Intervista a Cinzia Rossi, Osservatorio per le Policy Transdisciplinari Internazionali (OsPTI)

in CULTURA by

Benvenuta e grazie per aver accettato questa intervista. Iniziamo con una domanda fondamentale: Cos’è l’OsPTI e quali sono i suoi obiettivi?

Grazie per l’opportunità che ci date di parlare del nostro Osservatorio. L’OsPTI è un ponte tra culture, che promuove una lettura ragionata della complessità. Ci concentriamo sull’analisi, la ricerca e lo studio dell’essere umano, l’osservazione critica delle attività culturali e sociali, e l’interpolazione transdisciplinare volta all’empatia generativa e di progetto. Il nostro obiettivo è elaborare nuove strategie di policy basate su modelli organizzativi capaci di promuovere benessere diffuso, economico, sociale, psicologico, territoriale.

Come è strutturato l’OsPTI e quali sono i suoi principali progetti?

La nostra struttura si basa su un’area diplomatica, culturale ed informatica. L’OsPTI è fondamentalmente un luogo di composizione di interessi diversi e di soluzioni comuni, e uno sguardo dall’interno per una conoscenza proiettiva nella cultura globale. La nostra mission è di realizzare una nuova stagione di osservazione ed elaborazione di pensiero attorno alle grandi questioni della convivenza planetaria, dell’organizzazione che ne deriva a vari livelli, puntando sul patto educativo globale tra le generazioni e sull’Ecologia Integrale come motore del cambiamento. Vogliamo superare l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale, strutturando concretamente una visione integrata delle diverse dimensioni di un modello di sviluppo che sia realmente inclusivo, pacifico e rispettoso del pianeta e transdisciplinare.

Quali sono le sfide e le opportunità che l’OsPTI si pone di affrontare nel contesto geopolitico e strategico attuale?

L’attività di ricerca dell’Osservatorio è volta all’analisi rigorosa e imparziale delle dinamiche geopolitiche, strategiche ed economiche del sistema internazionale. Abbiamo l’obiettivo di avanzare proposte di policy connesse al nuovo ordine e alla nuova prospettiva, il nuovo processo avviato con il magistero di Papa Francesco. Ci proponiamo di coniugare l’analisi socio-politica con quella economica, collaborando con i principali think tank e interagendo con gli attori di policy appartenenti agli apparati statali e alla governance dei territori.

Come intende promuovere l’OsPTI una cultura dell’incontro e del “noi”?

Riteniamo che sia necessario ripensare gli attuali paradigmi organizzativi dell’economia e della finanza, rivolgendoci al mondo delle imprese ed esortandole ad essere “artefici del bene comune e di un nuovo umanesimo del lavoro”. Le imprese dovrebbero configurarsi come vere e proprie “comunità educative”, contribuendo alla costruzione di un nuovo umanesimo sociale. L’OsPTI nasce con una forte proiezione diplomatica tesa alla costruzione armoniosa di solide e feconde relazioni transdisciplinari.

Quali sono i presupposti fondamentali dell’approccio formativo proposto dal master biennale in Antropologia Organizzativa offerto dalla Pontificia Università Antonianum e dall’OsPTI?

La Pontificia Università Antonianum e l’OsPTI propongono un master biennale in Antropologia Organizzativa per formare professionisti capaci di creare lo sviluppo di organizzazioni orientate al bene comune. Il corso adotta un approccio transdisciplinare e affronta sia temi filosofici che organizzativi e sociali. L’approccio formativo è basato su due presupposti: la struttura relazionale intrinseca dell’essere umano e la complessità della realtà con i molteplici approcci possibili. Da qui l’esigenza di un metodo transdisciplinare che critichi il riduzionismo e promuova una cultura di socialità plurale orientata al bene comune. Il corso dura due anni accademici, per un totale di quattro semestri, e include corsi, seminari e laboratori coordinati dall’OsPTI. I laboratori di ricerca rispondono all’esigenza di ancorare a livello internazionale il patto educativo alle realtà governative, imprenditoriali e manageriali, oltre che alla cooperazione internazionale e all’innovazione tecnologica, colmando l’attuale vuoto sul comportamento umano e la benessere organizzativo.

Qual è l’obiettivo finale dell’OsPTI in termini di valore spirituale, sociale, ambientale e culturale?

Il nostro obiettivo è generare valore in tutte le espressioni di convivenza dell’esperienza umana attraverso la realizzazione di modelli organizzativi etici, inclusivi ed armoniosi nel rispetto del benessere dell’uomo in relazione con il resto del Creato, ricreando un legame indissolubile secondo il principio del “tutto è connesso”, ovvero con lo sguardo generativo verso la complessità e la glocalità. Vogliamo promuovere un’antropologia ecologica e integrale che permei la proposta di un nuovo metodo del “tutto è connesso” come base strategica, con l’adozione di una cultura dell’incontro, del noi, costruita per le donne e gli uomini di oggi e di domani, qualsiasi sia il loro posto nel mondo.
Ecco perché alla base di questo paradigma poniamo l’Antropologia Organizzativa, l’incontro, il confronto tra culture diverse, tra i vari sistemi geopolitici, tra le varie specie del Pianeta, tra donne e uomini di oggi e di domani qualsiasi sia il loro posto nel mondo.

Bookreporter Settembre

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*