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Chiara Lucarelli

Neri Marcorè omaggia Gaber a Villa Ada

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In una delle ultime serate dal sapore ancora estivo, il festival di Villa Ada ha ospitato un ospite d’eccezione. Artista poliedrico e sempre affascinante, Neri Marcorè è salito sul palco per portare al pubblico una serata dedicata a Giorgio Gaber, e lo ha fatto con il garbo e l’indiscussa eleganza che da sempre lo caratterizzano.

Camicia bianca e pantalone scuro, Marcorè imbraccia la chitarra, accompagnato da una band composta da Domenico Mariorenzi alla seconda chitarra, Simone Talone alle percussioni, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica e Alessandro Patti al basso e contrabasso.

Istrionico ed affascinante,  l’attore cantante, che già più di una volta ha voluto omaggiare i grandi cantautori italiani con serate dedicate, presenta adesso, a vent’anni dalla sua scomparsa, un misto di canzoni e monologhi di Giorgio Gaber, ripercorrendo i suoi grandi successi musicali e dando voce nuovamente al suo umorismo sottile e mai scontato.

Alternando musica e parole, Neri Marcorè affabula e diverte i presenti, regalando loro una serata davvero particolare e riportando in vita anche solo per un poco il fantasma irriverente del cantautore milanese.

Qui sotto la gallery dello spettacolo:

Sophie and the Giants fanno ballare Villa Ada

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È una delle prime serate più fresche di fine estate a Roma, ed all’interno del parco di Villa Ada il calo delle temperature inizia a farsi sentire. Non appena Sophie Scott appare sul palco con tutta la sua prorompente energia, il pubblico sembra tuttavia improvvisamente dimenticare il freddo e si lascia trascinare dal carisma e dai ritmi travolgenti della cantante originaria di Sheffield.

Nata come una band, “Sophie and the Giants” ormai dal 2022 si è trasformata definitivamente in un progetto solista della Scott, la quale, accompagnata unicamente da un tastierista, infiamma il pubblico con la sua carica dirompente.
Capelli fiammeggianti al vento e sorriso stampato sul volto, la cantante inglese ripropone al pubblico tutti i suoi più grandi successi, da Paradise a Hypnothyze fino a brani più recenti come In the Dark e We Own the Night.

Vivacissima icona dell’indie rock britannico, Sophie Scott non si risparmia un solo istante, canta, balla e fa ballare l’intera Villa Ada. Generosa ed istintiva, stringe le mani del pubblico in transenna e si avvicina per un selfie, mostrandosi in tutta la sua genuinità. Una giovane e talentuosa artista per una serata tutta da ricordare. Non resta quindi che attendere l’uscita finalmente di un album che includa tutti i suoi successi.

In apertura del concerto di “Sophie and the Giants” anche un bravo ed affabilissimo Max Forleo accompagnato dalla sua chitarra, ed a seguire la trascinante Valentina Tioli, già star di X-Factor, ora a Roma per presentare i suoi ultimi brani.

Qui sotto la gallery del concerto.

Il sogno ad occhi aperti dei folli dello Sponz Fest

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Sigmund Freud sosteneva che i pazzi altro non sono che sognatori svegli, e a ben guardare, chiunque abbia avuto modo di partecipare, anche solo in parte, alla decima edizione dello Sponz Fest appena conclusa, non può che trovarsi in completo accordo con lo psicanalista tedesco.

“Come li pacci”, ovvero come i folli, è infatti il tema dello Sponz 2023. Chi vi prende parte abbandona felicemente le redini della ragione, per lasciarsi andare ad un sogno ad occhi aperti lungo una settimana. Sette giorni di musica, danze e gioiosa pazzia, durante la quale il giorno e la notte si fondono in un’unica grande festa.

La scelta del tema della “paccia” ha permesso di includere all’interno del festival anche una serie di eventi e progetti artistici legati in vario modo al tema centrale. Fra questi spicca: “Ci.Corrispondenze Immaginarie”, un’opera d’arte partecipata pensata da Mariangela Capossela, ed iniziata nel 2022 a Volterra, che grazie alla collaborazione con suo fratello Vinicio Capossela, direttore artistico nonché eclettico ideatore e padrone di casa dello Sponz Fest, approda ora nella cornice di Calitri.

A Volterra è iniziata la corrispondenza, a partire dalle lettere scritte tra il 1900 e il 1974 dai pazienti psichiatrici internati nel più grande manicomio italiano e i cittadini che hanno aderito, con la richiesta di diventare destinatari e interlocutori. Per lo Sponz Fest i calitrani hanno ora aperto le loro case alle tracce delle corrispondenze, ospitandole e accogliendo chi vorrà leggerle.

Non solo musica dunque, ma anche arte, impegno sociale, incontri con autori e studiosi, tra cui Ermanno Cavazzoni, Marco Rovelli e Piero Martin per una kermesse che ha tanto, tantissimo da offrire.

Davanti all’ufficio delle poste è comparsa perfino una “gabbia di matti” costruita dall’instancabile Dum Dum, già autore della geniale trebbiatrice volante. Al suo interno un letto di contenzione, scatole di psicofarmaci sotto chiave, e, a fluttuare in alto, ritratti estemporanei e folleggianti dei partecipanti allo Sponz, scattati e stampati dal fotografo Simone Cecchetti in tempo reale.

Dal 20 al 23 Agosto il festival si snoda per l’Alta Irpinia, muovendosi tra i vari villaggi, per approdare poi  il 24 a Calitri, animare le sue piazze e i suoi vicoli, e concludere infine i festeggiamenti degli ultimi due giorni sulla collina di Gagliano, ribattezzata per l’occasione Montecanto.

Salendo in alto sopra al paese, gli “sponzati” raggiungono il ballodromo, quel paese delle meraviglie ideale, in cui, come Lewis Carroll insegna, sono tutti matti, e dove la follia positiva aiuta a sopportare la pazzia negativa del mondo odierno allo sbando.

Allo sguardo di chi approda impavido sulla collina si mostra un enorme pista da ballo, un luna park ideale, fatto di un palco più grande e due casse armoniche illuminate come coloratissime giostre. Lì, sui quei tre palchi, si alternano, in un unico lunghissimo concerto per due serate consecutive, artisti eclettici e variegati, ed il pubblico si trova a ruotare danzando instancabile verso l’uno o l’altro palco al grido di “Farciti rota! Rota!” fino alle prime luci dell’alba.

Tantissimi i nomi che si avvicendano con il compito di far ballare gli sponzati. Piedi scalzi, sandali e cappelli di paglia in testa, i presenti si scatenano fino a far alzare la polvere sulle note trascinanti degli intramontabili Skiantos, di Nino Frassica e i Los Plaggers con i loro medley di cover esilaranti e di tanti altri artisti. Le immancabili Banda della Posta e Orchestrina di Molto Agevole riportano in auge balli e canzoni di altri tempi, e trasformano il ballodromo in balera.

A loro si aggiungono ancora, fra gli altri, Samuele Bersani, Margherita Vicario, Paolo Rossi con il suo humour travolgente, l’argentino Daniel Melingo, con le sue movenze sinuose e affascinanti, MintchoGarrammone, gioiosamente carismatico, e il pirata Bobo Rondelli con le sue incursioni a sorpresa in veste di Keith Richards o Mick Jagger.

L’eclettico Vinicio Capossela, capitano ideale di questa nave di folli instancabile, accompagnato dalla sua Rolling Sponz Review, rivisita tanti dei suoi brani più famosi, e non si risparmia un secondo, duettando più volte con gli altri musicisti e regalando ai suoi fan momenti indimenticabili.

A regalare poi una parentesi di  poesia pura, con la sua voce che fa vibrare le corde dell’anima, e la sua fisicità fragile e diafana, sul palco grande, in apertura dell’ultima serata, arriva anche il cantautore Micah P. Hinson. Con il suo fare da gentleman di altri tempi Hinson strega tutti i presenti trasformando il vallone di Montecanto al crepuscolo in un luogo in cui il tempo sembra sospeso, e nel quale le sue melodie si fanno tramite per il passaggio ad una dimensione parallela ed onirica. Un momento magico, che ben si sposa con il successivo incontro dal sapore Felliniano che giunge al termine della serata, come a voler idealmente porre delicatamente fine al sogno ad occhi aperti che è stato lo Sponz.

Terminati i balli sulle note della fanfara balcanica Fa Fath Al, mentre le tenui luci dell’alba accarezzano la collina, l’ultima immagine che conservo è quella di una coppia di mimi che ballano silenziosamente sulla strada di ritorno da Montecanto, danzando leggeri sulle note di una musica che solo loro possono sentire. Una visione surreale eppure perfettamente coerente con l’aura di surreale “paccia” che ha caratterizzato questo Sponz Fest 2013. Solo chi ha avuto modo di parteciparvi può capire.

 

Qui sotto le galleries delle ultime due serate:

Prima serata: Venerdì 25 Agosto

Seconda serata: Sabato 26 Agosto

 

Diodato a Roma con il suo tour “Così speciale”

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Nella serata di Giovedì 27 Luglio la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato il cantautore Antonio Diodato.

L’artista tarantino ha portato a Roma il tour che prende il nome dal suo ultimo lavoro discografico, “Così speciale”, uscito lo scorso Febbraio per Carosello Records.

Un album che è stato pensato e scritto per lo più nella capitale, per stessa ammissione del cantautore, e quindi una data romana live che rappresenta una sorta di ritorno a casa.

Diodato, con la sua grazia ed eleganza di altri tempi, e con i suoi brani sempre poetici e coinvolgenti, riceve sorridendo l’abbraccio ideale del pubblico presente.

Il concerto inizia con “Ci vorrebbe un miracolo” e prosegue lungo una scaletta che, oltre a presentare i pezzi del nuovo album, include anche brani dei suoi lavori precedenti.

Un viaggio lungo quasi due ore, con picchi emozionali altissimi, come la sua “Fai rumore” intonata a piena voce dal pubblico dell’Auditorium in un canto corale.

Una serata magica e suggestiva per un giovane cantautore che ha moltissimo da dare e da cui ci aspettiamo ancora tanta altra poesia ed ottima musica negli anni a venire.

Tornano a Roma i Marlene Kuntz con il loro strepitoso “Karma Clima Tour”

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Fanno tappa finalmente di nuovo a Roma i Marlene Kuntz, dopo l’anteprima invernale al Monk ed il tour nei teatri che li ha visti in giro per l’Italia.
Tornano nella capitale, all’interno della kermesse estiva dell’Eur Social Park, per una nuova tappa del loro “Karma Clima Tour”, e lo fanno con l’energia e il carisma indiscutibili, che da sempre li rendono cari al pubblico.

Cristiano Godano, il frontman, sale sul palco senza esitazioni, affiancato dalla band di eccellenti musicisti che costituisce i Marlene: Riccardo Tesio alle chitarre, Luca “Lagash” Saporiti al basso, Davide Arneodo alle tastiere e violino, e Sergio Carnevale alla batteria. Il pubblico presente li accoglie col calore di chi segue questo gruppo, icona del rock italiano, da sempre, e da sempre sa che un concerto dei Marlene non è solamente spettacolo, ma esperienza.

La scaletta della serata ovviamente presenta i pezzi nuovi dell’ultimo concept album “Karma Clima”, grido poetico di attenzione verso i rischi del riscaldamento globale, ma  include anche brani cari al pubblico dei fedelissimi come “Ineluttabile”, e “Nuotando nell’aria”.

Dall’alto del palco proviene un’energia contagiosa, Cristiano e i suoi non si risparmiano, e, nonostante il caldo torrido della serata, regalano musica e si regalano a piene mani, per donare ai loro fans il ricordo di uno spettacolo indimenticabile.

A voler prendere in prestito le parole di una delle loro canzoni, i Marlene, con la loro musica, le parole e la generosità nell’approccio al pubblico sono la rappresentazione di quelle “anime belle e salve che cantava De Andrè” ed andare ad ascoltarli diventa un imperativo per chi abbia ancora voglia di ascoltare musica buona, vera e profondamente emozionante.

 

Damien Rica approda al Teatro Romano di Ostia Antica

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È un approdo a tutti gli effetti quello del cantautore irlandese Damien Rice ad Ostia Antica.

Reduce dalla precedente tappa del suo tour a Napoli, l’artista ha raggiunto le coste laziali in barca a vela, perfettamente in linea con l’idea di fondo del suo “Sailboat tour”.
Per un nativo della verde Irlanda, il mare è una presenza importante nell’immaginario poetico e musicale, fonte di suggestioni mistiche e mitologiche e senza fine, e non stupisce quindi che Damien Rice nel corso della serata, torni più e più volte a ricordare il suo viaggio per mare e la sensazione di rollio incessante, quasi ipnotico che lo ha accompagnato.
Ad accoglierlo nella suggestiva location del Teatro Romano di Ostia Antica, un pubblico raccolto e rispettoso. A richiesta dell’artista vengono spenti i cellulari, per poter godere appieno dell’atmosfera intima della performance, e solo in pochi, anzi pochissimi, contravvengono alla richiesta, nel tentativo di immortalare un breve ricordo video.
Quello che rende unici i concerti del cantautore irlandese non può tuttavia essere catturato da alcun dispositivo. Mentre Rice interagendo con il pubblico passa da un brano all’altro stravolgendo con nonchalance la scaletta originale, viene a crearsi un’atmosfera di complicità con i presenti che rende la sua performance un qualcosa di unico ed irripetibile.
A completamento dell’atmosfera intima poche luci soffuse, che a tratti si affievoliscono tanto da avvolgere interamente il cantautore e i suoi musicisti in una calda oscurità squarciata unicamente dalla melodiosa voce dell’artista.
Eccellenti anche i musicisti che accompagnano Damien Rice nel suo viaggio intimista, fra gli altri, la spagnola Silvia Perez Cruz, a cui è affidata l’apertura del concerto, e che torna poi ad unirsi a Rice in alcuni duetti, e la brasiliana Francesca Barreto, al violoncello e voce.
Una serata dal sapore di altri tempi, avvolta da un’atmosfera familiare e rarefatta. Un altra performance di questo musicista originario di County Kildare che scalda il cuore e lascia nei presenti un ricordo indimenticabile.

Qui sotto la scaletta della serata:

The Professor & la fille danse

Delicate

Accidental babies / Rootless Tree

My Favourite Faded Fantasy

Volcano

Older Chests

I Don’t Want to Change You

Cold Water

Coconut Skins

Man of the trees

9 Crimes

Astronaut

Amie

Routine of fear (Jana Jacuka monologue)

Black and Blue

I remember

Cannonball

The Blower’s Daughter

Senza fine

Stefano Saletti e Piccola Banda Ikona sul palco del Womad Festival di Villa Ada

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Si è conclusa ieri a Villa Ada la prima edizione romana del Womad Festival ideato da Peter Gabriel. Una kermesse lunga tre giorni che ha visto avvicendarsi sui palchi artisti di tutto il mondo, da Fanfara Station ad Enzo Avitabile, passando per i Modena City Ramblers, Daniele Sepe e Emilia Zamuner fino ad arrivare alle sonorità orientali di Dongyang Gozupa.

All’interno di questo lungo viaggio nella world music, coniugata come strumento di unione fra i popoli all’insegna della pace, la partecipazione di Stefano Saletti e della Piccola Banda Ikona, ha regalato al pubblico dei presenti un momento particolarmente suggestivo e simbolico.

Stefano Saletti e la sua band, nel mescolare all’interno della loro produzione musicale, sonorità e melodie provenienti da ogni angolo del mediterraneo, hanno dimostrato quanta ricchezza possa scaturire dal contatto fra popoli diversi e tradizioni solo apparentemente lontane.

Il concerto di ieri ha rappresentato un percorso musicale lirico e poetico attorno al Mediterraneo, percorso che ben si sposa con i principi del Womad Festival, e che ha coinvolto i presenti con una carrellata di brani folk-world-mediterranei.

Il successo della band è dovuto indubbiamente anche alla preparazione dei suoi eccellenti musicisti: Stefano Saletti in primis, che conduce il viaggio come un eccellente capitano e coinvolge gli astanti con la sua verve, affiancato dalle voci melodiose di Barbara Eramo, Gabriella Aiello e Yasemin Sannino , da Gabriele Coen al clarinetto e sax, Mario Rivera al basso acustico, Giovanni Lo Cascio al drum set e percussioni, e Arnaldo Vacca alle percussioni.

Una formazione ricca di sonorità differenti che ha eseguito, tra gli altri, brani tratti da Mediterraneo ostinato, ultimo lavoro discografico di Banda Ikona, finalista alle Targhe Tenco nella sezione dialetto e lingue minoritarie, dopo aver conquistato il 2° posto della World Music Charts Europe la classifica internazionale stilata dai giornalisti del circuito EBU essersi posizionato tra i primi 20 posti della Transglobal Music Chart, e che si è piazzato 11° tra i 20 migliori dischi di world music al mondo usciti nel 2021.

Il lavoro discografico della Banda Ikona, cantato in Sabir, l’antica lingua del Mediterraneo che Saletti ha riportato in vita dall’oblio della storia per farla rivivere nelle sue composizioni originali, è diventato così una sorta di manifesto di una nuova possibile identità e anima mediterranea nel nome di un passato fatto di arte, cultura, porti aperti, incontri, scambi che come una grande rete si sono intrecciati creando nuovi percorsi e storie condivise.

Sul palco di Villa Ada ieri sera ha preso magicamente vita una sinergia corale fra i musicisti, creando una performance che coinvolge e trascina. Un concerto davvero unico, per una band che speriamo di poter avere il piacere di riascoltare di nuovo live molto molto presto.

 

I Modena City Ramblers al Womad Festival di Villa Ada

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Il Womad festival di Peter Gabriel approda finalmente a Roma, a Villa Ada, e lo fa in grande stile con artisti provenienti da tutto il mondo che  da ieri 9 giugno hanno calcato i due palchi della villa romana portando una ricchezza di sonorità nuove e multiformi nella capitale. I

l cartellone che va dal 9 all’11 giugno, e che segue il concerto apripista di Carmen Consoli e Mariza all’Auditorium Parco della Musica, prevede anche una collezione di attività collaterali, come workshop per adulti e bambini, laboratori di musica e arte, enogastronomia e tanto altro, il tutto all’insegna della multiculturalità, dell’attenzione per l’ambiente e della salvaguardia della pace.

Fra gli altri a salire sul palco nella giornata del 9 Giugno, anche i Modena City Ramblers, freschi di pubblicazione nuovo album Altomare, e con una nuova formazione che vede Diego Scaffidi, sostituito da Enrico Torreggiani ad affiancare gli altri membri della band capeggiata da Davide “Dudu” Morandi.

I Modena hanno coinvolto il pubblico con una scaletta serrata, pochi pezzi del nuovo album e tutti i loro più grandi successi, da Il cielo d’Irlanda, a I cento passi, passando per Mia dolce rivoluzionaria ed Ebano. In chiusura, già ben oltre il tempo limite assegnatogli, il gruppo ha poi affidato il compito di cantare l’immancabile Bella ciao al pubblico presente, che con entusiasmo ed affetto si è lanciato in un canto corale che è salito alto e prorompente sopra il cielo di Villa Ada.

Zerocalcare presenta “Questo mondo non mi renderà cattivo” alla Città dell’Altra Economia

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È stata presentata Giovedì 8 Giugno, presso La Città dell’Altra Economia, all’interno dell’ ex mattatoio di Testaccio a Roma, Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie animata di Zerocalcare, divisa in sei episodi e in uscita il 9 giugno su Netflix.
Dopo il successo di Strappare lungo i bordi, Michele Rech è tornato a lavorare con Movimenti Productions e BAO Publishing per una seconda serie, stavolta completamente originale. Alla conferenza stampa hanno partecipato, oltre a Zerocalcare, anche Giorgio Scorza (CEO di Movimenti Production), Michele Foschini (produttore esecutivo per BAO Publishing) e Ilaria Castiglioni (Manager delle serie originali italiane Netflix).

In occasione della presentazione in anteprima dei due primi episodi, la Città dell’Altra Economia ha visto i suoi spazi popolarsi di una serie di attrazioni a tema: l’ immancabile Armadillo  dal quale, mettendogli una mano fra le fauci a mo’ di bocca della verità, è possibile ascoltare lapidari consigli di vita pronunciati dall’inimitabile voce di Valerio Mastrandrea, al Gabinetto degli Orrori del Dottor Calcare, popolato da mostruose creature immaginarie, alla Pesca delle Ansie e al Labirinto Esistenziale, fino al supermercato Todin, alle casse del quale si possono ritirare gadgets gratuiti al termine dei vari giochi. Un mini parco a tema a disposizione di tutti i fan dei fumetti e della serie che ha fatto giocare adulti e bambini fianco a fianco per tre giorni.

Un pubblico foltissimo di fan si è raccolto la sera nel cortile dell’ex-Mattatoio per assistere alla proiezione in anteprima dei primi due episodi di Questo mondo non mi renderà cattivo, e grandi e piccini hanno partecipato con attenzione a questo primo assaggio della serie, per poi scatenarsi con la musica live di Giancane, che ancora una volta ha firmato la sigla della serie, ed ha voluto contribuire al lancio della stessa con un mini concerto per tutti i presenti.

L’attesa per questa nuova serie è stata lunga, e le aspettative erano altissime, ma già da questo primo assaggio ci sentiamo di poter dire che anche questa volta per Zerocalcare e Netflix sarà un successo assicurato.

 

Niccolò Fabi al Teatro Romano di Ostia Antica

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Niccolò Fabi con il suo “Meno per Meno Tour” infiamma Ostia Antica

Cornice unica e suggestiva, quella del Teatro Romano di Ostia Antica, ideale per ospitare un concerto altrettanto particolare e ricco di vibrazioni poetiche ed affascinanti. Si è trattato questa volta del tour “Meno per Meno” che Niccolò Fabi ha presentato in giro per l’Italia, e che si è concluso proprio con la serata di Ostia Antica.

Già dalla sua struttura particolare, il tour di questo artista dalla carriera quasi trentennale, rivela la sua unicità: al pubblico degli astanti infatti viene presentato uno spettacolo diviso in due parti, come fossero due atti di un’opera teatrale.

Nella prima parte Fabi appare sul palco da solo, interamente vestito di bianco, come un guru davanti ad i suoi accoliti, e dialoga con il suo pubblico tra parole e canzoni in un’atmosfera intima e rarefatta. I presenti lo ascoltano in rapito silenzio, seduti sulle gradinate vetuste del teatro, partecipi eppure rispettosi, coinvolti ma mai eccessivi. Nell’aria si respira una magia quasi palpabile, quella magia che rende Niccolò Fabi da sempre così amato.

Pochi minuti di pausa ed ecco che sullo sfondo delle colonne degli antichi scavi romani, protetta dalle chiome dei pini di Roma, fa la sua comparsa sul palco, l’Orchestra Notturna Clandestina del maestro Enrico Melozzi, affiancata dalla band di eccellenti musicisti che da tempo accompagna Fabi nei suoi tour: Roberto Angelini alla chitarra, Alberto Bianco, chitarra e basso, e Filippo Cornaglia alla batteria.

Dopo aver ripercorso nella prima parte del concerto tanti brani appartenenti ai suoi lunghi anni di carriera, ecco arrivare nella seconda parte, alcuni pezzi del nuovo album: l’omonima “Meno per Meno”, “L’uomo che rimane al buio”e “Al di fuori dell’amore”.

Le note conclusive sono tuttavia affidate a uno dei successi passati di Niccolò FabiLasciarsi un giorno a Roma”, e il pubblico presente ne canta ogni parola all’unisono, quasi che quella conclusione del concerto per gli affezionati fans di questo artista, rappresenti un “lasciarsi” metaforico.

Tuttavia, se leggiamo attentamente tra le righe del testo, Fabi ci dice che “C’è soltanto un modo per riprendersi /Lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi”, quindi questa conclusione, questo lasciarsi, lo interpretiamo come un addio solo temporaneo, certi che Niccolò Fabi tornerà ancora molto presto a calcare i palchi e regalare al suo pubblico serate di intima emozione come quella di Ostia Antica.

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Chiara Lucarelli
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