Codice Ateco: cos’è, come e perché è importante scegliere quello più adatto alla tua attività

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Codice Ateco: cos’è, come e perché è importante scegliere quello più adatto alla tua attività.

Nel momento in cui si sta per aprire Partita Iva uno degli aspetti da indicare in maniera prioritaria è il cosiddetto codice ATECO. Si tratta di qualcosa che risulta indispensabile per diversi adempimenti di tipo fiscale e contributivo.

Inoltre, serve allo Stato italiano per catalogare le attività economiche sul territorio, in maniera tale da avere un quadro completo della situazione. 

In questo articolo analizziamo nei dettagli di cosa si tratta, a cosa serve, come e perché risulta importante scegliere quello più in linea con la propria attività.

Codice ATECO: di cosa parliamo

Il Codice ATECO non è altro che un sistema che viene adoperato per la classificazione delle attività economiche. È in vigore in Italia, mentre nei paesi europei è presente la NACE, per la quale è stato predisposto un adattamento dal legislatore proprio con l’ATECO. 

Risulta approvato dall’ISTAT, secondo un insieme di combinazioni in vigore dal 2007, proprio per le rilevazioni aventi carattere economico.

La sua composizione vede al centro un insieme di caratteri alfanumerici che consentono di identificare in maniera univoca sia la singola attività economica sia il settore di riferimento in cui è attivo ogni lavoratore autonomo o azienda.

Viene richiesto nel momento in cui si decide di aprire la partita IVA e va comunicato all’Agenzia delle Entrate. È strutturato nel modo seguente:

● 1 lettera che identifica la sezione.

● 2 cifre che identificano la divisione.

● 1 cifra che identifica il gruppo.

● 2 cifre che identificano la classe.

 

Il codice ATECO consente a INPS e INAIL di stabilire il settore per ogni realtà con partita IVA, di cui attribuisce sostanzialmente la categoria contabile, fiscale e statistica. È diverso a seconda del tipo di attività che si va ad avviare, con parametri differenti sia per quelle in presenza che online.

Va anche utilizzato nelle comunicazioni che vedono al centro l’INPS, in maniera tale da mettere l’ente nelle condizioni di verificare la rispondenza effettiva del codice con quanto comunicato presso la Camera di Commercio.

Una partita IVA può venire associata a più di un codice ATECO. Quando ciò accade è necessario predisporre una contabilità separata oppure verificare eventuali incompatibilità.

In sintesi, è qualcosa che risulta necessario per dichiarare ai fini di legge quale attività si svolge, se come impresa o libero professionista, tenendo presente che le due categorie adempiono a classificazioni differenti. A cambiare sono anche i trattamenti di tipo fiscale e contributivo.

Perché è importante il codice ATECO

Il codice ATECO è una misura obbligatoria per legge. La sua scelta può non risultare facile, dal momento che ogni attività è diversa e, come abbiamo accennato, può necessitare di averne più di uno.

È pertanto sempre consigliabile valutarlo con un commercialista, così come gli altri aspetti che subentrano in occasione dell’apertura della partita IVA. 

Inoltre, mette nelle condizioni di determinare il livello di rischio che intercorre rispetto al tipo di realtà economica che si va ad avviare: ecco un altro motivo per cui è così importante.

Va presentato anche nel momento in cui si invia la SCIA, è indispensabile per versare il preciso ammontare dei contributi e poter partecipare a bandi e gare del settore pubblico. Consente persino di capire quali misure adottare rispetto al tema della sicurezza sul lavoro.

Possiamo quindi affermare che per identificare il giusto codice ATECO non esiste una scienza esatta e precisa: sono davvero tanti i fattori da valutare. Si rivela tuttavia necessario farlo con la maggiore attenzione possibile, vista la sua delicatezza.

Come scegliere il codice ATECO per una partita IVA a regime forfettario

La scelta del codice ATECO va anche fatta in relazione al regime fiscale che si predispone. Nel caso si tratti di quello forfettario, è essenziale che venga associato a un coefficiente di redditività, il quale risulta assegnato a ogni codice attività.

A cosa serve il coefficiente di redditività? A stabilire l’imponibile fiscale in relazione al giusto settore di appartenenza. Proponiamo di seguito alcuni esempi:

● Codice ATECO per industrie alimentari e delle bevande: 10 e 11. Il coefficiente di redditività è del 40%.

● Codice ATECO per commercio ambulante di altri: 47.82 e 47.89. Il coefficiente di redditività è del 54%.

● Codici ATECO per attività immobiliari e impiegate nelle costruzioni: 41, 42, 43 e 68. Il coefficiente di redditività è dell’86%.

I fattori da valutare quando si sceglie il codice ATECO

Per trovare il codice ATECO più adatto in relazione all’attività che si va a svolgere l’ideale è confrontarsi con un commercialista. Inoltre, si possono consultare diversi portali online che ne riportano un elenco: quelli dell’ISTAT e dell’Agenzia delle Entrate sono quelli per eccellenza.

Non basta, pertanto, conoscere l’elenco delle diverse combinazioni, è necessario anche sapere interpretare a cosa corrisponde ognuna di esse: da qui il senso di confrontarsi con un commercialista. 

Un tool particolarmente valido è infine quello messo a disposizione sul portale delle Camere di Commercio d’Italia, di semplice e rapida consultazione, in quanto permette di avere dei parametri indicativi di base piuttosto affidabili.

Bookreporter Settembre

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