AP Photo/Virginia Mayo

La Repubblica Ceca promuove il green deal come opportunità di ripresa economica

Passata la fase di emergenza da coronavirus, anche la Repubblica Ceca pensa a come ripartire e, sorprendentemente, è green la risposta data dal governo di Babis. La posizione iniziale della Repubblica Ceca in merito alla tutela ambientale e al green deal europeo era tutt’altro che positiva, mentre adesso il governo ha approvato una dichiarazione secondo cui gli obiettivi del green deal potrebbero costituire anche un’opportunità per la ripresa economica, e dunque sembra essere indirizzato verso tali politiche. Un importante passo che è stato compiuto insieme ad altri sette paesi membri dell’UE: unendo le forze hanno difeso il ruolo del gas naturale in un’Europa con neutralità climatica.

La cooperazione con gli altri paesi

A seguito della crisi da coronavirus e delle richieste mosse dalla Commissione europea, un gruppo di otto paesi membri dell’Unione Europea ha unito le forze per difendere il “ruolo del gas naturale in un’Europa neutrale dal punto di vista climatico”: in un documento congiunto, il 22 maggio il gruppo degli otto ha chiesto delle “soluzioni combinate elettricità-gas” nel passaggio alle emissioni nette zero entro il 2050. Il documento congiunto, dal nome “Il ruolo del gas naturale in un’Europa neutrale dal punto di vista climatico” è firmato da Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. La dichiarazione sostiene la necessità del gas fossile nella transizione dal carbone, in quanto forma dominante di elettricità in molti stati membri dell’Europa orientale. Secondo tale documento, “quando si sostituiscono i combustibili fossili solidi, il gas naturale e altri combustibili gassosi come il biometano e i gas decarbonizzati possono ridurre significativamente le emissioni”. Inoltre, si afferma anche che “le politiche dell’UE dovrebbero garantire sinergie e flessibilità del sistema, senza ostacolare la competitività, la stabilità dell’approvvigionamento energetico e l’accessibilità dell’energia per l’industria e le famiglie. Mentre ci allontaniamo dai combustibili fossili solidi, dobbiamo garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e affrontare gli aspetti sociali ed economici di questo processo, con particolare enfasi sul superamento delle conseguenze dell’attuale situazione causata da COVID-19”.

La Commissione europea ha calcolato che l’elettricità soddisferà il 53% della domanda energetica del blocco di paesi entro il 2050, mentre il blocco si muove verso la riduzione delle emissioni a zero. Questo lascia almeno il 40% ad altri vettori energetici, come i combustibili gassosi, che secondo Bruxelles dovranno essere completamente decarbonizzati per raggiungere l’obiettivo dichiarato dell’UE di diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Il gas naturale è stato uno dei principali motori della rapida transizione dell’Europa dal carbone e si sta dimostrando anche un prezioso supporto per la generazione di elettricità rinnovabile variabile da energia eolica e solare. Per questi motivi, si dichiara che “l’infrastruttura del gas dovrebbe essere considerata uno degli elementi che consentono una transizione rapida e sostenibile verso una produzione più pulita di calore ed elettricità, trasporti, processi industriali e riscaldamento e raffreddamento residenziali.”

La posizione della Repubblica Ceca

Il 25 maggio il governo ceco ha pubblicato una dichiarazione in cui invita il piano di ripresa economica dell’UE e il bilancio a lungo termine ad allinearsi con il green deal europeo, segnando così un importante cambiamento rispetto alle precedenti posizioni di Praga. La dichiarazione è già stata approvata dal ministro dell’ambiente ceco Richard Brabec e dovrebbe essere formalmente approvata dal gabinetto prossimamente. Se confermata, la mossa segnerebbe un’inversione rispetto alle precedenti posizioni di governo: a marzo, mentre la pandemia di coronavirus ha iniziato a diffondersi in tutto il continente, il primo ministro ceco Andrej Babiš ha esortato l’Europa a “dimenticare l’Accordo Verde ora e concentrarsi sul coronavirus”.

In particolare, la Repubblica ceca riconosce la necessità di una rapida ripresa economica e del ritorno a una vita normale, senza le restrizioni causate dalla pandemia COVID-19. “Dovremmo cercare insieme soluzioni che ci permettano di soddisfare elevate ambizioni ambientali, sostenendo al contempo la competitività dell’Europa, la sua economia, gli investimenti e la creazione di posti di lavoro” si può leggere nel documento presentato. Per il governo di Praga, “l’attuazione di alcuni degli obiettivi del Green Deal europeo può rappresentare un’opportunità per un processo efficace di ripresa economica, tuttavia è importante garantire che gli impegni ambientali comuni siano rispettati a livello globale e non solo da parte dell’UE”.

Pascal Canfin, l’europarlamentare francese che presiede la commissione ENVI per l’ambiente del Parlamento europeo, ha accolto con favore la dichiarazione ceca, definendola “una buona notizia”. “Nonostante alcune forti dichiarazioni iniziali, la Repubblica ceca ammette che gli investimenti nella ripresa verde e nel green deal sono la strada da percorrere per tutti gli Stati membri dell’UE”, ha affermato Canfin. Secondo Canfin, l’approvazione ceca del Green Deal è anche “un buon segno” per i prossimi negoziati sul prossimo bilancio settennale dell’UE per il 2021-2027, anche se riconosce l’importante ruolo giocato dai fondi europei: “Qualsiasi accordo sarà più facile da raggiungere se del denaro aggiuntivo andrà a progetti e investimenti ecologici”, ha affermato.

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