Appino – Umano da palcoscenico

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Largo Venue, 3 marzo 2024

Un live oscuro, imponente, in linea con l’ultima opera di Appino, quello che si è svolto ieri sera al Largo Venue.

Voce e penna degli Zen Circus, il frontman ha messo un attimo in pausa il gruppo e si è concentrato sul suo terzo progetto solista, l’ambizioso e impegnativo “Humanize”, un disco che tratta dell’umanità e dei suoi “dintorni”.

Definito un concept album, è sicuramente un progetto importante che porta avanti un tema, anzi una varietà di temi e domande, in ottica non solo filosofica ma anche concreta, sulla nostra attuale condizione umana. Il titolo fa riferimento a una funzione, presente in diversi software di produzione musicale, che prende impulsi midi quantizzati nel tempo e nella dinamica e li sposta impercettibilmente in modo casuale, simulando un errore costante. Lo scopo è evadere l’esattezza digitale creando imperfezioni prossime a quelle umane.

Un album così pieno di musica, riferimenti, parti strumentali, testi importanti e interviste trova sul palco appunto la sua dimensione più umana pur mantenendo la stessa atmosfera. Anche i brani dei lavori precedenti sono rivestiti dallo stesso stile.

Humanize infatti coincide con uno studio radicale sull’immagine, che determina tutta l’estetica del progetto: dalle grafiche del disco alle foto promozionali, dai social e i videoclip fino alle esibizioni dal vivo. Questo studio espande l’idea di concept e porta il progetto al di fuori del solo ambito discografico, andando anche in controtendenza rispetto all’iter contemporaneo

Sul palco le lettere HMNZ, pochissime luci, un’atmosfera dark, metallica, futuristica ma come se lo vedessimo quando eravamo nel passato. Un’ambientazione che ricorda l’atmosfera dei locali di musica alternativa negli anni ’80 e ’90. E così anche i suoni cupi, industriali.

Appino vestito di nero, con i capelli più corti, gli occhiali neri, l’aria da rocker indurito, schivo, parla poco eppure comunica molto attraverso i brani e la musica.

Il set è diviso in parti, per sonorità e argomenti, con un set acustico verso i due terzi dello show.

Il concerto non è semplicemente un’esecuzione dal vivo delle canzoni del suo ultimo album, ma un’esperienza immersiva che trasporta il pubblico in un viaggio profondo all’interno di un’analisi dell’Umanità. Attraverso un sapiente intreccio di parole e musica, l’artista ci invita a riflettere e a rileggere il concetto stesso di essere umani.

Elemento centrale di “Humanize” sono i “frammenti di riflessioni” registrati da Appino in diverse occasioni. Voci di persone comuni, provenienti da ogni ceto sociale e con esperienze di vita differenti, si intrecciano per creare un affresco ricco e variegato dell’umanità in tutte le sue sfaccettature.

Nella versione live, i frammenti registrati sono ridotti e selezionati, diventando tre distinti blocchi che introducono altrettanti momenti del concerto. Ogni blocco è accompagnato da un’accurata selezione di brani musicali, sia dall’ultimo album di Appino che dal suo repertorio precedente. I testi delle canzoni, profondi e significativi, si incastrano perfettamente con le riflessioni narrate, creando un’esperienza coinvolgente.

Il concerto di Appino non è solo un intrattenimento, ma un invito alla riflessione. Attraverso la musica e le parole, l’artista ci spinge a interrogarci sul senso della vita, sul nostro ruolo nella società e sul nostro rapporto con gli altri. Un’esperienza che ci lascia con nuove consapevolezze e con un rinnovato senso di appartenenza all’umanità.

Piccola sorpresa, non fuori tema, il duetto con il collega e compaesano Motta in una cover riuscitissima di Bomba o non bomba di Antonello Venditti, carica di energia e celebrazione.

E come bis arriva Testamento, con la sua carica di brividi. Si chiude così questo viaggio indimenticabile all’interno dell’Umanità che ci ha lasciati con il cuore pieno di emozioni e la mente impegnata in domande esistenziali. Il tutto splendidamente fuori da qualsiasi schema. Grazie Andrea!

La galleria immagini

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