GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Gennaio 2016 - page 3

Quattro AMX dispiegati al 51° Stormo

Difesa di

Quattro AMX dell’Aeronautica Militare sono stati ridislocati al 51° Stormo di stanza a Trapani Birgi.

Con quest’ampliamento di assetto l’Italia è pronta a monitorare da vicino la Libia in attesa di quanto accadrà domenica 17 gennaio, giorno in cui si attende l’annuncio del nuovo governo libico di unità nazionale.

Lo stato Maggiore della Difesa ha annunciato che i quattro aerei hanno lo scopo di “aumentare la capacità di sorveglianza e acquisizione informazioni e obiettivi nel mediterraneo” evidentemente alla luce dei recenti sviluppi nei paesi del Nord Africa ed in particolare in Libia

Gli Amx non sono in assetto di bombardamento (hanno solo le armi per la ‘self defense’), bensì da ricognizione. E si aggiungeranno al Predator, l’aereo senza pilota, inserito nell’operazione ‘Mare Sicuro’ che vigila sul Mediterraneo centrale.

Il velivolo è un aereo monomotore da attacco e ricognizione, disponibile anche nella versione biposto da addestramento avanzato (AMX-T), impiegato  anche  nel teatro operativo afghano ha avuto modo di portare a termine numerose missioni con ottimi risultati.

 

b31151a3-0a0e-44d5-a38c-20fd238b9c64apertura amx in configurazione isrMedium

Caratteristiche Tecniche AMX

Apertura alare 9,97 m – lunghezza 13,23 m – altezza 4,55 m – peso massimo al decollo 13.000 kg – impianto propulsivo un turbofan Rolls-Royce Avio RB.168-807 Spey da 5.000 kg/s – velocità massima 940 km/h (0,86 mach) – tangenza 13.000 m – autonomia 3.600 km (trasferimento) – equipaggio 1 pilota/1-2 piloti* – armamento: 1 cannone cal. 20 mm, fino a 3.800 kg di carichi esterni (serbatoi ausiliari, pod da ricognizione, missili aria-aria AIM-9L Sidewinder, ecc.). *AMX-T

 

[youtube]https://youtu.be/HPA_0rqwER0[/youtube]

Indonesia, la polizia sulle tracce della rete terroristica

Asia/Varie di

 

All’indomani dell’attacco di Jakarta, rivendicato dallo Stato Islamico, che ha lasciato sul terreno cinque morti tra attentatori e vittime civili (un cittadino locale ed un canadese), la polizia Indonesiana è riuscita ad identificare alcuni dei terroristi rimasti uccisi ed ha effettuato i primi arresti, nei dintorni della capitale ed in altre regioni del paese.

L’attacco è iniziato giovedì mattina alle 10.40, ora locale, con una serie di sei esplosioni, in rapida successione, in una zona commerciale della capitale indonesiana. Due attentatori hanno aperto il fuoco sui clienti di una caffetteria Sturbucks colpita da una delle deflagrazioni, mentre due kamikaze si sono fatti esplodere nei pressi di un incrocio stradale dove stazionavano alcuni poliziotti.  Le forze dell’ordine hanno risposto rapidamente, circondando la zona e attaccando gli attentatori con l’ausilio di auto e mezzi corazzati. La sparatoria è durata diverse ore, finché i tre terroristi rimasti ,dopo essersi asserragliati in un cinema, sono stati abbattuti.

L’attacco è stato rivendicato dall’ISIS con un comunicato online. Secondo la polizia locale, dietro gli attentati si celerebbe la regia di Bahrun Naim, un jihadista indonesiano che combatte con l’ISIS in Siria e che mira a diventare il leader dell’organizzazione sul fronte del sud-est asiatico.

Il Generale Badrodin Haiti, il capo della polizia nazionale, ha dichiarato che due degli attentatori erano stati già condannati ed incarcerati in passato per attività legate all’islamismo radicale ed ha diffuso il nome di uno dei due, Afif Sunakim, che in passato aveva scontato una condanna a sette anni. Il capo della polizia di Jakarta, l’ispettore Generale Tito Karnavian, ha poi rivelato che nella capitale erano in corso operazioni antiterrorismo per catturare i membri di alcune cellule pronte ad entare in azione.

Nella sua rivendicazione l’ISIS ha spiegato che lo scopo degli attacchi era colpire l’Indonesia per il suo supporto alla coalizione internazionale che combatte Daesh in Siria ed Iraq. Secondo la polizia indonesiana, il gruppo che ha organizzato gli attentati è collegato con altre cellule attive nel paese, a Java e Sulawesi. Naim, nello specifico, sarebbe stato collegato al MIT, un gruppo jihadista indonesiano attivo sull’isola di Sulawesi che si dichiara alleato dello Stato Islamico. Dal 2002, anno di un sanguinoso attentato a Bali nel quale morirono 202 persone, l’Indonesia ha sempre tenuto la guardia alta, arrestando in totale più di mille persone nell’ambito di operazioni antiterrorismo. Alcuni jihadisti, però, sono stati rilasciati nel corso degli anni e gli attacchi di giovedi, sottolinea il capo della polizia, dimostrano come essi possano ancora rappresentare un pericolo concreto.

Secondo il capo della polizia nazionale Haiti, gli ultimi attentati rappresentano un salto di qualità nel confronto tra le forze di sicurezza e l’estremismo islamico. Il fatto che sia emerso un collegamento diretto tra l’ISIS ed i gruppi locali rappresenta una novità preoccupante e di grande rilievo. Gli inquirenti inoltre ritengono che l’azione sia stata organizzata e finanziata direttamente dalla Siria, con il tramite di Bahrun Naim.

Anche il presidente indonesiano Joko Widodo ha fatto sentire la sua voce, dopo gli attentati, con un tweet: “Non c’è posto per il terrorismo sulla terra – ha scritto – ed ogni cittadino del mondo deve fare la sua parte per combatterlo”

Indonesia, the police on the trail of the terrorist network

Asia @en di

Polisi_officers_lineup

In the aftermath of the Jakarta attacks, claimed by the Islamic State, which left five dead on the ground among  the bombers and civilian casualties (a local citizen and a Canadian), the Indonesian police has been able to identify some of the terrorists that were killed and performed the first arrests, around the capital and in other regions of the country.

The attack started on Thursday morning at 10.40 local time, with a series of six explosions in quick succession, in a commercial area of ​​the Indonesian capital. Two attackers opened fire on customers of a Starbucks coffee shop hit by one of the explosions, while two suicide bombers blew themselves up near a road junction where several policemen were stationating. The police responded quickly surroundig  the area and attacking the jihadists with the help of cars and armored vehicles. The shooting lasted for several hours, until the three terrorists, after being holed up in a movie theater, were killed by the police.

The attack was claimed by ISIS with a statement online. According to local police, the attacks were organized and directed by Bahrun Naim, an Indonesian jihadist fighting with the ISIS in Syria that aims to become the leader of the organization in the Southeast Asia.

General Badrodin Haiti, the national police chief, said that two of the bombers were convicted and jailed in the past for activities linked to radical Islamism and has released the name of one of the two, Afif Sunakim, which had previously granted a sentence of seven years. The head of the Jakarta Police, Inspector General Tito Karnavian, then revealed that in the capital were ongoing counterterrorism operations to capture the members of some cells ready to go into action.

In his claim, ISIS explained that the purpose of the attacks was hit Indonesia for its support to the international coalition fighting Daesh in Syria and Iraq. According to the Indonesian police, the group that organized the attacks is connected with other cells operating in the country, in Java and Sulawesi. Naim, specifically, would be connected to MIT, a jihadist group active Indonesian island of Sulawesi that declares to be ally of the Islamic State. Since 2002, the year of a bloody attack in Bali which killed 202 people, Indonesia has always kept his guard high, arresting a total of over a thousand people in the context of counter-terrorism operations. Some jihadists, however, have been released over the years, and the attacks on Thursday, said the police chief, demonstrate how they can still pose a real danger.

According to the head of the national police Haiti, the last attack represent a quantum leap in the confrontation between security forces and Islamic extremism. The fact that a direct link between ISIS and local groups has emerged is a worrying and and major change. Investigators also believe that the action was organized and funded directlyfrom Syria, through Bahrun Naim.

Even the president of Indonesia Joko Widodo made its voice heard, after the attacks, with a tweet: “There is no place for terrorism on Earth – he wrote – and every citizen in the world” needed to fight it.

2016: Direttiva Europea sulla CyberSecurity. O nel 2018?

INNOVAZIONE/POLITICA/Varie di

 

La Direttiva Network and Information Security NIS dell’Unione Europea e’ pronta al lancio. Presentata alla fine del 2013 insieme alla Cyber Strategy targata UE, dopo una lunghissima gestazione ha ricevuto due semafori verdi: all’accordo in Parlamento, e il Parlamento del 7 dicembre ha fatto seguito, il 18 Dicembre, il via libera del Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper).

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[level-european-affairs]

Il 14 Gennaio 2016 e’ arrivato anche il voto (32 favorevoli su 34) della Commissione per il Mercato Interno del Parlamento. Sembra solo una formalità adesso il voto finale del Parlamento, che dara forza esecutiva al provvedimento.

Il cui scopo e’ quello di stabilire una policy condivisa in materia, tale da garantire uniformità di approccio verso un settore strategico, e il 2015 lo ha confermato in pieno, quale quello della Cybersecurity.

La Direttiva individua e disciplina tre aspetti chiave.

Innanzitutto impone agli Stati Membri l’adozione di un regime regolamentare comune, che si deve estrinsecare nell’istituzione di un’Autorita’ dedicata, con compiti di regolamentazione, relazione e punto di contatto fra la società civile, il mondo delle imprese, i governi nazionali e le istituzioni europee.

I singoli paesi dovranno contestualmente definire il framework legale e regolamentare per la disciplina della materia, nonche promuovere la nascita di CERT (Computer Emergency Response Team) nazionali.

Il secondo pilastro della direttiva consiste nella creazione di un network europeo di cyber security. Delle ipotesi al vaglio quella che sembra aver preso piede (ma si aspetta la ratifica parlamentare prima di andare a vedere nel concreto se sara’ quella adottata), e’ la costituzione di un network duale: 1. un gruppo di cooperazione fra la Commissione, l’ENISA (European Union Agency for Network and Information Security) e i rappresentanti dei singoli stati; 2. un gruppo costituito dai rappresentanti dei CERT nazionali.

Il terzo, e discusso, pilastro concerne il risk management. La NIS sottopone alla propria disciplina tutti quei soggetti che operano nell’ambito dei cd “servizi essenziali”: energia, trasporti, banking, mercati finanziari, salute, acqua e infrastrutture digitali.

I parametri che circoscrivono i servizi essenziali sono tre:

  1. Fornire servizi essenziali;
  2. Il servizio fornito dipende dal funzionamento dei sistemi informativi;
  3. Un incidente dovuto ad un attacco cyber potrebbe generare un blocco del servizio.

Ad essi si aggiungono tutti i fornitori di servizi digitali, nonche’ marketplace quali Amazon, Ebay o motori di ricerca quali Google.

In capo a tutti questi soggetti graveranno obblighi di non poco conto, quali l’implementazione di uno standard minimo di sicurezza e la comunicazione all’Authority di tutti gli attacchi di una certa rilevanza a cui sono soggetti.

Si tratta di un effort economico e di una pubblicita’ di informazioni di non poco conto, in grado di influire pesantemente sul business o la mission di un’organizzazione.

Pertanto, e qui si intravede una prima criticita’ della direttiva, qualora uno stato membro vari un sistema sanzionatorio “leggero”, potrebbero generarsi, in tutto il sistema, effetti facilmente prevedibili.

Un altro aspetto che vale la pena di notare e’ quello relativo al timing di applicazione della direttiva stessa. Dal momento dell’entrata in vigore, i singoli Stati avranno 21 mesi per il varo di una normativa nazionale di riferimento e la creazione delle authorities. A questi si aggiungono ulteriori sei mesi per il censimento degli operatori dei servizi essenziali. Si tratta di un tempo enorme, specialmente quando si parla di minacce cyber, che evolvono con un tasso di crescita esponenziale. E mentre i governi di tutta Europa auspicano l’adozione di misure di cyber security quale mezzo necessario per la prevenzione al terrorismo, anche al prezzo della limitazione di alcune liberta’, l’Unione se la prende comoda, con la speranza che non si ripeta un’altra Parigi.

 

Leonardo Pizzuti

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Agenda Digitale Italiana e nuove sfide della rete – VIDEO

EUROPA/INNOVAZIONE di

È in corso, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il workshop “L’implementazione dell’Agenda Digitale Italiana e le nuove sfide della rete”.

L’incontro rappresenta un’importante occasione di confronto sullo stato di attuazione, sulle prossime tappe e sugli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana, e vede la partecipazione di Sir.Tim Berners-Lee, scienziato e accademico di fama internazionale, inventore del World Wide Web e Direttore del World Wide Web Consortium.
La mattinata di lavoro, alla presenza del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, è divisa in due parti: dalle 11 alle 12 avranno luogo gli interventi istituzionali che introdurranno lo speech di Sir.Tim Berners Lee, seguirà dalle 12 alle 13 un momento di confronto tra i partecipanti.

 

[youtube]https://youtu.be/DTR5Itdd1b0[/youtube]

2016, anno della Direttiva Europea sulla CyberSecurity. O nel 2018?

Varie di

La Direttiva Network and Information Security NIS dell’Unione Europea e’ pronta al lancio.

Presentata alla fine del 2013 insieme alla Cyber Strategy targata UE, dopo una lunghissima gestazione ha ricevuto due semafori verdi: all’accordo fra il Parlamento e il Parlamento del 7 dicembre ha fatto seguito, il 18 Dicembre, il via libera del Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper).

Sembra solo una formalità adesso il voto positivo del Parlamento, che dara cosi forza esecutivo al provvedimento.

Il cui scopo e’ quello di stabilire una policy condivisa in materia, tale da garantire uniformità di approccio verso un settore strategico, e il 2015 lo ha confermato in pieno, quale quello della Cybersecurity.

La Direttiva individua e disciplina tre aspetti chiave.

Innanzitutto impone agli Stati Membri l’adozione di un regime regolamentare comune, che si deve estrinsecare nell’istituzione di un’Autorita’ dedicata, con compiti di regolamentazione, relazione e punto di contatto fra la società civile, il mondo delle imprese, i governi nazionali e le istituzioni europee.

I singoli paesi dovranno contestualmente definire il framework legale e regolamentare per la disciplina della materia, nonche promuovere la nascita di CERT (Computer Emergency Response Team) nazionali.

Il secondo pilastro della direttiva consiste nella creazione di un network europeo di cyber security. Delle ipotesi al vaglio quella che sembra aver preso piede (ma si aspetta la ratifica parlamentare prima di andare a vedere nel concreto se sara’ quella adottata), e’ la costituzione di un network duale: 1. un gruppo di cooperazione fra la Commissione, l’ENISA (European Union Agency for Network and Information Security) e i rappresentanti dei singoli stati; 2. un gruppo costituito dai rappresentanti dei CERT nazionali.

Il terzo, e discusso, pilastro concerne il risk management. La NIS sottopone alla propria disciplina tutti quei soggetti che operano nell’ambito dei cd “servizi essenziali”: energia, trasporti, banking, mercati finanziari, salute, acqua e infrastrutture digitali.

I parametri che circoscrivono i servizi essenziali sono tre:

  1. Fornire servizi essenziali;
  2. Il servizio fornito dipende dal funzionamento dei sistemi informativi;
  3. Un incidente dovuto ad un attacco cyber potrebbe generare un blocco del servizio.

Ad essi si aggiungono tutti i fornitori di servizi digitali, nonche’ marketplace quali Amazon, Ebay o motori di ricerca quali Google.

In capo a tutti questi soggetti graveranno obblighi di non poco conto, quali l’implementazione di uno standard minimo di sicurezza e la comunicazione all’Authority di tutti gli attacchi di una certa rilevanza a cui sono soggetti.

Si tratta di un effort economico e di una pubblicita’ di informazioni di non poco conto, in grado di influire pesantemente sul business o la mission di un’organizzazione.

Pertanto, e qui si intravede una prima criticita’ della direttiva, qualora uno stato membro vari un sistema sanzionatorio “leggero”, potrebbero generarsi, in tutto il sistema, effetti facilmente prevedibili.

Un altro aspetto che vale la pena di notare e’ quello relativo al timing di applicazione della direttiva stessa. Dal momento dell’entrata in vigore, i singoli Stati avranno 21 mesi per il varo di una normativa nazionale di riferimento e la creazione delle authorities. A questi si aggiungono ulteriori sei mesi per il censimento degli operatori dei servizi essenziali. Si tratta di un tempo enorme, specialmente quando si parla di minacce cyber, che evolvono con un tasso di crescita esponenziale. E mentre i governi di tutta Europa auspicano l’adozione di misure di cyber security quale mezzo necessario per la prevenzione al terrorismo, anche al prezzo della limitazione di alcune liberta’, l’Unione se la prende comoda, con la speranza che non si ripeta un’altra Parigi.

Comando Europeo per il Trasporto Aereo, al via la partecipazione italiana

Difesa di

E’ operativa la partecipazione italiana al Comando Europeo per il Trasporto Aereo. Come da sottoscrizione del 4 dicembre 2014, l’Italia ha aderito al protocollo di “pool & sharing” del trasporto aereo militare, siglato anche da Francia, Germania, Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Scopo dell’intesa – nata in seno alla Politica di Sicurezza e di Difesa Comune – il miglioramento e l’ottimizzazione delle risorse disponibili, attraverso la standardizzazione delle procedure e l’impiego di una flotta comune più vasta di quelle dei singoli paesi. L’Aeronautica Militare ha dunque effettuato il “trasferimento di autorità” all’EATC (European Air Transport Command) di gran parte della flotta dei velivoli da trasporto, rifornimento in volo ed evacuazione medica. Nello specifico, saranno gestiti dal Comando Europeo 31 velivoli tra C- 27J, C-130J e KC 767, appartenenti alla 46^ Brigata Aerea di Pisa e al 14° Stormo di Pratica di Mare, dipendenti dal Comando delle Forze di Supporto e Speciali. Qualora esigenze nazionali lo rendessero necessario, sarà possibile riassumere il controllo dei mezzi, in virtù del meccanismo di revoca del trasferimento di autorità. Oltre al notevole risparmio economico previsto, l’adesione italiana all’EATC valorizza le capacità di trasporto aereo militare d’eccellenza – come ad esempio il trasporto in alto bio-contenimento – “trasformandole” in crediti esigibili con vettori delle altre nazioni europee partecipanti. Ne deriva una maggiore flessibilità operativa e la riduzione dell’outsourcing di velivoli commerciali nei casi di indisponibilità di quelli nazionali. Sarà possibile quindi accedere a capacità di trasporto oversize (ossia di carichi eccezionali), assicurare maggiore corrispondenza tra tipo di velivolo e caratteristiche della richiesta, con un sostanziale miglioramento del rapporto costo-efficacia nell’intero settore.
Viviana Passalacqua

European Air Transport Command, the Italian participation is operational

Defence di

The Italian participation in the European Air Transport Command is operational. On December 4th 2014, Italy joined the protocol “pool & sharing” of military aviation, also signed by France, Germany, Spain, Netherlands, Belgium and Luxembourg. The purpose of the agreement – belonging to the Security Policy and Common Defense – is to improve and to optimize available resources, through the standardization of procedures and the use of a common fleet, larger than those of the individual countries. The Italian Air Force has carried out the “transfer of authority” to EATC (European Air Transport Command) of most of the fleet of transport aircraft, aerial refueling and medical evacuation. Specifically, the European Command will manage 31 aircraft including C-27J, C-130J and KC 767, belonging to the 46th Air Brigade of Pisa and the 14th Wing of Pratica di Mare, depending on the Command of Support and Special Forces. If national requirements make it necessary, it is possible to require control of the aircrafts, thanks to the mechanism of the revoke transfer of authority. In addition to the significant cost savings provided, the Italian adhesion to EATC enhances the ability of military aviation of excellence – such as transportation in high bio-containment – “turning” it in “receivable accounts” with aircrafts of other EU nations participating. It gains greater flexibility and reduce the outsourcing of commercial aircraft in case of unavailability of the national ones. The subscription permit to access an “oversize” transport capacity, ensure greater correspondence between aircraft type and characteristics of the request, with a substantial improvement of the cost effectiveness throughout the industry.
Viviana Passalacqua

Libya: deal is due to expire

BreakingNews @en/Policy di

70 people killed by a truck bomb detonated in a police training center. Oil terminals are under attack. More than 300 kilometers of coastline are controlled by Islamic State. New government formation is always more essential in order that UN intervention could stop Daesh advance and allow Libya to grow.

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70 people killed and several injured. It’s the definitely bloody balance of attack in Zliten, where a jihadist detonated a truck bomb beside a police training center last Thursday. An affiliate group of Daesh claimed responsability. While Italy evacuated 15 woundered on Monday sending a C-130 to take them to military hospital in Rome.

Meanwhile, Eu foreign affairs chief Federica Mogherini met prime minister Fayez al-Sarraj, backed in Tunis after attack at Misurata airport last Friday, and pledged 100 million euro aid-package.

But Libya is close to collapse. Indeed, unity government deal should run out of time within two weeks: nevertheless, Tripoli, Tobruk and other factions have not still assembled new executive. Instead, Tripoli, where new government will be established, as is other cities, are victims not only of Daesh, but of clashes between enemy factions.

The whole while The Financial Times publishes a new report about Libyan economic context. Analysis is tragic. Oil production collapse to 400,000 b/d in the last 18 months, while it reached 1,4 million during the post-revolution. Denar depreciated about 60 per cent. Whereas, EIU estimated Libyan GDP to fall over 8 per cent during 2016.

From security viewpoint, more than 300 kilometers of coastline are controlled by Islamic State. Sidra and other oil terminals were aimed by Daesh, even if the attack on oil port of Zuetina was repelled by Libya guards on Monday.

Libyan internal chaos increased again since December 17, when Tripoli, Tobruk and other factions reached agreement. New government formation is always more essential in order that UN intervention could stop Daesh advance and allow Libya to grow.
Giacomo Pratali

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Giacomo Pratali
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