Flotte aziendali: boom dell’ibrido, avanza lentamente l’elettrico

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Le motorizzazioni ibride stanno crescendo in modo significativo nei parchi auto aziendali, è questa l’indagine emersa dalla Survey “Mobility Transformation”, promossa dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale “Top Thousand” e dalla rivista “Fleet Magazine”.

Lo studio è stato condotto su un campione di 103 aziende ediversi settori merceologici (industrie farmaceutiche, banche, compagnie aeree, assicurazioni ecc.), per un totale di 120.731 veicoli, e mostra, rispetto all’ultima indagine condotta un anno prima, un boom dei veicoli ibridi nelle aziende campione (passati da 6.158 a 10.600) e anche di quelli elettrici, (passati da 3.600 a 4.531).

La crescita dei veicoli ibridi è stata esponenziale, e tra le varie soluzioni spicca quella del plug-in, ma è stata frenata in questi mesi dalla mancanza di prodotto e da vari ritardi nelle consegne. Tuttavia, il 15% delle aziende del campione inserirà anche nei prossimi 12 mesi oltre 60 veicoli ibridi nella propria flotta, il 10% tra 30 e 60 veicoli e il 41% ne accoglierà un numero compreso tra 1 e 20. Per quanto riguarda l’elettrico, invece, lo sviluppo, a partire dal 2021, è stato meno marcato: un sondaggio spiega che solo il 38%degli intervistati ha inserito nel parco “electric vehicles”, ma in compenso un buon 53% si dice pronto a sceglierli nel prossimo anno.

Per la verità, la stima di crescita dell’ibrido e dell’elettrico avrebbe potuto essere di gran lunga superiore senza l’attuale situazione di incertezza che caratterizza numerosi fleet manager, i quali riferiscono infatti di non sapere quanti veicoli “green” riusciranno ad acquistare, a causa della crisi produttiva e, in alcuni casi, anche per le scelte dei driver, che resistono al cambiamento.

Per alcune realtà resta quindi ancora difficile scegliere auto ibride o elettriche, e lo scenario cambia a seconda che si parli di auto senza spina (mild e full hybrid) o con la spina (plug-in hybrid e full electric). Per quanto riguarda le prime, i pochi fleet manager che non le hanno ancora adottate hanno evidenziato, in quasi la metà dei casi, che queste auto sono poco adatte alla mobilità aziendale, rimarcando anche i canoni di noleggio troppo alti. Nelle plug-in hybrided elettriche, invece, si evidenziano anche altri fattori: la non idoneità dei veicoli alle specifiche esigenze di mobilità, la carenza di infrastrutture, l’autonomia insufficiente e, anche qui, i prezzi troppo elevati.

Ma non si può parlare solo di aspetti negativi. Per chi ha già “sposato” questo nuovo mondo, infatti, i vantaggi ci sono e son evidenti. Il 73% del campione ha dichiarato che l’adozione delle vetture ibride ed elettriche ha portato alle aziende vari benefici: la compliance con i valori aziendali (indicata dal 54% dei rispondenti), la responsabilità sociale di impresa (43%), le agevolazioni alla mobilità (38%) e il risparmio (33%).

Più in generale, lo studio lascia emergere un concetto importante. Chi ha scelto di elettrificare la flotta lo ha fatto per un orientamento green ben preciso, più che per le agevolazioni previste dalla normativa.

Tra le curiosità: il 13% dei fleet manager intervistati non consente ai dipendenti di scegliere tra diversi modelli ad uso promiscuo, mentre il 72% di coloro che lo permettono, solitamente sottopone al driver una car list “chiusa”. Nel 56% dei casi, infatti, la dirigenza non è libera di scegliere auto con emissioni superiori a 160 g/km, ovvero quelle maggiormente inquinanti e costose.

Bookreporter Settembre

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