Recovery Fund, la Commissione presenta la proposta “Next Generation EU” per la ripresa economica

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La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha formalmente presentato il piano di ricostruzione europea, il Recovery Fund, ribattezzato “Next Generation EU”. Si tratta del principale strumento europeo per sostenere la ripresa economica con un fondo da 750 miliardi di euro, dopo il picco che ha avuto a causa della pandemia da coronavirus. La proposta, basata sul recente compromesso tra Francia e Germania, è stata presentata anche al Parlamento europeo, dove la presidente della Commissione ha tenuto un discorso, ed è ora da negoziare: deve essere approvata dal Consiglio europeo e dal Parlamento, quindi i 27 stati membri dovranno essere d’accordo sulle misure proposte. Il Presidente del Consiglio italiano Conte ha espresso un grande segnale di ottimismo per la proposta di Bruxelles, anche perché l’Italia sembra essere il primo paese destinatario dei fondi, con 81,8 miliardi di euro a fondo perduto e 90,9 miliardi di euro in prestiti da restituire tra il 2028 e il 2058.

Il Recovery Fund

La proposta della Commissione europea per la ripresa economica dei 27 Stati membri prende le mosse dal compromesso raggiunto tra Francia e Germania: la Commissione ha proposto di liberare tutte le potenzialità del bilancio europeo per il periodo 2021-2027 proponendo un fondo da 750 miliardi di euro, il Next Generation EU. Il bilancio dell’UE ha una posizione privilegiata nel dare equità alla ripresa degli Stati, rilanciare il mercato unico a condizioni di parità e sostenere gli investimenti urgenti. Il Recovery fund reperirà risorse finanziarie grazie all’innalzamento temporaneo del massimale delle risorse proprie al 2,00% del reddito nazionale lordo dell’UE, il che consentirà alla Commissione di contrarre prestiti sui mercati finanziari per 750 miliardi di euro. Il rimborso sarà spalmato nei futuri bilanci dell’UE sull’arco di un lungo periodo, dal 2028 al 2058. La Commissione ha proposto anche una modifica dell’attuale quadro finanziario pluriennale 2014-2020, al fine di provvedere già nel 2020 risorse per ulteriori 11,5 miliardi di euro. Il fondo avrà una linea di credito da 560 miliardi (di cui 310 miliardi di sussidi e 250 miliardi di prestiti) che sono distribuiti in tre pilastri: il primo è il sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme (un nuovo dispositivo per la ripresa e la resilienza da 560 miliardi di euro; gli attuali programmi della politica di coesione riceveranno 55 miliardi di euro in più con l’iniziativa REACT-UE; un Fondo per una transizione giusta con un importo fino a 40 miliardi di euro; un rinforzo di 15 miliardi di euro per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale); il secondo pilastro è il rilancio dell’economia europea incentivando l’investimento privato (uno strumento di sostegno alla solvibilità con risorse private fino a 300 miliardi di euro; il potenziamento del programma di InvestEU; un nuovo dispositivo per gli investimenti strategici che genererà fino a 150 miliardi di euro); il terzo pilastro è saper trarre insegnamenti dalla crisi (programma per la salute EU4Healt con 9,4 miliardi di euro; rinforzare di 2 miliardi di euro il meccanismo di protezione civile RescEU; potenziare Orizzonte Europa con 94,4 miliardi di euro; sostenere l’azione esterna con 16,5 miliardi di euro). Per finanziare questo fondo, la Commissione andrà sui mercati emettendo dei bond – titoli di debito – garantiti dal prossimo bilancio europeo.

Il discorso della presidente Von der Leyen al Parlamento europeo e l’iter da seguire

La presidente della Commissione europea ha presentato il recovery fund al Parlamento europeo spiegando le ragioni che hanno portato a prendere misure così importanti, affermando che “si tratta di una necessità urgente ed eccezionale figlia di una crisi urgente ed eccezionale”. La presidente ha sottolineato come questi investimenti “preserveranno gli eccezionali risultati conseguiti negli ultimi 70 anni, ma garantiranno anche un’Unione climaticamente neutra, digitale, sociale e sulla quale si possa contare sul piano mondiale in futuro”. Per rispondere anche agli Stati membri che sono stati contrari alla proposta franco-tedesca, la presidente ha affermato che “queste sovvenzioni sono un investimento comune nel nostro futuro. Non hanno nulla a che vedere con i debiti contratti dagli Stati membri in passato. Le sovvenzioni sono erogate per il tramite del bilancio europeo. E questo limita i pagamenti di ciascun paese secondo una formula fissa”. “Lo dobbiamo alle generazioni future. Viva l’Europa!” ha concluso la Von der Leyen.

Il presidente del Parlamento europeo ha accolto con entusiasmo la proposta della Commissione, definendola “particolarmente apprezzabile” e si è detto “soddisfatto” perché la Commissione ha accolto le indicazioni degli eurodeputati. “Adesso la proposta verrà esaminata nel dettaglio e inizia un percorso di riflessione, ma siamo sicuri che indietro a questa proposta non si torna”, ha aggiunto David Sassoli. Anche il commissario all’economia Paolo Gentiloni ha affermato che il Recovery Fund “lascerà il segno nella storia dell’UE” nonostante siano misure temporanee, ma sono sicuramente “un altro passo verso strumenti fiscali comuni”. La proposta è da negoziare e deve essere approvata sia dal Consiglio europeo sia dal Parlamento europeo all’unanimità – cosa non affatto facile pensando all’opposizione di Austria, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi – mentre i governi degli Stati membri devono presentare dei piani nazionali di ripresa, con delle linee che seguono gli obiettivi che si propone il semestre europeo. I paesi nordeuropei chiedono un Fondo molto meno ambizioso, con una UE che non raccolga soldi sul mercato finanziario emettendo debito e non distribuisca soldi a fondo perduto ma solo con prestiti. I capi di Stato e di Governo discuteranno nel prossimo Consiglio europeo del 18-19 giugno, ma molti credono che ci vorrà più tempo per arrivare ad una bozza di accordo.

La reazione in Italia

Per il momento, il paese che sembra essere il maggior beneficiario dei fondi è proprio l’Italia, con 81,8 miliardi di euro a fondo perduto e 90,9 miliardi di euro in prestiti da restituire tra il 2028 e il 2058. Il Primo ministro Giuseppe Conte ha scritto sul suo profilo Twitter “Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse”. La proposta della Commissione è stata accolta positivamente dal governo e dalla stampa italiana, in quanto le condizioni erogate sarebbero favorevoli per l’Italia, due terzi dei fondi sarebbero a fondo perduto e all’Italia arriverebbe il 23% del totale. Altra importante novità accolta in modo favorevole è che il grosso delle risorse verrebbe da tasse europee. In merito all’utilizzo dei fondi e al rispetto delle linee guida del semestre europeo, l’Italia ha avuto quattro raccomandazioni: migliorare l’efficienza del sistema sanitario, investire nel mondo del lavoro e rafforzare l’insegnamento a distanza e digitale, fornire liquidità all’economia reale promuovendo gli investimenti per la ripresa con un focus sulla green economy ed infine migliorare l’efficacia del sistema giudiziario.

Bookreporter Settembre

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