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Disinnescare il fronte libanese

Quando a Ottobre dello scorso anno Hamas perpetrò il suo attacco terroristico nella striscia di Gaza ottenne, immediatamente, il pieno supporto mediatico delle milizie filoiraniane di Hezbollah.

Tuttavia, anche se nei mesi successivi Hezbollah ha intensificato le sue attività offensive lungo la linea di confine, costringendo Israele ad evacuare diverse decine di migliaia di residenti dai paesi in prossimità dell’area, l’intensità delle operazioni non si è tradotta in uno scontro diretto e nell’apertura di un secondo fronte per Israele.

Nonostante l’incremento delle attività da parte di Hezbollah e la conseguente crescita della risposta israeliana, a sette mesi dall’inizio del conflitto a Gaza rimane ancora un’incognita come possa evolversi la situazione nel settore nord di Israele lungo il confine con il Libano.

Ciò che appare evidente, comunque, è che la precaria situazione di equilibrio preesistente al 7 Ottobre non possa essere più ripristinata e che una nuova soluzione debba essere ricercata. Il punto nodale della questione è se tale soluzione possa essere il frutto di accordi politico diplomatici o il risultato dell’uso della forza.

Allo stato attuale, anche se il rischio di una possibile escalation rimane alto, l’atteggiamento dei principali protagonisti induce a ritenere che si voglia evitare una guerra su larga scala.

Da una parte l’Iran non ritiene di essere ancora pronto a un confronto diretto con Israele e preferisce risparmiare il potenziale di Hezbollah evitando di vedere vanificati gli investimenti fatti nell’area per sostenere una delle risorse strategicamente più importanti nell’ambito della  visione politica in chiave antisraeliana.

Dall’altra parte Israele non intende, almeno per ora, aprire un secondo fronte che comporterebbe un riposizionamento delle forze privando le operazioni a Gaza del necessario supporto specifico.

Gli USA rappresentano il terzo protagonista in quanto una escalation nel Libano comprometterebbe la posizione di Washington nell’intero Medioriente, vanificando gli sforzi diplomatico politici messi in atto dall’amministrazione Biden per avvalorare il ruolo di garante dell’equilibrio nell’area.

Quindi, quali possono essere gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione USA per evitare che l’attuale situazione di attrito si trasformi in un conflitto aperto?

Da un punto di vista diplomatico l’azione che Washington sta sviluppando si articola in due direzioni.

Innanzitutto, la ricerca di un dialogo con la fazione politica di Hezbollah che si basa sulla proposta di un soddisfacente accordo che possa portare a un cessate il fuoco. I termini dell’accordo prevedono i seguenti punti:

  • costituzione di una zona cuscinetto lungo il confine dell’ampiezza di sette chilometri che comporta il ritiro delle forze di Hezbollah;
  • riduzione delle attività aeree di Israele nel Libano meridionale;
  • spiegamento di una forza libanese per il controllo degli accordi a Sud del Litani;
  • avvio di negoziati bilaterali per la definizione delle aree di confine lungo la Blue Line, il cui possesso è oggetto di contesa.

Per supportare tale linea di azione l’Amministrazione USA propone, inoltre:

  • la possibilità di supportare Sleiman Franhgieh il candidato sostenuto da Hezbollah nell’elezione al la carica di presidente del Libano vacante da due anni;
  • l’offerta di supportare economicamente lo sviluppo del Sud del Libano e di concorrere nel pagamento del personale delle Forze Armate Libanesi.

Successivamente, un’intensificazione delle azioni tese a coinvolgere i Paesi dell’area nella ricerca di una soluzione mediata che scongiuri il pericolo di una escalation che avrebbe dannose ricadute su tutta l’area stessa rischiando di compromettere il conseguimento di una situazione di stabilità.

Da un punto di vista politico l’Amministrazione Biden, invece persegue i seguenti obiettivi:

  • supportare Israele sia a livello politico, consentendo al Governo di Netanyahu di resistere alle pressioni interne offrendo la possibilità del raggiungimento di una accordo, che anche se non pienamente soddisfacente, consenta almeno la ripresa di una certa normalità permettendo il ritorno dei circa 80.000 sfollati; sia a livello militare rendendo possibile il consolidamento delle posizioni e il ripristino di un elevato livello di efficienza in termini di materiali e scorte quale deterrente per un eventuale ripresa delle attività da parte di Hezbollah;
  • rafforzare la posizione di Washington nell’area riducendo l’attrito con l’Iran, rinsaldando il ruolo di mediatore preferenziale e di potenza in grado di pervenire alla definizione di una situazione di equilibrio nell’area mediorientale e di garantirne la continuità.

Ovviamente quanto proposto dall’Amministrazione Biden risulta essere una soluzione ottimale ma non perfetta e perché questa ipotesi articolata possa aver successo è necessario che vengano superate le perplessità e le differenze di vedute che contraddistinguono le relative posizioni degli altri protagonisti.

Hezbollah, in primis, ha l’interesse che la situazione non si trasformi in un conflitto aperto in quanto il suo potenziale militare verrebbe seriamente compromesso riducendo le sue capacità di svolgere una pressione costante nello scenario interno libanese. La possibilità di conquistare la carica di presidente del Libano aumenterebbe il prestigio del gruppo e sarebbe un ulteriore passo verso il controllo politico del Paese.

Contestualmente, esistono delle difficoltà ad accettare l’offerta di finanziare la ricostruzione del Sud del Paese da parte USA in quanto diminuirebbe il prestigio dell’organizzazione e la priverebbe della possibilità di gestire gli eventuali fondi per fini propri.

Lo stesso vale per l’offerta fatta per il pagamento degli stipendi alle Forze Armate Libanesi che diminuirebbe la possibilità di estendere il controllo sui militari per indebolire lo Stato.

Da ultimo, la creazione della zona cuscinetto con il ritiro delle forze pregiudicherebbe la narrative di Hezbollah che si basa sull’identificazione del movimento quale difensore dell’integrità del suolo libanese occupato da Israele.

Per quanto riguarda Israele, il Premier Netanyahu è sottoposto a una serie di pressioni politiche difficilmente conciliabili.

L’ala estrema della sua coalizione di governo insiste per evitare concessioni che non siano basate sulla ricerca di soluzioni di forza come premessa per uno scontro che ritengono comunque inevitabile, anche se non imminente.

Le persone che sono state evacuate dalla zona insistono perché si giunga a una soluzione che consenta il ritorno a una situazioni di normalità in una cornice di sicurezza.

Dal punto di vista militare il problema più grosso è rappresentato dalla possibilità di garantire il mantenimento degli accordi per il cessate il fuoco. In questo caso Israele insiste per la possibilità di monitorare il confine con i suoi sistemi di informazione e sicurezza; e per la riconfigurazione della missione di UNIFIL che si è dimostrata un fallimento completo (avvalorando l’ennesima ipocrisia delle Nazioni Unite nella gestione delle crisi) non essendo stata in grado di portare a termine la missione assegnata (disarmare le milizie e controllare la zona cuscinetto).

L’azione diplomatico politica di Washington è diretta a negoziare un cessate il fuoco a Gaza e, contestualmente, a evitare una escalation sul confine libanese che aprirebbe prospettive drammatiche.

L’ipotesi di soluzione individuata rimane al momento di dubbia applicabilità dati i constraints che condizionano la posizione di Hezbollah e di Israele, di conseguenza l’Amministrazione Biden deve riconfigurare la sua visione nell’individuare sia ulteriori eventuali proposte sia soprattutto utilizzare le sue risorse diplomatico politiche per smussare le posizioni dei due protagonisti determinando la possibilità di far convergere le posizioni verso una soluzione negoziale.

Il compito non risulta assolutamente facile in quanto le variabili in gioco sono numerose e particolarmente complicate, inoltre l’Amministrazione Biden non può contare sul sostegno di attori esterni (le Nazioni Unite sono completamente assenti e brillano per una passività imbarazzante, l’Unione Europea ricopre il suo ruolo di grande assente trastullandosi con la riedizione della Guerra Fredda e la Cina non ha ancora deciso se e come deve impegnarsi per svolgere il ruolo di grande Potenza che reclama di diritto) e soprattutto si avvicina un impegno elettorale che impone il conseguimento di un qualche risultato da poter sbandierare per invogliare l’elettorato.

La possibilità di un conflitto che nessuno vuole esiste ed è concreta, ma la volontà di evitare un ulteriore tragedia può spingere i vari protagonisti ad accettare una soluzione che, se non perfetta, rappresenta un punto di inizio per ulteriori sviluppi successivi, di conseguenza si può solo condividere la determinazione di Washington nel cercare di perseguire questa soluzione attraverso la diplomazia.

MIBIL: Ministro della difesa libanese Yacoub Sarraf in visita al comando generale.

MEDIO ORIENTE di

Il 10 ottobre scorso, il ministro della difesa libanese Yacoub Sarraf, accompagnato dall’ambasciatore Italiano in Libano Massimo Marotti, è andato in visita presso il comando della MIBIL, in Al Samaya, Sud del Libano. L’acronimo MIBIL sta per missione italiana bilaterale in Libano. Inquadrata in ambito ONU, dal 2015 si propone di supportare il Libano che, alla luce del conflitto siriano, è affetto da numerosi disagi sociali ed economici. A seguito  delle gravi ripercussioni sui fronti della stabilità e della sicurezza l’Italia ha avviato delle attività bilaterali nel settore della formazione del personale militare libanese(LAF).

Ad accogliere Yacoub Sarraf c’era il comandante Stefano Giribono, in carica dal 15 settembre scorso. Durante la riunione gli sono state fornite tutte le informazioni riguardanti la MIBIL, da come è nata, passando per l’organizzazione e arrivando ai risultati ed agli obbiettivi futuri. I dati forniti riguardo i corsi di addestramento parlano di 700 unità formate, tra ufficiali, sottoufficiali e militari di truppa, tra il 2016 ed il 2017, con un numero che arriverà a toccare le 1000 unità nelle previsioni per la fine dell’anno solare. Il ministro ha poi assistito simultaneamente ad una dimostrazione pratica del corso mirato a formare le unità cinofile effettive alla guardia presidenziale libanese.

Una volta concluso l’incontro Yacoub Sarraf ha speso parole d’elogio per l’organizzazione della missione, definendosi molto soddisfatto: “Ringrazio davvero per il contributo offerto. Oggi ho avuto la prova di una grande cooperazione. In particolare, in questo contesto di minaccia terroristica, l’Italia non contribuisce solo con UNIFIL, ma anche con la MIBIL che garantisce un ulteriore incremento dell’efficienza delle LAF”. Le autorità si sono poi spostate verso la base “Millevoi” di Shama, sede del Comando del Contingente italiano in Libano, dove il ministro ha firmato l’albo d’onore.

UNIFIL Head of Mission met separately with Berri and PM Hariri in Beirut

BreakingNews @en di

In a press release by UNIFIL, it said: “UNIFIL Head of Mission and Force Commander Major General Michael Beary today met separately with the Speaker of Parliament, Nabih Berri, and Prime Minister Saad Hariri in Beirut”. Release added: “In both meetings, the UNIFIL head thanked the Lebanese leaders for their continued support to UNIFIL in the fulfillment of its mandate in accordance with the UN Security Council resolution 1701 (2006), while noting that Lebanon’s continued commitment to the UN resolution is critical”. Major General Beary briefed the leaders on the situation in the UNIFIL area of operations (AO) and along the Blue Line, further stating that the situation remains calm and stable. He said that UNIFIL has, over the past months, increased its outreach to the local population as well as intensified engagement with local leaders and communities in the Mission’s ongoing efforts to preserve the calm environment and stability.

Italian Defense Minister winds up Lebanon visit.

BreakingNews @en di

Italian Minister of Defense, Roberta Pinotti, on Monday winded up her state visit in Lebanon, and held a news conference at the VIP Hall at Beirut international airport, whereby she tackled the outcome of her meetings with the top Lebanese officials. In response to a question on Italy’s concern over a likely escalation between Hezbollah and Israel, Pinotti said highlighted the importance of the UNIFIL “in order to prevent the recurrence of similar escalation between the Lebanese and the Israelis”. Regarding the Syrians’ displacement to Lebanon, Pinotti maintained that “the international community must recognize the efforts undertaken by the Lebanese government in that respect, especially that Lebanon has hosted great numbers of displaced Syrians, in addition to the Palestinian refugees who are already present in Lebanon”.

Lebanon: Aoun’s stance towards Hezbollah arms could result in UNIFIL withdrawal

BreakingNews @en di

Ambassadors of 6 major countries sounded the alarm Friday over President Michel Aoun’s latest statements about Hezbollah’s arms, amid threats that the the United Nations Interim Force in Lebanon or UNIFIL could withdraw its peacekeeping mission from south Lebanon. A meeting was held on February 15 at the United Nations headquarters in Yarze. It included ambassadors of the International Support Group for Lebanon, the US, France, Britain, Germany, Italy and China in addition to the EU ambassador and Representative of the United Nations Secretary-General in Lebanon and Arab League Representative. The meeting addressed three main issues: The upcoming parliamentary elections and the new electoral law, the security situation in Lebanon including backing the Lebanese Army, the International Brussels Conference on the Syrian crisis and the Syrian refugees in Lebanon.Talks highlighted the latest statement of Aoun during an official visit to Egypt, during which they said does not abide by resolution 1701, but merely reflects visions of a single Lebanese party. The US ambassador has however, revealed a tendency to pull the UNIFIL forces from southern Lebanon if the country does not abide by international conventions.

UNIFIL: Italian peacekeepers helps Lebanese ISF

Defence di

Lebanese authorities are deeply grateful toward the peacekeepers of the UNIFIL mission. The Italian contingent, currently made up of units of the Taurinense Alpine Brigade, completed and inaugurated an important project in favor of the Lebanese Internal Security Forces (ISF), near two of their facilities in the city of Tyre, in the south of the country.

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Specifically, they completed deliveries of four generators of medium and large capacity, installed in the main bases of the ISF to implement the provision of electricity of the centers of command and control of the Internal Security Forces, compensating for the lack of energy, which – in that area – is limited to few hours in daylight.

During the inauguration ceremony, held in base of the command of the 2nd mobile Regiment of ISF, local authorities have expressed appreciation for the cooperation and the proximity of the Italian contingent, dedicated to the support of the Lebanese armed forces as required by UN Resolution 1701.

 

Viviana Passalacqua

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Lebanon: Renzi visits Italian contingent

Defence di

Official visit of Prime Minister Matteo Renzi to the Italian contingent in Lebanon, to verify the situation on the entire area of UNIFIL operation and to compliment the work of Italian troops in the south of the country. Accompanied by General Claudio Graziano, Chief of the Defence Staff, the Prime Minister has reached the military base Millevoi in Shama, the headquarters of the West Sector of UNIFIL, currently leaded by the Alpine Brigade “Taurinense”.

Waiting for him, the Head of Mission and Force Commander of UNIFIL, Major General Luciano Portolano, and the Commander of national Contingent, Brigadier General Franco Federici. Informal and warm Christmas greetings made by Renzi, who wanted to meet men and women of our contingent informally, expressing the closeness of the Italian government to them and to their families.

Great praise for the armed forces involved in peacekeeping missions and peacekeepers of Taurinense in Lebanon, operating within the framework of UN Resolution 170 in order to monitor the cessation of hostilities, support the Lebanese Armed Forces, and ensure appropriate support for the people local. «You are highly professional soldiers, you carry out your precious work in the service of the Italian institutions and peace, far away from your loved ones. You make us proud to be Italian», concluded the Prime Minister.

Viviana Passalacqua

Lebanon, joint exercises for Taurinense Brigade

Defence di

New round of joint exercises for Taurinense Mountain Brigade, who is leading the command of Sector West of UNIFIL mission in Lebanon. The activities cycle, planed to maintain their training level and to implement procedures with units coming from other countries, were concluded with the final coaching day near the village of Naqoura. In this area converged Italian maneuvering units, engaged with French and Ghanaian equivalent units in the simulation of a serious accident and of the following management of tension escalation. During the training the exploring units of the Nizza Cavalry Regiment, providing the Sector Mobile Reserve (reserve unit and rapid deployment) of the western sector of the UNIFIL mission, have implemented the application of standard procedures and rapid intervention. At the same time, the Brigade Taurinense staff, was responsible for coordinating and implementing the procedures of command and control through a series of specific exercises wich involved, now, most of the employed units, both national and foreign. All this within the framework of the activities undertaken by the Alpine troops in southern Lebanon, where, since two months, they ensure the control of the territory in their area of responsibility, in close coordination with the Lebanese armed forces, through continued joint patrols and a capillary presence on the territory, using the maneuver units of Nizza Cavalry Regiment (1st) and of the Alpine Battalion L’Aquila.
Viviana Passalacqua

Lebanon: Alpine B. helps population and LAF

Defence/Middle East - Africa di

The activity of the Italian soldiers engaged in the UNIFIL mission continues both in terms of cooperation with the local armed forces, than of support to the population. In these last days the General Staffs of the UNIFIL Sector West, based Taurinense Alpine Brigade, met the 5th Brigade of the Lebanese Armed Forces (LAF) in the military base of Shama.

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An important meeting, aimed at increasing integration and joint activities between the two Chiefs by planning common trainings. At the same time, the initiatives in favour of the local population carry on: in late November, Lebanese Red Cross of Tiro has received materials for hospital and healthcare, offered by donors from Novara and delivered by the soldiers of ITALBATT, the maneuver unit of the UNIFIL Italian contingent, currently based Nizza Cavalry Regiment.

“The donation was made possible thanks to the solidarity and cooperation shown by the Hospital “Maggiore della Carità”, by the Sacred Military Constantinian Order of St. George, by the “National Alpine Association – Novara section” and by the Oleggio Red Cross, important organizations who wanted to support actively the initiatives promoted for Lebanon by Nizza Regiment, ” as Colonel Massimiliano Quarto, commander of Italbatt, declared during the ceremony. The equipment – which includes 14 inpatient beds with mattresses and fireproof pillows, 1 stair lift and 1 multipurpose chair for disabled, 5 wheelchairs, and numerous boxes of disposables from surgery – will be used by the Red Cross for the normal activities of the hospital, and for subsequent distribution at home for chronic patients followed by the voluntary organization.
Viviana Passalacqua

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UNIFIL Lebanon, Italy: water tank in school

BreakingNews @en/Defence di

Italian peacekeepers based on Alpina Taurinense Brigade have completed the construction of a covered cistern for collecting rainwater in the school of Ayta Ash Sha’b, in South Lebanon, attended by disabled children.

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The project, carried out by the joint task force within the civil military cooperation, pursues the objectives set by Resolution 1701 for the improvement of living conditions in Lebanese villages. It has been realized thanks to the Italian funds dedicated to the development of civil and military cooperation projects.

The work just inaugurated allows better operation and rationalization of institute water resources, devoided of water tanks, thus confirming the excellent relationships existing between local population and Italian peacekeepers.

Protagonist of the delivering, the Alpine Taurinense Brigade, maneuver unit of the Italian Army deployed in Lebanon since about a month in UNIFIL mission. For the first time, our soldiers operate in bi-national and non-permanent Italo-French conformation. The inaugural ceremony was attended by the commander of the Western Sector of UNIFIL and of Italian contingent, civil and religious authorities of the village including mayor Youssefi Srour, elders and school teachers of Ayta Ash Sha’b. All them expressed appreciation and gratitude for the work done.
Viviana Passalacqua

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Viviana Passalacqua
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