GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Gennaio 2016 - page 4

France: new NH90 for Operation Barkhane

Defence/Innovation/Politics di

The Direction Générale de l’Armement (DGA), the French defence procurement agency, confirms the acquisition of six additional tactic transport helicopters (Caiman model) from NH Industries, the Italian-French-Dutch industrial group owned by Finmeccanica, Airbus and Fokker. The delivery has been scheduled between 2017 and 2019.

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These new acquisitions are part of a more comprehensive renewal program to increase the helicopter fleet up to 74 Caiman units (44 of these to be delivered by 2019). The target is to reach, by the end of 2025, a fleet of 115 tactical NH90 helicopters, goal set in the Defence and Security White Paper in September 2013. As Guillaume Faury, President and CEO of Airbus Helicopters, highlights, “French armed forces have deployed the NH90 operationally in Mali, where its outstanding endurance, versatility and manoeuvrability have been greatly appreciated”.

The decision follows the request from the Army Air Corps to strengthen the capabilities of Operation Barkhane, in Africa. Last January, Gen. Oliver Gourlez de la Motte, chief of the Army Air Corps, announced the service goal to strengthen its forces, by providing 10 additional helicopters to the fleet, to be chosen between both attack and transport models. Last month, indeed, the DGA has ordered from Airbus Helicopters 7 Tiger attack helicopters, which will be delivered between 2017 and 2018.

The aim is to improve the capacity of French armed forces to conduct air-land operations in the Sahel region, in Sub-Saharan Africa. The NH90 has already been deployed in several operational theatres, showing capabilities and characteristics that make it an important resource for French forces engaged in Operation Barkhane. First of all, as already mentioned, its versatility. The NH90 can be employed in response to different tactical needs:

  • Troop and light armament transport, as it can carry up to 20 soldiers or 2.5 tonnes armaments;
  • Casualty evacuation with 12 stretchers;
  • Cargo airlift;
  • Combat, search and rescue operations.

Moreover, the additional equipment allows it to fit various needs that might arise in the operational theatre. The NH90 is provided with an automatic pilot and fly-by-wire (FBW) controls, a system that replaces traditional manual controls with an electronic interface. This reduces the workload for pilots, and makes the NH90 easier to manage. In addition, night vision sights, armor protection and electronic counter-measures make it suitable for combat operations.

These characteristics show how this vehicle becomes essential in an environment such as Sub-Saharan Africa. As we know, Operation Barkhane is a counter-terrorism operation, led by France in the Sahel region since August 2014, with Mali, Niger, Burkina Faso, Mauritania and Chad as participating countries. The aim is to contrast the presence of jihadist militants in the region, supporting the efforts of partner countries and to prevent the creation of terrorist sanctuaries. The 3000 soldiers engaged in the mission are based in two permanent fields, one in Gao (Mali) and the other in N’Djamena (Chad). Detachments are sent to temporary bases, located in the mission’s participating countries, from where missions to support their soldiers are launched. Therefore, it is clear how troop and armament transport is necessary to conduct the operation. Moreover, the particular environment –temperature, geographical and territorial conformation, etc.- is a key factor in elaborating interventions. The NH90 proves to be suitable for the African environment, given its endurance and versatility, which is essential in areas where difficulties and resource scarcity might undermine the aim of the mission and the lives of the soldiers involved. “The additional order of six NH90- says Guillaume Faury-…confirms the essential role that new-generation multi-role helicopters play in modern operations”.

It seem that attacks and threats to French nation and security have not changed its commitment towards foreign operations, in particular in missions targeting Islamic terrorism. By contrast, those elements, which proved to be effective, have been strengthen and pressure is made to the Government in order to reinforce French military capabilities. It is not just a matter of number of forces available but also – and most of all- of quality and technology, which have to be suitable for the type of environment and threat that soldiers are facing.

 

Paola Fratantoni

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Francia: 6 nuovi elicotteri NH90 per l’Operazione Barkhane

Difesa/EUROPA/POLITICA di

La conferma arriva dalla Direction Générale de l’Armement, agenzia governativa francese responsabile delle acquisizioni militari e dei programmi di sviluppo e mantenimento delle forze armate. 6 nuovi elicotteri da trasporto tattico NH90 (modello Caiman), prodotti dalla NH Industries, colosso industriale italo-franco-olandese costituito da Finmeccanica, Airbus e Fokker entreranno a far parte della flotta francese tra il 2017 e il 2019.

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I nuovi acquisti fanno parte di un più ampio programma di rinnovamento della flotta di elicotteri che mira a raggiungere le 74 unità di Caiman (44 delle quali consegnate entro la fine del 2019). L’obiettivo è dotarsi, entro la fine del 2025, di una flotta di circa 115 elicotteri NH90 da impiegare a livello tattico, obiettivo fissato nel Security White Paper del settembre 2013. Come sottolinea Guillaume Faury, presidente e CEO dell’Airbus Helicopters, “le forze armate francesi hanno impiegato l’NH90 nei teatri operativi del Mali, dove la sua straordinaria resistenza, versatilità e manovrabilità sono state enormemente apprezzate”.

La decisione arriva in seguito alla richiesta da parte dell’Army Air Corps di rafforzare le capacità a disposizione per l’Operazione Barkhane, in Africa. Già nel gennaio scorso, il Gen. Oliver Gourlez de la Motte, capo dell’Army Air Corps, aveva annunciato l’obiettivo dell’arma di potenziare le proprie risorse aggiungendo altri 10 elicotteri alla flotta, scegliendo sia modelli da attacco che da trasporto. Il mese scorso, infatti, la DGA commissiona all’Airbus Helicopters 7 elicotteri da attacco modello Tiger, la cui consegna verrà effettuata tra il 2017 e il 2018.

L’intento è, dunque, quello di migliorare le capacità di condurre operazioni aria-terra nella regione del Sahel, nell’Africa sub-sahariana. L’NH90 è stato già impiegato in diversi teatri operativi, mostrando capacità e caratteristiche che lo rendono una risorsa importante per le forze francesi impiegate nell’Operazione Barkhane. Innanzitutto la già accennata versatilità. L’NH90 può essere impiegato per rispondere a diverse necessità tattiche:

  • trasporto di truppe e di armamenti leggeri, grazie alla sua capacità di ospitare fino a 20 soldati o 2,5 tonnellate di armamenti;
  • evacuazione dei feriti mediante 12 barelle;
  • trasporto aereo cargo;
  • operazioni di combattimento, ricerca e soccorso.

Inoltre, gli equipaggiamenti a disposizione lo rendono adatto ad assecondare i diversi e molteplici bisogni che possono presentarsi nel teatro operativo. Gli NH90 sono dotati di pilota automatico e comandi fly-by-wire (FBW), ovvero un sistema che permette di sostituire i tradizionali controlli manuali con un’interfaccia elettronica. Ciò riduce sensibilmente il carico di lavoro per il pilota, consentendo di maneggiare in modo più agevole il velivolo. Inoltre, dotazioni quali luci per la navigazione notturna, strutture corazzate e contromisure elettroniche, lo rendo adatto a operazioni di combattimento.

Ciò mette chiaramente in luce come uno strumento del genere diventi essenziale in un teatro come quello sub-sahariano. Ricordiamo che l’Operazione Barkhane è un’operazione antiterrorismo condotta dalla Francia nella regione del Sahel sin dall’agosto del 2014, con la partecipazione di Mali, Niger, Burkina Faso, Mauritania e Chad. Lo scopo è contrastare la presenza dei militanti jihadisti nella regione, sostenendo lo sforzo dei paesi partner ed impedendo la formazione di santuari di terroristi all’interno della regione. I circa 3000 soldati impiegati nella missioni sono ripartiti in due punti d’appoggio permanenti, uno a Gao (Mali), l’altro a N’Djamena (Chad). Distaccamenti vengono inviati in basi temporanee, situate nei vari paesi coinvolti nell’operazione, e da queste stesse basi vengono condotte le missioni in appoggio dei soldati del rispettivo paese. È, dunque, evidente come le capacità di trasporto di truppe e armamenti sia una condizione essenziale per poter sostenere l’operazione. Inoltre, il contesto in cui si opera –temperature, conformazione geografica del territorio, ecc.- è un fattore determinante nella realizzazione degli interventi. L’NH90 dimostra quell’adattabilità che un contesto come quello africano, date la sua versatilità, aspetto essenziale in teatri dove difficoltà e mancanza di risorse possono facilmente compromettere l’obiettivo della missione ma anche l’incolumità dei soldati. “L’ordine aggiuntivo dei sei NH90- afferma Guillaume Faury- …conferma il ruolo essenziale che le nuove generazioni di elicotteri multi-ruolo giocano nelle moderne operazioni”.

Sembra, dunque, che attentati e minacce alla nazione francese non abbiano intaccato profondamente la sua posizione circa gli impegni nei diversi teatri operativi, ed in particolar modo nella lotta contro il terrorismo islamico. Al contrario, si potenziano quegli elementi dimostratesi vincenti e si fanno pressioni nell’Esagono per veder rafforzate le capacità militari francesi, in modo tale da garantire non solo un numero maggiore di armamenti disponibili ma anche –e soprattutto- tecnologie adeguate agli ambienti e alla minaccia che si combatte.

 

Paola Fratantoni

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Egitto: il “sanguinoso” Mar Rosso

BreakingNews di

3 turisti stranieri sono stati feriti ieri al Bella Vista Hotel da due possibili militanti del Daesh. L’attacco è avvenuto nel resort di Hurghada, Mar Rosso. Uno dei due jihadisti è stato ucciso dalla polizia (Mohamed Hassan Mohamed Mahfouz, 22, studente), l’altro è rimasto ferito. Come riportato dalle autorità locali, I due hanno fatto irruzione nel locale muniti di pistola, cinture esplosive e una bandiera nera dell’ISIS. Mentre, come riferito dalla BBC, il loro obiettivo era rapire i turisti.

L’assalto è avvenuto dopo l’attacco avvenuto vicino alle Piramidi di Giza lo scorso giovedì, durante il Natale Coopto, e il raid contro un bus turistico, con a bordo israeliani. Entrambi gli episodi sono stati rivendicati dallo Stato Islamico.

Egypt: the “bloody” Red Sea

BreakingNews @en di

Yesterday, 3 foreign tourists were stabbed at Bella Vista Hotel by two suspected Daesh militants. The attack occurred in Hurghada, at a Egyptian Red Sea resort. One of the jihadist was killed by the police (Mohamed Hassan Mohamed Mahfouz, 22, student), while the other injured. As reported by local police, they were also armed with gun, explosives belt and an ISIS flag. While sources told the BBC their purpose was to kidnap tourists.

This assault happened after attack close to the Pyramids of Giza last Thursday, during Coptic Orthodox Christians celebration, and raid against a tourist bus carrying Israelis. Both of them were claimed by Islamic State.

In 41 a processo per il disastro del Rana Plaza

Asia di

Il 24 aprile 2013 il Rana Plaza, un casermone di otto piani che ospitava una banca, negozi, appartamenti ed alcune fabbriche tessili, crollò su se stesso uccidendo 1135 persone e provocando oltre 2500 feriti. L’edificio si trovava in un sobborgo industriale di Dacca, la capitale del Bangladesh e da allora il suo nome ricorda il peggiore disastro mai avvenuto nella storia dell’industria tessile. A morire furono quasi solamente operai. Il giorno prima del crollo alcune crepe si erano aperte sui muri e i negozi, insieme alla banca, erano stati fatti chiudere per ragioni di sicurezza. I padroni degli stabilimenti tessili, però, non accettarono di interrompere la produzione ed obbligarono gli operai e le operaie a recarsi ugualmente a lavoro. La mattina successiva, nel momento di massimo affollamento, le pareti si sbriciolarono e il palazzo si accartocciò su se stesso seppellendo migliaia di lavoratori. Gli ultimi 4 piani del palazzo, si apprese in seguito, erano stati alzati abusivamente nel corso degli anni.

Il disastro chiamò direttamente in causa noti marchi di abbigliamento americani ed europei, che subappaltavano la produzione alle fabbriche tessili locali per risparmiare sul costo del lavoro, incuranti delle pessime condizioni imposte agli operai. Seguirono denunce, impegni ufficiali, campagne di sensibilizzazione internazionali, accordi tra i produttori per migliorare le condizioni dei lavoratori, ma ben poco venne fatto realmente. Nel marzo del 2014, solo 7 delle 29 griffe coinvolte si erano effettivamente attivate per finanziare un fondo di solidarietà in favore delle famiglie delle vittime.

Due anni e mezzo dopo la strage, il 21 dicembre scorso, la giustizia del Bangladesh ha finalmente chiamato a giudizio 41 persone. Gli imputati dovranno rispondere di uno dei peggiori disastri industriali della storia e rischiano la condanna all’ergastolo. La posizione più grave è quella di Sohel Rana, il proprietario del Rana Plaza, accusato di aver ordinato agli operai degli stabilimenti  di rientrare al lavoro, benché il sopralluogo del giorno precedente avesse certificato che l’edificio non era sicuro.

Mr. Rana è l’unico imputato attualmente sotto custodia. Sedici sono liberi su cauzione e per gli altri 24, al momento irreperibili, sono stai emessi lunedì scorso gli ordini di arresto.

Il settore tessile è ancora oggi fondamentale per la debole economia del Bangladesh, con esportazioni che generano un fatturato superiore ai 25 miliardi di dollari. Il 60 percento della produzione prende la strada dell’Europa, rifornendo i magazzini dei nostri negozi di abbigliamento. Il massacro del Rana Plaza non ha portato però ad un miglioramento sensibile delle condizioni di lavoro nel settore tessile, dove gli incidenti continuano a verificarsi, seppur su scala minore. I produttori non hanno tenuto fede alle loro iniziali promesse e continuano ad approfittare di un mercato del lavoro che garantisce salari bassissimi e significativi margini di guadagno.

Il tradimento degli impegni è stato anche certificato da una recente ricerca della New York University, che ha mostrato come solo 8, delle 3425 fabbriche di abbigliamento ispezionate nel paese, abbiano introdotto miglioramenti per elevare gli standard di sicurezza. Creare un ambiente più sicuro per i lavoratori, sostiene il rapporto, non è impossibile ma richiede grandi investimenti in termini di tempo e denaro e la collaborazione di tutti i brand e dei governi coinvolti.

Al momento, un cambiamento di paradigma sembra alquanto improbabile mentre appare reale il rischio che i committenti decidano di spostare la produzione tessile verso paesi dove le fabbriche sarebbero soggette a minori controlli. Un paradosso potenzialmente letale per l’economia del Bangladesh.

Foto: rijans, Flickr.

Unifil, caschi blu italiani in supporto delle ISF libanesi

Difesa di

Profonda gratitudine delle autorità libanesi nei confronti dei caschi blu della missione Unifil. Il contingente italiano, attualmente composto da unità della Brigata alpina Taurinense, ha completato e inaugurato un importante progetto in favore delle Forze di Sicurezza Interne libanesi, (ISF) presso due delle loro infrastrutture nella città di Tiro, nel sud del Paese. Nello specifico, sono state ultimate le forniture di quattro generatori di media e grande capacità installati presso le principali basi delle ISF per implementare l’erogazione di corrente elettrica presso i centri di comando e controllo delle forze della sicurezza interna, sopperendo alla carenza di energia che in quella zona è limitata poche ore nell’arco diurno. Durante la cerimonia d’ inaugurazione, tenutasi presso il comando del 2° Reggimento mobile delle ISF, le autorità locali hanno espresso apprezzamento per la collaborazione e la vicinanza del contingente italiano, dedito al supporto delle forze armate Libanesi così come previsto dalla risoluzione ONU 1701.
Viviana Passalacqua

Renzi in visita al contingente italiano in Libano

Difesa di

Visita ufficiale del premier Matteo Renzi al contingente italiano in Libano, per fare il punto della situazione sull’intera area di operazione di UNIFIL e sul lavoro delle truppe italiane nel sud del Paese. Accompagnato dal Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Presidente del Consiglio ha raggiunto la base Millevoi di Shama, sede del comando del Sector West di UNIFIL, attualmente al comando della Brigata Alpina “Taurinense”. Ad attenderlo, l’Head of Mission e Force Commander della missione UNIFIL, Generale di Divisione, Luciano Portolano, e il Comandante del Contingente nazionale, Generale di Brigata Franco Federici. Auguri di Natale calorosi e informali quelli di Renzi, che ha voluto incontrare uomini e donne del nostro contingente in maniera informale, esprimendo la vicinanza del Governo italiano a loro e alle rispettive famiglie. Grandi elogi nei confronti delle Forze Armate impegnate nelle missioni di pace e dei caschi blu della Taurinense in Libano, operanti nel quadro della risoluzione ONU 170 al fine di monitorare la cessazione delle ostilità, supportare le Forze Armate Libanesi e garantire l’opportuno sostegno alla popolazione locale. «Siete soldati altamente professionali che con grande umanità svolgete il vostro prezioso lavoro a servizio delle istituzioni italiane e della pace lontano dai vostri cari . Ci rendete orgogliosi di essere italiani», ha concluso il premier.
Viviana Passalacqua

Europa, una guardia costiera per lo spazio Schengen

Difesa di

Arriva dalla Commissione Europea la proposta di istituire una guardia costiera e di frontiera europea per garantire una gestione forte e condivisa delle frontiere esterne. Fatto salvo il principio di libera circolazione delle persone, saranno assicurati il controllo dei flussi migratori, la sicurezza dei cittadini la protezione dello spazio Schengen, attraverso controlli sistematici, basati sul raffronto con banche dati pertinenti. “La guardia costiera e di frontiera – ha dichiarato Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione europea – permetterà di individuare in tempo reale eventuali carenze, grazie alla capacità collettiva di gestire in modo efficace situazioni di crisi in cui un tratto delle frontiere esterne sia sottoposto a una forte pressione”. Strumenti del nuovo organismo, una squadra di riserva rapida di guardie costiere e un parco di attrezzature tecniche messo a disposizione dagli Stati membri: l’Agenzia potrà contare su almeno 1500 esperti, il cui intervento potrà essere dispiegato entro tre giorni, ovviando alla carenza di personale o di attrezzature per le operazioni. Sarà istituito un centro di monitoraggio e analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso l’Unione europea e per analizzare rischi e valutazioni sulla vulnerabilità dei punti deboli. Viene inoltre sancito un diritto di intervenire: gli Stati membri potranno richiedere operazioni congiunte e interventi rapidi alle frontiere, e qualora uno Stato membro subisca una forte pressione migratoria che minacci lo spazio Schengen, la Commissione potrà stabilire l’intervento urgente collettivo. Le guardie costiere nazionali faranno parte della guardia costiera e di frontiera europea nella misura in cui svolgeranno operazioni di controllo delle frontiere. Fondamentale, infine, la responsabilità rispetto alla sicurezza interna, in termini di lotta alla criminalità transfrontaliera e al terrorismo, in sinergia con altre agenzie dell’Unione e organizzazioni internazionali.
Viviana Passalacqua

Eu: Dutch Presidency

Policy di

The Nederlands have strated their Presidency of the Council of EU. As you all may know, by 1st January the Presidency of the EU Council has changed. Luxembourg has given his witness to the Netherlands. As stated by the country of tulips and windmills, the Presidency will aim at an EU concentrated on the really important issues for citizens and businesses, being capable of delivering growth and jobs through innovation, and closely to civil society. The Presidency will promote initiatives at EU level only if considered more effective than the national policies.

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Over the next six months, the Presidency will focus on four key areas:

 migration and international security

 public finances and stronger euro zone

 Europe as an innovative and job creator entity

 a forward-looking policy on climate and energy.

The Netherlands will play the role until June 30th, followed by Slovakia and Malta.

As mentioned, the Presidency of the Council shall alternate EU Member States every six months. During each semester, it chairs the meetings at all levels within the Council, helping to ensure continuity in the work of the EU in this institution.

Member States holding the Presidency cooperate closely in groups of three, and because of it are calle trio. This system was introduced by the Treaty of Lisbon in 2009. The Trio sets long-term goals and prepares a joint program, which will provide the main themes and issues that will be discussed by the Council for a period of 18 months. Under this program, each of the three countries prepare its own more detailed six-month program.

The current Trio Presidency, as mentioned, consists of the Dutch Presidency, followed by the Slovak and Maltese one and, for example, Slovakia is already sending its general understandings about …

Every Presidency has the duty to carry on the work of the Regulation for the Council of the European Union, ensuring the continuity of the EU, the proper conduct of the legislative processes and cooperation between Member States. For this purpose, the presidency must act as an honest and neutral broker.

The Presidency has also the burden of planning and conducting Council meetings and the meetings of its preparatory bodies, coordinating the the various Council configurations for each level (except for the “Foreign Affairs” Council), which include the permanent committees, such as the Committee of Permanent Representatives (better known as COREPER), and the groups and committees that deal with specific issues(such as the JHA Council).

All just be done ensuring the smooth running of the debates and the correct application of the rules of procedure and working methods of the Council, and spacing out meetings with formal and informal ones, that can be kept in Brussels and in the country holding the rotating presidency.

Another task of the presidency is to represent the Council in relations with other EU institutions, in particular with the Commission and the European Parliament. Its role is to work towards an agreement on legislative files through the so-called “trilogue”, namely informal negotiation meetings and meetings of the Conciliation Committee, where the three main EU institutions agree on the legal texts and agree compromises on the several instances represented .

The Presidency is working in close coordination with the President of the European and with the High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy , a position currently held by Miss Mogherini.

In respect of that institution, the presidency is called to support its work and to carry out certain duties on behalf of the High Representative, as representing the “Foreign Affairs” Council in the European Parliament or the “Foreign Affairs” Council when this last discusses trade policy issues.

The Dutch presidency is obviously beginning to take its first steps since these days. So much clicked are its reference websites.

Among all the initiatives disclosed, in addition to the publication of the calendar of the semester, the first cultural program stands out: the opening of a visitors center in Amsterdam. Just on January 4th, in fact, the Dutch Minister for Foreign Affairs, Bert Koenders has officially opened “The wall of life” in Amsterdam. This interactive art installation, located near the building that will be dedicated to EU events, is a place where citizens and artists can exchange ideas on Europe in a free and creativeway, in order to better involve citizens and public about the work of Europe and, more specifically, the Dutch Presidency in the various policy areas.

We will follow the work of the presidency step by step, specially as part of our area of interests, with the hope to see resolved as soon as possible the problems relating to internal security and migration.

Domenico Martinelli

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Domenico Martinelli
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