Primo Ministro ceco Babiš indagato per conflitto di interesse

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Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babiš, è da tempo al centro di uno scandalo ed accusato di corruzione. In particolare, si ritiene che abbia utilizzato dei fondi europei in modo illecito, favorendo il proprio conglomerato industriale Agrofert, attivo nel settore alimentare, chimico, dell’agricoltura e dei media. Le società del gruppo Agrofert, con un valore di 3,5 miliardi di dollari secondo una stima di Forbes, sono infatti tra i maggiori beneficiari di sussidi europei, sia per l’agricoltura che per i progetti di investimento, tra le numerose società ceche.

Babiš è stato eletto in Parlamento nel 2013 a seguito di una campagna elettorale anti-establishment e anticorruzione, nel 2017 è divenuto il primo ministro con l’affermazione dell’Azione dei Cittadini Insoddisfatti, il partito liberare e di centrodestra. La sua posizione politica ed istituzionale si affianca alla sua figura di imprenditore: Babiš risulta essere uno degli uomini più ricchi del paese, ed anche se una volta entrato in politica si è dimesso dal ruolo di CEO della società, per anni ne è rimasto il proprietario. Nel 2017, ha ceduto anche la sua proprietà ma trasferendola sempre in un fondo a lui collegato. Il conglomerato industriale è di fondamentale importanza per il Primo Ministro, in quanto ha il controllo anche su due grandi quotidiani cechi e una televisione. Già con questo quadro, la situazione risulta essere molto delicata. A complicare la questione vi sono state le accuse di conflitto di interesse verso Babiš per aver utilizzato dei fondi europei a scopi personali. Le prime indagini risalgono ad aprile 2018, quando la polizia ha iniziato ad indagare sull’utilizzo dei soldi per costruire un resort privato.

Dal momento delle indagini, diverse sono state le conseguenze: il ministro della Giustizia Knezinek si è dimesso nei giorni seguenti ed è subentrata Marie Benesova, politica molto vicina a Babiš ed al Presidente Zeman, che potrebbe in qualche modo rallentare le indagini della procura; nella Repubblica Ceca è scoppiata un’ondata di proteste e manifestazioni a partire dal mese di giugno e che si svolgono tutt’ora per incentivare le dimissioni del Primo Ministro; infine, come conseguenza forse più importante, vi sono le indagini svolte dalla Commissione Europea per verificare effettivamente le modalità di utilizzo dei fondi europei.

L’indagine dell’Unione Europea è stato uno dei fattori scatenanti che ha portato centinaia di migliaia di cechi a manifestazioni contro Babiš in primavera e in autunno quest’anno: le proteste possono considerarsi senza dubbio le più grandi dalla fine del dominio comunista 30 anni fa. Ciononostante, il partito ANO di Babiš rimane di gran lunga il gruppo politico ceco più popolare, e ciò è stato confermato anche nelle elezioni europee di maggio, nonostante lo scoppiare dello scandalo ad aprile.

Venerdì 30 novembre, la Commissione europea ha inviato l’ultimo rapporto alle autorità ceche a seguito delle indagini e delle audizioni. Secondo un importante giornale ceco, tale rapporto avrebbe confermato che il primo ministro ceco è in una posizione di conflitto di interessi a causa delle sue attività da imprenditore con l’uso di fondi europei. La relazione confermerebbe che Babiš ha mantenuto i legami con le sue precedenti imprese pur avendo influenzato le decisioni sui fondi e sui sussidi che la Repubblica Ceca ha ricevuto dall’Unione Europea. Se ciò venisse confermato a tutti gli effetti, il paese dovrebbe rimborsare i fondi europei, anche se il primo ministro ceco ha ribadito in un dibattito televisivo domenica scorsa di aver soddisfatto tutti gli obblighi legali.

“La Repubblica Ceca, che si è opposta fin dall’inizio, continuerà a opporvisi”, ha detto Babis a Radio Impuls, uno dei media di Agrofert, lunedì. Babis ha sottolineato che la relazione della Commissione europea è stata completata “solo pochi minuti prima” che ha preso il posto della nuova leadership europea.

Per il momento, la Commissione ha confermato di aver inviato i risultati delle indagini alle autorità ceche ma si tratta di documenti con il contenuto riservato, mentre un portavoce di Agrofert ha dichiarato che anche la società non ha informazioni sui risultati della verifica svolta.

Infine, il ministero delle finanze ceco ha spiegato che la relazione è in via preliminare e che i contenuti rimarranno confidenziali fino alla conclusione delle indagini. Le autorità ceche avranno due mesi per inviare la loro risposta e commenti sulla verifica, ha affermato il ministero.

 

Bookreporter Settembre

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