Bashar Al Assad vola a Mosca

in Medio oriente – Africa by

Per la prima volta dallo scoppio della crisi il presidente siriano Bashar al Assad ha lasciato la capitale per un viaggio istituzionale alla volta di Mosca.

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Un viaggio inatteso, ha dichiarato il Cremlino attraverso un comunicato stampa, che però suggerisce una ritrovata fiducia nel suo governo da parte del presidente siriano.

A Mosca Bashar Al Assad ha incontrato Vladimir Putin con il quale ha discusso i risultati delle attuali azioni militari congiunte e delle future inziative per raggiungere una soluzione politica del conflitto interno siriano.

Questa sua prima uscita internazionale pubblica dal 2011 inizio del conflitto a seguito della primavera araba di Damasco dimostra quanto sia cambiata la situazione sul campo grazie all’intervento russo, tanto da non suscitare timore un suo allontanamento temporaneo dalla capitale.

La stessa destinazione di questo viaggio presidenziale è emblematica, una sorta di riconoscimento dell’importanza dell’intervento russo come ha dichiarato lo stesso Bashar Al Assad , “il terrorismo che si sta diffondendo attraverso la regione ora avrebbe reso ancora maggiori perdite senza di esso.”

Anche L’Iran è grande sostenitore del regime di Assad ma la scelta della Russia come prima visita del leader siriano può essere interpretata come segno della necessità che al governo di al Assad sia riconosciuto il riconoscimento di legittimità da parte di un grande attore internazionale con una seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Molte le reazioni internazionali all’incontro di Mosca segno di quanto sia stato rlevante l’intervento russo nel quadrante.

Poco dopo la visita, Putin ha ricevuto telefonate dai leader della Turchia e Arabia Saudita. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha detto che dopo questo incontro potrebbe iniziare una trattativa politica con Assad mentre lo stesso Putin ha informato il re saudita Salman sui risultati della riunione.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ricevuto una telefonata dal segretario di Stato Usa John Kerry dopo la visita.

Una ulteriore conseguenza dei colloqui di Mosca è l’aver convocato per il 22 ottobre una serie di colloqui sulla crisi siriana tra i vertici diplomatici di Russia, Stati Uniti, Turchia e Arabia Saudita a Vienna anche se un grande scetticismo emerge sulla possibilità di trovare un accordo per un piano di transizione in Siria.

Molti sono i fattori che complicano la ricerca di una soluzione politica del conflitto, non ultimo quello delle profonde divisioni della Siria.

La questione di come sarà la Siria dopo la transizione dalla leadership di al Assad sarà fondamentale ai colloqui multilaterali di Vienna . Molti dei ribelli hanno rifiutato di accettare un accordo che consenta al governo di al Assad di proseguire la sua azione di governo sotto qualsiasi forma. Gli Stati Uniti e la Turchia, tra gli altri, non sono felici alla prospettiva che al Assad possa avere voce in qualunque negoziato politico.
Alessandro Conte

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Bookreporter Settembre

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