soli protagonisti di questa serata.

Incisiva la intro che annuncia tutto ciò che Massimo Pericolo non è, sottolineando la sua non adesione ai cliché. “Non è la politica a cambiare le cose, solo il nostro comportamento può farlo” grida al microfono Alessandro Vanetti, vero nome del rapper, che fece scalpore bruciando la propria scheda elettorale nel video di Sette miliardi, in un gesto sfrontatamente e fortemente apolitico.

Lontano dagli schieramenti e dai valori vacui e uniformati imperanti tra i suoi colleghi, il suo realismo lancinante ha saputo raccontare la provincia e il malessere di una (o più) generazione, con un lirismo e una poetica cruda che lo hanno posto in parallelo ad artisti fuori dal mondo del rap, come Le Luci della Centrale Elettrica.

Ma sono tanti gli elementi caratteristici della discografia di Massimo Pericolo, che in questi anni si è arricchito di una maggiore pacatezza espressiva. Se persiste il racconto del dolore, i toni sono cambiati, più maturi e anche molto più commerciali, i testi a tratti più deboli, hanno mantenuto l’aspetto provocatorio senza avere sempre i contenuti o l’urgenza che ne hanno caratterizzato gli esordi.

Non sono mancate ieri sera le hit come Straniero, Money Love e Stupido, e sono tornati con lui sul palco Rafilù e Speranza per i due singoli Criminali e Fils de Pute, che hanno riacceso il palco di quell’irruenza dirompente che solo a tratti si è persa. Altri due ospiti a sorpresa -entrambi del collettivo Lovegang 126Ugo Borghetti, che Vane ha annunciato come il miglior rapper d’italia, e che si è esibito con lui nel brano Ansia; e poi Ketama 126 , con cui ha cantato quel grande pezzo che fu Scacciacani, nel lontano 2019, in cui intonavano “Voglio soltanto rappare, fare una vita normale, tipo dormire col cane “.

È un Massimo Pericolo con il volto triste, ma che ha dato tutta l’energia che ha in corpo in questo concerto, che si è concluso con il brano che lo ha portato nell’olimpo dei big, 7 miliardi, col suo finale straziante “voglio solo una vita decente”, e quel grido di dolore che è Polo Nord.

Fa parte della crescita e del percorso artistico e di vita aver perso buona parte di quella rabbia mordente e malinconica che era il suo tratto distintivo, e non avrebbe avuto senso per lui proseguire su una strada già tracciata perdendone la spontaneità e la sincerità. Nella sua ascesa verso la maturità e il successo più mainstream, ha conservato comunque la sua penna tagliente che riesce a raccontare il disagio di chi non può o non vuole uniformarsi e cerca risposte vivendo al margine. (Ho voglia di spararmi, non parlarmi / Se ti offende ciò che ho detto puoi sempre non ascoltarmi / Basta che non mi parli e non vai a commentarmi / Non saremo mai uguali se non sei mai stato male per trent’anni)

Vane in fondo  è rimasto lo stesso degli esordi, quello che abbiamo visto ieri è la versione aggiornata al 2024, perché la musica, le persone, come tutte le cose, cambiano.

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Ginevra Baldassari
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