Siamo quel che mangiamo? Per certo il regime alimentare che conduciamo ha un peso determinante sulla nostra salute. E questo vale anche nel caso dell’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo, al punto che, per esempio, si è visto che per tutti i malati di Covid finiti in terapia intensiva il grasso viscerale ha costituito un fattore più determinante dell’età e delle precedenti patologie respiratorie. A rivelarlo è Giovanni Spera, già Ordinario di Medicina interna e Presidente del Comitato etico dell’Università Sapienza di Roma, Presidente Eletto della Società Iitaliana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA). Il 25 settembre dalle 10 alle 12, il Professore coordinerà la tavola rotonda “Alimentazione e Nutrizione ai tempi del Covid”.
Professore, quanto incide ciò che mangiamo sulla nostra salute?
Ciò che mangiamo incide enormemente sulla nostra salute. È evidente che il modo di reagire alle malattie dell’organismo è legato al funzionamento degli organi e degli apparati, che a sua volta dipende dal carburante, ovvero dal cibo che si introduce. Si tratta di un assioma incontestabile dai tempi di Ippocrate e anche oggi che la medicina ha fatto tanti progressi, resta il fatto che se la benzina è buona è buona ed è fondamentale per far funzionare la macchina. Un organismo ipernutrito o denutrito reagisce male alle emergenze: l’alimentazione corretta ha a che fare con la prevenzione primaria, per esempio la dieta mediterranea ci difende dai tumori, dalle malattie metaboliche e cardiocircolatorie. Ma oggi addirittura si sa che l’alimentazione può essere anche una medicina in sé, un’arma potente per trattare molte malattie, persino gravi, come i tumori. Se un malato grave non mangia, la sua situazione precipita, mentre un’alimentazione ottimale può aiutare molto qualsiasi tipo di battaglia medica.
L’alimentazione gioca un ruolo strategico anche nell’emergenza Covid?
Sì, esiste una relazione anche tra alimentazione e Covid. Per esempio, si è scoperto che la carenza della vitamina D espone a un maggior rischio di contrarre il virus. E per tutti i malati di Covid finiti in terapia intensiva il grasso viscerale ha costituito un fattore più determinante dell’età e delle precedenti patologie respiratorie. Una ottimale salute del microbiota intestinale – il cui equilibrio consente un corretto stato dell’organismo e del sistema immunitario – è una tutela, mentre una situazione di sovrappeso, che determina uno stato di infiammazione cronica, espone a maggiori rischi: è più facile lo scatenarsi di una tempesta citochinica in chi è già portatore di una flogosi sistemica, come chi ha grasso addominale in eccesso.
Nel corso della manifestazione ci sarà anche un webinar – promosso dal professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova – in cui si farà un focus sulla dieta chetogenica come strumento che può aiutare ad affrontare patologie importanti quali il diabete o l’obesità e addirittura funzionare come un potente antinfiammatorio, capace di disinnescare l’infiammazione quale stato parafisiologico metabolico.
I mesi di lockdown da Covid hanno cambiato i comportamenti alimentari degli italiani?
Sicuramente la clausura in casa per mesi ha modificato le nostre abitudini, ma senza un trend univoco. C’è chi ha approfittato dei ritmi più lenti per resettare i propri comportamenti alimentari, migliorando la dieta, c’è chi ha sfogato nel cibo lo stress causato dalla situazione. Paradossalmente, una quota di pazienti che già soffriva di un disturbo alimentare anche grave, come anoressia o bulimia, si è trovato confortato dallo stato emergenziale generalizzato, che gli ha evidentemente fatto percepire come meno drammatica la propria situazione personale.
Viviamo in un’epoca in cui impazza la moda delle diete: come riconoscere quelle serie?
È pieno di ciarlatani furbi, capaci di suggestionare il grande pubblico con una base di verosimiglianza ben orchestrata. Per evitare di cadere in queste reti, bisogna avere la forza e l’umiltà di evitare il fai da te, indirizzarsi ai veri esperti, diffidare di chi si inventa associazioni e società fittizie, controllare sempre fonti e riferimenti, stare attenti a coloro che sostengono di aver scoperto soluzioni mirabolanti in contraddizione con le evidenze scientifiche.
Le verità, per quanto riguarda la salute, sono scritte nelle pubblicazioni scientifiche verificabili, non nei libri di successo dal contenuto tanto suggestivo quanto incontrollabile.