Vax Day, l’Europa si vaccina contro il Covid-19 ma non senza polemiche
La diffusione del Covid-19 in Europa, sin dall’inizio, ha avuto come conseguenza principale la necessità di garantire quanto prima l’inizio delle vaccinazioni in Europa e nel mondo, così da garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. Dopo intensi mesi di studi e sperimentazioni, e dopo aver raggiunto le 16 milioni di persone contagiate, il 21 dicembre la Commissione europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino anti Covid-19 sviluppato da BioNTech e Pfizer, a seguito dell’approvazione dell’agenzia europea per i medicinali. Nell’ambito della strategia sui vaccini contro il coronavirus, la Commissione europea ha dato il via alla campagna di vaccinazione in Europa, iniziata nei giorni 27-28-29 dicembre 2020. Gli Stati membri hanno, dunque, attuato i piani nazionali di vaccinazione e dato inizio al Vax Day, ma non senza polemiche.
La strategia sui vaccini contro il Covid-19
La risposta più efficace contro la diffusione del Covid-19 è senz’altro lo sviluppo e la distribuzione di un vaccino: per questo, al centro della risposta europea alla pandemia, vi è proprio la strategia sui vaccini. La Commissione europea e gli Stati membri hanno concordato, sin da subito, un’azione congiunta a livello europeo in materia di vaccini, così da garantire un approccio centralizzato per l’approvvigionamento e lo sviluppo dei vaccini. In primo luogo, importanti finanziamenti sono stati fatti proprio a tale scopo; poi, la Commissione europea ha concluso accordi di acquisto preliminare con i produttori di vaccini per conto degli Stati membri, garantendo che tutti gli Stati membri dell’UE avrebbero avuto uguale accesso ai vaccini, con una distribuzione proporzionale alla popolazione. A tal fine, sono stati conclusi sei contratti di acquisto del vaccino con diversi produttori tra cui BioNTech-Pfizer, AstraZeneca, CureVac, Moderna e così via. A ottobre 2020 la Commissione europea ha invitato gli Stati membri a preparare le strategie nazionali di vaccinazione, così da farsi trovare pronti e preparati una volta avvenuta l’approvazione del vaccino, risalente a fine dicembre 2020.
L’autorizzazione del primo vaccino e l’inizio della campagna in Europa
Lo scorso 21 dicembre, la Commissione europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata – quando il beneficio della disponibilità immediata è superiore ai rischi connessi – per il vaccino anti Covid-19 sviluppato da BioNTech e Pfizer, divenuto il primo vaccino autorizzato in Europa. L’autorizzazione della Commissione europea è seguita all’approvazione del vaccino da parte dell’agenzia europea per i medicinali, che tuttavia ha richiesto alle aziende produttrici di fornire ulteriori dati su sicurezza ed efficacia quanto prima, e ha posto le basi per l’inizio della campagna vaccinale in UE.
La Commissione e l’azienda farmaceutica hanno iniziato a lavorare per consegnare le prime dosi il 26 dicembre, così da dare inizio alle giornate europee della vaccinazione previste per il 27, 28 e 29 dicembre. Le consegne poi proseguono fino alla fine di dicembre e avranno una cadenza settimanale costante nei mesi successivi. L’obiettivo è di completare la distribuzione di 200 milioni di dosi entro settembre 2021 e portare a termine così le vaccinazioni. Il 26 dicembre la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato l’avvenuta consegna del vaccino ai 27 paesi membri dell’UE, confermando l’inizio della campagna vaccinale per il 27 dicembre, il Vax Day. “Stiamo iniziando a voltare pagina in un anno difficile. Il vaccino è stato consegnato. La vaccinazione inizierà domani nell’Ue” ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, “Le Giornate europee della vaccinazione sono un toccante momento di unità. La vaccinazione è la chiave per uscire dalla pandemia”, ha poi aggiunto.
Se non sempre l’azione degli Stati membri dell’UE è stata contraddistinta dall’unità, questa volta non si può dire che non ci sia stata un’azione comune. Iniziare le vaccinazioni quasi tutti nello stesso giorno – Germania, Slovacchia e Ungheria hanno iniziato sabato 26 – è stato un importante gesto di unità e collaborazione. Il Commissario europeo agli affari economici Gentiloni lo considera “un giorno di speranza”, mentre per il Primo ministro italiano Conte si tratta di “un messaggio di fiducia che si irradia in Italia e in Europa”.
Le polemiche dietro il Vax Day
Tuttavia, anche in questo caso, non sono mancate differenze e polemiche. Ogni Paese ha fissato le proprie priorità nei piani di vaccinazione e, quasi in tutti i paesi, i primi a poter ricevere le dosi di vaccino sono operatori sanitari, anziani e persone malate. Se in Italia la prima dose di vaccino è stata somministrata ad un’infermiera ed in Francia ad un’anziana signora, in Grecia e in Repubblica Ceca sono stati i primi ministri ad iniziare e a farsi immortalare dalla stampa. Ad ogni modo, il vero elemento di discussione e polemica, in special modo in Italia, è stato il numero delle dosi ricevute da ogni Paese. La Germania, sede della BioNTech, ha avuto 151.125 dosi di vaccini, la Francia 19.500 dosi, mentre paesi come l’Italia, la Spagna, la Croazia, la Bulgaria e altri Stati membri hanno avuto 9.750 dosi. Queste polemiche sono state messe a tacere dal commissario italiano per l’emergenza Arcuri, il quale ha negato ogni forma di discriminazione nei confronti dell’Italia, sostenendo che “I contratti con le aziende produttrici dei vaccini sono stipulati direttamente dalla Commissione Europea per conto di tutti i Paesi membri e ogni Paese riceve la quota percentuale di dosi in proporzione alla popolazione”. Dunque, se molti Stati membri hanno ricevuto, per il momento, meno dosi di vaccino, con tutta probabilità ne riceveranno di più nel prossimo periodo. Un effettivo problema per la riuscita della campagna di vaccinazione, dunque, non è tanto il numero delle dosi ricevute, quanto il numero delle persone effettivamente disposte a farsi vaccinare: in molti paesi europei gran parte dei cittadini sono scettici sul vaccino e questo è un ostacolo importante per la validità della campagna europea.