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Alessandro Conte - page 10

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Attacco alla criminalità organizzata, lo stato si muove a Roma, 33 arresti nel Clan Casamonica

in CRONACA by

Una operazione congiunta delle forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza ha messo a segno il primo arresto eccellente del Ministro Salvini, fase conclusiva, a dire il vero, di una indagine partita anni prima che ha visto da vicino le attività di un clan che si estende su gran parte della città con rapporti saldi con l’Andrangheta calabrese come testimoniano gli arresti eseguiti in Calabria.

All’organizzazione viene attribuito il controllo dello spaccio, dell’usura e della prostituzione in vasta parte della capitale equamente distribuito tra le famiglie dei Casamonica e degli Spada che nel tempo hanno acquisito il controllo di vaste zone della capitale dall’Appia all’Eur, da Ostia al Tuscolano.

Spaccio e usura a Roma est, prostituzione e spaccio dall’Eur ad Ostia, tra gli Spada e i Casamonica il controllo del territorio è totale.

La fase operativa dell’indagine e il via agli arresti è stato possibile grazie alla testimonianza di due collaboratori di giustizia che hanno potuto aprire uno squarcio in questa realtà criminale da sempre difficilmente avvicinabile sia per la loro organizzazione di tipo familiare sia per la lingua Sinti di difficile traduzione, immaginiamo anche nelle intercettazioni.

Il Clan può contare su numerosi accoliti, della disponibilità di armi e sulla crudeltà dei metodi coercitivi che esercitano sulle loro vittime, proprio su questi elementi che gli inquirenti parlano di Associazione a delinquere di Stampo mafioso, prodromo indispensabile per poter richiedere in fase processuale dell’applicazione del 41Bis unico vero terrore delle organizzazioni criminali che nell’applicazione del quale vedono l’impossibilità di continuare a gestire dal carcere i propri affari.

Case, automobili, centri benessere, centri sportivi tra  sequestri della Guardia di Finanza oltre naturalmente a contatti e oggetti di valore che sono stati sequestrati nelle abitazioni perquisite.

I due  collaboratori di giustizia sono una donna moglie di uno dei membri della famiglia e un calabrese residente da anni a Roma che realisticamente potrebbe essere il punto di incontro tra la mafia Calabrese e quella Capitale.

Dopo le indagini denominate Mafia Capitale ecco di nuovo apparire tra i fatti di cronaca la parola Mafia nei confronti di una organizzazione criminale che da decenni vive e sopravvive nella capitale, con i suoi Re e i suoi sudditi cresciuta all’ombra di un crescente disinteresse politico per la lotta alla criminalità organizzata e all’inefficienza di un sistema giudiziario che evidentemente non ha funzionato, tanti sono stati i processi intentati per i più svariati motivi al clan ma mai si è sentita una sentenza che avesse potuto mettere in ginocchio questa mafia e liberare la città.

Anche qualche nome illustre in questa indagine come quello del conduttore radiofonico Baldini che non è riuscito a liberarsi dal giogo dei debiti, finito nelle mani dei cravattari come emerge dalle intercettazioni, lui come molti imprenditori romani che a causa della crisi e dell’impossibilità di richiedere un prestito per le vie legali sono finiti nella loro rete arrivando spesso a dovergli cedere attività e proprietà immobiliari.

Atti di teppismo ai danni ATAC nel X municipio

in CRONACA by

Li hanno atteso all’uscita dell’autorimessa di via Calza ad Ostia antica per bersagliate gli autobus che stavano entrando in servizio ci dei sassi.

Tiri precisi verso l’autista è non casuali lanciati con il chiaro intento di danneggiare l’autobus e magari ferire il personale a bordo.

Il tutto è avvenuto alle 5 di mattina il che fa pensare ad un vero e proprio agguato ai danni del personale Atac che prendeva servizio.

I cittadini, testimoni de fatto, che ci hanno riportato la notizia si chiedono quando si potrà dire ripristinata la legalità e la sicurezza a Ostia che non trova pace dopo gli ultimi arresti dei clan della zona.

Un municipio che nei mesi estivi vede triplicarsi le presenze ma che non ha un proporzionale aumento delle forze di polizia che fanno fatica a controllare la movida notturna del quartiere e i conseguenti atti di violenza e intolleranza.

Roma, FDI perde cinque componenti dell’assemblea nazionale

in POLITICA by

Il partito di Giorgia Meloni in queste settimane non convince più i nodi del passato vengono al pettine e sono in molti a non concordare con la linea del partito e in particolare con le azioni che il partito a livello regionale ha fatto o più chiaramente non ha fatto. In cinque oggi lasciano l’assemblea nazionale del partito dopo la recente comunicazione di Fabrizio Santori la scorsa settimana, sono  Emiliano Corsi, Emanuele Besi, Valeria Campana, Daniele Catalano e Marco Valerio Verni.

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VIII Municipio, Federici (Lega) Finanziamenti alle associazioni con un Click? faremo opposizione dura

in POLITICA by

La consiliatura dell’ottavo municipio è avviata da qualche giorno, sono stati affrontati temi diversi dal neo eletto presidente Ciaccheri spaziando da incontri con personalità internazionali alla denuncia del degrado ancora persistente nelle strade del territorio come ha riportato il quotidiano Roma Today, una denuncia più da opposizione che da maggioranza.

“E’ stato fatto il primo consiglio lo scorso giovedì per eleggere il presidente del consiglio e i vice di maggioranza e opposizione. Il presidente Ciaccheri ha presentato le linee programmatiche che non sono dissimili da quelle già viste nelle precedenti giunte, cambiano i nomi ma non gli argomenti”

Un inizio non particolarmente brillante anche dal punto di vista delle riunioni convocate per la discussione relativa al finanziamento delle attività di volontariato come ci ha raccontato il consigliere della Lega Franco Federici.

Sul tema dei finanziamenti alle associazioni il disappunto del consigliere è legato principalmente al fatto che le opposizioni non sono state invitate alla riunione che avrebbe dovuto decidere il modo per partecipare alla decisione di come spendere i 17 milioni di euro allocati su questo capitolo di spesa da Roma Capitale.

“Il modello presentato è di tipo online  proposto dal M5S sul quale però sono in totale disaccordo perché sarebbe una scelta quantitativa invece che qualitativa” ci racconta il consigliere, una scelta quella del comune di Roma Capitale  che non permetterebbe di valutare tutte quelle realtà che da anni operano sul territorio mentre con il voto online probabilmente resterebbero inascoltate.

Alla riunione sembra siano intervenute solo una parte delle associazioni del territorio a causa del fatto che probabilmente non è stata data la giusta pubblicità all’evento, “della riunione ne abbiamo avuto notizia solo dalle vie informali, a questo incontro hanno partecipato cittadini e associazioni che sono sembrate molto allineate alla politica del presidente Ciaccheri”

Presenti alla riunione anche rappresentanti della giunta Raggi, assessore Montuori e altri personaggi di spicco della giunta raggi che hanno illustrato i numeri e le modalità di iscrizione alla piattaforma per il voto online, iscrizione che può fare chiunque senza badare alle referenze delle associazioni che presentano i progetti, con buona pace della meritocrazia che in questo caso non viene assolutamente valutata.

Si rischia in questo modo di dare il via a progetti di realtà che non hanno ne l’esperienza ne le capacità di realizzare progetti complessi ma con l’unico merito di aver collezionato un certo numero di click online.

“Su questo metodo non siamo d’accordo e faremo un opposizione forte e agguerrita” ha voluto concludere il Consigliere Federici.

Raccolta differenziata, ancora lenta la crescita, divario tra Nord e Sud

in ECONOMIA by

Il tema della gestione dei rifiuti è uno dei più importanti del momento, non a caso nelle grandi città, Roma compresa %. resa, è terreno di scontro politico molto duro.

Alcuni numeri del report dell’ISTA sono particolarmente interessanti, la frequenza della raccolta differenziata dei rifiuti urbani varia sul territorio: livelli molto elevati si registrano nella provincia autonoma di Trento (74,3%), in Veneto (72,9%), Lombardia (68,1%), Friuli-Venezia Giulia (67,1%) e nella provincia autonoma di Bolzano (66,4%). In queste stesse zone la quantità pro capite di rifiuti urbani è al di sotto della media.

Nel 2017 si stima che l’85,0% delle famiglie effettui con regolarità la raccolta differenziata della plastica (39,7% nel 1998), il 74,6% dell’alluminio (27,8%), l’84,8% della carta (46,9%) e l’84,1% del vetro (52,6%).

Le famiglie residenti nel Nord differenziano maggiormente i rifiuti rispetto alle altre zone del Paese. Il primato spetta alle famiglie del Nord-ovest: vetro 91,8%; contenitori in alluminio 81,0%, quelli in plastica 91,1% e la carta 91,4

Dall’ultimo studio dell’Istat sui comportamenti dei cittadini in relazione al trattamento dei rifiuti emerge, come spesso accade un paese a due velocità.

È molto interessante veder come nel tempo la quantità pro-capite di rifiuti urbani raccolti sia in costante crescita mentre non si può dire la stessa cosa della raccolta differenziata vero nodo per risolvere nel medio lungo termine l’annoso problema della gestione del ciclo dei rifiuti.

Spesso l’attuazione della differenziata e in particolar modo della raccolta “porta a porta” trova proprio nei cittadini alcune remore legate per esempio agli orari di raccolta dei rifiuti (94,3%) e alla convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in modo differenziato (89,6%).  In particolare questa percezione di inutilità è data dalla considerazione che non ci siano a valle della raccolta le aziende che possano poi relaizzare la chiusura del ciclo virtuoso.

Per migliorare, in termini quantitativi e qualitativi, la partecipazione alla raccolta differenziata il 93,4% delle famiglie vorrebbe maggiori informazioni su come separare i rifiuti; il 93,3% centri di riciclo e compostaggio più numerosi ed efficienti; l’83,3% detrazioni e/o agevolazioni fiscali o tariffarie, già esistenti in alcune aree del Paese.

Parlando azioni  attive per la promozione della raccolta differenziata nel 2016 è stato riscontrata una forte diffusione di  politiche di corretto conferimento dei rifiuti: 32 comuni capoluogo superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (21 nel 2015) mentre sono  28 i comuni capoluogo che applicano almeno la metà delle politiche di prevenzione e riduzione considerate.

Le migliori performance sono quelle di Parma, Ferrara e Rimini, oltre quella della città metropolitana di Torino. Rispetto alle politiche di corretto conferimento sono 107 quelli che ne attuano almeno la metà. Tra le città metropolitane si distinguono: Torino, Genova, Venezia e Bari.

Considerando la gestione della raccolta differenziata, interna alle strutture delle amministrazioni dei comuni capoluogo, risulta che nel 2015 il 98% dei comuni ha raccolto in modo differenziato carta e toner (rispettivamente nell’87% e nel 68% delle unità locali); il 96% delle città differenzia la plastica (in quasi l’80% delle strutture), il 93% il vetro in più della metà delle proprie unità locali. Nella gestione sostenibile si distinguono in modo particolare Reggio di Calabria, Monza, Perugia, Trento e Forlì

Nel 2016, la quantità di rifiuti urbani raccolti in Italia è stata pari a 496,7 kg per abitante . I maggiori quantitativi sono stati prodotti nel Nord-est (548,7 kg per abitante) e al Centro (548,0), minore è stata la produzione nel Nord-ovest (482,1 kg per abitante), nelle Isole (459,8) e al Sud (444,3) .

In corrispondenza del più alto livello di rifiuti urbani prodotti nel Nord-est si rileva anche la percentuale maggiore di raccolta differenziata (66,6%, dato che rispetta l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa) . Nel Nord-ovest il livello di raccolta differenziata risulta di poco inferiore (62,3%). Molto distanti dal Nord, invece, risultano il Centro, il Sud e le Isole dove la raccolta differenziata si attesta rispettivamente al 48,6%, 43,3% e 26,0%. In particolare, nell’Italia insulare si evidenzia il forte ritardo della Sicilia (15,4%), mentre in Sardegna si raggiunge il 60,2% di raccolta differenziata.

Le regioni con maggiore produzione di rifiuti urbani sono state Emilia-Romagna (653,0 kg per abitante) e la Toscana (616,2), ma mentre la prima li raccoglie in modo differenziato per il 60,7% nella seconda si arriva solo al 51,1%. Molise e Basilicata ne hanno prodotti meno (rispettivamente 387,0 e 353,0 kg per abitante) con quote di raccolta differenziata altrettanto basse (rispettivamente 28,0% e 39,2%).

In termini di raccolta differenziata, sono quattro le regioni più virtuose che hanno contemporaneamente superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e una produzione totale al di sotto della media. Al primo posto si ha la provincia autonoma di Trento (74,3% di raccolta differenziata rispetto al totale di rifiuti urbani prodotti, pari a 486,6 kg per abitante), al secondo il Veneto (72,9% di raccolta differenziata su 486,5 kg per abitante di rifiuti urbani prodotti). A seguire Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano, le cui quote di raccolta differenziata sono rispettivamente 68,1, 67,1 e 66,4%, con una produzione totale di rifiuti urbani rispettivamente pari a 477,5, 481,1 e 475,5 kg per abitante.

Nei comuni centro dell’area metropolitana  e in quelli delle relative periferie, i rifiuti urbani prodotti risultano ammontare rispettivamente a 554,4 e 458,6 kg per abitante con il 39,4% e il 58,1% di raccolta differenziata. All’aumentare della dimensione demografica si osservano quote crescenti di rifiuti urbani prodotti per abitante e percentuali più basse di raccolta differenziata e viceversa. Al di fuori delle aree metropolitane, nei comuni fino a 10.000 abitanti la quantità di rifiuti urbani prodotti è pari a 446,0 kg per abitante con il 59,2% di differenziata. Passando ai comuni da 10.001 a 50.000 abitanti i due indicatori sono pari rispettivamente a 501,8 kg per abitante e 55,4%. Infine, in quelli di grandi dimensione (da 50.001 abitanti e più) i rifiuti urbani raggiungono 548,1 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata scende al 47,7%.

Il distacco tra Nord e Sud è sempre molto evidente nei risultati dello Studio dell’ìIstat e può essere collegato a diverse problematiche legate all’organizzazione del Porta a Porta e questo si riscontra anche nell’analisi dei grandi centro urbani, Nei comuni centro dell’area metropolitana  e in quelli delle relative periferie, i rifiuti urbani prodotti risultano ammontare rispettivamente a 554,4 e 458,6 kg per abitante con il 39,4% e il 58,1% di raccolta differenziata. All’aumentare della dimensione demografica si osservano quote crescenti di rifiuti urbani prodotti per abitante e percentuali più basse di raccolta differenziata e viceversa. Al di fuori delle aree metropolitane, nei comuni fino a 10.000 abitanti la quantità di rifiuti urbani prodotti è pari a 446,0 kg per abitante con il 59,2% di differenziata. Passando ai comuni da 10.001 a 50.000 abitanti i due indicatori sono pari rispettivamente a 501,8 kg per abitante e 55,4%. Infine, in quelli di grandi dimensione (da 50.001 abitanti e più) i rifiuti urbani raggiungono 548,1 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata scende al 47,7%.

In buona sostanza i cittadini chiedono maggiore informazioni su ciclo dei rifiuti e sulla raccolta differenziata e molto probabilmente la possibilità di realizzare campagne di informazione aiuterebbe molto il processo.

Certo è che la frammentazione delle responsabilità a livello amministrativo, del comune la responsabilità della raccolta e della regione quella dello smaltimento, crea un blocco decisionale a volte quasi insuperable come sta accadendo in questi giorni nel Lazio.

Zingaretti al Pd, stallo in Regione Lazio

in POLITICA by

Come si supera lo stallo in cui si è infilata la Regione Lazio? Grazie a Matteo Renzi. Incredibile ma vero! Il governo Zingaretti bis alla Regione compie 100 giorni: periodo nel quale abbiamo visto approvare solo il bilancio, con l’astensione del movimento 5 stelle e di qualche altro eletto nel centrodestra. Sarebbe stato clamoroso, ma giusto, vedere l’opposizione (formata da Centrodestra e M5S), che ricordiamo essere comunque in maggioranza in Consiglio Regionale, affossare il primo bilancio dell’unico governatore della storia che è riuscito a fare due mandati. Per il resto il nulla più totale.

Nessuno si sente e si vede. Pochi fanno comunicati o annunciano interrogazioni di un certo peso. Però la spesa regionale galoppa e la sanità va sempre più a fondo. Allora per superare l’empasse del salva poltrone di Zingaretti e anche di tutti i consiglieri e liberare finalmente il presidente della Regione Lazio più fumoso della storia, ci dovrà pensare… il Matteo delle primarie, annunciando quel congresso del Pd su cui il buon Nicola Zingaretti ha già puntato gli occhi, candidandosi alla segreteria nazionale. Per la serie abbandoniamo la nave della Regione Lazio prima che affonda e saliamo sull’ammiraglia che sta colando a picco. Arduo compito, ma c’è già chi nel Pd giura che Zingaretti vincerà a mani basse. Allora per tornare da dove avevamo iniziato, siamo ancora nelle mani del bravo Renzi il quale, dopo aver fatto il capolavoro di affossare il Pd, potrebbe regalare a tutti noi cittadini di Roma e del Lazio il secondo grande regalo: liberarci da Zingaretti.

Fabrizio Santori

Difendiamo l’Italia

Caos Roma, Grillo manda un nuovo MrWolf

in EDITORIALE by

“Sono Wolf e risolvo problemi” la famosa frase de film di Tarantino, usata spesso nei giorni del governo Raggi a Roma, ma più che altro disattesa dai risultati viste le indagini e gli arresti dei precedenti “risolutori”.

Ora e il turno di Lorenzo Foti, fedelissimo di Grillo, che lavora con il leader ai suoi spettacoli comici da tanto tempo esperto programmatore e di cripto valuta bene presentato come “il finalizzatore dell’attività di indirizzo e controllo politico” una job description, molto fumosa e da comprendere appieno.

Con la delibera numero 117 è stato assunto al comune di Roma con uno stipendio di 88mila euro annui scelto per il percorso professionale e per le sue elevate doti di riservatezza, citiamo il sindaco Raggi.

Insomma il leader Maximo mette un angelo custode al sindaco più importante del movimento, deve averlo deciso nella sua ultima discesa a Roma dove non ha trovato e filmato buche e dove ha lanciato proclami dal balcone dell’hotel “sempre tesi” a migliorare la società.

Certo deve essere stato impensierito dai precedenti che negli ultimi due anni hanno coinvolto la giusta Raggi, ultimo l’arresto di Luca Lanzalone inviato nella capitale per sistemare i problemi di Atac, negli ultimi mesi i diversi incendi di mezzi e la bocciatura del piano di rilancio, e dello Stadio per il quale è stato arrestato.

Mentre Roma brucia Nerone ancora suona la cetra.

Roma, MAAM abusivo, presto lo sgombro, sanzione al Viminale

in CRONACA by

Occupazioni romane, una sentenza fa chiarezza, lo sgombro turba la quiete ma l’occupazione prolungata crea sacche di irregolarità permanente la notizia sui media mette in evidenza una sentenza del Tribunale civile di Roma che condanna il Viminale a pagare 27,9 milioni di euro per non aver sgombrato lo stabilimento Ex Fiorucci occupato dal 2009.

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