GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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5 domande a Germana Lo Sapio su AI, PA e Policy-making

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Germana Lo Sapio è una giurista con una carriera diversificata che include esperienze come giudice amministrativo, penale e civile, giurista d’impresa e consigliere giuridico ministeriale. La sua passione per l’impatto del digitale affonda le radici nella prima esperienza lavorativa. Il suo percorso le ha permesso di approfondire le sfide normative legate allo sviluppo delle tecnologie innovative e dell’intelligenza artificiale.

Se dovesse indicare le priorità fondamentali, a livello di policy-making, nell’affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale in Italia, da quali inizierebbe?

L’AI è una tecnologia digitale complessa, è nata nei laboratori di ricerca ma ha risvolti applicativi concreti in tutti i settori. Occorrerebbe concentrarsi su entrambi questi profili: incentivare le quote – ancora basse in Italia – dei laureati STEM, sostenendo la ricerca scientifica, ma attivando collaborazioni con le MPI che sono l’ossatura dell’economia italiana. Occorre fare rete, tra impresa, università, laboratori di ricerca, poli di eccellenza. Creare delle AI Valley in zone che magari hanno anche potenzialità turistiche inesplorate.

Molti osservatori stanno ponendo l’accento sulla eXplainable AI. Ritiene anche lei che questo tipo di approccio possa limitare l’effetto “black-box” aumentando la consapevolezza umana di ciò che avviene all’interno di una elaborazione algoritmica?

La ricerca di XAI dovrebbe controbilanciare il fenomeno della black box, che effettivamente rischia di limitare l’uso e quindi i benefici dell’AI soprattutto in settori della pubblica amministrazione in cui sono in gioco diritti fondamentali: istruzione, sanità, giustizia. Qui non conta solo cosa, ma anche come. E senza comprensione e spiegazione di come sulla base dei dati si arrivi a certi risultati, non ci può essere tutela. Bisogna però trovare un equilibrio, un trade-off tra efficienza e spiegabilita. D’altra parte anche per le decisioni umane, non si pretende di conoscere nel dettaglio tutti i passaggi sinaptici che fanno i cervelli. Basta una spiegazione che sia ragionevole e verificabile, magari con l’ausilio dei Large Language Model addestrati per gli specifici domini.

Un utilizzo combinato di AI e Blockchain potrebbe, a suo avviso, limitare l’uso indiscriminato delle tecnologie intelligenti?

La combinazione tra tecnologie digitali fa parte del loro DNA. Sono destinate ad arricchirsi reciprocamente. La stessa AI viene utilizzata per aumentare le prestazioni dei sistemi di AI. Si propagano così, innovazioni a catena, basti pensare a tutto il campo crescente della biotecnologia potenziata da AI che promette di dare risposte a malattie ancora incurabili ma solleva anche questioni etiche e, per alcuni, esistenziale su come sarà un ‘essere umano’ potenziato da AI. L’uso indiscriminato non credo possa dipendere dalla combinazione in astratto di tecnologie, ma da come i sistemi vengono progettati, addestrati su quali dati, sviluppati, applicati nei contesti specifici e per quali scopi, benefici o meno. Conta forse di più come si combinano in concreto le competenze diverse nel rapporto uomo-macchina e i ruoli che ciascuno ha lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi di AI.

Ritiene possibile una “P.A. aumentata” che punti essenzialmente al potenziamento dei servizi e processi della PA attraverso le prerogative offerta dall’AI, anziché la mera sostituzione di forza lavoro umana con le macchine?

Non solo possibile, auspicabile. C’è ancora molto spazio di miglioramento nella progettazione ed erogazione dei servizi e delle prestazioni, anche nella loro personalizzazione, prima che possa temersi una sostituzione della forza lavoro nella pubblica amministrazione. Bisognerebbe però partire da una effettiva analisi del fabbisogno, orientando i processi mettendosi nell’ottica dei cittadini e non in quella di dover inseguire la tecnologia magari più innovativa: occorre riflettere su dove utilizzarla, per quali obiettivi, come adattare l’organizzazione, come garantire il monitoraggio continuo, come evitare o mitigare i rischi? Soprattutto come formare adeguatamente i dipendenti che devono sentirsi ‘assistiti’ non sostituiti. Accompagnare la rivoluzione digitale nella pubblica amministrazione è la sfida più difficile dei prossimi anni, sapendo che la resistenza al cambiamento è uno dei bias naturali degli esseri umani. Ci sono molto progetti già oggi. Forse occorrerebbe condividerne anche le criticità tra tutte le PA, perché siamo ancora in una fase sperimentale. Questo è l’anno zero, ma correrà veloce.

L’AI sta polarizzando l’attenzione pubblica ma in molti contesti sociali e lavorativi il digital divide è ancora forte. Stiamo rischiando forse di alimentare un ulteriore scollamento tra le fasce sociali? Come faremo a garantire una transizione realmente inclusiva e sostenibile?

Il digital divide rischia di aumentare, non solo tra fasce sociali, ma anche tra zone territoriali, o tra le stesse pubbliche amministrazioni. La formazione è una risorsa chiave, si parla sempre più di AI Literacy in tutte le strutture organizzative, scuole comprese. È necessario acquisire da parte di tutti la consapevolezza che la diffusione di tecnologie con ‘un certo livello di autonomia’ cambia il modo di lavorare, di relazionarsi, di produrre, cambia l’ambiente in cui viviamo. Ma offre anche grandi opportunità di inclusione: ad esempio i Large Language Model (di cui ChatGPT è solo l’esempio più noto) possono rendere più facilmente comprensibili o tradurre in diverse lingue le decisioni amministrative o creare applicazioni di supporto per i bambini disabili nelle scuole. È sempre una questione di governance, di direzione, che spettano (ancora) agli human being e non ad AI.

Fiera di Hannover

Digitalizzazione e sostenibilità: la Fiera industriale di Hannover

Energia/Innovation di

Il commissario per il Mercato interno Thierry Breton parteciperà in videoconferenza alla Fiera industriale di Hannover, che si terrà dal 31 maggio al 2 giugno 2022. Quest’anno l’evento si concentrerà su digitalizzazione e sostenibilità. Per l’occasione la Commissione ha allestito uno stand per presentare la visione dell’UE per l’industria Europea, ma soprattutto per fornire informazioni su come ottenere un sostegno volto a finanziare il proprio impegno in un percorso di transizione. Dotato di display video interattivi, anche lo stand si concentrerà sui temi principali di questa edizione: sostenibilità, digitalizzazione e resilienza. Leggi Tutto

Che cos’è la sostenibilità digitale? Ce lo spiega il libro del prof. Stefano Epifani.

La copertina del libro “Perché la SOSTENIBILITÀ non può fare a meno della trasformazione DIGITALE”

La sostenibilità digitale […] rappresenta un elemento di supporto che deve arricchire la sostenibilità ambientale, quella economica e quella sociale, rappresentando un elemento abilitante e – nel contempo – una chiave di lettura della tecnologia […]”

Lo ammetto: recensire il libro “Perché la sostenibilità non può fare a meno della trasformazione digitale“, scritto qualche mese fa dal prof. Stefano Epifani per i tipi del Digital Transformation Institute non è una cosa affatto semplice.
E non perché il testo sia complesso, tutt’altro: è scritto in maniera molto lineare, comprensibile e leggera, rendendo peraltro appetibili anche ai meno esperti del settore una serie di temi piuttosto complessi ed interdisciplinari, rifuggendo da particolari o nomenclature tecniche.
E, infatti, del libro di Stefano Epifani si comprende anzitutto questo: non occorre essere dei tecnici per capire le nuove tecnologie, ma bisogna aprirsi a ciò che nuovo e – quanto meno – provare a diventare dei tecnologi, nella consapevolezza che l’uomo del nostro tempo non può far finta di nulla e voltarsi dall’altro lato, quando si tratta di nuovi strumenti che impattano inevitabilmente sulle nostre vite.
Partendo dalla definizione di “sostenibilità“, che subito – com’è giusto che sia – ci fa pensare a questioni ambientali, il prof. Epifani ci introduce ai concetti, più articolati, di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Non ci soffermeremo sulle definizioni ma, come recita il testo di cui stiamo parlando, occorrerà sempre ricordare come “il sistema economico, quello sociale e quello ambientale sono – sempre – strettamente collegati tra loro: qualsiasi cosa si faccia agendo su uno di essi ci saranno impatti sugli altri“.
In termini estremamente sintetici e assolutamente non esaustivi: la sostenibilità – come principio guida delle tecnologie e delle scienze umane – può consentire un uso virtuoso dell’ambiente, dell’economia e della società in maniera da impiegarli e viverli al meglio nel presente; essa però prevede che l’uomo di oggi preservi il loro uso e godimento nelle migliori condizioni anche per le generazioni future.
A corollario di tutto, non potendo ignorare quanto succede alla tecnologia ormai da molti anni, la sostenibilità digitale si pone come strumento di perfezionamento, di integrazione, di miglioramento ed ottimizzazione dei tempi, delle dinamiche e dello studio dei vari macro-temi che sottendono alla sostenibilità in generale.
Anzi, dopo la lettura di questo testo, è facile comprendere come la sostenibilità digitale non sia un corollario ma, ormai, sia divenuta la base – o quanto meno, un punto fermo – della sostenibilità in senso generale.
Percorrendo anche gli albori ed i primi passi delle “nuove” tecnologie (ormai non tutte così “nuove”, come internet), questo libro ci guida in maniera ordinata verso le varie pietre miliari che hanno scandito il percorso dell’uomo tecnologico e ci guida, gradualmente, verso l’internet delle cose, i big data o l’intelligenza artificiale, spiegandoci tutto senza formule o enunciazioni di leggi fisiche o chimiche.
Ma non solo: in un succedersi di dicotomie volte a meglio comprendere le tecnologie e la sostenibilità digitale (reale/virtuale, sicurezza/libertà, privacy/controllo, apertura/chiusura, possesso/consumo, utente/attore) è possibile capire le differenze e, talvolta, anche i tranelli – non solo semantici – che si nascondono dietro alcune espressioni che tutti crediamo di possedere e di padroneggiare.
Il rischio, però, è quello di essere sbugiardati: siamo davvero sicuri di conoscere “compiutamente” i concetti di sharing economy, di car sharing, di home restaurant, di social eating, di copyright o copyleft (e l’elenco potrebbe continuare…)?
Passando dai social media agli smart grid, dagli smart whatch allo smart farming, questi termini – solo per citarne alcuni – ci sembrano apparentemente noti e chiari, ma in realtà nascondo insidie: il libro di Epifani cerca però di aprire gli occhi, di confutare il complottismo ed il timore che ultimamente si è ingenerato nelle nuove tecnologie; esso ci insegna, invece, a non preoccuparci delle “insidie“, ma a comprendere e ad utilizzare le nuove tecnologie in maniera consapevole, proprio per non averne paura e per produrre dei benefici per chi verrà dopo di noi.
Insomma: nel libro si fondono storia, tecnologia, sociologia, antropologia, comunicazione.
Ma è anche un racconto, non necessariamente fantascientifico: per porre il lettore nelle migliori condizioni di comprendere quanto sta per leggere, ogni capitolo è preceduto da una specie di tale immaginario, che ipotizza – ai giorni nostri – personaggi contemporanei alle prese con le nuove tecnologie e ne racconta, nel bene e nel male, i pensieri e le sensazioni. Come reagiranno un tassista, un giornalista, un medico o un agricoltore di fronte alle innumerevoli svolte tecnologiche ormai possibili ed accessibili per tutti?
Il libro, sostanzialmente, ci illustra una nuova filosofia, ma non trascura nemmeno il diritto (internazionale e non): il particolare fondamentale da noi finora omesso, infatti, è che l’analisi di Epifani muove in parallelo con i vari task ed obiettivi di sviluppo sostenibile assegnati “all’umanità” dall’Agenda 2030 e tiene in considerazione anche la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, i Millennium Development Goals, il Manifesto per la Sostenibilità Digitale e quello sulle Fake news… il tutto partendo dal Red Flag Act promosso dalle autorità del Regno Unito per “ostacolare” lo sviluppo dell’automobile e favorire cocchieri e carrozze nella Londra di quasi due secoli fa.
Un testo consigliatissimo, un manuale per comprendere – anche da profani – le nuove tecnologie, uno spunto di approfondimento per ulteriori riflessioni e un “vaccino” per evitare paure e fobie verso il mondo che verrà.
Disponibile su carta e, ovviamente, in formato digitale, oltre alla ricca bibliografia il testo vanta un’introduzione a cura di Alberto Marinelli (direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale – CoRis – de “La Sapienza”), la prefazione a cura di Enrico Giovannini (portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e professore dell’Università “Tor Vergata”) e la postfazione a cura di Sonia Montegiove (direttrice editoriale di Tech Economy 2030).

Domenico Martinelli

Profilo sintetico dell’autore:
Stefano Epifani è docente di Internet Studies in Sapienza, Università di Roma, dove insegna dal 2003. Giornalista e advisor internazionale sui temi di sostenibilità digitale, dal 2010 collabora con agenzie delle Nazioni Unite ed altre istituzioni sul tema degli impatti della trasformazione digitale applicata i processi si sviluppo urbano sostenibile.
Nel 2012 ha fondato Tech Economy, oggi Tech Economy 2030: il primo magazine digitale italiano dedicato alla sostenibilità digitale. Nel 2015 ha fondato il Digital Transformation Institute, istituto di ricerca di cui è tutt’oggi presidente.

 

Recensione pubblicata dallo stesso autore sulla rivista euNOMIKA a questo link. 

 

La “propulsione al plasma”: la sfida tra Wuhan e Boston sulla costruzione di aerei a zero emissioni.

Sin dal primo volo aereo più di 100 anni fa, gli aeroplani sono stati azionati utilizzando superfici mobili come eliche e turbine. La maggior parte è stata alimentata dalla combustione di combustibili fossili. L’Electroaerodynamics, in cui le forze elettriche accelerano gli ioni in un fluido, viene proposta come metodo alternativo di propulsione di aeroplani — senza parti in movimento, quasi silenziosamente e senza emissioni di combustione. Tuttavia, nessun aereo con un tale sistema di propulsione a stato solido, è riuscito a spiccare il volo. La rivista Nature nel suo studio “Flight of an aeroplane with solid-state propulsion” dimostra come un sistema di propulsione a stato solido può sostenere il volo a motore, progettando e pilotando un aereo più pesante dell’aria a propulsione elettro-aerodinamica.

Leggi la pubblicazione originale sulla rivista scientifica Nature: Flight of an aeroplane with solid-state propulsion.

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A Roma il Global CEO Summit della UFI, il vertice mondiale dell’industria fieristica

CRONACA/ECONOMIA/Innovation di

Dal 5 al 7 febbraio al Palazzo Naiadi di Roma si è tenuto il Global CEO Summit dell’UFI, acronimo della Global Association of the Exhibition Industry, leader mondiale del settore fieristico.

La UFI riunisce la maggior parte degli organizzatori di fiere e di esposizioni, una quota rilevante dei centri espositivi, nonché alcune principali associazioni mondiali; stando alle stime l’associazione ha prodotto un giro d’affari da 275 miliardi di euro, ha creato posti di lavoro per un totale di 3,2 milioni e attira alle proprie esposizioni circa 303 milioni di visitatori l’anno; quest’industria, tramite impatti diretti e indiretti, è così florida da sostenere per l’esattezza 167 miliardi di euro sul PIL mondiale, collocandosi così al 56imo posto tra le economie globali.

Un vero e proprio silent power afferma Pietro Piccinetti all’inizio della conferenza stampa che ha anticipato il summit. Piccinetti, presidente della CEFA, ovvero la Central European Fair Alliance, nonché amministratore unico della Fiera di Roma Srl, a margine dei dati appena elencati ha sottolineato quanto il settore sia un vero e proprio motore di sviluppo per le economie mondiali; è difatti interesse della UFI sviluppare gli interscambi tra i paesi tramite accurate analisi di ogni singolo mercato. L’Italia stessa può essere presa come esempio per la questione; con 39 poli fieristici, 22 milioni di visitatori annui e 200 mila espositori il nostro paese è il quarto al mondo nel settore e da qui, ha sottolineato Piccinetti, passa il 50% dell’export italiano. Proprio grazie all’attività compiuta nell’ambito delle fiere e delle esposizioni le piccole e medie imprese hanno la possibilità di internazionalizzarsi e sviluppare i propri network.

Era presente alla conferenza stampa anche Onorio Rebecchini, presidente del Convention Bureau Roma e Lazio, organismo di maggiore rappresentanza del settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) nella regione. Sebbene il CBReL sia nato solo nel 2017 il suo lavoro ha già dato un enorme contributo allo sviluppo del settore nella Capitale e nel Lazio, fornendo supporto alle candidature del territorio. I presidenti della CEFA e del CBReL hanno quindi colto l’opportunità di ospitare a Roma il Global CEO Summit di quest’anno, evento di primaria importanza nel settore dell’industria fieristica; il vertice, che ha cadenza annuale, riunisce i 100 decision-makers globali come i più importanti organizzatori, presidenti e CEO delle varie aziende interessate. L’idea di organizzare a Roma il summit del 2020 era stata già paventata l’anno scorso a Londra, durante il Global Summit del 2019; l’evento di quest’anno, a cui si prende parte solo tramite invito, ha ospitato i market-leader di circa 37 paesi.

“Roma è una meta ideale per ospitare questo evento”, ha detto Kai Hattendorf. Il CEO della UFI ha ampiamente elogiato la “stagione rinascimentale” che l’Italia sta vivendo nel settore, trend che conferma il rapporto speciale tra l’associazione e il nostro paese; a riprova di questa relazione bisogna ricordare che il congresso di fondazione della UFI ha avuto luogo a Milano nel 1925 con l’incontro dei principali organizzatori europei. L’economia fieristica è forte, ha proseguito Hattendorf, il 2019 è stato un anno positivo per i ricavi, le sue entrate sono state maggiori rispetto all’economia generale e questo perché il settore stesso non risente della crisi economica, anzi contribuisce a risollevarla per il suo carattere principale, il networking.

L’obiettivo principale infatti non è monopolizzare la leadership ma favorire il multipolarismo globale; della stessa opinione è stata anche Mary Larkin, presidentessa sia della UFI che della Diversified Communications USA, una società multimediale con sede a Portland, nel Maine. Durante la conferenza la Larkin ha posto gli obiettivi dell’associazione per il futuro: lo sviluppo sostenibile, la multi-leadership e il rafforzamento del mercato del settore, con preferenza però ai primi due.

Oltre all’Italia un altro caso virtuoso è quello della Cina, paese che da circa 15 anni sta registrando un trend positivo nel settore fieristico, consolidandosi così come seconda potenza dopo gli Stati Uniti e prima di Germania e Italia. Stando ai dati offerti dal gruppo Research and Markets, uno dei più grandi per le indagini di mercato, l’economia cinese negli ultimi 10 anni è progredita così vertiginosamente da farla divenire al contempo una delle maggiori potenze manifatturiere e consumatrici al mondo; in tale direzione lo sviluppo dell’industria fieristica cinese è strettamente collegata alla sua crescita economica perché capace di collegare le intenzioni dei buyers e dei contractors. Nel 2017 la Cina ha ospitato più di 10,000 esposizioni per un’area comprensiva di circa 120 milioni di metri quadri, ottenendo così dei ricavi diretti e indiretti pari a 52 miliardi di euro.

Sempre con riguardo alla Cina gli ospiti della conferenza hanno voluto spendere alcune parole per la recente emergenza sanitaria del Coronavirus; se Larkin e Hattendorf non si sono detti preoccupati per la situazione Pietro Piccinetti ha criticato l’isteria italiana al riguardo, confermata anche dal crollo dell’80% di visitatori alla Fiera dei Due Mondi a Milano.

New Space Economy European ExpoForum: dal 10 al 12 dicembre i protagonisti mondiali del settore spaziale a Fiera Roma, l’economia delle stelle a 360 gradi

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Un evento proiettato al futuro che guarda oltre l’ecumene puntando alle stelle. Dal 10 al 12 dicembre si terrà la New Space Economy European ExpoForum alla Fiera di Roma, il primo evento dedicato all’economia dello spazio dove l’Italia si conferma una potenza nel settore. Un appuntamento per scoprire quali sono le potenzialità dell’ ecosistema spaziale applicate alla ricerca e non solo

Una manifestazione ideata e organizzata da Fiera Roma e Fondazione Edoardo Amaldi, un incontro tra gli attori della New Space Economy e della Old Economy che darà vita a nuove sinergie nel campo della ricerca scientifica spaziando nell’ambito istituzionale, accademico e commerciale, per poi riflettersi nella quotidianità di ciascuno di noi. In una parola: progresso. Perché oltre alla conoscenza dell’ignoto sopra le nostre teste, le nuove scoperte in campo spaziale comportano innumerevoli migliorie per la qualità della nostra vita.

New Space Economy European ExpoForum, tre giorni dedicati a 360 gradi all’economia dello spazio, con ospite d’eccezione l’astronauta Samantha Cristoforetti. Le nuove e le vecchie logiche dell’economia spaziale si incontreranno e confronteranno facendo il punto sulle nuove potenzialità dell’ecosistema spaziale. L’Italia distingue il suo ruolo tra i protagonisti mondiali del settore e si delinea come una potenza nel campo grazie al forte aumento del budget destinato all’Esa – Agenzia spaziale europea – e ai risultati ottenuti dalla delegazione italiana guidata dal sottosegretario Riccardo Fraccaro alla Ministeriale che si è chiusa nei giorni scorsi a Siviglia.

I tre giorni di fiera presentano un calendario fitto di incontri e dibattiti. Un importante momento per proseguire la riflessione su quanto emerso nell’appuntamento di Siviglia è previsto per il 10 dicembre alle ore 10.20 con la sessione plenaria “High level forum Round table on Cmin19”. Moderato dalla Direttrice di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe, prenderanno la parola sul tema il Direttore generale ESA Johann-Dietrich Wörner e i vertici delle principali Agenzie spaziali europee, il Presidente Asi Giorgio Saccoccia, il Presidente Cnes Jean-Yves Le Gall, il President IAF Pascale Ehrenfreund, il Capo dell’Ufficio spaziale svizzero Renato Krpoun e il Direttore di Cdti Juan Carlos Cortes.

Un altro importante appuntamento è previsto per l’11 dicembre: “Global Space Economic Forum”, organizzato da Esa. Una panoramica sulle azioni comuni che il mondo spaziale può intraprendere assieme a quello istituzionale, accademico e commerciale con la presentazione di alcune delle collaborazioni industriali sviluppate in settori quali sicurezza informatica, guida autonoma, innovazione urbana e marittima.

Roberto Battiston, Fondazione E. Amaldi, Chair del Comitato scientifico di New Space Economy European ExpoForum ha dichiarato: “Investire sullo spazio significa investire sul futuro, anche in termini di miglioramenti concreti della vita sulla terra, dal settore della medicina a quello dell’agricoltura, passando per la mobilità e la sicurezza. La quasi totalità dei settori economici si interseca più o meno direttamente con lo spazio e la sua economia e l’Italia ha una filiera completa nel settore spaziale e ricopre un ruolo di leadership in Europa, confermandosi terzo contributore dell’Esa, nonché uno dei pochi Paesi capaci di fornire tecnologie e programmi in tutti i comparti (Scienza, Esplorazione e osservazione dell’Universo, Osservazione della Terra, Lanciatori, SSA (sicurezza), Telecomunicazioni, Navigazione e nuove tecnologie). Gli investimenti nel settore spaziale fatti negli ultimi 5 anni, culminati con le importanti decisioni appena prese alla Ministeriale Esa del 2019, danno all’Italia una straordinaria occasione di cogliere i benefici della New Space Economy. Come Fondazione Amaldi, con il lancio di questa manifestazione, ci siamo impegnati a dare il nostro contributo per promuovere questa eccezionale opportunità”.

A conferma delle sue parole l’Amministratore unico e Direttore generale di Fiera Roma Pietro Piccinetti: “L’Italia punta con forza sullo spazio come volano per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività del Sistema-Paese. Come Fiera Roma siamo orgogliosi di contribuire, con questo evento che abbiamo come di consueto organizzato con una parte espositiva e una di simposio dai forti contenuti scientifici, a promuovere un ragionamento che coinvolga le Piccole e medie imprese, le istituzioni e il mondo accademico e della ricerca, sulle grandi sfide strategiche che attendono il nostro Paese e l’Europa su un terreno cruciale come quello dello spazio”.

Photo credits: Greg Rakozy

Italy,International Valve Summit, Bergamo celebrates the technology of industrial valves

Europe/Innovation di

On May 24 and 25 in Bergamo will be held the second edition of the International Valve Summit, the international trade show for industrial valves, a leading Italian engineering company.

The event, hosted by the PROMOBERG Fair Company, represents one of the most important mechanical appointments, therefore, concerns valves technology and flow control solutions.

The driving sector is that of OIL & GAS, which in Italy is about 25 billion euros, of which about 8 billion are related to the sales of the industrial valves sector, an important market that represents one of the excellence of the Italian mechanical industry.

The “International Valve Summit” has been designed to give way to a major part of the O & G chain, an excellence of Italian mechanics that has some of the most important companies in Bergamo.

Schermata 2017-05-19 alle 22.24.12Promoter of the event Luca Pandolfi, head of the internationalization policies of Confindustria di Bergamo

The inspiration for this project was born by a study that Confindustria has achieved by meeting the needs of the industries of the province of Bergamo, says Dr. Pandolfi, the event this year hosts 205 companies with a strong growth compared to the first two years ago Which was about 150 participants.

Growth that represents the importance of the sector at international level, this sector in particular has a very strong tendency for internationalization, especially with regard to the oil and energy sector in general.

Screen 2017-05-19 at 22.25.47We will test the Italian industrial valves in Middle East or Eastern European pipelines or in the Algerian water pipelines. Indeed, the reference market in this sector is made up of very large multinationals, a target hard to reach without the support of an industrial system

Thirteen debate sessions with 50 exception speakers will be held in the two days of the event, which will address both technology-related issues in the industry, but also the procurement-related issues of large companies to explain the strategies of purchasing offices in the industry.

The O & O gas industry grows much faster than the rest of the subfund is a positive phenomenon that attests to the excellence and appreciation of the international market.

This year, the event envisages hosting about 8,000 visitors against 5700 last year, many of which will come from 57 countries worldwide, a major success for the 2017 International Valve Summit.

 

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WANNACRY RANSOMWARE: RECENT CYBER-ATTACK

BreakingNews @en/Innovation di

The European Cybercrime Centre, EC3, at Europol is working closely with affected countries cybercrime units and key industry partners to mitigate the threat and assist victims. The recent attack is at an unprecedented level and will require a complex international investigation to identify the culprits. The Joint Cybercrime Action Taskforce (JCAT), at EC3 is a group of specialist international cyber investigators and is specially designed to assist in such investigations and will play an important role in supporting the investigation.

Red Cell Challenges Cyber Warriors in Multiforce Exercise

Innovation di

 

CAMP WILLIAMS, Utah, April 28, 2017 — Air Force Capt. Joshua Montgomery isn’t a criminal, but he plays one as part of his duties. He’s a member of an Air National Guard team that tests cyber defenses.

“It’s the best job in the military,” he said. “We get to break things. We get to go and do all of the things that would send you to jail in the real world. It’s fantastic.”

As a member of the 177th Information Aggressor Squadron at McConnell Air Force Base in Kansas, Montgomery tests cyber defense capabilities by attempting to hack into sensitive information systems.

“The idea of an information aggressor squadron is to understand the tactics that real-world adversaries like hackers and corporate espionage agents use,” he explained. He then uses that understanding to find network vulnerabilities that can be exploited.

Montgomery is putting his hacking skills to use as a member of the Red Cell during Cyber Shield 17, a cyber defense exercise that began here April 24 and continues until May 5.

Scenario-Based Role-Playing

Cyber Shield 17 is a National Guard and U.S. Army Reserve event that begins with a week of training and preparation and culminates in scenario-based cyber role-playing. It is the sixth iteration of the exercise, which began in 2012 and trains members of the Army National Guard, Air National Guard and Army Reserve, as well as civilians who work in law enforcement, intelligence and information technologies.

Participants each belong to one of several cells. Red Cell members, such as Montgomery, play the role of adversary hackers. Members of the Blue Cell attempt to defend against the Red Cell’s attacks. Members of the Gold Cell support the Blue Cell with coaching and mentorship, while White Cell members evaluate the Blue Cell’s performance.

As Red Cell members prepare to break into Blue Cell systems, their opposite numbers prepare for an experience that Blue Cell leader Army Maj. Kevin T. Mamula predicts will push them to their limits.

“The blue teams will be challenged to their breaking points by design,” said Mamula, who also works as the cyber network defense team lead for Ohio. “They will be stressed and frustrated and mad. But they will come out as a much more effective team.”

Crucial Training

Exercise participants emphasized that the threat that cyberattacks pose make this kind of challenging training crucial.

“Cyber threats are real,” said Army Capt. Joshua Hull from the Nebraska Joint Force Headquarters, who serves as assistant leader for the Nebraska Blue Team in Cyber Shield 17. “They are already all around us, and they affect every aspect of our daily interactions.”

Hull said he is confident his team will be able to succeed in warding off the Red Cell attacks, thanks to effective collaboration he has observed among his comrades.

“We have very good team cohesion,” Hull said. “We have a very good flow of information, and we’ve pulled our best and brightest. They have a good understanding of how network operations work.”

As Blue Cell fights an uphill battle in the cyber terrain, they will have the Gold Cell’s support. Army Lt. Col. Brad Rhodes, Gold Cell leader and commander of the Colorado Army National Guard’s Cyber Protection Team 174, said his team will provide struggling Blue Cell members with coaching and mentorship to help them learn and succeed.

“Our goal is that when the blue teams walk out of the door, they are feeling better about themselves and are more successful than when they first got here,” Rhodes said.

Red Cell leader Air Force Maj. Michael Erstein, who supervises the 177th Information Aggressor Squadron, said that Cyber Shield 17 fosters a learning environment by putting people of different backgrounds and levels of skill together.

Dedicated Interactions

“People who’ve never done this before get one-on-one dedicated interactions with individuals who’ve been doing this [for] 15-plus years,” Erstein said. “We are able to bring together experts from [the Defense Department], the government and the civilian world in one place and share that diverse perspective on cyberspace.”

“I’m very excited about being on a red team,” said Flo R. Bayer, a security analyst with the State of Wisconsin Department of Enterprise Technologies. “To see how hackers do things, their methodologies, will help me be better at defending the networks.”

“You don’t get an opportunity to learn from a group of people like this often, to apply this skill set often,” said Adam Hellmers, an electrical engineer with Radiance Technologies. “It’s a chance to develop higher skills and to further enhance your own self, your company’s self and the national interests.”

Cyber Shield 17 is far and away the best exercise he ever has encountered in his career, Montgomery said.

“It’s well organized,” he added. It’s well put together. And the teams, both red and blue, have made significant progress in securing DoD systems.”

President Putin will visit China in 2017: rapid development of trade and industrial ties with Beijing

BreakingNews @en/Innovation di

Russian President Vladimir Putin has revealed plans to visit China in May 2017 at a meeting with Chinese President Xi Jinping in Peru. Putin praised the rapid development of trade, industrial and high-tech ties between Moscow and Beijing. On Saturday, the two leaders met on the sidelines of the two-day Asian-Pacific Economic Forum (APEC). Putin said he has accepted an invitation to take part in events related to the implementation of Silk Road Economic Belt project, a large-scale initiative unveiled by Xi in 2013 that envisages the integration of trade and investment in Eurasia. One of the goals of a strategic Silk Road Economic Belt project is to link European and Asian countries with a transport, energy and a trade corridor. In June, Putin said he welcomes the project as a promising mutually beneficial initiative saying that wherever the road goes, it first runs through neighboring territories.

Redazione
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