Il Premio speciale della giuria è stato assegnato a Gian Arturo Ferrari per la “Storia confidenziale dell’editoria italiana”, a cura di Marsilio.
È stata selezionata la cinquina finalista della XXII edizione del Premio Biella Letteratura e Industria: Francesco Casolo con “La salita dei giganti. La saga dei Menabrea” (Feltrinelli), Cristiano Ferrarese con “Quarantamila. I 35 giorni della città di Torino” (Scritturapura Casa editrice), Antonio Franchini con “Leggere possedere vendere bruciare” (Marsilio), Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (Minimum Fax), Luigi Garlando con “L’album dei sogni” (Mondadori).
Il Premio Biella Letteratura e Industria si configura come il primo riconoscimento in Italia dedicato a libri che indagano i rapporti tra due mondi apparentemente distanti, quello delle arti e quello dello sviluppo industriale.
Le cinque opere di narrativa sono state scelte dalla giuria presieduta dallo scrittore Pier Francesco Gasparetto e composta da Claudio Bermond (docente universitario), Paola Borgna (docente universitaria), Ida Bozzi (giornalista) Paolo Bricco (giornalista e saggista), Loredana Lipperini (scrittrice, giornalista e conduttrice radiofonica), Sergio Pent (scrittore), Alberto Sinigaglia (giornalista) e Tiziano Toracca (docente universitario).
La cinquina finalista è stata selezionata tra oltre quaranta opere. Il libro vincitore, che sarà proclamato il 25 novembre, avrà diritto ad un premio dal valore di 5mila euro. Mille euro saranno invece assegnati a ciascuno dei quattro finalisti.
Il presidente di giuria Francesco Gasparetto ha dichiarato: “Ottima tornata questa dell’edizione 2023 del Premio dedicato alla narrativa, dove le opere vincitrici presentano pluralità di voci e di narrazioni, diverse fra loro, ma con una nota in comune: affrontare con rigore di sguardo le complesse sfaccettature del mondo del lavoro e narrare la sfidante odissea del singolo nel mantenere saldo il volante della propria storia. Vi troviamo l’avventura di una giovane donna che superando scetticismi e ostacoli saprà guidare con successo la sua azienda, la saga famigliare di imprenditori che partiti dal nulla diverranno leader mondiali nel loro campo di produzione, le memorie di un operatore nell’editoria, l’esperienza lavorativa nei cantieri di una donna ingegnere e la cronaca romanzata di un evento destinato a cambiare il volto del movimento operaio in Italia”. Francesco Casolo con “La salita dei giganti. La saga dei Menabrea” (Feltrinelli), secondo la motivazione della giuria, “ha costruito un’appassionante saga familiare, epica e intima al tempo stesso, in cui le donne si ritagliano il proprio spazio nella storia con determinazione e coraggio”.
Cristiano Ferrarese con “Quarantamila. I 35 giorni della città di Torino” (ScritturaPura), intervistato da Alberto Sinigaglia, si è dedicato ad “un romanzo sulla marcia di quarantamila colletti bianchi contro i picchettaggi delle tute blu nell’autunno del 1980, un momento che cambiò per sempre il volto del movimento operaio in Italia”.
Antonio Franchini, autore di “Leggere possedere vendere bruciare” (Marsilio), racconta “quattro racconti sul mondo dei libri e dell’editoria, quattro azioni molto diverse che si possono fare con i libri, azioni che talvolta escludono le altre”.
Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (Minimum Fax) ha ideato “un apologo sulla vulnerabilità che si inserisce in un’ampia tradizione di letteratura sul lavoro, declinandola in maniera personale”.
Luigi Garlando con L’albero dei sogni” (Mondadori) descrive “una grande saga familiare, i Panini, la storia di una delle più affascinanti avventure imprenditoriali italiane, fatta di spirito d’iniziativa, fiuto per gli affari, passione, lavoro, inventiva”.
Gian Arturo Ferrari, per quasi vent’anni al vertice della divisione libri di Mondadori, ottiene il Premio speciale dalla giuria con “Storia confidenziale dell’editoria italiana”, edito Marsilio. “Storia confidenziale dell’editoria italiana” (Marsilio) di Gian Arturo Ferrari “è un testo che ci accompagna nelle avventure umane e culturali degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono”. Queste le parole della giuria, per motivare il Premio speciale.