GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Alessandro Conte - page 22

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L’Aquila, in “COMANDO E CONTROLLO” un modello emergenziale pronto a tutto

EUROPA di

Alberto Puliafito è un giornalista, un regista e un autore televisivo nel 2009 comincia la lavorazione del documentario “ Comando e controllo” che parla dell’emergenza de L’Aquila, del modello adottato nel momento della tragedia per intervenire nelle situazioni di grande emergenza ma soprattutto di cosa significa tutto questo.

Alle 3.32 del 6 aprile 2009 una scossa di magnitudo 6,3 scuote la città, la colpisce forte, come un maglio nella notte. Crollano le case, crolla la casa dello studente, il centro della città si accascia su se stesso, intanto a Roma qualcuno ride. Sono momenti di terrore nella notte, per chi riesce a scendere in strada senza indicazioni senza aiuto.

Alberto Puliafito arriva a L’Aquila come tanti giornalisti e comincia a seguire l’evolversi dell’emergenza,a studiare cosa viene messo in campo, come e in che tempi, parla con gli aquilani, con le istituzioni, con i testimoni e con il tempo riesce a dipingere un quadro, un immagine di cosa sta succedendo.

L’opera di Puliafito riesce ad entrare nel vivo della questione, tra le macerie materiali e immateriali della città rinfaccia un filo conduttore, una regia di tutta l’operazione di soccorso riuscendo ad intravedere quello che realmente viene messo in atto in quei giorni.

Per approfondire quanto da lui descritto nella sua opera lo abbiamo intervistato e chiesto di spiegarci cosa aveva visto tra quelle macerie immediatamente dopo la tragedia, nel video la nostra intervista.

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A sette anni dal sisma la città non è ancora risorta come dichiaravano a pochi mesi dalla catastrofe le istituzioni, il tessuto sociale aquilano fondato sul nucleo familiare sembrava totalmente spezzato.

I cittadini sono ancora sotto shock, traumatizzati, incapaci di riprendersi la città, i legami familiari spezzati dalla scossa delle 3.32 di quella notte di aprile, trecento nove vittime , milleseicento feriti su una popolazione di 35.000 abitanti, ma quella notte qualcuno rideva, già sapeva del modello emergenza che si andava ad attuare, non lo sapevano gli abitanti però, per i quali non era stato previsto nessun piano di emergenza o evacuazione.

 

 

Iraq, concluso addestramento polizia iraqena

Asia/Difesa di

Sono oltre 800 gli appartenenti alle forze di polizia iraqena che gli istruttori della task force carabinieri  hanno addestrato e formato  per circa due mesi a baghdad e che ieri hanno completato il loro ciclo addetrativo.

Presso la base camp dublin a baghdad, circa 800 poliziotti 550 hanno preso parte alla cerimonia di chiusura (graduation ceremony) del 4° corso “law and order”

Nel 2015 sono stati circa 3000 gli agenti di polizia addestrati dai 90 uomini della Task Force italiana frequentando corsi basici e specialistici che hanno compreso la tutela del patrimonio culturale, corsi di anti-terrorismo e di contrasto alla criminalità organizzata.

Il Comandante Generale della Federal Police ha avuto parole di elogio per l’impegno dell’Italia in Iraq e di apprezzamento per la professionalità dell’Arma dei Carabinieri nella preparazione dei polizotti iracheni, appartenenti a tutte le etnie, destinati ad operare nei territori liberati dal controllo di Daesh. Il dott. Mura ha sottolineato gli ottimi risultati raggiunti dai corsisti ed il delicato ruolo che avranno nella controllo del territorio del Paese una volta ritornati ai reparti di appartenenza.

L’evento ha visto la pa partecipazione di autorità civili e militari, irachene ed internazionali, tra le quali il Comandante Generale della Federal Police, Gen. C.A. Mohamed Raed ed i Direttori dei Training Department della Federal Police, Gen. B. Modafar e del Ministero dell’Interno, Gen.D. Abdulkareem Hatim.  il Primo Consigliere dell’Ambasciata Italiana in Iraq, dott. Patrick Mura Erano.

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Missione UNIFIL, in Libano prosegue l’impegno italiano – VIDEO

Difesa/Video di

La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. L’obiettivo della missione è assistere il Governo libanese ad esercitare la propria sovranità sul Libano ed a garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele. UNIFIL sostiene, inoltre, le forze armate libanesi nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area allo scopo di prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni all’interno delle quali possa essere ritrovata una pace duratura. Alla missione UNIFIL partecipano oltre 10.000 soldati provenienti dai seguenti Paesi: Armenia, Austria, Bangladesh, Bielorussia, Belgio, Brasile, Brunei, Cambogia, Cina, Croazia, Cipro, El Salvador, Francia, Finlandia, Repubblica di Macedonia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, India, Indonesia, Italia, Irlanda, Kenia, Malesia, Nepal, Nigeria, Qatar, Korea, Serbia, Sierra Leone, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Tanzania e Turchia.

Un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar’it, da parte di elementi Hezbollah, uccide otto soldati israeliani mentre altri sei vengono feriti e due catturati. Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele inizia una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati; in conseguenza di ciò, le milizie di Hezbollah conducono attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele.

L’escalation delle ostilità porta le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah. Le ostilità continuarono per 34 giorni durante i quali viene svolta una intensa attività diplomatica internazionale tesa al conseguimento di una tregua/cessate il fuoco per la successiva creazione di stabili condizioni di pace, che culmina con la Risoluzione n. 1701 dell’11 agosto 2006. Tale risoluzione sancisce la cessazione delle ostilità a partire dal 14 agosto 2006.

Dall’inizio del cessate il fuoco, le IDF continuano ad occupare larghi tratti dell’Area di Operazioni (AO) di UNIFIL mentre gli Hezbollah e gli elementi armati rimangono nel Sud del Libano. Durante i giorni di conflitto, inoltre, i contingenti di UNIFIL di India e Ghana continuano ad occupare le proprie postazioni nella AO mentre, dal 24 luglio 2006, i 4 posti di osservazione vengono abbandonati dagli osservatori ONU.

Il 2 febbraio 2007, il Generale di Divisione italiano Claudio Graziano, dando il cambio al Generale di Divisione francese Alain Pellegrinì, assume il Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL) e al quale successivamente succede, da gennaio del 2012 fino al luglio 2014, il Generale di Divisione Paolo Serra. Dal 24 luglio scorso il Generale di Divisione Luciano Portolano è al Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL).

Gli obiettivi,

Gli obiettivi principali della missione ONU sono quelli di monitorare le attività delle due fazioni lungo la linea di demarcazione denominata BLU LINE, impedire il movimento di persone e armi nel territorio di competenze e di perseguire un clima di tranquillità e sicurezza nell’area di competenza tesa a raggiungere una pace stabile.

L’ambiente in cui si sviluppa l’operazione è sicuramente unico. La missione Leonte (denominazione italiana dell’Operazione), innestata sulla preesistente struttura di UNIFIL3 , nasce dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite. Tale documento, nella fase centrale dell’operazione, assegna al Contingente multinazionale il compito di impedire la ripresa delle ostilità tra il Libano e Israele e supportare le Forze Armate libanesi nella loro azione di controllo del territorio sino alla completa autonomia operativa. I principi contenuti nella risoluzione e le direttive emanate dal comando UNIFIL4 stabiliscono inequivocabilmente il modus operandi delle unità militari sul terreno: l’uso della forza è autorizzato solo al fine di difendere la vita umana e assicurare il rispetto del mandato ONU. I soldati di UNIFIL sorvegliano costantemente tutta l’area di operazioni che si estende dal Fiume Litani sino alla Blue Line, linea di demarcazione tra lo stato del Libano e quello di Israele e la cooperazione con le Forze Armate libanesi diviene lo strumento fondamentale per assicurare a Sud il rispetto della Blue Line da parte dei due paesi confinanti e a Nord per evitare l’infiltrazione di armi illegali nell’area di responsabilità attraverso il Fiume Litani.

Nella area di competenza, oltre le truppe ONU, sono presente i contingenti dell’esercito libanese ai quali viene richiesta una attività di supporto per finalizzare eventuali controlli su persone e mezzi, attività che non rientra nel mandato dell’ONU ma che si rende necessaria per mantenere il controllo degli armamenti nella zona.

Sono molte le pattuglie e i posti di osservazione che vengono messi in campo ogni giorno in particolare dal contingente italiano, una attività continua che rende quanto mai visibile il controllo del territorio da parte dell’ONU e delle LAF ( Lebanese Armed Force).

Nella nuova configurazione, successiva alla risoluzione UNSC 1701 del 11 agosto 2006, l’area di operazioni di UNIFIL è stata ingrandita (includendo l’area di Tiro) e suddivisa in due settori a livello Brigata il Sector East e il Sector West.

Il nostro reportage è stato realizzato durante la permanenza in teatro della Brigata Taurinense che aveva alle sue dipendenze il 1° rgt Nizza Cavalleria schierato insieme al 9 Btg Alpini.

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Le attività di Peacekeeping

La fondamentale attività di monitoraggio dell’area operativa è resa possibile da una fitta attività di pattugliamento che coinvolge il personale e i mezzi della missione ininterrottamente giorno e notte. Le pattuglie muovono dalla base di Shama pr controllare tutte le vie di transito e i villaggi più importanti, con mezzi Lince di ultima generazione sono ben visibile per il loro colore bianco e per le bandiere ONU che sono sistemate su tutti i mezzi. La popolazione civile accoglie con benevolenza la presenza dei soldati in missione, riconoscendo la loro funzione di portatori di pace.

I Lince si muovono in coppia percorrendo le strette strade dei villaggi o le strade bianche delle campagne coltivate a banani con il compito di intercettare qualsiasi movimento sospetto.

Ogni movimento dura circa Quattro ore durante le quali si devono operare dei posti fissi di osservazione, i mezzi si fermano e il personale osserva con attenzione il territorio circostante che sia in aperta campagna di notte o una strada trafficata di giorno.

Una accurata pianificazione e una strategia di movimento specifica mettono in grande difficoltà chiunque voglia mettere in atto un azione contro le truppe ONU o più in generale contro la stabilità del sud del Libano

La missione Leonte dal 2007 ha adottato nuove direttive per il comportamento sul campo considerando che ogni più piccola azione di ogni capopattuglia sul territorio poteva potenzialmente influire sullo stato globale della missione.

In questo contesto è stato deciso di emanare una serie di procedure che mettono ogni capo pattuglia nelle condizioni di valutare la reazione corretta ad ogni tipo di incidente, lancio di sassi, sorveglianza sospetta verso le truppe UNIFIL, richiesta di aiuto da parte di civili, presenza di armi illegali, attacco verso pattuglie del Contingente.

Le attività sul territorio vengono svolte in stretta sinergia con le Forze Armate Libanesi e le autorità locali elevando in maniera decisiva le capacità di risoluzione delle eventuali crisi .

In questo teatro operativo il potenziale strategico – mediatico di ogni azione pone ogni singolo operatore a dover valutare con molta attenzione ogni reazione e come si è visto anche in questa ultima missione Leonte a volte non reagire è la migliore reazione.

 

 

Il Ministro della Difesa italiano Pinotti vola a Mosul

Asia/Difesa di

In vista del nuovo impegno in Iraq pianificato per proteggere le operazioni di messa in sicurezza dell’imponente diga di Mosul il Ministro Pinotti si reca in visita alle forze italiane di che operano a Erbil.

Le forze presenti nella città appartengono al 5° Reggimento Aviazione “Rigel” e al 7° “Vega” della Brigata aeromobile “Friuli” dell’Esercito italiano, appoggiati dal reggimento di fanteria aviotrasportata del 66° “Trieste“.

Il loro compito è quello di fornire CSAR, Combat search and rescue, ossia operazioni di recupero, ricerca e salvataggio in ambienti ostili.

A questi verranno affiancate nuovi elementi che avranno il compito di garantire la sicurezza degli operatori civili della società TEVI che si occuperà dei lavori alla diga.

04022018-4ebd-4632-854d-cf330aef75c706MediumLa diga si trova a circa 20 chilometri da Mosul e l’area al momento è interessata da combattimenti tra le forse del governo Irakeno e i terroristi del Daesh che hanno avuto il controllo della zona fino a pochi mesi fa.

Durante la visita il Ministro Pinotti ai militari presenti a Erbil ha confermato il forte apprezzamento per il oro lavoro “La missione che state svolgendo con grande competenza, professionalità e umanità – ha detto durante il suo discorso – è fondamentale per la sicurezza dell’Iraq e del nostro Paese. Sconfiggere il terrorismo deve essere un obiettivo prioritario della comunità internazionale. Grazie perché con il vostro lavoro tenete alto l’onore dell’Italia”.

Con l’invio dei nuovi 500 elementi delle Forze Armate l’Italia diventa il secondo Paese più importante nella coalizione anti Isis. Un impegno che nasce dalla ferma volontà di contrastare l’attività dei terroristi.

Croce Rossa Militare, lettera aperta alle istituzioni

Difesa di

Prosegue il percorso di smilitarizzazione del corpo militare della Croce Rossa, uomini e donne di un corpo volontario che dalle prime fasi dell’unità nazionale è stato impegnato su tutti i fronti al servizio della nazione.

Il provvedimento di smilitarizzazione nasce dal governo Monti che con il D.lgs n.178 del 2012 ha gettato le basi per una completa riorganizzazione della Croce Rossa Italiana. Il decreto prevede la trasformazione e la soppressione dell’Ente pubblico che verrà sostituito da una società privata alla quale verranno conferiti tutti i beni strumentali dell’attuale ente.

La sorte dei circa 4.000 dipendenti della Croce Rossa Italiana, di cui 1.200 militari, è assolutamente incerta come del resto quella di tutto il patrimonio dell’ente in termini di esperienza, professionalità e capacità operativa che solo un ente di ispirazione militare può dare.

Per questo in attesa che si riesca a fare luce sul futuro del personale della Croce Rossa Militare pubblichiamo una lettera aperta inviata da uno dei 1.200 militari in servizio di assistenza medica sulle imbarcazioni che soccorrono i migranti in fuga dalle coste africane.

lettera di un soldato cri

 

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UNIFIL Libano, cambio di comando per la missione italiana

Difesa/Medio oriente – Africa di

La Brigata Sassari subentra alla Brigata Taurinense nell’Operazione Leonte al confine sud del paese.

I compiti della missione e le regole di ingaggio non cambiano ma proseguono con lo stesso livello di professionalità e impegno profuso negli anni dai contingenti italiani nell’ambito della missione ONU denominata UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon).

20160418 ToA JTFL Sector West-269Al comando della Brigata Sassari il Generale di Brigata Arturo Nitti che subentra al Generale Franco Federici comandante della Brigata Taurinense.

Anche se la Brigata “Sassari” è alla sua prima missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite ha una grande esperienza sul campo, presente negli anni sui diversi scenari operativi internazionali ha accumulato una grande esperienza operativa che sarà utile in un contesto come quello libanese che vive da anni una situazione di tregua con il vicino Israele ma che necessità di un altissimo livello di professionalità e attenzione per non far infiammare nuovamente il conflitto.

La situazione internazionale non aiuta il mantenimento della stabilità, il Libano soffre al nord di infiltrazioni da parte dell’ISIS, come dimostrano i recenti arresti da parte delle autorità nazionali, oltre alla crisi umanitaria provocata dal sempre crescente numero di profughi siriani ospitati anche nei campi profughi presenti nella zona di competenza della missione UNIFIL.

Durante la cerimonia di cambio di comando il Generale Portolano, Capo missione e comandante delle forze UNIFIL ha indicato come fondamentale il ruolo degli italiano come ambasciatori di pace e sottolinea come la missione conclusa dalla “Taurinense” sia stata “caratterizzata dalla condivisione di un progetto comune realizzato attraverso il dialogo con la popolazione e le sue istituzioni e” continua il Generale “come Il consenso sia stato alla base di ogni attività condotta dagli alpini del contingente italiano grazie ai quali è stata incrementata l’efficacia delle attività operative per il mantenimento della stabilità dell’area e la fiducia della popolazione libanese nei confronti di Unifil. “

IMG_9791L’attività di peacekeeping nella missione Leonte è il pilastro fondamentale della missione, la raccolta di consenso da aprte della popolazione permette una operatività sul territorio fondamentale per il mantenimento della pace.

La missione LEONTE è caratterizzata da un mix di attività cinetiche come il pattugliamento del territorio e il controllo di mezzi e persone con l’obiettivo di impedire il movimento di armi e incidenti lungo la Blue Line.

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LA MEZZALUNA DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DAL CAUCASO ALLA LIBIA

Video di

CONVEGNO DEL CENTRO STUDI ROMA3000

Sono intervenuti al convegno che si è tenuto il 14 aprile 2016 a Roma presso l’Hotel Nazionale il professor Germano Dottori, direttore del Master in “Geopolitica e sicurezza ” dell’Universita LUISS “Guido Carli di Roma, l’Avvocato Alessandro Forlani che è stato parlamentare e membro della commissione esteri della Camera dei deputati, il Dottor Andrew Spannaus, direttore della testata digitale “Transatlantico.info” ed esperto di geopolitica e economia internazionale,il dottor Paolo di Giannantonio giornalista e conduttore RAI oltre ad essere un orientalista esperto.

 

Il convegno ha analizzato il fenomeno dell’Isis, inteso come offensiva militare e terroristica, con la prospettiva della ricostituzione del Califfato in un’area del mondo che potrebbe coincidere con quella in cui si registrano presenze islamiche, o con quella che è stata oggetto delle conquiste arabe e poi turche nel Medio Evo.  Sono stati discussi i ruoli delle potenze internazionali nel quadrante con riferimento alla politica estera USA e Russa.

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LA MEZZALUNA DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DAL CAUCASO ALLA LIBIA

Video di

DIRETTA STREAMING DEL CONVEGNO

LA MEZZALUNA DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO DAL CAUCASO ALLA LIBIA
L’OFFENSIVA DEL DAESH AI CONFINI D’EUROPA –ROMA 14 APRILE 2016 – 0RE 17.30

Il convegno si propone un’analisi del fenomeno dell’Isis, inteso come offensiva militare e terroristica, con la prospettiva della ricostituzione del Califfato in un’area del mondo che potrebbe coincidere con quella in cui si registrano presenze islamiche, o con quella che è stata oggetto delle conquiste arabe e poi turche nel Medio Evo.

Quindi si tenterà un approfondimento delle radici del fenomeno Isis, delle condizioni che ne hanno favorito la formazione e delle motivazioni dei suoi promotori e militanti.   Si cercherà di cogliere, inoltre, il potenziale di destabilizzazione politica della sua azione militare e propagandistica e gli effetti già raggiunti in Siria, Iraq e Libia, sul punto di essere ridotti al rango dei cosiddetti “stati falliti”.

L’intento dell’incontro-dibattito sarà soprattutto  quello di individuare le possibili soluzioni al conflitto siriano, che, oltre a provocare innumerevoli vittime, sta espellendo porzioni sempre più ampie della sua  popolazione fuori dai territori del Paese, costringendoli a migrazioni di massa in condizioni disumane.

 

[youtube]https://youtu.be/Y_EPwyqK-Fs[/youtube]

 

Syria: Islamic State Attacks Kurdish Town Near Turkish Border

BreakingNews @en di

Islamic State militants launched an assault on the town of Tel Abyad, which is controlled by the Kurdish People’s Protection Units, near Syria’s border with Turkey on Feb. 27, Turkish security sources said, Reuters reported. The militant group also attacked the nearby town of Suluk. U.S.-led coalition aircraft carried out 10 airstrikes to try to repel the assault. At least 45 Islamic State militants and 20 Kurdish militia fighters had been killed. The attack was launched hours after a cessation of hostilities came into effect in Syria under a U.S.-Russian plan, though the temporary truce does not apply to Islamic State and al Qaeda affiliate Jabhat al-Nusra. The truce appeared largely to be holding across much of Syria, though government forces will still try to gain ground while rebels defend their positions.

Search and Rescue gli angeli del soccorso aereo

Difesa/Video di

Search and rescue, quando sei in difficoltà tra le montagne, durante un alluvione o in mare ti raggiungono con ogni condizione metereologica e ti portano in salvo. Vi raccontiamo dall’interno con ragazzi dell’85° centro SAR del 15° stormo dell’Aeronautica Militare Italiana.

Insieme al comandante dell’85° Centro SAR Maggiore Federico Bellicano seguiamo una delle tante esercitazioni chegli equipaggi conducono costantemente e che permettono di mantenere la capacità operativa a livelli altissimi.

Vediamo insieme di cosa si tratta nel video.

[youtube]https://youtu.be/G1XMUxlGCNQ[/youtube]

Alessandro Conte
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