La Calabria e l’intelligence.

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Varie volte su European Affairs Magazine ci siamo occupati di intelligence  e della possibilità che questa scienza umana potesse assurgere al rango di disciplina universitaria (leggi, ad esempio, quiqui, ed in parte anche qui). In questo ambito, pioniere assoluto in Italia è stata l’Università della Calabria che, prima con il Master di 2° Livello in Intelligence e, poi addirittura con un corso di laurea in Intelligence ed Analisi del rischio ha riconosciuto l’importanza di questa materia.

Sia il master che il corso di laurea sono diretti dal Prof. Mario Caligiuri, che peraltro dirige anche

Il prof. Mario Caligiuri, direttore del master e del corso di laurea in Intelligence, dell’Università della Calabrial’osservatorio e centro studi Intelligence Lab. Al docente va anche il merito di aver fatto conoscere l’intelligence al mondo accademico e non solo, proprio studiandola, rendendola più fruibile e, senza svelare alcun mistero o segreto di stato, facendo comprendere che l’intelligence è una disciplina di studio come tutte le altre ed è fondamentale per la sicurezza dello Stato ma, prima di tutto, proprio per la tenuta democratica dello Stato stesso. Non a caso, attraverso una prolifica e copiosa attività di pubblicazione, il docente calabrese ha studiato i rapporti dell’intelligence con le varie scienze sociali e con i vari assetti ed apparati dello Stato che non sembrerebbero – solo a prima vista – essere propriamente contigui con il lavoro delle agenzie di sicurezza. Ovviamente l’attività di studio sviscerata nelle pubblicazioni di Mario Caligiuri, che Vi invitiamo a consultare, si sta trasfondendo negli insegnamenti universitari da lui coordinati all’UniCal, nel polo di Rende. Una delle pubblicazioni del Professore, per i tipi di Rubbettino, è proprio “Intelligence e Magistratura“. E proprio di tali rapporti si è parlato in una delle ultime lezioni del Master, i cui relatori sono stati ospiti ed autorità del settore di tutto rilievo.

I relatori dell’ultima lezione sono stati infatti il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre ed il magistrato e deputato Cosimo Ferri. Nel corso delle loro letture, i due relatori, introdotti dal direttore del Master, hanno trattato di valori costituzionali e di rapporti tra intelligence e magistratura.

In mattinata Antonio Baldassarre ha illustrato l’origine delle moderne Costituzioni: l’idea di Costituzione, così come oggi la conosciamo, è nata  negli Stati Uniti ed è fondata sul contratto sociale. Tale visione è antitetica alla precedente idea tutta europea,  impostata sulla preminenza dell’autorità. Per Baldassarre l’intelligence è un’attività necessaria per ogni sistema politico sovrano, in quanto la prima sicurezza da tutelare è proprio quella dell’ordinamento costituzionale. Infatti, l’intelligence è un bene fondamentale che viene prima di tutto, poiché senza sicurezza le istituzioni sono deboli ed i diritti inapplicabili.

Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre

In relazione ai provvedimenti legislativi in discussione in queste settimane, Baldassarre ha precisato che la sicurezza non consiste nella tutela dei diritti, bensì è il presupposto indispensabile per la garanzia dei diritti stessi. Ha poi proseguito dicendo che la tutela della sicurezza si trova in modo implicito ed esplicito in tutti gli ordinamenti costituzionali. Di conseguenza, l’intelligence deve vigilare affinché non venga minacciata l’unità politica dello Stato, ed appunto per questo deve essere regolata, necessaria ed efficace. Pertanto, l’intelligence è una delle attività fondamentali per garantire la libertà politica. Il modello adottato in Italia è simile a quello americano, e consiste in un’attività riservata, la cui segretezza è commisurata ai principi democratici, che richiedono trasparenza. Infatti, anche negli USA è previsto il controllo parlamentare sull’intelligence, che nel contesto americano assegna ad una apposita Commissione del Senato poteri parificati a quelli dell’autorità giudiziaria. Baldassarre ha poi affrontato l’attualità del tema dell’intelligence alla luce delle riflessioni di Carl Schmit, che prefigura una guerra civile globale, nella logica della contrapposizione inevitabile tra amico e nemico. Secondo il pensatore tedesco, la globalizzazione si oppone alla democrazia e, secondo Baldassarre, non solo la globalizzazione ha allargato le distanze tra gli Stati, ma anche nella stessa Italia (tra Nord e Sud), rendendo ancora più complesso il già complicato asssetto politico ed istituzionale del nostro Paese. In tale contesto, l’introduzione dell’euro ha accentuato le differenze tra il nostro settentrione, integrato economicamente con Francia e Germania, ed il Mezzogiorno d’Italia, sganciato da queste possibilità di sviluppo. Baldassarre ha concluso dicendo che il mondo diviso in due blocchi aveva un suo ordine, oggi invece assente, ed è soggetto a forze temporanee: proprio per questo la funzione dell’intelligence oggi è molto più importante di quella rivestita ieri.

Nel pomeriggio è intervenuto in videoconferenza Cosimo Ferri, che ha ribadito come l’intelligence rappresenti un’area fondamentale dello Stato nel contrasto alla criminalità e al terrorismo. Ha quindi richiamato la funzione molto importante dell’intelligence negli istituti penitenziari. Nel contempo, ha ribadito la necessità delle collaborazioni internazionali: a problemi globali, infatti, occorre fornire risposte globali, coinvolgendo anche le principali società private impegnate nel cyberspazio. Ferri ha poi affermato che il contrasto alla criminalità richiede investimenti sociali e infrastrutturali, accompagnati dalla consapevole reazione delle Istituzioni e dei cittadini. E, in tale quadro, l’intelligence è decisiva. Il parlamentare ha poi evidenziato che la dimensione culturale è fondamentale e che la collaborazione tra intelligence e magistratura rispetto al passato è molto più ampia, tanto che i risultati nel contrasto alla criminalità e al terrorismo sono anche il frutto di una più intensa comprensione delle rispettive funzioni. Ferri ha poi concluso dicendo che il decreto antiterrorismo ha contribuito ad avvicinare i due mondi dell’intelligence e della magistratura, significando che il confronto deve essere non solo di natura culturale ma proprio di visione, progettazione ed anche di taglio operativo: occorre quindi avvicinare sempre di più questi due ambiti, che operano su piani nettamente distinti, ma che hanno quale obiettivo comune quello di tutelare le libertà dei cittadini e garantire la sicurezza dello Stato.

Le lezioni del Master in Intelligence si  terranno anche domani,  sabato 19 gennaio 2019 – come di consueto nell’aula “Caldora” dell’Università della Calabria – e saranno incentrate sempre sui temi giuridici connessi alla disciplina. terranno lezione i prefetti Carlo Mosca, consigliere di Stato emerito e vice direttore vicario del Sisde dal 1992 al 1994, e Marco Valentini, direttore dell’Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari del Ministero dell’Interno.

Il polo di Rende (Cosenza) dell’Università della Calabria, sede del master e del corso di laurea in intelligence

 

Bookreporter Settembre

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