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La diga dell’amicizia indo-afghana e l’incognita del Pakistan

Asia/BreakingNews di

 

L’onda lunga della guerra che ha inaugurato l’era post 11 settembre ha finito per deteriorare gravemente i rapporti tra Afghanistan e Pakistan, il cui confine comune, labile e poroso, è da anni teatro di incursioni di milizie talebane e tensioni crescenti tra Kabul e Karachi.

Nello spazio creato dal lento processo di allontanamento si sta progressivamente inserendo l’India di Narendra Modi, lo storico nemico del Pakistan. L’inedita cooperazione tra India e Afghanistan viaggia ora su un duplice binario, militare ed economico, con forniture di armamenti ed investimenti infrastrutturali per un miliardo di dollari.  Nuova Dheli ha messo sul piatto le risorse per costruire una nuova Assemblea Nazionale a Kabul, rinnovare la rete stradale e potenziare le linee elettriche del vicino asiatico martoriato da decenni di conflitti, investendo risorse anche su iniziative di carattere umanitario.

L’emblema di questo rinnovato rapporto, a cui il Pakistan guarda con evidente ostilità, è stata l’inaugurazione, due giorni fa, della “Diga dell’Amicizia” (Salma Dam), alla presenza del Presidente Modi e del suo omologo afghano Ashraf Ghani. Il grande impianto idroelettrico della provincia di Herat, danneggiato gravemente durante la guerra civile degli anni ’90, è stato interamente ricostruito. Il progetto è stato finanziato con un investimento di 300 milioni di dollari e alla sua realizzazione hanno preso parte 1500 ingegneri afghani ed indiani.

Alta oltre 100 metri e lunga più di mezzo chilometro, la diga sarà in grado di generare 42 megawatt di potenza e contribuirà all’irrigazione di 75 mila ettari di terreno agricolo, secondo quanto affermato dallo steso Presidente Modi. L’elettricità generata dall’impianto illuminerà le case e le strade di 560 villaggi e 260 mila famiglie della regione.

I due presidenti hanno inaugurato ufficialmente la diga premendo insieme il bottone di accensione. La diga, ha scritto in un post il presidente Ghani dopo la cerimonia, “è un altro grande passo sulla via del rafforzamento e dell’allargamento delle relazioni tra Afghanistan e India”. Per Modi sarà il simbolo dell’amicizia tra i due grandi vicini  e “porterà speranza, luce nelle case, nutrimento per le fertili terre di Herat e prosperità ai popoli della regione.”

Nel triangolo delle relazioni centroasiatiche resta l’incognita del terzo elemento, l’amico allontanato che vede il suo nemico subentrare nel rapporto. L’Afghanistan è stato a lungo sottoposto alla sfera di influenza del Pakistan e l’India ha spesso preferito tenersi a distanza. Questo avvicinamento tra Nuova Dheli e Kabul, anche sul piano della cooperazione militare, non può che mettere in agitazione il governo pachistano ed il potente sistema di servizi militari, che per anni hanno considerato l’Afganistan come il cortile di casa. Anche sull’annosa questione del Kashmir potrebbe esserci ripercussioni, poiché l’Afghanistan, con le sue propaggini orientali, si affaccia sulla regione contesa. 

 

Luca Marchesini

Siria: l’utilizzo dell’acqua come arma

Difesa/Medio oriente – Africa di

Anni di guerra feroce e di una mancanza di investimenti e manutenzione hanno preso un pedaggio grave su infrastrutture idriche in tutta la Siria. Anni di guerra e di mancata manutenzione hanno influito negativamente su tutta la rete idrica siriana.

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Il conflitto ha reso inevitabile che l’acqua fosse disponibile solo a intermittenza dove possibile o semplicemente indisponibile in tante aree di conflitto. I Siriani hanno dovuto adattarsi ricorrendo ai vecchi pozzi, all’acqua in bottiglia o attingendo alle risorse dei fiumi utilizzando acqua non depurata.

Le organizzazioni umanitarie tentano di arginare il problema cercando di fornire acqua potabile ma gran parte della popolazione ha un accesso molto limitato alle condutture municipali. Non sorprende che in questo contesto crescano le malattie visto che le persone sono sempre di più esposte ad agenti patogeni di origine idrica.

In Siria anche l’acqua può diventare uno strumento di guerra, anche se raramente decisiva, utilizzando le risorse di accumulo idriche per bloccare vie di accesso ai campi di battaglia o trattenuta nelle dighe per isolare intere zone questo uso ha però degli effetti indiscriminati. Soprattutto per questo motivo, ci sono state numerose intese locali tra forze ribelli e governative per mantenere le infrastrutture acqua corrente per sostenere le popolazioni civili. Ad esempio, sia lealisti e ribelli hanno a lungo mantenuto accordi dentro e intorno alle città di Aleppo e Damasco per cui l’acqua continuerà a scorrere, spesso in cambio di promesse di cessate il fuoco.

Lo Stato islamico, al contrario, ha volontariamente violato dighe o sistemi idrici in overflow nelle regioni militarmente strategica, in modo più evidente in Iraq. Ma anche lo Stato islamico ha in gran parte cercato di mantenere flussi di acqua per sostenere i suoi sforzi per svolgere il ruolo di un governo.

Ci sono tre aree principali di debolezza in Siria che potrebbero essere facilmente sfruttatate. Qualsiasi interferenza attuata sulle stazioni di pompaggio di Aleppo, il Tabqa diga lungo il fiume Eufrate e il flusso d’acqua a Damasco dalle montagne Qalamoun – soprattutto dalla sorgente di Wadi Barada, a nord e ad ovest – potrebbero alterare drasticamente l’approvvigionamento idrico in Siria .

La penuria di carburante ostacola l’efficacia e la produttività delle stazioni di pompaggio esistenti, riducendo il loro deflusso. La diga di Tabqa genera elettricità e assicura che il Lago Assad rimanga a livelli sostenibili; priorità nella fornitura di energia elettrica viene assicurata per la  preservazione dell’acqua può causare un calo insostenibile del livello del lago di Assad, minacciando la sua capacità a lungo termine per fornire acqua.

Infine, Wadi Barada si trova in una zona contesa tra i ribelli e lealisti forze, e potrebbe essere facilmente sfruttato e utilizzato come strumento di conflitti futuri.
Monia Savioli

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Monia Savioli
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