Crisi ucraina: tensione nel Donbass

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Giornata di grande tensione in Donbass dove la situazione si fa sempre più problematica a causa delle accuse reciproche tra separatisti e ucraini per via di un bombardamento e di spari registrati nella regione. Questi avvenimenti hanno infiammato, ovviamente, entrambe le parti.

Nel frattempo il Cremlino sostiene che il ritiro delle sue truppe dalla Crimea sta continuando. Sulla faccenda la Nato rimane scettica.

Ieri l’Unione Europea si è radunata in un consiglio straordinario mentre è di oggi la conferenza sulla sicurezza di Monaco. Ieri Mosca ha visto anche la presenza del ministro degli esteri, Luigi Di Maio.

Le autorità di Kiev hanno dichiarato che i ribelli indipendentisti hanno bombardo un asilo presso la città di Lugansk la scorsa notte. Due insegnanti sarebbero rimaste ferite durante l’attacco. Sul luogo si è subito recato il Presidente ucraino per valutare il livello di sicurezza lungo il confine con le autoproclamate repubbliche autonome.

Stando alla Nato il bombardamento è stata una provocazione che la Russia userà il prima possibile per attaccare militarmente la regione.

Anche il Cremlino si è mostrato profondamente preoccupato per la situazione dichiarando di sperare che l’occidente usi la sua influenza per sedere le violenze che si stanno verificando nella zona, accusando, a sua volta, Kiev di essere stata l’artefice degli attacchi. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov ha tuonato che da tempo vi è “un’eccessiva concentrazione delle forze armate ucraine” lungo la linea di confine con le repubbliche separatiste.

Sembra che oramai si sia entrati in un circolo vizioso di accuse reciproche dal quale non si vede alcuna via di uscita.

Si registra anche una spaccatura all’interno della fazione “anti-russa”. Il presidente ucraino Zelensky ha aperto a qualsiasi tipo di negoziato con Mosca pur di mettere la parola fine alle tensioni ed ha ribadito a Washington che in caso di attacco Kiev non vorrà ricorrere a un suo supporto militare.

Intanto, si sta continuando sempre di più a cercare di porre rimedio alla questione usando l’arma della diplomazia. Ieri, dopo aver incontrato Luigi Di Maio, il ministro degli affari esteri russo Lavrov, ha dichiarato: “presenteremo una risposta agli Usa e sarà pubblica e accessibile perché crediamo sia assolutamente indispensabile che tutti debbano avere un’idea precisa di quanto sta accadendo altrimenti l’opinione pubblica dovrà piegarsi alle menzogne che fino ad adesso hanno occupato lo spazio mediatico sulla situazione relativa all’Ucraina”.

Di rilievo anche la telefonata tra la Presidentessa Ursula Von Der Leyen e il segretario generale della Nato, Jens Stolemberg come quella tra il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Da entrambi i contatti telefonici si è ribadita la possibilità di un attacco militare russo.

Dunque, all’interno di questo contesto il raggiungimento di un compromesso risulta veramente difficile considerato anche il fatto che proprio oggi Zalensky ha detto che l’Ucraina non ha abbondonato l’idea di un’adesione all’Alleanza Atlantica.

 

 

Bookreporter Settembre

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