Googlare, un neologismo che fa riflettere

in SOCIETA' by

Si dice googlare o googolare? Da buoni polemisti italiani, da sempre divisi tra guelfi e ghibellini, tra Coppi e Bartali, Peppone e Don Camillo, già siamo riusciti a creare due diverse correnti di pensiero su un neologismo decisamente recente e che ha decisamente portato un cambiamento epocale nell’esistenza umana.

Il verbo googlare è stato inserito nella Treccani e, di conseguenza, possiamo darne atto dell’esistenza, alla pari di petaloso, whatsappare e friendzonare. Fantasia senza fine o involuzione della lingua?

Una premessa. Google è stata fondata nel 1998 e in meno di un quarto di secolo il suo prodotto principale, il motore di ricerca, è probabilmente l’”oggetto” di uso quotidiano più usato al mondo. Ogni giorno otto miliardi e mezzo di volte qualcuno cerca una parola digitandola per poi fare un click.

È come se ogni giorno ogni essere umano lo usasse una sola volta oppure, tenuto conto che la porzione di umanità connessa ad internet è stimata in circa il sessanta per cento dei quasi otto miliardi degli esseri umani che popolano il pianeta sono connessi ad internet, possiamo dire che ciascuno di loro effettua una media di due ricerche al giorno sull’invenzione di Larry Brin e Sergey Page.

È diventato ormai normale sentirsi rispondere, a fronte di qualsiasi domanda “cercalo su Google.” Nei paesi anglofoni chi non conosce le risposte può mettersi a disposizione del suo interlocutore e dire “I will google for you” quando questi non conosce qualcosa.

Niente di male; assolutamente. Google ha reso la vita di tutti decisamente più facile e ci permette di conoscere il significato di tutte le parole sconosciute in tutte o quasi le lingue del globo. Ci permette di istruirci e informarci facendoci accedere non solo a tutti i siti online del web, ma anche ad ogni libro stampato, giornale, pubblicazione e, udite udite, blog personali. Perché infatti limitare il nostro sapere a quello della scienza, della medicina e della storia ufficiali? Abbiamo l’opportunità di ascoltare la voce di chi offre diverse interpretazioni e ci rende edotti di come l’antica Roma non sia mai esistita, che il cancro si cura con clisteri di caffè e bevendo limonata, che la terra è piatta o che ha appena incontrato un alieno da cui ha appreso che mercoledì prossimo ci sarà la fine del mondo.

Inoltre, chi può googlare ha la possibilità di fare una ricerca scolastica in frazioni di secondo. perché perdere tempo a sfogliare due enciclopedia, tre monografie di approfondimento e gli ultimi articoli sull’argomento quando abbiamo in pochi secondi la fantastica opportunità di atterrare su Wikipedia, fare un veloce copia incolla ed ecco una relazione servita in pochi attimi.

E se qualche docente se ne potesse accorgere Google ci offre la possibilità, con pochi click e a modico costo, di entrare in contatto con chi farà la ricerca per noi?

Nessun problema ad usare Google per comprare una maglia o un paio di scarpe, ma siamo proprio sicuri che questo sistema sia sempre la soluzione ottimale?

Continueremo a googlare, perché la comodità e la velocità ci piacciono; continueremo anche a farci guidare da questo sistema per i nostri acquisti, avere una minima infarinatura di cultura generale e per giocare sui social. Ma dopo si pongono una serie di domande che vanno dal sapere chi si trova dall’altra parte dello schermo; chi realmente ci risponde; se i contenuti sono reali o fake e così via.

Ci dovremmo anche chiedere come mai questa incredibile tecnologia ci viene offerta apparentemente gratis, ma qui la soluzione è semplice ed è una legge di marketing: se il prodotto è gratis, in realtà il prodotto sei tu.

Ma, forse la prima domanda da porsi è se googlare sia compatibile con un’intelligenza sviluppata e il miglioramento personale, oppure se sia un mezzo per atrofizzare cervello e fantasia. Chiediamocelo specialmente per le nuove generazioni e i più piccoli. Forse alcuni di loro conoscono solo questo sistema per leggere e informarsi. Che uso ne faranno?

Bookreporter Settembre

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*