L’addio di Mario Draghi alla BCE

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Il “Whatever it takes” che ha salvato l’euro, le misure non convenzionali messe in campo, l’ingresso nell’era dei tassi negativi: queste le principali novità introdotte da Mario Draghi come governatore della Banca Centrale Europea. Quando è entrato in carica, nel 2011, Draghi ha ereditato un mondo che aveva sperimentato la grave crisi del 2008-2009 e poi quella greca del 2010, guadagnandosi così il titolo di “salvatore dell’Euro”. Non sono mancate però le critiche, soprattutto dal mondo tedesco, che ricordava l’esigenza di un operato all’insegna del rigore finanziario. A Draghi è stato rimproverato altresì uno stile nella conduzione dei lavori che ha lasciato poco spazio al dialogo ed alla comunicazione. Ciò non toglie, tuttavia, l’importanza del suo mandato e le sue ripercussioni sugli scenari futuri dell’Eurozona.

Grande Festa il 28 ottobre a Francoforte per salutare l’uomo al comando dell’Eurotower e per accogliere Christine Lagarde, ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale, che prenderà il suo posto a partire dal 1° novembre.

Nella sede della BCE, un grande omaggio all’uomo che è stato al timone negli anni tempestosi della crisi mondiale e dell’attacco all’euro da parte della futura governatrice, della Cancelliera tedesca Angela Merkel, del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

La prima a prendere la parola è Angela Merkel con un discorso che sottolinea il legame storico tra Roma e Francoforte, ricordando il primo incontro, tenutosi otto anni fa, con il governatore italiano. La cancelliera ha affermato che quello di Draghi è stato un “cruciale contributo alla stabilità dell’area dell’euro” e, ripercorrendo le tappe della crisi dell’Eurozona, ha ringraziato il governatore uscente per il ruolo giocato nel concerto europeo. Oggi, a detta della Merkel, siamo ben lontani da quella situazione di crisi, “anche se non siamo senza problemi, siamo molto più forti”.

Il secondo intervento a Francoforte è stato quello di Emmanuel Macron, che ha sottolineato il ruolo centrale dell’Italia nella storia dell’UE, in qualità di Paese fondatore. “Quella che celebriamo oggi” ha dichiarato il Presidente francese “è l’azione di un uomo che portato molto in alto il sogno europeo, un degno erede dei padri fondatori dell’Europa quali Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer e i vostri illustri compatrioti Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli”.

Poi è stata la volta di Sergio Mattarella, il quale ha esordito affermando “Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirti grazie”. Mattarella ha poi parlato di “uno straordinario impegno al servizio dell’Europa” da parte di Mario Draghi. “In questi otto anni è stato autorevolmente al servizio di un’Europa più solida e inclusiva, interpretando la difesa della moneta unica come una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che ne volevano la dissoluzione”. Il Presidente della Repubblica italiana ha ricordato in particolare la sfida dettata dalla crisi del 2011 e la “percezione della possibilità, se non del rischio, di dissoluzione dello stesso Eurosistema. Una possibilità e un rischio che oggi possiamo considerare sconfitti”. Secondo Mattarella oggi possiamo dire che, grazie a Mario Draghi, il sistema economico europeo è più solido, l’occupazione è cresciuta ed è mediamente più alta rispetto al 1999, il sistema bancario- sotto la supervisione unica europea- è più compatto, l’integrazione tra le economie- la convergenza tra gli Stati membri dell’Eurozona- è elevata e soprattutto il sostegno popolare all’Euro è tornato ad essere particolarmente alto. E quest’ultimo rappresenta uno dei più grandi risultati degli ultimi anni e dell’operato del governatore italiano.

“Thank you very much” da parte di Christine Lagarde, governatrice entrante della BCE, la quale ha poi continuato affermando “di solito quando si parla di qualcuno alla fine di un mandato si ricordano le sue opere e azioni. Nel tuo caso sono talmente famosi che non ce n’è davvero bisogno e mi sono impegnata a non ripetere le tue tre famosi parole. Con le analisi basate sui fatti, con le intuizioni e con il tuo solido ottimismo hai ispirato non solo i mercati ma anche i policymakers” per poi concludere affermando “l’euro, grazie al tuo operato, è ora più popolare che mai”.

Infine, lo stesso Mario Draghi ha preso la parola e ha ringraziato le autorità intervenute a rendergli omaggio. Egli ha ricordato come “un anno fa la domanda fondamentale era se l’euro sarebbe sopravvissuto. Adesso sappiamo che l’euro è un processo irreversibile, ma è un processo eminentemente politico. Lasciare la Bce è più facile, sapendo che è in buone mani”. Enunciando quelli che probabilmente saranno i grandi temi della presidenza Lagarde egli ha affermato che le politiche nazionali, che tutt’ora giocano il ruolo principale di stabilizzazione nell’Eurozona, non possono sempre garantire tale stabilizzazione e dunque “abbiamo bisogno di una capacità di bilancio dell’Eurozona, con delle dimensioni e con un meccanismo adeguato”. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha confermato la legalità delle misure della Bce e confermato la flessibilità dei suoi strumenti: ciò appare cruciale per l’efficacia della politica monetaria, oggi chiamata a difendere la stabilità dei prezzi dalle pressioni deflazionistiche globali. Per il governatore uscente “è davanti agli occhi di tutti che ora è il momento di più Europa, non meno. Noi europei dobbiamo prendere il nostro destino nelle nostre mani. Presidente Macron, Presidente Mattarella, Cancelliera Merkel: ci avete appoggiato senza indugio nel Consiglio europeo e nei forum globali, in un momento i cui altre banche centrali hanno affrontato pressioni politiche sempre più forti. Avete respinto fortemente le voci illiberali che ci avrebbero fatto voltare le spalle all’integrazione europea”.

Bookreporter Settembre

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