Isis: nuove conquiste in Siria
La penetrazione dell’Isis continua a mietere terreno in Siria. Nell’est del paese, vicino a Deri Ezzor, l’attacco di qualche giorno fa ha prodotto, in base ai dati diffusi dall’agenzia ufficiale siriana Sana, circa 300 vittime fra donne, bambini e anziani.
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Una strage bollata come la più grave negli ultimi cinque anni di guerra civile. Il crudo bollettino di guerra riferisce di almeno 150 decapitati nei sobborghi controllati dal regime siriano a Dayr az Zor, Ayash and Begayliya. Nel corso dell’assedio a Deri Ezzor, oltre 400, fra donne e bambini, membri delle famiglie dei combattenti di Assad, sarebbero stati rapiti alla periferia settentrionale, nel quartiere di Al-Baghaliyeh. Circa 270 di loro sono stati rilasciati. Si tratta di donne, bambini e adolescenti fino ai 14 anni. Nel contempo, le forze contrarie allo Stato Islamico continuano ad attaccare.
A Raqqa, roccaforte del califfato sono stati uccisi, nel corso dei raid aerei organizzati da russi e americani – tramite la coalizione anti Isis – circa 40 civili, fra cui 8 bambini. I numeri sono stati diffusi dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani. Fra i fumi di questa carneficina si inserisce un dato: Isis ha dimezzato lo stipendio dei militari nella regione di Raqqa. I jihadisti parlano di «circostanze eccezionali» che assumono il volto degli effetti provocati dai bombardamenti aerei che hanno colpito impianti e colonne dei pozzi petroliferi e dal crollo del prezzo del greggio.
A questi elementi si aggiungono gli effetti provocati dalla controffensiva innescata contro il califfato. Nonostante questo però le posizioni Isis in Siria si sono allargate fino a cingere le cittadina di Deir Zour nel Nord del paese. La Turchia, paese Nato, nel frattempo continua a sponsorizzare il califfato acquistando il petrolio venduto dall’Isis e favorendo il passaggio verso la Siria dei foreign fighters.
L’atteggiamento ambiguo di Erdogan continua senza grossi ostacoli. Mentre Schengen crolla e l’America, lontana a sufficienza per riuscire ancora a selezionare gli ingressi, l’Europa continua a fare i conti con flussi migratori importanti ed assiste impotente al massacro dei cristiani falcidiati nelle parti controllate dall’Isis. Il dubbio resta lo stesso. E’ davvero così importante per la comunità internazionale riuscire a contrastare Isis?
Monia Savioli
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