GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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REGIONI - page 10

Crisi ucraina: le ultime dal fronte

Guerra in Ucraina di

Massacro di Bucha: le autorità ucraine hanno accusato il Cremlino di crimini di guerra. Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che alla luce di quanto accaduto si allontanano sempre di più le possibilità di un accordo con Mosca. Dagli Stati Uniti Joe Biden ha rincarato la dose esprimendo la necessità che Putin sia processato come criminale di guerra e ha chiesto un inasprimento delle sanzioni nei confronti della Russia.
Sempre su Bucha Amnesty International ha chiesto una rapida inchiesta indipendente “che accerti le responsabilità e che vada poi a ingrossare la mole già notevole di prove di possibili crimini di guerra russi che sono all’esame del procuratore del Tribunale penale internazionale”. Una posizione simile è stata presa anche dalla presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, che ha dichiarato che l’Ue si è detta pronta ad inviare squadre investigative in Ucraina per indagare sull’accaduto. Il Cremlino, invece, nega e rimbalza le accuse agli Stati Uniti, rei, secondo il ministro degli esteri russo, di aver ordinato il massacro al fine di incolpare Mosca. I media russi hanno, infatti, definito le immagini e le testimonianze di Bucha “false provocazioni orchestrate dall’occidente”, sostenendo che i responsabili materiali della morte dei civili siano i nazisti.
Il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha detto: “gli orrori che abbiamo visto a Bucha sono solo la punta dell’iceberg di tutti i crimini che sono stati commessi dall’esercito russo”. Da Varsavia la sua omologa britannica, Liz Truss, ha aggiunto: “gli orrori di Bucha, Mariupol e altri luoghi richiedono gravi sanzioni da parte del G7 e dell’Ue”.
In tutto ciò la guerra procede imperterrita e stando agli analisti presto il fronte si dovrebbe spostare a est e a sud. Il governatore ucraino del Donbass ha rivelato che l’esercito russo starebbe preparando un “attacco massiccio” nella regione di Lugansk. A riportare le sue parole è stata l’agenzia di stampa France Presse: “Vediamo che equipaggiamenti arrivano da diverse direzioni che stanno portando uomini e carburante (…) Si capisce che stanno preparando un attacco massiccio”.
Per quanto concerne la questione “gas” l’Italia ha fatto intendere che sarebbe disposta un embargo totale nei confronti della Russia. Lo stop delle importazioni avrebbe il fine di privare Mosca di quelle risorse economiche con cui sta finanziando la guerra in corso. Tuttavia, in Europa, questa posizione non è unanime. Viktor Orbàn, neo-eletto Presidente d’Ungheria, ha detto che il suo Paese porrebbe il veto qualora l’Europa decidesse di imporre un embargo più stringente al Cremlino. Non tanto distante da Orban quanto espresso dal ministro delle finanze tedesco, Peter Altmaier che ha riferito: “al momento non è possibile tagliare le forniture di gas” e, sempre da Berlino, forti dubbi sono stati espressi anche dalla ministra degli esteri, Annalena Baerbock, che ha chiesto l’intensificazione delle sanzioni, maggiori aiuti per la difesa ucraina non proferendo però nessuna parola sul gas. Stando al Presidente della Germania, Olaf Scholz, una decisione a riguardo da parte del Bundestag verrà presa nei prossimi giorni. Dure le accuse della Polonia che ha accusato Berlino di essere finanziatrice di Mosca. Sulla stessa linea dei tedeschi anche l’Austria dove il ministro delle finanze di Vienna ha detto “non bisogna che l’Ue paghi più della Russia”. In Francia, invece, la tematica del Gas è diventata argomento di campagna elettorale. La socialista Anne Hidalgo ha chiesto di smettere di “pagare il gas della vergona” e il verde Yannick Jadot ha esposto la necessità dell’embargo definendo contradditorio l’indignarsi per la guerra in Ucraina e il finanziarla dando 800 milioni al giorno a Putin.

Ucraina: Croce Rossa Italiana torna a Leopoli

Guerra in Ucraina di

Partita stanotte da Roma per Leopoli la seconda missione di evacuazione di civili della Croce Rossa Italiana dall’Ucraina con l’obiettivo di portare in Italia, stavolta, circa cento persone fragili (bambini, anziani, diversamente abili ecc.). Il convoglio CRI composto da 18 mezzi, incluse ambulanze, pulmini, minibus, mezzi ad alto biocontenimento, macchine e furgoni per materiali vari, è partita da Roma alla volta di Leopoli, via Polonia, con 51 persone a bordo, tra cui volontari, staff, medici, infermieri OSS, operatori RFL. La missione giungerà a Leopoli lunedì 4 aprile presso le strutture della Croce Rossa Ucraina e, dopo aver effettuato un triage sanitario e i tamponi Covid, tornerà in Italia con il gruppo di persone fragili. Leggi Tutto

EA Talks, presidenziali in Serbia, il punto con l’On. Paolo Grimoldi

EUROPA di

In occasione della visita della rappresentanza parlamentare italiana all’OSCE in Serbia in vista delle prossime elezioni presidenziali abbiamo intervistato l’On. Paolo Grimoldi. Quale può essere l’impatto delle elezioni sugli equilibri geopolitici dell’area? lo abbiamo chiesto al Presidente della rappresentanza On. Paolo Grimoldi in questa puntata di European Affairs Talks.

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Il valore politico dell’interpretazione cinese della sicurezza alimentare

ASIA PACIFICO di

È difficile redigere un quadro complessivo degli effetti di medio periodo che produrrà la guerra in Ucraina, ma è stato già largamente fatto presente che colpiranno l’economia alimentare globale. Come molti hanno avvertito, le attuali difficoltà che oggi esportatori agricoli russi e ucraini devono affrontare, unite alla parziale interruzione della stagione della semina, causeranno catastrofi umanitarie nei paesi più poveri e shock economici in quelli più ricchi. Diversi paesi hanno già iniziato ad agire per resistere all’impatto, ma è chiaro che stiamo andando incontro a quella tempesta perfetta che già prima del conflitto intravedevamo.

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Crisi ucraina: le ultime dal fronte

Guerra in Ucraina di

Oggi si svolgono in Turchia le trattative tra la delegazione russa e ucraina. Evidente il tentativo del presidente della Turchia, Erdogan, di farsi mediatore tra le parti in conflitto per tornare ad essere accettato e “stimato” ai grandi tavoli dell’occidente. In ogni caso, continuano a pesare sui negoziati le parole degli scorsi giorni di Joe Biden in Polonia.

Sul fronte di guerra procede l’avanzata delle truppe di Mosca, nonostante le forze di Kiev siano riuscite a riconquistare alcuni territori. La situazione umanitaria di Mariupol come di tantissime altre città, invece, sta diventando sempre più tragica.

Tornando all’ennesimo round di trattative tra i due Stati belligeranti, le sensazioni, come al solito, non sono delle migliori. Le aperture che Zelensky aveva lasciato intendere sulla potenziale neutralità del Paese e la probabile soluzione alla questione della Crimea e del Donbass sono state smentite da un consigliere presidenziale ucraino, stando al quale Kiev non sarebbe disposta a fare nessuna concessione territoriale.

Volodymyr Zelensky ha anche avuto un colloquio con il Presidente del Consiglio italiano nel tentativo di costituire e avere un gruppo di Paesi come garanzia per l’Ucraina. L’ambasciatore di Kiev in Italia ha riferito che Mario Draghi ha lanciato l’iniziativa “U24, United for peace” al fine di creare un gruppo di Stati pronti a intervenire militarmente entro 24 ore in caso di aggressione. Secondo il nostro Premier dovrebbero far parte di questo gruppo: i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la Germania, il Canada, la Turchia e l’Italia.

Ieri il Wall Steet Journal ha parlato di un possibile avvelenamento nei confronti dell’oligarca, Roman Abramovich, e di altri negoziatori ucraini. Questi avrebbero sofferto di sintomi sospetti dopo un incontro con i russi avvenuto a Kiev all’inizio del mese. Dopo l’incontro nella capitale ucraina Abramovich, come gli altri membri della delegazione ucraina, avrebbero iniziato a lamentare: arrossamento degli occhi, lacrimazione costante e dolorosa e desquamazione del volto e delle mani. Il giornale ha però poi concluso il suo articolo scrivendo che nessuno sarebbe in pericolo di vita.

Ieri il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, in video collegamento col il Consiglio Comunale di Firenze, ha affermato: “Non abbiamo il numero esatto delle persone che hanno perso la vita, perché non possiamo raggiungere determinati luoghi delle città assediate e bombardate. Secondo le ultime stime si tratta di decine di persone addirittura di decine di migliaia. Per le strade ci sono cadaveri”. Stando al governo di Zelensky Kiev continuerebbe a essere uno dei principali obiettivi strategici di Mosca.

Dalle autorità ucraine arriva la notizia che Irpin, città a ovest della capitale, sarebbe stata riconquistata. Il sindaco, Oleksandr Markushyn, ha rilasciato: “Irpin è stata liberata. Sappiano che ci saranno altri attacchi alla nostra città e la difenderemo con coraggio”.

Da Kharkiv arrivano, invece, aggiornamenti drammatici, stando ai quali i bombardamenti russi avrebbero colpito 1.177 edifici, 53 asili nido, 69 scuole e 15 ospedali. Così il sindaco: “Da quando è iniziata la guerra non c’è stato un minuto, un secondo, di silenzio”.

A Mariupol, dove 160mila persone continuano a rimanere intrappolate senza sufficienti viveri alimentari a disposizione, si sta assistendo ad una vera e propria catastrofe umanitaria. Dall’inizio del conflitto vi sarebbero stati più di 5mila morti.

Le fonti ucraine riportano, inoltre, che l’esercito russo avrebbe colpito un deposito di carburante nella città nord-occidentale di Lutsk. Il capo dell’amministrazione militare locale, Yuriy Pohuliaiko, ha riferito che l’attacco sarebbe partito dalla vicina Bielorussia. Sconosciuto il numero delle vittime. Questo raid, ha detto la deputata ucraina, Lesia Vasylenko, farebbe parte di una nuova strategia russa per eliminare le riserve di petrolio del Paese.

Crisi ucraina: le ultime dal fronte

Guerra in Ucraina di

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, da Varsavia si è rivolto all’ “occidente libero”: <<Siamo al vostro fianco>> ma soprattutto ha definito Vladimir Putin “un macellaio che non può rimanere al potere” esortando il popolo russo a ribellarsi al tiranno, sostenendo, di fatti, un cambio di regime politico al Cremlino. Dichiarazioni che hanno suscitato una dura reazione di Mosca: <<non decidi chi ci governa>>. Subito dopo, non senza difficoltà, è arrivata la smentita della Casa Bianca: <<non chiediamo il cambio di regime>>. Tuttavia, nonostante il passo indietro degli Usa resta l’uscita a vuoto del suo Presidente che, rivolgendosi direttamente ai russi e definendo Putin un dittatore, ha alzato il livello della tensione, creando non pochi problemi a un’Europa che sta facendo di tutto per mantenere la crisi all’intero di una dimensione diplomatica.

Biden, inoltre, esortando ancora “il mondo libero” a rimanere unito per resistere “all’oscurità dell’autocrazia”, ha ribadito la “sacralità” dell’articolo 5 della Nato che stipula l’assistenza, anche con l’impiego delle forze militari, in caso di un attacco armato contro uno Stato membro ed ha aggiunto, per la grande soddisfazione del Governo polacco, che il fianco orientale europeo sarà rinforzato.

In risposta a Biden sono arrivate le parole del Vice-Presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, che ha dichiarato che il Cremlino non ha alcuna mira espansionistica e che soprattutto non vuole nessun conflitto nucleare, in quanto anche a Mosca sono pienamente consapevoli che una tale eventualità metterebbe a repentaglio l’intera esistenza della civiltà. Dopo di che ha aggiunto, forse con un eccesso di realismo politico, che, paradossalmente, la creazione delle armi nucleari ha evitato un’enorme quantità di conflitti nel ventesimo e nel ventunesimo secolo ma che tuttavia, all’interno di questo “equilibrio di potenze” la minaccia esisterà sempre.

Intanto, sembra che l’intenzione di Mosca sia sempre di più quella di limitare il proprio obiettivo militare alla sola annessione del Donbass. Rimane, però, lo scetticismo degli analisti, i quali non si spiegano il perché il Cremlino non abbia organizzato un’offensiva molto più limitata. L’impressione è che Putin abbia sottovalutato le capacità militari ucraine e che non prevedendo la strenua resistenza delle città del Paese, Mariupol su tutte.

In ogni caso, la guerra continua e si allarga sempre di più sul fronte ovest. Leopoli continua ad essere oggetto di innumerevoli raid missilistici. Slavutich, città dove risiedono i lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl, è caduta in mano russa. Stando a Oleksandr Pavlyuk, governatore della regione di Kiev, le truppe di Putin avrebbero occupato l’ospedale della città e rapito il sindaco, per poi rilasciarlo dopo le proteste della popolazione.

Dal nord dell’Ucraina giungono voci che Chernihiv sarebbe rimasta completamente distrutta con la perdita di almeno 200 civili. Secondo le autorità di Kiev si sono registrati duri bombardamenti anche sui villaggi di Tarasivka, Trebukhiv e Shevchenkove.

Secondo i dati stilati dall’ultimo aggiornamento dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu, il numero dei civili morti dall’inizio del conflitto sarebbe almeno di 1.104 tra i quali 96 bambini. E in un contesto simile risuonano e arrivano al cuore le ultime parole di Papa Francesco: <<Speriamo e preghiamo perché questa guerra, vergognosa per tutti noi, per tutta l’umanità, finisca al più presto: è inaccettabile (…) Ogni giorno di più aggiunge altri morti e distruzioni>>.

 

Crisi ucraina: le ultime dal fronte

Guerra in Ucraina di

Ieri la Nato ha dichiarato che sosterrà in modo intenso il diritto di autodeterminazione del popolo ucraino e, dunque, che si adopererà al fine di assisterla militarmente nella sua resistenza alla Russia. Nato, Usa, Ue e G7 continuano a pressare la Cina al fine di farla uscire da questa situazione di stallo e farle prendere una posizione netta nei confronti del conflitto in corso. Anche il Cremlino sta facendo altrettanto. La prossima settimana il Ministro degli Esteri russo, Sergej Vicktorovic Lavrov, sarà a Pechino.

Nel suo discorso il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, più che parlare di pace ha tracciato una linea rossa che, se verrà oltrepassata da Mosca, porterà l’Alleanza Atlantica ad intervenire militarmente contro Putin. “La Nato interverrà in caso di uso di armi chimiche della Russia”. Tuttavia, a ben guardare questa linea più che essere rossa sembrerebbe di colore più chiaro, rosa, in quanto Biden ha poi specificato che un eventuale intervento militare dell’Occidente dipenderà non tanto dal fatto se il Cremlino userà le armi chimiche ma da come le utilizzerà. L’impressione è quella che l’Alleanza Atlantica interverrà solamente qualora il Cremlino utilizzerà armi chimiche oltre i confini dell’Ucraina.

Intanto un comunicato della Nato ha emesso: “In risposta alle azioni della Russia, abbiamo attivato i piani di difesa della Nato, dispiegato elementi della Forza di risposta della Nato e collocato 40.000 soldati sul nostro fianco orientale, insieme a significative risorse aree e navali, sotto il comando diretto della Nato supportato dagli schieramenti nazionali degli alleati”.

Dunque, il modus operandi dell’Alleanza Atlantica continua a muoversi all’interno di una logica preventiva nella prospettiva di una realtà strategica più pericolosa. “Rafforzeremo, inoltre, in modo significativo, la nostra posizione di deterrenza e difesa a lungo termine e svilupperemo ulteriormente l’intera gamma di forze e capacità necessarie per mantenere una deterrenza e una difesa credibili. Questi passaggi saranno supportati da esercitazioni potenziate con una maggiore attenzione alla difesa collettiva e all’interoperabilità”.

In questo contesto anche il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha annunciato l’invio di nuovi armamenti all’Alleanza e il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è detto certo della vittoria ucraina.

Tuttavia, tornando sul fronte l’assedio su Mariupol si fa sempre più stringente e le condizioni dei suoi civili sempre più precarie.

L’agenzia per l’infanzia dell’Onu ha rilevato: “Un mese di guerra in Ucraina ha portato allo sfollamento di oltre metà della popolazione infantile del Paese”. Stando ai dati dell’Unicef 4,3 milioni di bambini sui 7,5 milioni totali presenti in Ucraina sono fuggiti dalle loro case, e tra questi 1,8 sono andati via dal Paese mentre 2,5 sono sfollati all’interno del territorio ucraino.

Sempre dal campo di guerra, giunge la notizia che le forze armate di Kiev abbiano distrutto, con missili balistici, una nave russa che era in procinto di portare rifornimenti alle truppe in servizio a Berdyansk sul Mar D’Azov.

Il Ministero della Difesa ucraino ha riferito alla Reuters che le sue truppe hanno respinto le forze russe da alcune zone subito adiacenti alla capitale. Stando al Vice Primo Ministro del governo di Kiev, il Cremlino non starebbe rispettando gli accordi stipulati sui corridoi umanitari e i suoi militari, di fatti, starebbero continuando ad impedire le evacuazioni dei civili da Mariupol.

Karim Khan, Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale (CPI), ha ordinato la realizzazione di una coalizione di Paesi per effettuare indagini sui crimini di guerra che si starebbero compiendo on Ucraina. “Le cose possono peggiorare se la comunità internazionale non agisce ora”, ha riferito Khan.

Sul fronte orientale ieri la Cina si è di nuovo astenuta al voto dell’Onu di condanna alla guerra russa.

Un nuovo ordine internazionale

 

Russian President Vladimir Putin, right, and Chinese President Xi Jinping (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Il 4 febbraio scorso, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Pechino, nella sede del China Aerospace Studies Institute, Cina e Russia hanno firmato una dichiarazione congiunta, denominata “Joint Statement of the Russian Federation and the People’s Republic of China on the International Relations Entering a New Era and the Global Sustainable Development”.

Il documento rappresenta un atto di profondo valore geopolitico, i cui elementi fondamentali sono stati recepiti in modo generico dall’opinione pubblica occidentale che ne ha superficialmente interpretato i contenuti riducendoli a un accordo, più o meno formale, tra Pechino e Mosca volto, principalmente, a esprimere il sostegno e il supporto reciproco tra i due Paesi in vista delle possibili azioni russe verso l’Ucraina.

Ma il fine del documento non è affatto questo! Se si scorre il testo ci si accorge subito che si tratta di un programma volto a porre le basi per l’affermazione di un nuovo ordine mondiale che soppianterebbe quello emerso al termine del Secondo Conflitto Mondiale e, soprattutto, quello che è stato sviluppato al termine della Guerra Fredda.

E l’intenzione programmatica non è affatto celata, ma, addirittura, apertamente esplicitata già nel titolo stesso, dove viene sottolineata l’inizio di un Nuova Era delle Relazioni Internazionali.

Il punto cardinale dell’intero documento è centrato sulla convinzione che la leadership mondiale dell’Occidente sia al tramonto e che quindi il sistema delle relazioni internazionali debba essere gestito impostando una nuova serie di regole.

Il contenuto del documento, lungo e articolato nel suo svolgimento, sottolinea la volontà dei due firmatari di partecipare in modo attivo e responsabile alla risoluzione delle molteplici problematiche di interesse globale (sviluppo economico, clima, sicurezza nucleare, cyber domain, controllo dello spazio), sottolineando l’importanza degli organismi internazionali (ONU in primis) e l’adesione ai valori universalmente riconosciuti (democrazia e diritti umani).

Da un punto di vista formale il documento è un capolavoro di diplomazia, in quanto esplicita le stesse idee e gli stessi propositi formali che contraddistinguono il concetto di relazioni internazionali dell’Occidente (convivenza pacifica, reciproco rispetto, collaborazione internazionale); li propone in termini assolutamente condivisibili e, soprattutto, tocca e ribadisce l’assoluto rispetto e la convinta adesione agli stessi ideali – la democrazia e i diritti umani – che hanno rappresentato i criteri fondamentali del sistema di valori sviluppato nel secondo dopoguerra.

Anzi, nel sostenere la loro tesi Russia e Cina si identificano come i veri rappresentati della democrazia e dei diritti umani.

In generale, quindi, il documento espone dei concetti pienamente condivisibili e assolutamente non nuovi, ribadendo la centralità delle Organizzazioni Internazionali quali elementi di sviluppo e di stabilità.

Se però si legge con attenzione il testo ci sono una serie di indizi che preludono all’atto finale di accusa rivolto contro gli Stati Uniti e contro tutto l’Occidente. Già nelle prime righe si afferma che la democrazia è un valore universale dell’umanità e non un privilegio di un limitato numero di Stati (Cap I “…the democracy is a universal human value, raher than a privilege of a limited number of State…”).

Immediatamente dopo viene esplicitato il concetto su cosa sia la democrazia definendola come il mezzo attraverso il quale i cittadini partecipano al bene comune e all’implementazione del concetto di governo popolare. La democrazia è quindi esercitata in tutte le sfere della vita pubblica e ha come scopo il soddisfacimento delle necessità del popolo, garantendone i diritti e salvaguardandone gli interessi. A questo concetto, condivisibile nella sua generalità, ne fa seguito un altro che, invece, rappresenta il vero paradigma ideologico che il documento sostiene.

Non esiste un tipo di formato la cui validità sia generale per indirizzare i Paesi verso la democrazia (Cap. I “There is no-size-fits-all template to guide countries in establishing democracy”) e dipende solamente dalla popolazione decidere se il proprio Paese è uno Stato democratico (Cap I “It is only up to the people of the country to decide wheter their State is a democratic one.”).

A questa serie di affermazioni fa da corollario il concetto che il tentativo di certi Stati di imporre il loro standard di democrazia, monopolizzando, a loro favore, un concetto universale e stabilendo alleanze esclusive finalizzate al conseguimento di una egemonia ideologica, costituisca una minaccia totale e pericolosa per la stabilità dell’ordine mondiale stesso (Cap. I “Certain States’ attempts to impose their own democratic standards…….undermine the stability of the world order.”).

L’atto introduttivo completa il presupposto ideologico con l’affermazione che il sostegno della democrazia e dei diritti umani non devono essere usati come strumento di pressione nei rapporti internazionali.

A tale proposito Russia e Cina si oppongono all’abuso dei valori democratici e al sostegno della democrazia e dei diritti umani come pretesto per l’ingerenza negli affari interni di uno Stato, chiedendo invece, il rispetto delle differenze culturali e delle differenze degli Stati, concludendo che è interesse dei firmatari promuovere una reale democrazia (Cap. I “They oppose the abuse of democratic values ……interference in internal affairs of sovereign states…..to promote genuine democracy.”).

Fatta questa premessa di carattere ideologico è nel terzo punto del documento che Cina e Russia sviluppano il loro concetto di ordine caratterizzato dai seguenti principi:

  • dichiarazione di mutuo supporto per la protezione dei loro interessi fondamentali, integrità della loro sovranità e opposizione a ogni forma di interferenza nei loro affari interni;
  • completo supporto di Mosca al principio di una sola Cina e opposizione a ogni forma di indipendenza di Taiwan;
  • contrasto di ogni tentativo da parte di Stati esterni di alterare la stabilità delle regioni di interesse e di interferire negli affari interni delle nazioni sovrane e opposizione a ogni forma di rivoluzione di qualsiasi colore.

Il testo prosegue con l’affermazione che certi Stati, certe alleanze politico militari e certe coalizioni sono ritenute responsabili di ricercare vantaggi a detrimento della sicurezza generale, stimolando rivalità e instabilità a detrimento dell’ordine pacifico. Vengono citate sia la NATO sia la AKUS quali elementi di instabilità regionale. i cui fini sono in netto contrasto, invece, con le organizzazioni promosse dalla Cina e dalla Russia.

L’affondo conclusivo evidenzia la visione degli interessi specifici di Pechino e di Mosca in merito agli scacchieri geopolitici di riferimento:

  • condanna della politica degli Stati Uniti nello scacchiere indo-pacifico, in quanto ritenuta responsabile di produrre effetti negativi sulla pace e sulla stabilità della regione;
  • supporto e condivisione da parte della Cina alle proposte avanzate dalla Russia, per dare vita ad accordi legalmente astringenti che consentano di creare delle condizioni di sicurezza durevoli in Europa.

Il documento, quindi, presenta una nuova interpretazione dei valori su cui l’Occidente basa la sua concezione filosofico-morale: la democrazia e i diritti umani non rappresentano più due concetti oggettivi ma devono essere intesi soggettivamente, a seconda delle situazioni, delle popolazioni che li devono applicare e degli Stati che ne devono salvaguardare l’applicazione. In sintesi, i valori non sono assoluti ma variano a seconda della percezione dei singoli Stati!

Con questo documento la Cina, soprattutto, ha deciso di proporsi, formalmente, come l’alternativa a un Occidente ormai ritenuto in declino, sostituendosi agli Stati Uniti come campione di valori e modelli universali. Per questo motivo ha cooptato la Russia, offrendo i termini di un accordo politico di mutuo sostegno e di cooperazione ad ampio spettro, facendo leva sulla ambizione di Mosca di riprendere il ruolo di grande potenza del quale si ritiene, ingiustamente, spodestata dall’Occidente.

Le implicazioni che derivano da questo documento sono praticamente dirompenti e volte a stravolgere il complesso delle relazioni internazionali così come concepito.

Il documento, infatti, sostiene la creazione di un sistema dove alla popolazione viene riconosciuto primariamente il diritto a poter beneficiare di un livello di sviluppo economico e sociale, ma dove libertà e interessi individuali si sfumano sino a scomparire quando sono considerati un ostacolo per la solidità e la sicurezza del sistema di governo. E perché questo modello funzioni non c’è spazio per la visione di democrazia che l’Occidente si ostina a voler imporre.

Se un tale sistema può, difficilmente, suscitare un proselitismo in Occidente, dove democrazia e rispetto dei diritti umani sono valori radicati e pienamente condivisi, vi sono tuttavia alcune tipologie di regimi che possono aderire e supportare una tale impostazione dell’ordine mondiale.

Il primo e, forse, più importante scacchiere a cui è indirizzata una tale interpretazione di un nuovo corso delle relazioni internazionali è senz’altro l’area mediorientale e nordafricana (MENA), dove la Cina è attiva da parecchio tempo. I contenuti del documento, infatti, possono costituire un’alternativa ideologica valida per gli Stati dell’area che indipendentemente dalla loro forma di governo (repubbliche nazionaliste, monarchie e regimi religiosi) potrebbero sicuramente trovare nella formula proposta del conseguimento di un benessere sociale e di uno sviluppo economico elevato, conseguenza di uno Stato autoritario, la risposta ideale alla pretesa occidentale di imporre valori che, considerati in senso assoluto universali, non tengono conto della necessità di un’applicazione soggettiva e in linea con il mantenimento primario di una formula autoritaria di Governo.

A questo punto, non è solo un sistema di valori che viene messo in discussione dal documento, ma l’intero impianto geopolitico che è stato creato dalle due guerre mondiali.

L’Occidente ha il dovere di rispondere e di sostenere i valori universali che sono i pilastri della nostra civiltà accettando la sfida e sostenendo la sua posizione, iniziando proprio da quello scacchiere del quale l’Europa è parte integrante: il Mediterraneo, l’Africa del Nord e il Medioriente.

 

Terna: approvato l’aggiornamento del piano industriale 2021-2025 ‘’driving energy’’ ed ulteriore accelerazione degli investimenti con 10 miliardi di euro per la transizione energetica e lo sviluppo del paese.

EUROPA di

Al centro della strategia lo sviluppo infrastrutturale sostenibile, l’integrazione delle fonti rinnovabili, i sistemi di accumulo e le interconnessioni con l’estero. Ricavi previsti in aumento a 3,08 miliardi di euro nel 2025. Ebitda a 2,14 miliardi di euro nel 2025. Confermata la dividend policy.

Roma, 24 marzo 2022: il Consiglio di Amministrazione di Terna S.p.A., riunitosi oggi sotto la presidenza di Valentina Bosetti, ha esaminato e approvato l’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy” presentato dall’Amministratore Delegato Stefano Donnarumma.

Con complessivi 10 miliardi di euro di investimenti, Terna accelera l’impegno a servizio del Paese per la transizione ecologica, l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione, rafforzando il proprio ruolo di regista del sistema elettrico italiano, in coerenza con gli sfidanti obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima e i target del Green Deal fissati a livello internazionale, che prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030.

A guidare lo sviluppo del Piano Industriale 2021-2025 è la sostenibilità degli investimenti, parte integrante del processo di creazione di valore per l’azienda e di benefici per il sistema e l’ambiente. Gli interventi di Terna, che in base al criterio di eleggibilità introdotto dalla Tassonomia Europea sono considerati per loro natura sostenibili per il 99%, sono infatti finalizzati allo sviluppo delle fonti rinnovabili, con dorsali di trasporto dell’energia dai punti di produzione, che saranno localizzati sempre più nelle regioni del sud Italia, verso i centri di maggior consumo del nord. Ciò sarà possibile grazie alla risoluzione delle attuali congestioni di rete e all’ulteriore sviluppo delle interconnessioni con l’estero. A tal proposito, Terna ha pianificato la realizzazione di nuovi collegamenti con Francia, Austria, Tunisia e Grecia, che si vanno ad aggiungere alle 26 linee transfrontaliere già attive e che consentiranno al nostro Paese, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare il ruolo di hub elettrico dell’Europa e dell’area mediterranea, diventando protagonista a livello internazionale.

Gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal europeo prevedono l’installazione di circa 60-70 GW di eolico e fotovoltaico al 2030. Questo significa che la quota del consumo lordo di elettricità coperta dalle fonti green dovrà arrivare al 65%. Sarà fondamentale, quindi, accelerare la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, anche off-shore, semplificando il più possibile i processi autorizzativi. Come previsto dal PNIEC, sarà inoltre necessario accelerare lo sviluppo dei sistemi di accumulo, idroelettrico ed elettrochimico, per una capacità pari a circa 10 GW entro il 2030.

Importante sarà altresì la ridefinizione e la razionalizzazione del perimetro tecnico, basato sulla trasformazione dei modelli di generazione e consumo. Questo comporterà anche l’utilizzo di tecnologie fino a oggi tipiche dei sistemi di media tensione (36 kV), integrabili nella rete di trasmissione ad alta tensione, per semplificare e velocizzare il processo di sviluppo delle fonti rinnovabili, aumentando l’efficienza complessiva del sistema energetico.

“Un significativo aumento degli investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento della rete elettrica, un ulteriore rafforzamento di Terna quale regista della transizione energetica, un futuro ancor più sostenibile e privo di emissioni inquinanti, un’azione tesa a favorire una maggiore autonomia energetica del Paese grazie a un più incisivo sviluppo delle energie rinnovabili: sono questi gli obiettivi che ci siamo dati e che sono alla base dell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025. Obiettivi che rappresentano il nostro concreto impegno sia dal punto di vista industriale sia istituzionale. Terna è infatti un’azienda che svolge un servizio pubblico per il Paese e per la collettività, a beneficio di tutti i territori in cui opera e dell’ambiente. I nostri investimenti, fondamentali per raggiungere i traguardi che l’Italia e l’Europa si sono prefissati, consentiranno di abilitare l’integrazione delle fonti rinnovabili e l’elettrificazione dei consumi, nonché di garantire una sempre maggiore sicurezza ed efficienza dell’approvvigionamento, l’adeguatezza del sistema e i più elevati livelli di qualità del servizio, al minor costo per cittadini e imprese”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna.

Le attività di sviluppo del Gruppo Terna saranno focalizzate lungo tre direttrici strategiche: Attività regolate in Italia, Attività non regolate e Attività Internazionali.

Le attività regolate in Italia continueranno a rappresentare il core business del Gruppo. Terna prevede di investire 9,5 miliardi di euro per sviluppare, ammodernare e rafforzare la rete di trasmissione elettrica nazionale, confermando il proprio ruolo di regista della transizione energetica e abilitatore di un sistema elettrico sempre più articolato, sostenibile e innovativo. Questi investimenti, focalizzati per incrementare la sicurezza energetica del Paese, genereranno importanti benefici per l’intero sistema, con un significativo effetto moltiplicatore.

Grazie agli investimenti previsti, il valore degli asset regolati (RAB) raggiungerà i 22,7 miliardi di euro nel 2025, con un CAGR nell’arco di Piano pari al 7%. A fine 2022, la RAB sarà pari a 17,9 miliardi di euro, mentre a fine 2021 il dato si è attestato a 16,9 miliardi di euro.

Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025, Terna prevede un incremento degli investimenti per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, che ammontano complessivamente a 5,6 miliardi di euro, principalmente legati alla realizzazione di linee ad alta tensione in corrente continua – per risolvere le congestioni di rete, incrementare la capacità di trasporto tra le diverse zone di mercato, integrare pienamente le fonti rinnovabili e migliorare la qualità del servizio – e alla costruzione di collegamenti sottomarini in cavo. Il progetto principale è costituito dal Tyrrhenian Link, l’elettrodotto che unirà Sardegna, Sicilia e Campania e che contribuirà allo sviluppo delle fonti rinnovabili e al phase-out delle centrali a carbone e di quelle a olio più inquinanti. Tra gli altri progetti, figurano il Sa.Co.I.3, l’interconnessione Sardegna-Corsica-Toscana, e la linea ‘Colunga-Calenzano’ tra Emilia-Romagna e Toscana.

Per le attività di rinnovo ed efficienza degli asset, che riguardano la razionalizzazione delle infrastrutture esistenti, con la sostituzione – dove tecnicamente possibile – di linee aeree con la posa di cavi interrati, Terna investirà 2,6 miliardi di euro. Rientrano in queste attività anche gli interventi per rafforzare e potenziare la gestione dei flussi elettrici attraverso la digitalizzazione delle stazioni e l’utilizzo di tecnologie per la manutenzione predittiva delle infrastrutture. La completa sostituzione dei cavi a olio fluido, che Terna prevede di eseguire attraverso l’installazione di apparecchiature dotate di maggiore tecnologia, ancor più sostenibili, capaci di restituire notevoli risvolti positivi per l’ambiente. 

Al Piano di Sicurezza, finalizzato a rafforzare e potenziare le funzionalità tecniche e tecnologiche del sistema elettrico, Terna dedicherà complessivamente 1,3 miliardi di euro nell’arco del Piano. La società ha previsto una serie di interventi destinati principalmente a migliorare la regolazione della tensione e la stabilità del sistema, come l’installazione di compensatori sincroni, resistori e statcom nei punti più critici della rete. Il Piano di Sicurezza riguarderà anche tutte le azioni necessarie per fronteggiare i rischi connessi al verificarsi di eventi climatici sempre più estremi, la cui frequenza si è intensificata negli ultimi anni a seguito dei cambiamenti climatici, attraverso investimenti mirati e soluzioni innovative, capaci di incidere positivamente sull’aumento della resilienza del sistema elettrico.

Grazie a soluzioni tecnologiche innovative, capital-light e sviluppate internamente nel corso del 2020-2021, Terna ha accelerato l’implementazione di soluzioni per risolvere le congestioni zonali, realizzando una serie di interventi che hanno consentito di aumentare la capacità di trasporto lungo tutto il Paese di 400 MW, contribuendo a ottimizzare i flussi elettrici da Sud a Nord. In alcuni casi queste soluzioni sono ‘fisiche’ come, ad esempio, la risoluzione delle interferenze, che possono ridurre la capacità di trasmissione della rete, senza dover riprogettare le linee. In altri casi si tratta di soluzioni ‘software’, innovazioni digitali e ingegneristiche legate all’intelligenza artificiale: l’uso di algoritmi e sensori consente ad esempio ai tecnici di Terna di controllare i cavi misurandone la temperatura per una più efficace gestione della trasmissione.

Importanti saranno inoltre le attività volte a creare benefici per tutto il sistema sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento, per le quali l’Autorità ha stabilito incentivi: in particolare, le attività pianificate da Terna potranno generare risparmi pari a 1 miliardo di euro in 3 anni per il sistema elettrico.

Le Attività Non Regolate contribuiranno a generare nuove opportunità di business grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e digitali in coerenza con il ruolo istituzionale di Terna a supporto della transizione energetica. Nello specifico, tali attività includono:

offerte di connettività, anche in partnership, per operatori di telecomunicazioni, attraverso servizi di housing e hosting dell’infrastruttura di rete in fibra ottica, una delle migliori in termini di copertura e qualità, e l’installazione di apparati di telecomunicazioni presso le sedi esistenti di Terna;

attività industriali nel campo sia dei trasformatori, grazie al consolidamento di Tamini, sia in quello dei cavi interrati, attraverso le competenze distintive acquisite con Brugg Cables, per rispondere alle crescenti esigenze del sistema in entrambi i settori;

servizi di energy solutions, efficientamento energetico per clienti industriali e attività di O&M per impianti fotovoltaici, anche attraverso l’utilizzo della tecnologia satellitare e dell’innovazione per la raccolta e l’analisi dei dati.

Terna prevede che le Attività Non Regolate apporteranno un contributo all’EBITDA del Gruppo pari a oltre 450 milioni di euro cumulati nell’arco di Piano, a fronte di un limitato impegno in termini di investimenti e rischio.

In merito alle attività internazionali, a valle del processo di valorizzazione degli asset in Sud America, proseguiranno le valutazioni strategiche su opportunità che potranno essere sviluppate anche in partnership e che saranno selezionate attraverso processi di valutazione che garantiscano un basso profilo di rischio e un limitato assorbimento di capitale.

In particolare, Terna prevede di cogliere nuove opportunità sui mercati con interessanti potenziali di crescita e basso rischio, come quello degli Stati Uniti, nel quale la società potrà mettere a disposizione la sua esperienza e valorizzare le competenze acquisite nella progettazione e gestione delle infrastrutture, in linea con la propria strategia aziendale.

Nei prossimi anni l’innovazione, le nuove tecnologie e la digitalizzazione continueranno ad avere un ruolo chiave, ancor più centrale, per abilitare la transizione energetica a beneficio dell’intero sistema elettrico. Per rispondere alla crescente complessità del sistema, Terna dedicherà circa 1,2 miliardi di euro di investimenti, dei 10 miliardi di euro complessivi del Piano Industriale 2021-2025, alla digitalizzazione e all’innovazione, concentrando gli sforzi sulle soluzioni più tecnologiche per il controllo da remoto delle stazioni elettriche e delle infrastrutture di trasmissione. Questo significherà proseguire con le attività di installazione di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica, anche predittiva, al fine di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche, a beneficio anche dei territori. Sono 70 i progetti di innovazione attivi nel 2021, il 70% dei quali dedicato al core business e, quindi, alla manutenzione della rete nazionale e alle attività di dispacciamento, anche attraverso l’uso di robot, droni, realtà virtuale e realtà aumentata. I nuovi progetti e le iniziative si concentreranno nei 4 cluster tecnologici individuati nel Piano Industriale, che sono: Digital (soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza), Energy Tech (soluzioni innovative che utilizzano tecnologie più efficienti e green), Advanced Materials (attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di materiali eco-compatibili a ridotto impatto sull’ambiente), Robotics (per l’automazione dei processi). La clusterizzazione delle tecnologie per l’arco di Piano è stata effettuata tenendo in considerazione i trend tecnologici globali, le peculiarità del settore elettrico, la sfida della transizione energetica, la crescente attenzione per la digitalizzazione, gli SDGs dell’Onu e il contesto e le esigenze Terna.

Le persone di Terna, con le loro uniche e distintive competenze tecniche di eccellenza mondiale, sono un asset strategico fondamentale per raggiungere gli sfidanti obiettivi che il Gruppo si è posto. L’azienda ha avviato un ambizioso programma di trasformazione culturale, NexTerna, che prevede la definizione di un nuovo modello di leadership e modalità di lavoro e organizzazione coerenti con lo scenario attuale. Questo approccio innovativo poggia le sue basi sulla digitalizzazione di processi e strumenti per aumentare l’efficienza e la produttività delle persone, apportando benefici logistici e, soprattutto, migliorando la qualità della vita di tutti i lavoratori. La centralità delle persone di Terna è confermata dall’importante creazione di posti di lavoro: nell’arco di Piano è previsto che il numero dei dipendenti aumenterà fino a circa 5.900 nel 2025.

Nel 2021 l’ARERA ha aggiornato il WACC per il periodo 2022-2024, fissando al 5% il tasso di remunerazione per le reti di trasmissione elettrica dopo un lungo periodo di bassi tassi di interesse. Nell’arco di Piano è invece previsto uno scenario caratterizzato da attese di inflazione in crescita e di un possibile rialzo dei tassi di interesse.

In questo contesto, i ricavi di Gruppo nel 2025 sono previsti in crescita a 3,08 miliardi di euro e l’EBITDA a 2,14 miliardi di euro, con una crescita media annua (CAGR) nell’arco di Piano di oltre il 4% per i ricavi e di oltre il 3% per l’EBITDA.

Nel 2022, in particolare, è previsto che i ricavi crescano a 2,74 miliardi di euro e l’EBITDA a 1,9 miliardi di euro.

L’utile netto per azione (EPS) si attesterà a 39 centesimi di euro nel 2022 e a 45 centesimi nel 2025, al netto della valorizzazione in corso delle attività internazionali.

Per quanto riguarda la politica dei dividendi, dal 2022 al 2023 si conferma la previsione di un CAGR del dividendo per azione (DPS) pari all’8%, rispetto al dividendo di competenza dell’esercizio 2021. Per gli anni 2024 e 2025, si conferma la previsione di un payout del 75%, con un dividendo minimo comunque garantito pari al dividendo di competenza dell’esercizio 2023.

È previsto che gli investimenti complessivi di Gruppo nel periodo 2021-2025 siano pari a 10 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi nel 2022.

Nonostante l’ulteriore accelerazione degli investimenti per soddisfare le esigenze del sistema, Terna punta a preservare una solida e sostenibile struttura del capitale in tutto l’arco di Piano, con l’obiettivo di mantenere l’attuale livello di rating, un costo del debito netto pari all’1,3% e un rapporto debito netto / RAB pari a circa il 60% al 2025.

La centralità della sostenibilità nel business si concretizza nel Piano Industriale 2021-2025 attraverso la definizione di specifici obiettivi, finalizzati alla creazione di valore nel medio-lungo termine. I target sono articolati in quattro aree di intervento: Capitale Umano (Risorse umane); Capitale Sociale e Relazionale (Stakeholder e territorio); Capitale Intellettuale (Integrità, responsabilità e trasparenza) e Capitale Naturale (Ambiente). Queste sono declinate in 14 obiettivi cui afferiscono oltre 100 attività distribuite nell’intero arco temporale di Piano.

Tra gli obiettivi più significativi si segnalano, nell’ambito del capitale umano, l’impegno ulteriore sulla salute e sicurezza con le iniziative previste da “NexTerna”, il progetto culturale di trasformazione verso una nuova modalità di lavoro che crei maggiore responsabilizzazione e coinvolgimento negli obiettivi e nelle sfide del Piano Industriale.

In campo ambientale si segnala l’adozione di un “Science-Based Target” (SBT) per ridurre l’intensità carbonica del Gruppo. Continua l’impegno a minimizzare l’impatto visivo e paesaggistico delle infrastrutture elettriche anche attraverso la rimozione nell’arco di Piano di oltre 400 km di linee rese obsolete dai nuovi investimenti di sviluppo della rete.

 

In linea con quanto previsto dal Calendario finanziario, pubblicato in data 15 dicembre 2021, il Consiglio di Amministrazione ha convocato per il giorno 29 aprile 2022, alle ore 11:00, l’Assemblea ordinaria degli azionisti, chiamata a deliberare, in unica convocazione, sul seguente Ordine del Giorno: Rapporto Integrato 2021: Approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021; Relazioni del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Società di Revisione; presentazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2021; presentazione della dichiarazione consolidata di carattere non finanziario al 31 dicembre 2021.

Delibera circa la destinazione dell’utile di esercizio

Sui punti 1) e 2) all’Ordine del Giorno, si rinvia a quanto già comunicato dalla Società in data 17 marzo 2022, a seguito delle relative delibere consiliari assunte in tale data.

Nomina di un componente del Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 2386 c.c. Deliberazioni inerenti e conseguenti

Il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica è stato nominato dall’Assemblea del 18 maggio 2020, per la durata di tre esercizi, con scadenza in occasione dell’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2022. A seguito delle dimissioni del Consigliere Yunpeng He in data 11 gennaio 2022, il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 26 gennaio 2022, ha nominato per cooptazione Qinjing Shen nuovo Amministratore non esecutivo. Il Consigliere scadrà in occasione della convocanda Assemblea, la quale sarà pertanto chiamata a nominare un nuovo Amministratore secondo le maggioranze di legge e di Statuto e, dunque, senza l’applicazione del voto di lista. Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre la conferma dell’Amministratore Qinjing Shen.

Il Piano di Incentivazione di lungo termine basato su Performance Share 2022-2026 destinato al management di TERNA S.p.A. e/o di società da questa controllate ai sensi dell’art. 2359 del codice civile

Il Piano, basato su strumenti finanziari, prevede l’assegnazione del diritto all’attribuzione di un numero di azioni Terna S.p.A. (Performance Share) a titolo gratuito alla fine del periodo di vesting purché siano raggiunti gli obiettivi di performance cui il piano è collegato.

In particolare, gli obiettivi sono così articolati:

Performance operativa: EBITDA cumulato triennale al 31 dicembre 2024 (peso 40%)

Investimenti regolati cumulati triennali al 31 dicembre 2024 (peso 15%)

Performance di mercato: Total Shareholder Return relativo (peso 20%)

Performance di sostenibilità: Inclusione nei seguenti indici: Bloomberg GEI, STOXX ESG, DJSI World e MIB ESG (peso 25%)

Al termine del periodo di vesting, il 30% delle azioni attribuite sarà soggetto ad un ulteriore periodo di lock up pari a due anni, nel corso del quale tali azioni saranno soggette ad un vincolo di non trasferibilità (ovvero non potranno essere trasferite e/o cedute per un periodo di 24 mesi).

Al piano si applicano le clausole di claw-back così come previsto dal Codice di Corporate Governance e dalle best practice di mercato.

I destinatari del Piano sono il Direttore Generale, che ricopre anche la carica di Amministratore Delegato, i Dirigenti con Responsabilità Strategiche, nonché una selezione di Dirigenti e Quadri della Società e/o di società da questa controllate ai sensi dell’art. 2359 del Codice Civile.

In considerazione delle caratteristiche, della struttura e degli obiettivi di performance individuati, il Piano è volto a garantire l’allineamento degli interessi del management con l’obiettivo prioritario della creazione di valore per gli azionisti in un orizzonte di medio-lungo periodo.

Per una dettagliata descrizione del Piano si rinvia al Documento Informativo, redatto ai sensi dell’art. 114-bis, del Testo Unico della Finanza che sarà messo a disposizione del pubblico nei termini di legge.

 

Autorizzazione all’acquisto e alla disposizione di azioni proprie, previa revoca dell’autorizzazione conferita dall’Assemblea del 30 aprile 2021

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di sottoporre all’Assemblea del 29 aprile, sempre in sede ordinaria, una proposta di autorizzazione all’acquisto e alla successiva disposizione, in una o più volte, per un esborso complessivo fino a 10 milioni di euro e sino al limite massimo di n. 1,95 milioni di azioni ordinarie della Società, rappresentative dello 0,10% circa del capitale sociale di Terna.

La richiesta trova fondamento nell’opportunità di attribuire al Consiglio di Amministrazione della Società la facoltà di acquistare e di disporre di azioni proprie, nel rispetto della normativa vigente e con le modalità di seguito indicate, a servizio del piano Performance Share e/o di altri eventuali piani di incentivazione azionaria destinati agli Amministratori e/o ai dipendenti della Società e/o di società da questa controllate e/o ad essa collegate.

L’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie viene richiesta per la durata massima prevista dall’art. 2357, comma 2, del Codice Civile, e quindi per un periodo di diciotto mesi a far data dalla delibera assembleare di autorizzazione. Non si prevede invece alcun limite temporale con riferimento alla disposizione delle azioni proprie.

La richiesta di autorizzazione prevede che gli acquisti possano essere effettuati ad un prezzo che non si discosti, in diminuzione e in aumento, per più del 10% rispetto al prezzo di riferimento rilevato sul mercato Euronext Milan organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. nella seduta di borsa precedente ogni singola operazione. Inoltre, gli acquisti di azioni proprie sul mercato dovranno essere effettuati nel rispetto dei termini, delle condizioni e dei requisiti stabiliti dalla normativa vigente, nonché, ove applicabili, dalle prassi di mercato ammesse tempo per tempo vigenti.

La vendita o gli altri atti di disposizione di azioni proprie saranno effettuati al servizio del piano Performance Share e/o di altri eventuali piani di incentivazione azionaria destinati agli Amministratori e/o ai dipendenti della Società e/o di società da questa controllate e/o ad essa collegate, secondo i termini e alle condizioni indicati dai relativi regolamenti, fermo in ogni caso il rispetto della normativa vigente nonché, ove applicabili, delle prassi di mercato ammesse tempo per tempo vigenti. Le operazioni di acquisto saranno effettuate in conformità a quanto previsto dall’art. 132 del TUF, dall’art. 144-bis del Regolamento Emittenti e da ogni altra normativa vigente nonché, ove applicabili, dalle prassi di mercato ammesse tempo per tempo vigenti.

In particolare, ai sensi dell’art. 132, comma 1, del TUF, gli acquisti di azioni proprie dovranno essere effettuati in modo da assicurare la parità di trattamento tra gli Azionisti, secondo le modalità stabilite dalla Consob. A tale ultimo riguardo, tra le modalità individuate dall’art. 144-bis del Regolamento Emittenti, si prevede che gli acquisti di azioni Terna possano essere effettuati anche alle condizioni indicate nell’art. 5 del Regolamento (UE) n. 596/2014, fatta eccezione per le modalità previste dalle lettere d) e d-bis) del medesimo art. 144-bis.

Si precisa che, in caso di esercizio della facoltà di cui all’art. 144 bis, comma 1, lett. c) del Regolamento Emittenti, per l’effettuazione delle operazioni di acquisto e vendita di strumenti derivati si provvederà ad affidare apposito incarico ad intermediari finanziari autorizzati.

Si segnala infine che, in attuazione del programma di acquisto di azioni proprie avviato in data 31 maggio 2021 e conclusosi in data 28 giugno 2021 a servizio del Piano di Performance Share 2021-2025, Terna ha acquistato n. 1.569.292 azioni proprie (pari allo 0,078% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 9.999.998,19 euro. Alle azioni complessivamente acquistate si sommano ulteriori 1.525.900 azioni proprie già acquistate dalla Società nel corso del 2020. Ad oggi, dunque, Terna detiene complessivamente 3.095.192 azioni proprie (pari allo 0,154% del capitale sociale). La Società non detiene ulteriori azioni proprie in portafoglio rispetto a quelle acquistate nell’ambito dei suddetti programmi, neanche per il tramite di società controllate.

Approvazione della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti

In particolare, l’Assemblea è chiamata a deliberare:

in modo vincolante, sulla prima sezione della Relazione, che illustra la politica di Terna S.p.A. in materia di remunerazione dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, del Direttore Generale e dei Dirigenti con Responsabilità Strategiche, nonché sulle procedure utilizzate per l’adozione e l’attuazione di tale Politica;

in modo non vincolante, in ordine alla seconda sezione della Relazione, che illustra i compensi corrisposti ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, al Direttore Generale e, in forma aggregata, ai Dirigenti con Responsabilità Strategiche.

Per una dettagliata descrizione della Politica di Remunerazione e dei compensi corrisposti si rinvia al relativo documento, redatto ai sensi dell’art. 123-ter, del Testo Unico della Finanza che sarà messo a disposizione del pubblico nei termini di legge.

Quanto alla convocazione dell’Assemblea, in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso connessa all’epidemia di COVID-19 e tenuto conto delle previsioni normative emanate per il contenimento del contagio, la Società ha deciso di avvalersi della facoltà prevista dall’art. 106, comma 4, del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 convertito con modificazioni dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27 e dalle successive modifiche, prevedendo che l’intervento in Assemblea da parte degli aventi diritto possa avvenire esclusivamente per il tramite del rappresentante designato dalla Società ai sensi dell’art. 135-undecies del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (“TUF”), identificato nella società Computershare S.p.A.

L’avviso di convocazione sarà pubblicato nei modi e nei tempi di legge, così come la documentazione relativa agli argomenti all’ordine del giorno.

Nel comunicato vengono utilizzati alcuni “indicatori alternativi di performance” (Ebitda e lndebitamento Finanziario Netto) non previsti dai principi contabili IAS/IFRS, il cui significato e contenuto sono illustrati qui di seguito in linea con l’orientamento ESMA/2015/1415 pubblicata il 3 dicembre 2015:

EBITDA (Margine Operativo Lordo): rappresenta un indicatore della performance operativa; è calcolato come “Utile netto dell’esercizio” prima delle “Imposte dell’esercizio”, dei “Proventi/(oneri) finanziari” e degli “Ammortamenti e svalutazioni”;

Indebitamento Finanziario Netto: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria; è determinato quale risultante dei debiti finanziari a breve (“Finanziamenti a breve termine”, “Quote correnti dei finanziamenti a lungo termine” e “Passività finanziarie correnti”) e lungo termine (“Finanziamenti a lungo termine”) e dei relativi strumenti derivati (“Passività finanziarie non correnti”), al netto delle “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti”, delle “Attività finanziarie correnti” e delle “Attività finanziarie non correnti” per il valore dei derivati di copertura dei prestiti obbligazionari. Si precisa che l’indebitamento finanziario netto del Gruppo Terna è conforme a quanto previsto dalla Raccomandazione ESMA n. 319 del 2013 relativamente alla definizione della posizione finanziaria netta, dedotte le “Attività finanziarie non correnti”.

L’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 sarà presentato oggi alle ore 11:30 durante una presentazione web rivolta ad analisti finanziari, investitori istituzionali e rappresentanti dei media, accessibile dal sito Internet della Società (www.terna.it), nella sezione Investitori. Il materiale di supporto all’evento sarà reso disponibile sul sito in concomitanza con l’avvio dell’incontro stesso. La presentazione sarà altresì resa disponibile, tramite il circuito “eMarket SDIR”, sul sito internet di Borsa Italiana S.p.A. (www.borsaitaliana.it) e del meccanismo di stoccaggio autorizzato “1Info” (www.1info.it).

Redazione
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