Crisi ucraina: le ultime dal fronte

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Il Donbass sarà la parte di territorio ucraino dove si svolgeranno, presumibilmente, le ultime e più importanti battaglie del conflitto. Ancora una volta, come nel 2014, la presa o la resistenza di Mariupol sarà decisiva. Intanto gli ucraini ne smentiscono la presunta conquista del porto da parte dell’esercito russo. Tuttavia, questa volta la città sembra molto vicina alla capitolazione e i civili fuggono.

Oltre a Mariupol sono sotto attacco anche Kharkiv, Izium e Dnipro.

Stando all’Institute for the Study of War una battaglia importantissima per il futuro prossimo della guerra avrà luogo a Slovyansk. Sempre secondo il centro di ricerca: “Se le truppe che avanzano da Izium sono in grado di prendere la città, potrebbero scegliere di avanzare a est verso Severodonetsk per circondare un gruppo relativamente piccolo di forze ucraine, o dirigersi più a sud per circondare un contingente ucraino più grande”. Poi gli studiosi di affari militari aggiungono che questo nuovo fronte potrebbe anche non essere così favorevole ai russi in quanto sembra che le forze ucraine siano ben attrezzate per fronteggiare la “nuova invasione”. Di fatti, è dal 2014 che da Kiev stanno pianificando la difesa del territorio fortificando le città. Secondo i filorussi, ad esempio, la resistenza ucraina starebbe facendo saltare dighe per allagare le zone occupate dall’esercito di Mosca.

Anche il Presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito la centralità strategica di Mariupol affermando che qualora cadesse il Cremlino avrebbe altre truppe da aggiungere all’offensiva nel Dobass. Ma per quanto concerne il presente il vicesindaco della città ha dichiarato: “I russi hanno occupato temporaneamente parte della città. I soldati ucraini continuano a difendere le parti centrali e meridionali della città, così come le aree industriali”. La situazione, quindi, non sembra delle migliori.

Dunque, all’interno di una situazione dove si continua a parlare di battaglie decisive, risulta evidente come la possibilità di un compromesso tra le parti sia ancora molto lontana. L’impressione, infatti, è che Putin non si siederà ad alcun tavolo prima di aver conquistato il Donbass e averlo collegato con la Crimea. Anche se qualora lo Zar del XXI secolo raggiungesse questo suo obiettivo e accettasse un compromesso col nemico si tratterebbe, molto probabilmente, non della fine del conflitto ma di un congelamento temporaneo della guerra. Magari in attesa di attendere tempi migliori per cercare di collegare i territori della Transnistria ai nuovi possedimenti ottenuti.

Zelenky, invece, forte degli aiuti militari europei e statunitensi sa che potrebbe non solo difendersi ma addirittura sconfiggere i russi sul campo. E se Kiev dovesse cacciare i russi dal Donbass Putin si potrebbe trovare costretto a dover rinunciare anche alla Crimea.

Ad ogni modo, dati gli sviluppi attuali una trattativa sembra un’ipotesi ancora molto remota. A confermare questa idea sono state anche le parole di ieri del Cancelliere austriaco, Karl Nehammer, in visita a Mosca che ha detto: “Non è stato un incontro amichevole” e che ha poi aggiunto che momentaneamente il Cremlino non vuol sentire parlare di compromessi.

Bookreporter Settembre

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