KARIBUNI – Il sangue è rosso per tutti
A “Teatrosophia” Bruno Petrosino materializza il “Mal d’Africa” di Giancarlo Di Giacinto
Roma 08 marzo 2024
Articolo e Foto di Grazia Menna
Bruno Petrosino e Giancarlo Di Giacinto accolgono lo spettatore nella loro opera teatrale già dal titolo: “Karibuni” che in lingua swahili vuol dire semplicemente: ben venuti !
Giancarlo Di Giacinto è l’ autore del libro omonimo “Karibuni” che ha dato origine a quest’opera ed è il narratore di se stesso in scena; ci racconta le sue avventure che hanno come protagonisti persone care, amici, oggetti, suoni , danze, lingue parlate ed ascoltate. Ognuno di questi protagonisti prende forma attraverso la corporeità di un alter ego di Giancarlo, alter ego interpretato da Bruno Petrosino, che in scena diventa tutti questi protagonisti e li materializza agli occhi dei presenti. Alla pacatezza della narrazione di Di giacinto, fa da contraltare l’energia fisica e vocalica di Petrosino.
Bruno Petrosino ha curato la regia e la messa in scena di questo spettacolo, messa in scena che si avvale di fotografie e di significativi manufatti tribali; ogni foto, ogni manufatto che sia una zucca per il traporto dell’acqua oppure una piccola statua di un vecchio, oppure ancora due piccole teste scolpite, raccontano una e altre mille storie.
Attraverso la narrazione di Di Giacinto e l’interpretazione di Bruno Petrosino, lo spettatore viene invitato ad immergersi nel racconto, nelle storie e nelle tradizioni dell’Africa.
Le musiche create ed eseguite da Andrea Causapruna, sostengono l’esperienza visiva, uditiva e sensoriale dello spettatore; questa melodie fondono la sonorità dello swahili ad una sperimentazione musicale tradizionale, passando attraverso sonorità elettroniche.
Giancarlo, Bruno, Andrea “accolgono nella“ rappresentazione teatrale, perché tutto è costruito per far partecipe il pubblico dei ricordi, delle emozioni, delle sensazioni e di quel “Mal d’Africa” che prende solo chi l’Africa l’ha vissuta, amata, girata ma non come turista ma come esploratore di altre culture, di altre vite, di altri miti; come colui che, con grande apertura mentale e culturale, si è fatto travolgere dalla musica, dai ritmi , dagli odori.
L’ultima frase dello spettacolo di una voce fuori campo ci lascia e ci ricorda semplicemente che: “il sangue è rosso. Per tutti”!!
Si ringrazia l’Ufficio stampa di Teatrosophia nella persona di Andrea Cavazzini