Il magazine della tua Città

Author

Alessandro Conte - page 9

Alessandro Conte has 130 articles published.

Detenuti per la manutenzione, siglato protocollo “Mi riscatto per Roma”

in POLITICA by

Presentato in Campidoglio il protocollo d’intesa tra Comune di Roma e Ministero della Giustizia per l’impiego di detenuti nella manutenzione sella Città.

Lodevole iniziativa quella lanciata dal Sindaco raggi e dal ministro Bonafede, Verde pubblico e buche i principali obiettivi di questa iniziativa” un progetto a cui crediamo molto – ha dichiarato il Sindaco di Roma, Virginia Raggi – e che rappresenta un passaggio successivo rispetto alla sperimentazione, tutt’ora in corso, che vede impiegati i detenuti nella cura del verde pubblico. Un modo per rendersi utili alla società e avviare un percorso di reinserimento anche agli occhi dei cittadini di Roma”.

Il progetto che coinvolge anche la società autostrade prevede la riparazione delle buche della citta che neintre anni di mandato sono state e sono ancora l’incubo dei romani, e forse anche del sindaco.

Partner nella realizzazione del protocollo di intesa il Ministero della giustizia rappresentato dal Ministro Bonafede, il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, l’Ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, il presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma Maria Antonia Vertaldi, il Garante dei diritti dei detenuti di Roma Capitale Gabriella Stramaccioni.

Da parte di Autostrade il contributo sara operativo come ha dichiarato l’ing Castellucci,“Forniremo le squadra di lavoro, i materiali quale vernice e bitume, ma anche una formazione di lavoro operativo.Ogni intervento verrà effettuato con un progetto ad hoc che confidiamo di far partire già dal mese di settembre. Un progetto importante perché prima di tutto consente ai detenuti di uscire e di poter imparare un lavoro che, una volta scontata la pena, potranno avere la possibilità di svolgere – sottolinea Stramaccioni – Autostrade per l’Italia ci ha spiegato che questo è un mestiere a cui mancano molti addetti, no si esclude quindi la possibilità di una futura assunzione”.

Una iniziativa molto importante e lodevole negli intenti ma della quale si devono verificare gli aspetti piu operativi come per esempio la sorveglianza dei detenuti durante le attività in strada vista anche la situazione della polizia penitenziaria.

“Buona iniziativa finalmente i reclusi si guadagnano da vivere – ci dice Domenico Mastrulli segretario generale del Co.s.p. Sindacato che include la polizia penitenziaria- “ma l’impiego di decina di piziotti penitenziari e mezzi peserà pesantemente sulle già ridotte risorse umane e mezzi siamo a meno 13.000 agenti e le carceri nelle carceri si fanno turni da 8 e 12 ore lo straordinario viene a volte pagato in notevole ritardo ed 1 solo agente nelle prigioni occupa 3/4 posti di servizio con circa 100 o 209 detenuti tutti in vigilanza dinamica.

La situazione dell’organico della penitenziaria peserebbe gravemente su questo progetto e in particolare sulla sorveglianza dei detenuti.

bene quindi iniziativa ma che si proceda a scorrimento vecchi concorsi dal 2011 e con un numero di almeno 5.000 unità iniziali rispetto alle attese – continua Mastrulli – si inizi ad eliminare tutte le scorte a politici e dirigenti.

La situazione della penitenziaria e cosi grave che ancora attendono risposte dal ministro per lo sblocco.

Se questi sono i dubbi sull’operatività della proposta le probabilità che riduca ad un annuncio senza seguito e molto alta.

Corte costituzionale, diritti sindacali anche nelle forze armate

in POLITICA by

Lo scorso 11 aprile una sentenza della corte costituzionale ha sancito l’incostituzionalità del divieto fatto ai militari di avere una rappresentanza sindacale, unici nel comparto della funzione pubblica del quale fanno parte a tutti gli effetti, un divieto anacronistico vista anche la struttura professionale delle forze armate che si equipara in tutto e per tutto al resto dei dipendenti pubblici dal punto di vista dei rapporti con il datore di lavoro.

Keep Reading

Il giallo delle biciclette gialle

in EDITORIALE by

Sono il simbolo della share economy romana, del bike sharing in particolare, le puoi trovare quasi ovunque, puoi parcheggiarle dove vuoi usarle per un tratto o per un giorno intero pagando e sbloccandola con una app sul telefono, sono le biciclette gialle di obike.

La societa di bike sharing, presente in 40 città sparse per 26 nazioni, ha distribuito per le strade della capitale fino a 1.700 bici dotate di un geolocalizzatore.

Una idea non nuova, adottata in altre capitali europee con grande successo dalla stessa società, perché permette a chiunque di muoversi liberamente in città, ragazzi e diversamente giovani, tutti sul due ruote, una rivoluzione per la capitale d’Italia che nel tempo aveva provato diverse soluzioni con esiti negativi.

Una idea rivoluzionaria se non si fosse scontrata in primis con l’incivilta di certi cittadini che le hanno distrutte, depredate, gettate nel fiume senza nessun motivo se non quello di postare la bravata sui social.

Delle tante biciclette distribuite sul territorio la percentuale di quelle danneggiate ci sembra altissima tanto da chiederci se l’esperimento ha avuto successo o meno.

Un altra domanda che però viene spontanea è relativa a chi paga questi danni, il servizio è redditizio o no? Le perdite chi le paga?

Una domanda lecita se si pensa che l’autorizzazione e stata data in gran fretta sembra senza comunicare ai consiglieri comunali i termini della concessione, costi, durata e altri necessari a valutare la bontà de servizio che come tante cose diventa un fattore di valutazione dei servizi turistici della città a livello mondiale, non dimentichiamo che nel 2017 sono stati 24 milioni i turisti in città, un numero non insignificante.

Gli esperimenti di bike sharing del comune di Roma sembrano essere arrivato ad un punto morto, nello scorso novembre 2017 una altra società di bike sharing la Gobee.bike si era affacciata sul mercato romano con 400 biciclette distribute nel primo e nono municipio di roma ma solo pochi mesi dopo ha gettato la spugna per l’alto numero di biciclette vandalizzate.

A resistere nonostante le evidenti prove di danneggiamenti e di aumento del degrado urbano con le biciclette nel fiume o parcheggiate nelle più improbabili posizioni tanto che ci si chiede chi paghi per tutto questo visto l’affido senza gara del servizio alla Obike da parte del comune di Roma.

Sgombro Camping River, effetti collaterali, chiuso centro estivo per bambini

in CRONACA by

Ogni azione ha degli effetti a volte non previsti, in questo caso il danno collaterale dello sgombro del Camping River, campo nomadi stanziale ormai da decenni, è stato quello di togliere un servizio alla comunità come il centro estivo gestito dalle Piccole Figlie del Sacro cuore, suore dipendenti dalla diocesi di Roma. Per questo Fabrizio Santori e Corsetto della Lega hanno denunciato subito la situazione ai media.

Keep Reading

La Libia controlla le sue coste e la colpa è di Salvini

in POLITICA by

Fa scalpore la notizia che la guardia costiera libica abbia finalmente preso In carico la sua area di competenza SAR come previsto dal regolamento internazionale SAR del 1979 e che prevede che ogni nazione si attivi e coordini le attività di soccorso coinvolgendo le imbarcazioni più vicine alla richiesta di soccorso, ma ogni occasione è buona per colpire il nuovo corso politico italiano.

In questo caso la Guardia costiere Libica ha richiesto in autonomia l’intervento del rimorchiatore Asso28, battente bandiera italiana e da anni operativi per le attività logistiche dell’ENI nella zona, che dopo aver imbarcato ufficiali libici si è avvicinato al luogo sella richiesta e ha soccorso 108 persone che sono state riaccompagnate in Libia, il porto più vicino nell’area SAR di competenza.

Molti gridano allo scandalo e attaccano i Ministri Salvini e Toninelli per aver “respinto” i migranti riportato in Libia, accusa senza fondamento all’analisi dei fatti.

Ne abbiamo parlato con l’avvocato Marco Valerio Verni esperto in diritto internazionale per capire meglio quali sono i contorni legali della polemica.

“Nel caso di specie, occorre verificare se il rimorchiatore italiano abbia agito sotto la direzione della Guardia Costiera libica (nel qual caso non potrebbe aversi, da parte nostra, alcuna violazione del diritto internazionale), oppure se, al contrario, vi sia stato un qualche coinvolgimento del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma – ci conferma l’avvocato Verni –

“In quest’ultimo caso, in effetti, potrebbe andarsi incontro alla violazione del divieto di non refoulement, sancito dall’ art. 33 della Convenzione  di Ginevra del 1951 (“Nessuno Stato contraente potrà espellere o respingere (“refouler”) – in nessun modo – un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale o delle sue opinioni politiche” e  dall’art. 4 del quarto Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea per i Diritti Umani (CEDU), e, di riflesso, anche di altri diritti, riconosciuti da quest’ultima in capo ai rifugiati, quali, ad esempio il divieto di sottoporre a tortura e trattamenti disumani e degradanti (articolo 3 Cedu), e l’impossibilità di ricorso (articolo 13 Cedu)”

Le notizie diffuse dal ministero dell’interno confermano le note diffuse dalla Guardia Costiera Libica che indicano nei fatti di aver coordinato le operazioni di salvataggio e quindi il rimorchiatore Asso28 non rientra nelle fattispecie per la quale si identifica la bandiera dell’imbarcazione come responsabilità dell nazione di provenienza.

“Senza considerare, nel caso, altre norme, tra cui quelle riguardanti la Convenzione S.A.R. (Search and Rescue) del 1979 (come modificata, da ultimo, nel 2004) – continua l’avvocato Verni- che prevedono lo sbarco delle persone soccorse, nel più breve tempo possibile, in un luogo sicuro, ovvero in una località dove la sicurezza e la vita dei sopravvissuti non sia più minacciata, dove possano essere soddisfatti i bisogni primari (come cibo, alloggio e cure mediche) e dove  possa essere organizzato il trasporto dei sopravvissuti verso una destinazione successiva o finale.

Una polemica strumentale ad uso politico per attaccare l’operato de Ministro Salvini nonostante i risultati ottenuti nei primi mesi di mandato facendo diminuire sensibilmente gli sbarchi in Italia e fatto riaprire la discussione in seno alla comunità Europea su come gestire i flussi migratori, problematica fino ad oggi lasciata in carico all’Italia.

“E’ chiaro che la soluzione, a prescindere dal caso concreto – commenta Marco Valerio Verni -debba essere innanzitutto politica, a livello internazionale e con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti o che dovrebbero essere coinvolti (Unione Europea e Nazioni Unite tra tutti), non escludendo che si possa procedere a qualche miglioramento anche sotto il profilo giuridico.”

Il fatto che la Libia finalmente si stia riappropriando del proprio ruolo di stato nazionale con tutte le prerogative che questo implica con oneri e onori e un grande passo avanti da quando nel 2011 fu destituito il colonnello Gheddafi e il pesce collasso in una guerra civile con il rischio di cadere nel fondamentalismo islamico dell IS, pericolo ancora oggi non del tutto cessato.

Non per questo cesseranno i flussi migratori che i questi giorni assaltano il confine tra Marocco e Spgna con il conseguente pericolo di feriti e morti negli scontri con le polizie dei due stati.

Roma, il fiume Tevere una risorsa da tutelare e proteggere, questa la missione di Amici del Tevere

in CULTURA by

Roma nasce sulle sponde del Tevere, una storia millenaria conosciuta in tutto il mondo, attraverso il fiume la città ha ricevuto nei secoli tutto quello di cui aveva bisogno, ha agevolato il commercio e fornito l’acqua per i suoi cittadini.

Ma con il tempo il rapporto tra il fiume è i romani si è incrinato, lo sviluppo della città moderna ha danneggiato le sue sponde, la sua purezza è scomparsa e il degrado è avanzato, le amministrazioni che si sono susseguite hanno dato priorità ad altre azioni sul territorio lasciando il fiume, le sue sponde e le sue acque ad un destino che può sembrare ineluttabile.

Chi per primo si è accorto di questa situazione e delle possibili conseguenze è stata l’Associazione Amici del Tevere, che dal 2008 si occupa di sensibilizzare, informare e coinvolgere i cittadini in iniziative culturali tese a far conoscere il fiume e la sua importanza.

Il Dottor Amendola è il presidente di questa Associazione e a lui ci siamo rivolti per capire meglio qual’è lo stato di salute del fiume e quali sono i  doveri e i progetti che le istituzioni devono assumere e realizzare.

L’Associazione Amici del Tevere, come ha detto, si occupa di sensibilizzazione, informazione  e coinvolgimento dei cittadini in iniziative culturali tese a far conoscere meglio il territorio del fiume e il suo impatto sulla vita di tutti” esordisce il Presidente Amendola – “Successivamente, nel 2010, è stato fondato il Consorzio Tiberina, che include diversi soggetti pubblici e privati tra cui le quattro Università Statali di Roma, il Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano, fondazioni, onlus, imprese, associazioni, fra cui naturalmente moltissimi Concessionari di sponde e specchi d’acqua, e che si occupa di promuovere e realizzare progetti per lo sviluppo sostenibile del Tevere”.

Il Consorzio Tiberina è ente più operativo, nato con l’obiettivo di promuovere azioni che possano riportare il Tevere, le sue sponde e tutto il suo territorio ad un livello degno della Capitale italiana e più in generale di una delle Città più famose al mondo.

Sono tante le attività che si svolgono sulle rive del fiume, sono regolate in parte dalla Regione Lazio e in parte, con delega della stessa o per Norme parallele, dai Comuni e dai Municipi che attraversa.

Per quanto riguarda il tratto da Castel Giubileo alla foce – ci racconta il dottor Amendola – esiste il Piano Stralcio 5 o “PS5” (*), che indica esattamente cosa si può fare e dove, ovvero quali sono le aree con destinazioni ludico-ricreative, sportive, a parco, per approdi o per altro, e anche come possono essere concesse in uso. Uno strumento di pianificazione che prevede da molti anni, pur se ancora inattuata, l’istituzione del Parco Fluviale del Tevere, quale importante strumento di tutela.”

Naturalmente la domanda più importante riguarda la condizione del fiume che, come tanto del territorio laziale, soffre di mancata manutenzione e preservazione ed è ferito dall’inciviltà di molti che abusano del territorio deturpandolo con discariche a cielo aperto e scarichi illegali.

Nonostante questo però lo stato di salute delle acque sembra migliorare.

Rispetto ad anni bui del passato dove era assente o minimo il controllo delle acque reflue, la situazione sta migliorando negli anni recenti grazie anche all’intervento degli enti competenti, compresa ACEA ATO 2, che proprio recentemente, dopo tanto lavoro comune di individuazione delle priorità, firmando il così detto “Contratto di Fiume” promosso da Associazione Amici del Tevere e Consorzio Tiberina insieme ai Municipi I° e II° (**) ha definitivamente indicato e messo in spesa 23 milioni per l’eliminazione degli scarichi fognari non a norma attivi sul territorio del Comune di Roma e recapitanti al Tevere a monte di Ponte Milvio” – ci informa Amendola – “Questo intervento permetterà il miglioramento della qualità delle acque che attraversano la città verso la foce e di conseguenza di tutto l’ecosistema del fiume

Ma qual è il futuro del Tevere? Quali sono i progetti di riqualificazione del fiume? Sono le domande che più frequentemente i cittadini più attenti si pongono.

Se si lavora in tanti, positivamente e all’interno delle pianificazioni, non si può che migliorare la situazione. Con il “Contratto di Fiume” che ho citato, sottoscritto da sempre nuovi Contraenti, già vari progetti di grande qualità sono stati avviati, secondo passaggi ben precisi di progettazione e autorizzazione; il Consorzio Tiberina ha anche effettuato dei sondaggi on-line, con risposte di migliaia di cittadini, per ottimizzare le soluzioni. – risponde il Presidente Amendola – Vi è però un rischio, in cui secondo me sta incorrendo Roma Capitale: la politica degli annunci e il fare tanto per fare. Se mi chiede se il futuro auspicabile per il Tevere è sullo stampo della pseudo-spiaggia o pseudo-area sportiva in allestimento a Ponte Marconi, le rispondo: non è questo, non è assolutamente questo! Non c’era bisogno di ciò per far vedere che si possono attrezzare aree sul Tevere: ne è piena Roma. 10.000 mq, numero enfatizzato negli annunci, è un rettangolo di terra da nulla, potevano esprimerlo in centimetri quadri, che sarebbero stati 100.000.000. Questa sarà, da quel che si vede a lavori in corso, un’orrida spianata, con chioschi e bagni chimici, che per fortuna slitta nella sua inaugurazione a giornate meno torride; sarebbe ben difficile trovarvi un po’ di refrigerio. Fra l’altro, se l’area fosse naturalisticamente rilevante, la spianata sarebbe di grande impatto, mentre come affaccio non aggiunge nulla a ciò che già si vede da Ponte Marconi: cioè quest’area è una contraddizione nei termini. Non ha nulla di caratteristico rispetto al Tevere, potrebbe essere in qualunque altro luogo di Roma, è quasi offensiva verso chi conosce e ama il Tevere che era in passato e che ragiona su un Tevere che – si spera – potrà essere. Direi che sono state buttate a fiume decine di migliaia di euro, e pare si supererà ampiamente il centinaio. Forse il problema risiede nell’aver ridotto l’impegno attuale di Roma Capitale allo slogan di un Ufficio Speciale Tevere che non esiste e alla faciloneria nell’affrontare un tema così complesso e interdisciplinare, senza interpellare chi se ne occupa da decenni e ne sa veramente: non è di certo lavoro da burocrati o da parolai o da persone accostatesi al fiume da un paio d’anni. Al che, e mi scusi lo sfogo, si rischia di fare l’esatto contrario, cioè di dare l’idea che non si può far nulla per il Tevere a Roma, riallontanando i tanti avvicinatisi con interesse, a volte entusiasmo, al tema”

Si può aggiungere che chi calpesterà le tonnellate di sabbia che sono state depositate nella suddetta spianata  a ridosso di Ponte Marconi, nell’VIII Municipio, non potrà comunque beneficiare di una inesistente balneabilità del fiume; per cui l’area, anche se attrezzata con ombrelloni e sdraio, bagni chimici e docce, non potrà certo essere messa al confronto né con le più famose spiagge fluviali europee né tantomeno con i più vicini stabilimenti balneari del litorale roman0 o con le spiagge libere: una iniziativa quindi destinata al fallimento.

La Regione Lazio invece ha nel contempo avviato lo stanziamento di fondi per la sicurezza soprattutto idraulica delle sponde, un intervento utile, ma che forse dovrebbe essere più sostanzioso e mirato anche al controllo della legalità su tutto il suo corso.

Sul tema della legalità l’Associazione Amici del Tevere è sempre stata molto combattiva “Il territorio del Tevere è molto significativo e anche simbolico per la città – ci racconta il Presidente Amendola – e deve essere tutelato, riqualificato e riportato tutto nella legalità anche per dare modo agli investitori privati di presentare progetti di livello a beneficio dei cittadini. Se veniamo all’oggi, molti degli eventi che vengono organizzati sulle sponde del Tevere nella stagione estiva portano, grazie all’esperienza pluriennale degli operatori, pulizia, accessibilità per tutte le età e tutti i gusti, in uno scenario unico, che attira moltissimi turisti, in sicurezza, con adeguata infrastrutturazione e autorizzazioni ovviamente anche delle competenti Soprintendenze. Ma proprio quest’anno, non si sa perché, hanno fatto la loro comparsa discoteche a fiume, chioschi delle fattezze più varie, ombrelloni da bar di fronte a Castel Sant’Angelo sulla sponda sinistra, improbabili approdi per battelli e una serie di situazioni che destano perplessità”

Una situazione che crea molto spesso disagi per la convivenza delle stesse realizzazioni con le norme di sicurezza e tutela ambientale, oltre che ai cittadini sul frequentano il Tevere.

E’ un problema comunque non soltanto estivo: pontili che nascono dal nulla, battelli che ormeggiano ovunque, galleggianti fatiscenti palesemente insicuri o tanti altri comunque non verificati (ricordiamo i disormeggi di qualche anno fa), ristorazione abusiva, banchine fatte usare come parcheggi da ristoratori (è vietato), e chi più ne ha più ne metta. Fra illegalità e pseudo-spiagge velleitarie, parlare di riqualificazione strutturale e sistemica è quantomeno risibile. Va bene il volontariato, come quello dei tanti che si impegnano nei due Soggetti no-profit che rappresento, ma anche la politica dovrebbe fare la sua parte, come sempre, nella regolazione delle cose e nella selezione delle istanze espresse dai cittadini. Molto si sta muovendo, ma è facile vanificare tutto se ci si ferma agli slogan e alle presenze sui media, che possono essere un mezzo, come lo stesso “Contratto di Fiume”, e non un fine, almeno per chi punta ai risultati concreti. Sembra a volte, anche su questo tema così particolare del Tevere, che prevalga la ricerca di visibilità, magari inondando facebook di primi piani, come proclamazioni di avvento: la partecipazione civica, essenziale, di cui molto si parla, è ben altra cosa del culto della propria personalità di sedicenti protagonisti di cambiamento. Certo, risolvere la questione del Tevere a Roma sarebbe un ottimo biglietto da visita …… ma va prima risolta! E’ anche per questo che, con l’Associazione, ci siamo intitolati Amici del Tevere: già lo eravamo, e sul serio”.

Tutto questo si aggiunge ad una manutenzione ordinaria che è totalmente assente e che aggrava la situazione lungo l’argine utilizzabile, in estate e non solo, che diventa anche ricettacolo di animali di tutti i tipi con condizioni igieniche generali molto critiche.

Poniamo al presidente Amendola un ultima domanda, c’è speranza per una nuova balneabilità?

Certamente sì, in prospettiva. Ma non bisogna fissarsi con singoli aspetti, si possono condurre molteplici azioni in parallelo, da quella sulla qualità delle acque a molte altre, come abbiamo indicato nel “Contratto di Fiume”. Dato che siamo in uno stato di diritto, e anche per i progetti più mirabolanti non si possono espropriare i Concessionari, stiamo man mano federando questi ultimi e coinvolgendo gli Enti territoriali per colmare i buchi, per così dire, lavorando tutti insieme verso obiettivi di miglioramento continuo. Con i Concessionari più avveduti ci stiamo già riuscendo. Ovviamente ci si rivolge, con molta umiltà, a tutti gli operatori seri. Ci sarà spazio per tutti. La vicenda Kentridge di qualche anno fa ha dimostrato un grande provincialismo, a mio avviso, nel non promuovere la possibilità di una compresenza di vari aspetti di fruizione sul Tevere, danneggiando chi aveva dei diritti acquisiti, e, pur nell’apprezzamento per il grande artista, non sottolineando che qui aveva trovato una grande tela e un museo a cielo aperto unici al mondo. Oggi la così detta “piazza Tevere” mette un po’ tristezza, e forse il senso dell’effimero insito nel graffito prefigurava già nella visione dell’artista questo scenario, come nelle scene finali de “La grande bellezza”. Proprio per uscire dal provincialismo e riappropriarci del nostro retaggio, vorrei ricordare delle banalità storiche, cioè che Roma è nata sul Tevere e che siamo a 2 anni e mezzo dal Centocinquantenario, nel Febbraio 2021, della sua proclamazione a Capitale d’Italia: potrebbe essere un bel simbolo di rinascita il ripartire dal Tevere”

Speriamo dunque di vedere in un prossimo futuro il biondo Tevere divenire ancora più pulito insieme ad una rinascita di tutto l’ecosistema ad esso collegato, di tornare ad essere un biglietto da visita della nostra città che ogni anno ospita più di 26 milioni di turisti oltre naturalmente ai suoi 4 milioni di abitanti nell’area allargata della cosiddetta Città Metropolitana

(*) http://www.abtevere.it/node/104

(**) https://www.comune.roma.it/web/it/municipio-i-progetti.page?contentId=PRG134159

Cosa succede nelle carceri italiane, non è dato sapere

in CRONACA by

Sono ormai molti mesi che monitoriamo cosa succede nel sistema penitenziario italiano raccogliendo le testimonianze e le notizie dei gravi fatti di violenza su operatori di polizia penitenziaria, sui turni massacranti, sulle tentate evasioni che troppo spesso salgono all’onore della cronaca. Lo scenario che si prospetta agli occhi dell’opinione pubblica è quello di un sistema che necessità di maggiori risorse, un riordino dell’organizzazione generale e più in generale una maggiore ottimizzazione del sistema e non in termini di tagli ma di riorganizzazione.

Keep Reading

Roma, al Gianicolo la memoria storica  circondata dal degrado

in CRONACA by

Il parco del Gianicolo è uno dei punti di belvedere della Capitale tra i più famosi al mondo, unico per la vista sulla città eterna da secoli.Nella memoria dei romani è sempre stato il parco di Giuseppe Garibaldi che troneggia nella statua commemorativa al centro della piazza sulla quale terminano le strade di accesso e di uscita del parco.

Keep Reading

1 7 8 9 10 11 13
Alessandro Conte
0 £0.00
Go to Top
× How can I help you?