GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

Category archive

EVENTI

Presentazione di Confassociazioni Australia al Senato

EVENTI di

Su iniziativa del Sen. Francesco Giacobbe, Segretario della 9a Commissione Permanente del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), si terrà il prossimo 22 febbraio (ore 10:30), presso la Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica la presentazione di Confassociazioni Australia. 

All’incontro, parteciperanno il Sen. Giacobbe, parlamentare eletto nella circoscrizione estera Africa, Asia, Oceania, Antartide, Angelo Deiana, Presidente di CONFASSOCIAZIONI e Carmelo Cutuli, Vicepresidente di Confassociazioni International con delega ai rapporti con Nord America e Australia ed il Presidente di Confassociazioni Australia, l’Avv. Giovanni Patti.

L’Italia e l’Australia sono collegati da vincoli storici e condividono significative relazioni commerciali in diversi settori, con un consistente flusso di esportazioni dall’Italia all’Australia che supera i 4 miliardi di euro. Entrambe le economie altamente sviluppate del G20, Australia e Italia attualmente vantano un buon livello di interazione commerciale e, soprattutto, ampie prospettive di miglioramento. Tuttavia, la pandemia da COVID-19 ha determinato una significativa contrazione degli scambi tra i due paesi nel periodo 2020-2021. Nonostante ciò, i valori degli scambi sono aumentati costantemente, raggiungendo i 4,443 miliardi di euro nel 2021 e i 5,818 miliardi di euro nel 2022. Sebbene le importazioni di beni australiani in Italia abbiano registrato un raddoppio nel 2022 rispetto al 2021, il saldo commerciale rimane significativamente a favore dell’Italia, con 4,7 miliardi di euro di esportazioni nel 2022.

Tutte le iniziative – ha dichiarato il Sen. Francesco Giacobbe  che permettono la promozione d’Italia nel mondo sono benvenute e importanti perché di interesse strategico per il nostro Paese. Per quanto riguarda l’Australia, poi, ci sarebbero mille motivi per promuovere l’intensificazione dei rapporti bilaterali, fra questi tre in particolare: la popolazione di origine italiana in Australia rappresenta circa il 5% della popolazione totale; l’Australia può rappresentare il gateway naturale per espandere la presenza italiana nell’Indo-Pacifico;  l’interesse dell’Australia per i Paesi europei è elevato, infatti il governo federale sta negoziando un Free Trade Agreement con l’UE. La presenza di Confassociazioni in Australia va nella direzione di intensificare i rapporti fra Italia e Australia e sono certo che essa metterà il massimo impegno per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il mio in bocca al lupo va al presidente della sezione Australia, Giovanni Patti,  buon lavoro.

Il Presidente di CONFASSOCIAZIONI Angelo Deiana ha dichiarato “L’inaugurazione del branch Australia di Confassociazioni sottolinea l’impegno della nostra Confederazione nel valorizzare il contributo delle comunità italiane all’estero. L’apertura di questa nuova sede testimonia la volontà di rafforzare la rete globale di Confassociazioni, con l’obiettivo di diventare una confederazione di associazioni professionali a livello internazionale. Stiamo lavorando alla costituzione di altri branch esteri, consapevoli del grande potenziale delle comunità italiane nel mondo. Vogliamo creare nuove opportunità di scambio e collaborazione tra i professionisti e le imprese dei vari Paesi in cui siamo presenti.”

Carmelo Cutuli, Vicepresidente di Confassociazioni International con delega al Nord America ed Australia, ha aggiunto. “Auguro buon lavoro al Presidente Giovanni Patti e a tutto il team di Confassociazioni Australia per questo nuovo ed entusiasmante progetto. L’apertura di un branch in Australia rappresenta una tappa fondamentale per la crescita internazionale di Confassociazioni, Italia ed Australia sono unite da vincoli storici e da solidi rapporti commerciali. Sono certo che Confassociazioni Australia, forte della professionalità del suo team, saprà creare nuove sinergie tra i professionisti e le imprese dei due Paesi, favorendo lo scambio di competenze ed esperienze”.

Ritengo, – ha evidenziato il Presidente di Confassociazioni Australia, Giovanni Patti – che le solide relazioni tra l’Italia e l’Australia abbiano notevolmente contribuito a determinare un legame molto forte tra i due Paesi. Italia e Australia condividono una lunga storia di amicizia e cooperazione, ne è prova anche la numerosa e molto ben integrata comunità italiana in Australia. Confassociazioni è impegnata attivamente nel rafforzare questi legami attraverso la promozione del Made in Italy, l’organizzazione di iniziative volte a favorire scambi commerciali e culturali tra i due Paesi, nonché nel rendere le rispettive comunità sempre più partecipi delle opportunità che si presentano in Australia e/o in Italia. È mio sincero auspicio, come presidente di Confassociazioni Australia, che le relazioni tra Italia e Australia possano continuare a svilupparsi trovando anche degli ulteriori strumenti di integrazione e cooperazione che possano ulteriormente rafforzare un legame già ben solido”.

Il Branch australiano di Confassociazioni rientra nella strategia di internazionalizzazione di CONFASSOCIAZIONI (Pres. Angelo Deiana) e Confassociazioni International (Pres. Gianni Lattanzio) e si unisce agli altri branch internazionali: Canada (Pres. Paolo Quattrocchi); Spagna (Pres. Ercole Rovida); UAE (Pres. Guido Sperzaga); UK (Pres. Stefano Potortì); USA (Pres. Claudio Frasca).

Siamo certi – conclude Deiana – che il branch Australia saprà dare un contributo prezioso alla promozione della cultura e dell’imprenditoria italiana. Auguriamo buon lavoro al Presidente Patti e a tutto il team, certi che questa nuova realtà saprà valorizzare le competenze e le eccellenze della comunità italiana in Australia”.

I lavori dell’incontro saranno trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube del Senato della Repubblica (https://webtv.senato.it). L’accesso alla sala – con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima. Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori e non sono riconducibili in alcun modo al Senato della Repubblica o ad organi del Senato medesimo. I giornalisti e gli ospiti devono accreditarsi scrivendo a: ferdinando.manzo@senato.it 

Presentato a Giarre il libro “Catania: un viaggio nel barocco” di Antonio Grasso

EVENTI di

Si è svolta ieri, presso il Salone degli Specchi del Palazzo di Città di Giarre, la presentazione del volume “Catania: un viaggio nel barocco” del saggista Antonio Grasso, edito da Algra Editore. L’evento, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico, ha visto la presenza dell’autore.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Leonardo Cantarella, dell’Assessore alla Cultura Tania Spitaleri, dell’Assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo Giuseppe Cavallaro e del Presidente della V Commissione Consiliare Istruzione, Cultura, Beni Culturali e Ambiente Vincenzo Silvestro, l’architetto Giuseppe Marano, Consigliere dell’OAPPC di Catania e Referente dell’Ufficio Speciale Restauro e Centri Storici, ha presentato e moderato l’incontro con l’autore.

Il libro di Antonio Grasso racconta la storia e descrive le meraviglie architettoniche e artistiche del barocco catanese, soffermandosi in particolare su piazza Duomo, via Vittorio Emanuele II e via Garibaldi. Attraverso una scrittura fluida e ricca di dettagli, l’autore guida il lettore in un affascinante viaggio tra chiese, palazzi e monumenti, illustrandone origini, peculiarità e curiosità.

Nel corso della presentazione, Antonio Grasso ha dialogato con il pubblico spiegando genesi e contenuti del volume, frutto di una approfondita ricerca negli archivi e di sopralluoghi sul campo. L’incontro si è concluso con un ricco dibattito durante il quale l’autore ha soddisfatto le curiosità dei presenti, confermando l’importanza di diffondere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale delle nostre città.

A Vent’anni dalla legge La Loggia (131/2003). Tra Decentramento e trasparenza

EVENTI di

Il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche (DEMS) dell’Università degli Studi di Palermo organizza il 15 Dicembre, dalle 10:00 alle 12:00, presso l’Aula Magna P. Borsellino, un incontro per celebrare i vent’anni dall’approvazione della legge La Loggia (131/2003) in materia di decentramento amministrativo. 

Interverranno il Prof. Costantino Visconti, Direttore del DEMS, il Prof. Gaetano Armao, Professore Associato di Diritto Amministrativo e già Vicepresidente ed Assessore della Regione Siciliana, e il Prof. Enrico La Loggia, già Ministro per gli Affari Regionali dal 2001 al 2006.

L’incontro sarà introdotto da Gioele Tallarita, CdD, CCS L-16 e coordinatore dell’Associazione Studentesca Vivere Scienze Politiche. 

Modera l’incontro Gabriele Ferrigno, CCS L-16 e Vicepresidente dell’Associazione Vivere Scienze Politiche.

All’Università di Palermo il punto sull’Insularità ad un anno dalla modifica dell’art. 119

EVENTI di
Si terrà domani, 1 Dicembre, presso l’Aula Magna “P. Borsellino” dell’Università di Palermo, (Via Maqueda, n. 324), dalle 9:00 alle 12:30, il convegno intitolato “ISOLA/E. Il Principio Costituzionale di Insularità: ad un anno dall’entrata in vigore”.
 
Il principale obiettivo dell’incontro è quello di analizzare l’impatto del principio costituzionale di insularità, entrato in vigore un anno fa, e di discutere le sfide che le isole italiane e europee hanno affrontato durante questo periodo. Saranno presenti importanti esponenti accademici, politici e professionali nel campo delle relazioni internazionali, dell’analisi giuridica e del turismo delle isole europee.
 
Il Prof. Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo, e il Prof. Costantino Visconti, Direttore del Dipartimento di Scienze politiche e relazioni internazionali (Dems-Un) ed il Prof. Antonello Miranda, Direttore del Centro Studi avanzati UnipaRelazioni, offriranno il saluto di apertura dell’evento. Il convegno sarà presieduto dalla Prof.ssa Maria Immordino, Direttrice della Rivista Nuove Autonomie – Università. LUMSA Palermo.
 
Seguiranno interventi di relatori di spicco, tra cui il Prof. Aldo Berlinguer, UniCagliari, Presidente dell’Osservatorio sull’insularità di Eurispes, l’On. Tommaso Calderone, Presidente della Commissione bicamerale per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità, l’Avv. Marco Di Giugno, Responsabile della Direzione Analisi Giuridiche e Contenzioso Enac ed il Prof. Giovanni Ruggieri, del Seas-Unipa, ‘Osservatorio sul Turismo delle Isole Europee (Otie).
 
Le conclusioni dell’evento saranno affidate al Prof. Gaetano Armao, Dems-UniPA, delegato del Rettore per la condizione di insularità, che metterà in luce le principali tematiche emerse durante le discussioni e le prospettive future per le isole, Sicilia e Sardegna in particolare.
 
L’evento rappresenta un’importante opportunità per approfondire la comprensione dell’insularità, a seguito della fondamentale modifica dell’art.119 Cost. e le politiche necessarie per affrontare le sfide specifiche delle isole nonchè promuovere una maggiore consapevolezza e attenzione verso le isole e le loro peculiarità.

12 novembre 1961 a Kindu caduti per la Pace

AFRICA/Difesa/EVENTI/Senza categoria di

Il 12 novembre di vent’anni fa, l’Italia si fermò per onorare 19 italiani: 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili. A Nassiriya, rimasero vittime di un vile attentato alla base Maestrale dell’Arma. Nel ventennale di quella strage, auspico che possa rimanere sempre viva la memoria di quegli Uomini che erano in Iraq per portare la Pace. Erano in quel travagliato paese sotto l’egida delle Nazioni Unite, dopo la risoluzione 1483 del 22 maggio 2003 approvata dal Consiglio di Sicurezza, che invitava tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione.

Nel ricordare quegli Uomini, oggi gradirei rinnovare la memoria di altri militari italiani caduti per la Pace, sulla via del Dovere. Anche loro furono vittime di un eccidio forse proprio il 12 novembre, ma del 1961. Anche loro operavano sotto l’egida dell’ONU, ma a Kindu, in Congo. Erano 13 aviatori, membri degli equipaggi dei due bimotori C-119 Lyra 5 e Lupo 33, effettivi alla 46ª Brigata aerea di Pisa.

Nel novembre 1961, i 13 militari dell’Aeronautica Militare operavano da oltre un anno nella missione ONUC (Operazione delle Nazioni Unite in Congo), stabilita con la risoluzione 143 del Consiglio di Sicurezza. Il Congo, dopo la proclamazione dell’indipendenza dal dominio coloniale belga il 30 giugno 1960, fu caratterizzato da una forte instabilità. La missione militare ONU, avviata il 15 luglio, aveva lo scopo di assicurare il ritiro delle forze belghe ed assistere il governo locale nell’instaurare una situazione ordinata. L’ONUC si occupava anche di garantire l’integrità territoriale e l’indipendenza del Paese con una provincia, il Katanga, che si era dichiarata indipendente, per cercare di impedire il verificarsi di una guerra civile.

Proprio come quest’anno, l’11 novembre 1961 era un sabato. Quella mattina i due aerei italiani decollarono dalla capitale Leopoldville (oggi Kinshasa), per portare rifornimenti al contingente militare del Malawi, che controllava un aeroporto poco lontano da Kindu, ai margini della foresta equatoriale. La zona, da mesi, era sconvolta dal passaggio delle truppe della Repubblica libera del Congo dirette nel Katanga. Erano soldati indisciplinati, spesso ubriachi e dediti a saccheggi in danno delle popolazioni locali. Poche settimane prima, il 25 settembre, nel corso di scontri tra i locali, era rimasto ferito a morte, proprio a Kindu, Raffaele Soru, un caporale infermiere del Corpo militare della Croce Rossa Italiana.

Quell’ 11 novembre, gli aerei italiani dovevano fermarsi a Kindu solo per il tempo necessario a scaricare i rifornimenti. Gli equipaggi avrebbero approfittato della breve sosta per mangiare. I due C-119 atterrarono intorno alle 14:00. Da giorni in città vi era un’agitazione maggiore del solito: fra i duemila soldati del regime di stanza a Kindu si era sparsa la voce che fosse imminente un lancio di paracadutisti mercenari al soldo del regime indipendentista del Katanga. I due aerei italiani furono scambiati per velivoli katanghesi carichi di paracadutisti. Questo scatenò la reazione incontrollata dei soldati di stanza a Kindu: diverse centinaia di congolesi si recarono all’aeroporto. In quel momento i tredici militari italiani erano alla mensa dell’ONU, una villetta distante un chilometro dalla pista. Intorno alle 16:15 i congolesi fecero irruzione nell’edificio, dove italiani e malawensi, quasi tutti disarmati, si erano barricati: un’ottantina di soldati congolesi sopraffecero rapidamente gli occupanti della palazzina e li malmenarono duramente. Si accanirono in particolare contro gli italiani scambiati per mercenari belgi al soldo dei katanghesi. Il Tenente medico Francesco Paolo Remotti provò a fuggire lanciandosi da una finestra, ma fu subito raggiunto dai congolesi, che lo uccisero. Verso le 16:30 arrivarono altri 300 miliziani congolesi, guidati dal comandante del presidio di Kindu. Il comandante malawense, maggiore Maud, provò inutilmente di convincerlo che gli aviatori erano italiani dell’ONU. Intorno alle 17 i dodici italiani, costretti a portare con loro il cadavere di Remotti, furono con la forza rinchiusi in una prigione locale. Mentre il maggiore Maud e il suo vice discutevano se fosse meglio trattare il rilascio pacifico degli italiani o tentare un’azione per liberarli, quella notte giunsero all’aeroporto di Kindu alti funzionari dell’ONUC, per aprire una trattativa con i miliziani locali. Il tentativo purtroppo fallì. Appariva chiaro che gli ufficiali congolesi avessero perso il controllo sui loro uomini. Quella notte, diversi soldati locali entrarono nella cella dove erano detenuti i dodici aviatori italiani, uccidendoli tutti a colpi di mitra. I loro corpi senza vita furono abbandonati lì per diverse ore. In seguito il custode del carcere, temendone lo scempio, li trasportò nella foresta fuori città, seppellendoli in una fossa comune. I miliziani congolesi poi accusarono falsamente gli italiani di fornire le armi ai secessionisti del Katanga.

Per diversi giorni non si seppe nulla della sorte degli aviatori. Lo stesso comando ONU temporeggiò per evitare di scatenare una rappresaglia contro gli italiani, senza sapere che questi erano già stati uccisi. Solo alcune settimane dopo, l’eccidio il custode del carcere raccontò le circostanze dell’eccidio, contattando le autorità ONU per predisporre il recupero delle salme.

Nel febbraio del 1962 un convoglio della Croce Rossa austriaca, scortato da un contingente di caschi blu etiopi e accompagnato da due ufficiali della 46ª Aerobrigata, rinvenne la fossa comune dove erano stati seppelliti gli italiani. Erano nel cimitero di Tokolote, un villaggio ai margini della foresta. I cadaveri furono facilmente identificati, perché erano stati protetti da una grossa crosta di argilla, che ne agevolò la conservazione. Le salme furono riesumate il 23 febbraio 1962. Arrivarono poi all’aeroporto di Pisa l’11 marzo. All’indomani furono celebrati i funerali solenni, alla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni.

Non dobbiamo dimenticare i loro nomi:

  • Maggiore pilota Amedeo Parmeggiani, 43 anni, da Bologna;
  • Capitano pilota Giorgio Gonelli, 31 anni, da Ferrara;
  • Tenente medico Francesco Paolo Remotti, 29 anni, da Roma;
  • Sottotenente pilota Onorio De Luca, 25 anni, da Treppo Grande (UD);
  • Sottotenente pilota Giulio Garbati, 22 anni, di Roma;
  • Maresciallo motorista Filippo Di Giovanni, 42 anni, da Palermo;
  • Maresciallo motorista Nazzareno Quadrumani, 42 anni, da Montefalco (PG);
  • Sergente maggiore montatore Silvestro Possenti, 40 anni, da Fabriano (AN);
  • Sergente maggiore marconista Antonio Mamone, 28 anni, da Isola di Capo Rizzuto (KR);
  • Sergente maggiore montatore Nicola Stigliani, 30 anni, da Potenza;
  • Sergente maggiore elettromeccanico di bordo Armando Fausto Fabi, 30 anni, da Giuliano di Roma (FR);
  • Sergente elettromeccanico di bordo Martano Marcacci, 27 anni, da Collesalvetti (LI);
  • Sergente marconista Francesco Paga, 31 anni, da Pietrelcina (BN).

Le loro salme sono tumulate nella Cappella Sacrario ai Caduti di Kindu presso l’aeroporto di Pisa.

Le circostanze esatte dell’eccidio sono ancora oggi poco chiare. A lungo, varie voci hanno sostenuto che il massacro fosse avvenuto con la partecipazione o comunque davanti alla popolazione locale. Si è persino detto che i corpi degli avieri italiani fossero stati mutilati. La ricostruzione dei fatti in seguito al ritrovamento delle salme ha smentito buona parte di questi dettagli.

Nel 1994, alla loro memoria fu concessa la Medaglia d’Oro al Valore Militare. La motivazione evidenzia che ognuno di quei militari “nel quadro della partecipazione italiana all’intervento di intermediazione delle Forze dell’ONU nell’Ex-Congo, consapevole dei pericoli cui andava incontro, ma fiducioso nei simboli dell’Organismo internazionale e convinto della necessità di anteporre la costruzione della nascente Nazione all’incolumità personale, sopraffatto da un’orda di soldati sfuggiti al controllo delle forze regolari, percosso gravemente sotto la minaccia delle armi, interveniva in difesa dei suoi uomini/colleghi, protestando la nazionalità italiana e la neutralità delle parti. Preso in ostaggio e fatto oggetto di nuove continue violenze, veniva barbaramente trucidato, offrendo la propria vita per la pacificazione dei popoli e destando vivissima commozione nel mondo intero. Luminoso esempio di estrema abnegazione e di silenzioso fino al martirio”.

Nel 2007, un monumento ai caduti di Kindu è stato inaugurato presso l’ingresso dell’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci”, a Fiumicino.

Sono trascorsi oltre sessant’anni da quell’eccidio, come venti da Nassiriya. La memoria continua, da parte delle Istituzioni militari italiane, ci insegna che i decenni sono solo un attimo sulla via del Dovere.

M

Andrea Pietrini, Chairman YOURgroup tra i candidati al premio nazionale “Segni di pace”

EVENTI di

Questo riconoscimento è frutto dell’iniziativa è promossa da una coalizione di organizzazioni della società civile, “La Cattedra della pace” presieduta da Renato Ongania, che ha il privilegio di nominare persone meritevoli per il prestigioso Premio Nobel per la pace, su approvazione del Norwegian Nobel Institute.

L’obiettivo principale di questo premio è mettere in luce e valorizzare gli sforzi, l’abnegazione e la dedizione di individui che si adoperano per edificare un futuro di pace, di equilibrio e coesistenza pacifica, incoraggiando valori democratici, giustizia e molto altro.

Tra le varie missioni supportate figurano la promozione del dialogo e della cooperazione, la battaglia contro discriminazione, povertà e violenza, la difesa della parità di genere, l’ambientalismo e la salvaguardia dei diritti umani.

Andrea Pietrini, imprenditore innovatore, con un profilo social seguito da decine di migliaia di persone, alla guida in YOURgroup, ha incarnato questi valori mettendo in primo piano la gentilezza e la collaborazione nel mondo manageriale e del lavoro.

La sua visione promuove e sostiene un ambiente lavorativo basato sul rispetto reciproco, l’inclusione e l’innovazione attraverso la collaborazione.

Grazie a questa sua filosofia, Pietrini sta influenzando il modo di concepire il mondo del lavoro, mettendo al centro dell’attenzione il benessere e l’armonia tra i membri del team.

Riconosciuto per il suo contributo alla causa della gentilezza e collaborazione in ambito lavorativo, Andrea Pietrini è un esempio illuminante di come il mondo manageriale possa e debba giocare un ruolo chiave nella costruzione di una società più giusta e armoniosa.

Celebrazione del Beato Rosario Livatino all’Arciconfraternita di S.M. Odigitria dei Siciliani a Roma

EVENTI di

L’Arciconfraternita di S.Maria Odigitria dei Siciliani in Roma, Primicerio Mons. Renzo Giuliano, ha celebrato, lo scorso 27 ottobre, il ricordo del Beato Rosario Angelo Livatino.

Nel corso dell’incontro, la professoressa Carmelina Chiara è intervenuta sul tema “Il messaggio del Beato Rosario Angelo Livatino” condividendo con il pubblico la profonda spiritualità e l’esempio di vita di questa figura significativa per la comunità siciliana e per l’intera Chiesa.

“Per i credenti, – ha testimoniato la professoressa Chiara. – il Beato Livatino incarna il messaggio del Vangelo vissuto nella concretezza di scelte radicali. Per i laici, è modello di rettitudine e fedeltà ai propri doveri. La sua eredità costituisce un faro di speranza per le nuove generazioni, che ancora oggi guardano alla sua testimonianza come fonte di ispirazione. Il sorriso mite e gli occhi limpidi di quel ragazzo con la toga, nella foto che lo ritrae appena quarantenne, continueranno a scrutare le coscienze di quanti credono nella dignità umana e nella forza redentrice della verità e dell’amore.”

“Oltre che magistrato, – ha continuato – Livatino era infatti un fervente cattolico. La fede impregnava ogni aspetto della sua esistenza: dalla messa quotidiana prima di recarsi in ufficio, alla devozione mariana, fino allo studio approfondito dei documenti del Concilio Vaticano II. Proprio in questi scritti il giudice ragazzino trovava ispirazione per coniugare il rigore del diritto con la misericordia evangelica. La sua figura segna così la possibilità di una sintesi feconda tra sfera spirituale e temporale, tra l’aspirazione alla santità personale e l’impegno per la giustizia sociale.”

“A trent’anni dalla morte, – conclude – l’esempio di Rosario Livatino è più vivo e attuale che mai. In una società spesso dominata da egoismi e particolarismi, egli ricorda che è possibile scegliere la via più difficile dell’onestà e del bene comune.

A margine dell’intervento della professoressa Chiara, il Primicerio dell’Arciconfraternita, Mons. Renzo Giuliano, ha ricordato agli intervenuti il fortissimo impegno profuso a gennaio al fine di ospitare nella Capitale la “Peregrinatio Livatino”, che ha portato a Roma la reliquia del Beato Livatino e che ha riscosso un notevole interesse da parte delle istituzioni e dei cittadini.

Al termine dell’incontro, una Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da don Riccardo Scorsone. Durante la messa, il Coro Psallite Sapienter, guidato dal Maestro Angelo Coccia, che hanno accompagnato i fedeli nel momento di riflessione e preghiera.

Presentazione del volume “La Scomparsa del Banco di Napoli” di Andrea Rey

EVENTI di

Il Circolo Culturale “La Contea”, in Via Toledo 418, Napoli, è lieto di annunciare la presentazione del volume di Andrea Rey, “La Scomparsa del Banco di Napoli”, pubblicato da Editoriale Scientifica nel 2023. L’appuntamento è per Venerdì 27 Ottobre 2023 alle ore 17.30.

La presentazione sarà introdotta da Luciano Schifone, Presidente del Circolo Culturale “La Contea”. Durante l’evento ci saranno interventi di Adriano Giannola, Presidente della SVIMEZ, Francesco Caia, Ex Presidente Facente Funzioni della Fondazione Banco di Napoli, e Paolo Pantani, Primo Presidente e Socio fondatore di ABC Acli beni culturali.

L’autore, Andrea Rey, sarà presente per discutere del suo lavoro e rispondere alle domande dei partecipanti.

“La Scomparsa del Banco di Napoli” è un’opera di grande impatto che esamina la storia e l’impatto duraturo della scomparsa di una delle più antiche e venerate istituzioni finanziarie d’Italia. Il volume offre un’analisi approfondita e unica, rendendolo un contributo essenziale alla letteratura finanziaria e storica.

L’Arciconfraternita dei Siciliani in Roma celebra la Festa del Beato Rosario Angelo Livatino

EVENTI di

Il Primicerio dell’Arciconfraternita di S.Maria Odigitria dei Siciliani in Roma, Mons. Renzo Giuliano, ha annunciato la celebrazione della Festa del Beato Rosario Angelo Livatino, che si terrà il 27 ottobre 2023 presso la sede dell’Arciconfraternita, sita in via del Tritone 82, a Roma.

Alle ore 18:30, la professoressa Carmelina Chiara terrà un discorso intitolato “Il messaggio del Beato Rosario Angelo Livatino”. La professoressa Chiara, esperta nella vita e nell’opera del Beato, condividerà con il pubblico la profonda spiritualità e l’esempio di vita di questa figura significativa per la comunità siciliana e per l’intera Chiesa.

Successivamente, una Celebrazione Eucaristica sarà presieduta da don Riccardo Scorsone. Durante la messa, il Coro Psallite Sapienter, guidato dal Maestro Angelo Coccia, accompagnerà i fedeli nel momento di riflessione e preghiera.

La serata promette di essere un momento di fede, unità e riflessione, in cui la vita e l’esempio del Beato saranno celebrati e ricordati.

L’Arciconfraternita dei Siciliani in Roma è un’associazione religiosa e culturale che ha come scopo principale la promozione della cultura, delle tradizioni e della spiritualità siciliana nella città di Roma. L’Arciconfraternita organizza regolarmente eventi, celebrazioni e momenti di preghiera per la comunità siciliana.

L’eredità del Beato Don Pino Puglisi: incontro con Don Guido Colombo all’Arciconfraternita di S. M. Odigitria

EVENTI di

Presso l’Arciconfraternita di S. M. Odigitria, la chiesa dei siciliani a Roma, si è tenuto un incontro speciale dedicato al Beato Don Pino Puglisi. L’evento ha visto la partecipazione del giornalista e religioso Don Guido Colombo Ssp, che ha condiviso riflessioni sulla vita e l’eredità di Don Puglisi. L’incontro ha offerto un’opportunità unica per riflettere sulla figura del sacerdote e educatore italiano, ucciso brutalmente dalla mafia nel 1993 a Palermo.

Nato nel quartiere Brancaccio di Palermo, Pino Puglisi iniziò il suo cammino verso il sacerdozio entrando in seminario all’età di soli 16 anni. Dopo essere stato ordinato nel 1960, Don Puglisi prestò servizio come parroco in diversi paesi e quartieri di Palermo, ma fu nel rione Brancaccio che la sua opera raggiunse l’apice.

In una dell roccaforti dei clan mafiosi palermitani, Don Puglisi si dedicò con passione e determinazione alla lotta contro la criminalità organizzata, mettendo in atto un’opera straordinaria per sottrarre i giovani dall’influenza nefasta della mafia. La sua opera antimafia, tuttavia, infastidì i boss locali, che decisero di mettere fine alla sua vita nel 1993, il giorno stesso del suo compleanno.

La giustizia, infine, prevalse e nel 1997 i suoi assassini furono assicurati alla Giustizia, grazie anche alla collaborazione di uno degli esecutori materiali dell’omicidio, che decise di collaborare con le autorità.

Il messaggio di speranza e opposizione alla mafia portato avanti da Don Puglisi si diffuse rapidamente, ispirando un movimento di cambiamento nella società italiana. Nel 1999, fu avviato il processo di beatificazione, che si concluse nel 2013 quando papa Francesco proclamò Don Pino Puglisi beato, riconoscendolo come il primo martire della mafia nella storia della Chiesa cattolica.

La figura di Don Puglisi viene ricordata come un esempio di fede e impegno civile contro la criminalità organizzata. La sua eredità continua a vivere nel cuore di Palermo e oltre, stimolando la lotta contro la mafia e promuovendo un cambiamento sociale più ampio. Le sue spoglie riposano nella cattedrale di Palermo, dove fedeli e visitatori possono rendere omaggio a questo eroe moderno.

Durante l’incontro all’Arciconfraternita di S. M. Odigitria, Primicerio Mons. Renzo Giuliano, Don Guido Colombo ha sottolineato l’importanza di seguire l’esempio di Don Puglisi nel combattere la mafia e promuovere la giustizia sociale. Ha evidenziato come la memoria di questo martire sia un faro di speranza per coloro che lottano per un’Italia libera dalla criminalità organizzata.

L’incontro si è concluso con una Santa Messa, di preghiera e riflessione,celebrata dallo stesso Padre Guido Colombo.

Carmelo Cutuli
0 £0.00
Vai a Inizio
×