Repubblica Ceca, estensione dello Stato di emergenza e dei programmi di supporto

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Con il prolungarsi dell’emergenza da Covid-19 in Repubblica Ceca, è stato necessario estendere di nuovo lo stato di emergenza, inizialmente previsto fino all’11 aprile e poi prorogato per la prima volta al 30 aprile. Il governo di Praga ha richiesto una seconda proroga, al fine di proseguire con la gestione dell’emergenza nell’interesse di tutto il paese e continuare a poter emanare programmi di aiuti, come il “Job Support Programme”. Anche questa volta, non sono mancati dibattiti e scontri tra diverse visioni: Babiš ha proposto una proroga di un mese, fino al 25 maggio; il parlamento ha approvato invece lo stato di emergenza fino al 17 maggio.

La proroga dello stato di emergenza

Lo scorso 24 aprile, il governo ha deciso di presentare una richiesta di proroga dello stato di emergenza in vista della scadenza del 30 aprile, anche a seguito di una sentenza del tribunale municipale di Praga del 23 aprile, che annulla le principali misure anti-epidemiologiche annunciate sulla base della legge sulla protezione della salute pubblica. Affinché il governo mantenga il controllo sullo sviluppo dell’epidemia nelle prossime settimane, deve procedere in conformità con la Crisis Act, che, tuttavia, può essere applicato solo durante uno stato di emergenza. Il primo ministro Babiš, in una riunione di emergenza con i membri del governo, ha elogiato il comportamento dei cittadini cechi durante tutto questo periodo e, in particolar modo, nelle vacanze pasquali. Anzi, fa leva proprio sul buon comportamento dei cittadini per allentare rapidamente le misure annunciate. Tuttavia, non si può ancora dire di aver superato la crisi ed è dunque importante mantenere in vigore parte delle misure prese finora.

Dopo un lungo dibattito in Parlamento, il 28 aprile la Camera dei deputati ha deciso di estendere lo stato di emergenza non fino al 25 ma fino al 17 maggio: la maggior parte dell’opposizione ha rifiutato di prolungare lo stato di emergenza, accusando il gabinetto del primo ministro di agire in modo illegale ed anche caotico, imponendo misure ed allentando restrizioni senza un chiaro ordine. Babiš, per tutta risposta, proporrà nei prossimi giorni un emendamento alla legge sulla protezione della salute pubblica che consentirà di mantenere le misure restrittive sulla base di una decisione del ministero della sanità, anche senza un attivo stato di emergenza.

Programma di supporto al lavoro, ospedali e agenti

Il 27 aprile, il governo ha esteso il programma di supporto al lavoro: i datori di lavoro che hanno dovuto sospendere o limitare le attività a causa dell’epidemia di coronavirus saranno in grado di ottenere rimborsi di pagamento salariale dallo Stato per il periodo che va dal 12 marzo fino alla fine di maggio. Il cosiddetto “programma antivirus” riconosce i costi sostenuti dai datori di lavoro per gli stipendi dei dipendenti, compresi i contributi obbligatori per il periodo in cui non hanno potuto lavorare o in cui sono state limitate le attività dalle misure previste dal governo. Questo strumento è stato approvato il 31 marzo con validità fino al 30 aprile; in vista della sua scadenza, è stato prorogato fino al 31 maggio, giorno fino al quale continueranno le concessioni di aiuti per molte aziende. Sarà compito dei vari datori di lavoro richiedere un rimborso di stipendi per i dipendenti. Il 7% dei lavoratori cechi ha perso il proprio lavoro a causa dell’epidemia da coronavirus, quindi al momento sembra essere fondamentale un programma di supporto come quello approvato.

Il governo ha inoltre approvato la proposta del ministero della Sanità di cancellare i debiti degli ospedali statali, dal momento che queste istituzioni hanno da tempo avuto problemi a pagare i loro debiti e stanno vivendo un inasprimento maggiore della loro situazione economica. Il governo dedicherà circa 6,6 miliardi di corone ceche dalle riserve di bilancio a loro favore. Inoltre, è stato previsto anche un aumento dei finanziamenti per gli stipendi dei soldati professionisti, dei funzionari doganali e degli agenti di polizia impegnati a gestire l’epidemia di coronavirus nel paese.

Ripartire: la riapertura dei confini

Il Paese sta pian piano riaprendo per tornare alla normalità e già dal 25 maggio potranno riaprire ristoranti e pub. Sarà comunque obbligatorio indossare la mascherina almeno fino alla fine di giugno e vi saranno delle maggiori attenzioni per quanto riguarda il numero di tavoli previsti e di persone ammesse ai locali. Rimangono i divieti per gli eventi pubblici, sportivi e non solo, viste le condizioni di svolgimento che li caratterizza, con un’elevata quantità di persone e senza possibilità di mantenere le distanze.

Un importante cambio di rotta si è visto con la riapertura dei confini: la Repubblica Ceca è stato uno dei primi paesi in Europa a chiudere i confini eppure, vedendo un calo del tasso di contagiati da Covid-19, il 24 aprile è stato deciso dal governo di riaprire i confini del paese. In ogni caso, ciò non toglie l’importanza fondamentale del periodo di isolamento. “Al ritorno, i viaggiatori dovranno presentare la conferma di un test negativo per il coronavirus o saranno costretti a trascorrere 14 giorni in quarantena”, ha affermato il Ministro della salute Vojtěch. Tale misura è stata presa considerando l’alto numero di lavoratori cechi che si spostano oltre confine per il lavoro, alla luce del fatto che la Repubblica Ceca confina con Austria, Slovacchia, Polonia e Germania e sono molte le persone che vivendo al ridosso del confine lavorano in un altro stato.

Bookreporter Settembre

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