Presentato alla Milano Digital Week uno studio della FERPi sull’uso dell’intelligenza artificiale nella comunicazione

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In occasione della Milano Digital Week, la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPi) ha presentato uno studio che ha esplorato l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) tra i comunicatori. Lo studio, condotto in collaborazione con Ipsos, ha fornito interessanti risultati sulle tendenze e le percezioni riguardanti l’impiego delle tecnologie di AI generativa nel campo della comunicazione.

Uno dei dati più significativi emersi dal sondaggio è che l’80% degli intervistati ha già utilizzato almeno uno strumento di AI generativa. Ciò riflette la diffusione sempre più ampia di queste tecnologie nel settore della comunicazione. Tra le applicazioni di AI più utilizzate, il 75% degli intervistati ha indicato ChatGPT, seguito da Midjourney, citato dal 50% dei partecipanti. Tuttavia, i risultati suggeriscono che esiste ancora spazio per una maggiore conoscenza e adozione di altre tecnologie di AI.

L’uso delle app di AI generativa si concentra principalmente sulla generazione di testi e sul lavoro. Circa la metà dei partecipanti che hanno utilizzato queste app le ha impiegate per generare contenuti scritti. Questo dato sottolinea il ruolo significativo che l’AI può svolgere nel supportare i comunicatori nella creazione di contenuti originali e coinvolgenti.

Un altro aspetto interessante emerso dallo studio è che il 77% dei partecipanti ritiene l’AI utile. Questo dato indica che i comunicatori vedono il valore aggiunto che queste tecnologie possono offrire nel loro lavoro quotidiano. Dal miglioramento della produttività alla generazione di idee creative, l’AI può essere uno strumento prezioso per ottimizzare le attività di comunicazione.

Tuttavia, il campione di intervistati mostra anche una consapevolezza dei rischi associati all’uso dell’AI nella comunicazione. Le principali preoccupazioni riguardano la veridicità delle fonti e il rispetto del copyright. È importante sottolineare che l’AI generativa può creare contenuti che sembrano autentici ma che in realtà sono generati artificialmente. Questo solleva interrogativi sulla credibilità delle informazioni diffuse e sulla necessità di monitorare attentamente la provenienza dei contenuti generati dall’AI.

A livello internazionale, non esiste ancora una posizione univoca sulle linee guida per l’utilizzo etico dell’AI nella comunicazione. Questo studio evidenzia l’importanza di avviare una discussione approfondita sulle implicazioni etiche dell’impiego dell’AI generativa nella comunicazione, al fine di garantire l’accuratezza delle informazioni e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale.

Lo studio condotto dalla FERPi durante la Milano Digital Week ha offerto una panoramica interessante sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa nella comunicazione. Mentre l’AI viene ampiamente adottata dai comunicatori, è fondamentale che vengano affrontate le questioni legate all’etica e alla veridicità delle informazioni generate dall’AI. Solo attraverso una consapevolezza crescente e un dialogo costruttivo si potranno sviluppare linee guida etiche solide per l’utilizzo dell’AI nella comunicazione.

Bookreporter Settembre

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