Il giallo delle biciclette gialle

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Sono il simbolo della share economy romana, del bike sharing in particolare, le puoi trovare quasi ovunque, puoi parcheggiarle dove vuoi usarle per un tratto o per un giorno intero pagando e sbloccandola con una app sul telefono, sono le biciclette gialle di obike.

La societa di bike sharing, presente in 40 città sparse per 26 nazioni, ha distribuito per le strade della capitale fino a 1.700 bici dotate di un geolocalizzatore.

Una idea non nuova, adottata in altre capitali europee con grande successo dalla stessa società, perché permette a chiunque di muoversi liberamente in città, ragazzi e diversamente giovani, tutti sul due ruote, una rivoluzione per la capitale d’Italia che nel tempo aveva provato diverse soluzioni con esiti negativi.

Una idea rivoluzionaria se non si fosse scontrata in primis con l’incivilta di certi cittadini che le hanno distrutte, depredate, gettate nel fiume senza nessun motivo se non quello di postare la bravata sui social.

Delle tante biciclette distribuite sul territorio la percentuale di quelle danneggiate ci sembra altissima tanto da chiederci se l’esperimento ha avuto successo o meno.

Un altra domanda che però viene spontanea è relativa a chi paga questi danni, il servizio è redditizio o no? Le perdite chi le paga?

Una domanda lecita se si pensa che l’autorizzazione e stata data in gran fretta sembra senza comunicare ai consiglieri comunali i termini della concessione, costi, durata e altri necessari a valutare la bontà de servizio che come tante cose diventa un fattore di valutazione dei servizi turistici della città a livello mondiale, non dimentichiamo che nel 2017 sono stati 24 milioni i turisti in città, un numero non insignificante.

Gli esperimenti di bike sharing del comune di Roma sembrano essere arrivato ad un punto morto, nello scorso novembre 2017 una altra società di bike sharing la Gobee.bike si era affacciata sul mercato romano con 400 biciclette distribute nel primo e nono municipio di roma ma solo pochi mesi dopo ha gettato la spugna per l’alto numero di biciclette vandalizzate.

A resistere nonostante le evidenti prove di danneggiamenti e di aumento del degrado urbano con le biciclette nel fiume o parcheggiate nelle più improbabili posizioni tanto che ci si chiede chi paghi per tutto questo visto l’affido senza gara del servizio alla Obike da parte del comune di Roma.

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