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European Affairs Magazine - page 8

“Supermagic – Incantesimi”al Teatro Brancaccio

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Ancora in scena fino al 12 Febbraio al Teatro Brancaccio di Roma, “Supermagic” il gran gala della magia, giunto quest’anno alla sua diciannovesima edizione. 

Lo spettacolo di questo 2013: “Supermagic – Incantesimi” vede avvicendarsi sul palco abili manipolatori, illusionisti, mentalisti e prestigiatori provenienti da ogni parte del globo, per offrire al pubblico due ore di puro e gioioso intrattenimento.

L’onere di aprire le danze, dopo la presentazione di rito dell’ideatore della manifestazione, Remo Pannain, è affidato a Junwoo Park. Il giovane campione mondiale di manipolazione, cattura immediatamente il pubblico con i suoi gesti fulminei, facendo prendere il volo alle carte e accompagnando la sua esibizione con il suo sorriso contagioso.

Segue un momento di pura poesia, quando, sullo sfondo suggestivo di un angolo di bosco magico, subentra in scena l’artista successiva: Ding Yang. Con una grazia e delicatezza quasi eteree, l’illusionista e acrobata cinese fa apparire dal nulla colombe, maschere e palloncini, accostando la magia alla danza in un’esibizione davvero unica. Nella grande sala del Brancaccio grandi e piccini appaiono ormai stregati ed accolgono con entusiasmo gli artisti successivi: i due mentalisti francesi, Thommy e Amèlie, con i loro strabilianti giochi di lettura del pensiero, Gaetano Triggiano, miglior illusionista italiano, divertente e carismatico, e Remo Pannain stesso, che riporta un sapore di magia d’altri tempi sulla scena con i suoi sempre sorprendenti trucchi con la corda.

Ma lo spettacolo ancora ha molto da offrire ai suoi spettatori, e allora ecco nella seconda parte dello show avvicendarsi sul palco il creativo illusionista tedesco Timo Marc con i suoi trucchi imprevedibili, e, a seguire, il divertentissimo ventriloquo Samuel, accompagnato da una tigre di peluche dal carattere a dir poco irriverente e dalle sue maschere parlanti. Il pubblico ride gioiosamente, al contempo divertito ed affascinato, dimentico ormai del tempo che passa.

L’esibizione conclusiva è affidata a Tim Silver, eclettico e vivacissimo illusionista francese, premiato come illusionista dell’anno. Il suo è uno show esplosivo e coloratissimo, fatto di macchine moderne utilizzate per una nuova visione di trucchi di stampo classico. Ne scaturisce un qualcosa di travolgente che lascia tutti a bocca aperta e porta al termine con successo questa serata sospesa fra magia ed illusione. Una serata unica: per chi ancora vuole sognare, per chi ha voglia di tornare bambino per qualche ora, per chi desidera ritrovare la capacità di credere ancora nella magia.

Trent’anni di “Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia al Teatro Vascello

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Moni Ovadia festeggia quest’anno il trentennale del suo famosissimo spettacolo Oylem Goylem, riportandolo ancora una volta a Roma al Teatro Vascello.
Ideatore e vivace interprete principale di quello che può definirsi un viaggio metaforico all’interno della lingua, della musica e della cultura Yiddish, Ovadia affascina e trascina il suo pubblico, accompagnando il tutto con le magiche sonorità Kezmer della Moni Ovadia Stage Orchestra.

Abile intrattenitore ed intelligentissimo affabulatore, il musicista diventato attore, presenta al suo pubblico uno spettacolo che spazia dalla narrazione di storielle umoristiche, a racconti di natura aneddotica, inframmezzati a canti e musiche della cultura ebraica. Quel che ne scaturisce è una kermesse variegata, vibrante, che rappresenta, nelle parole del suo stesso creatore: “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”, metafora sempre attuale della diaspora ebraica.

A trent’anni dal suo debutto, prende vita sul palcoscenico del Vascello uno spettacolo che a tratti ricorda il cabaret, suscitando nel pubblico presente risate e sorrisi, ma portandolo al contempo a commuoversi e riflettere, cullato tra atmosfere da sinagoga e melodie zingare.

Centoventi minuti di show che non annoia mai, che si vorrebbe vedere e rivedere ancora, e che scalda il cuore con la sua continua alternanza di suggestioni e toni. “Oylem Goylem” attraverso il suo delicato ed arguto umorismo si fa simbolo di un messaggio universale di pace, contrario a tutti i tipi di razzismo ed intolleranza, e presenta agli ascoltatori una lezione sempre attuale per le generazioni presenti e future.
Al termine dello spettacolo la Moni Ovadia Stage Orchestra si sposta poi nel foyer, per un regalo inatteso, ed accompagna ancora per un poco gli spettatori verso il finale di serata con le musiche scaturite dai suoi strumenti come per augurare loro una dolce notte.

“Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia
e con Moni Ovadia Stage Orchestra: Maurizio Dehò Violino, Luca Garlaschelli Contrabasso, Paolo Rocca Clarinetto, Alberto Mihai Fisarmonica, Marian Serban Cymbalon
Scene e costumi: Elisa Savi Progetto sonoro: Mauro Pagiaro
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Corvino Produzioni 
durata 2 h

MUTA-MORFOSI di e con Sara Lisanti al Teatro T

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Alle spalle di Porta Portese, in una piccola traversa a due passi dal Tevere, si trova il piccolo Teatro T. Open space, ma anche teatro e laboratorio artistico, recentemente questo spazio ha presentato al pubblico romano la singolarissima e suggestiva body performance di Sara Lisanti: MUTA-MORFOSI.
Pochi elementi scenografici: un bozzolo, due terrari in legno, una bambola rivestita di pelle di rettile, scaturiti dalla creatività dell’artista stessa, ad accompagnare la performance incentrata sul tema della metamorfosi individuale.
Ad introdurre l’azione performativa vera e propria, in apertura, le letture poetiche di Giangiacomo della Porta, il quale, attraverso il trittico di componimenti intitolato La nave dei folli (parte 1, 2 e 3), introduce lo spettatore ai temi del cambiamento e della mutazione, utilizzando la metafora di una nave in viaggio verso l’ignoto, in fuga dal presente, e alla ricerca di un futuro diverso.

MUTA-MORFOSI, body performance di 55 minuti circa, racconta dunque il tema della metamorfosi individuale, assimilandolo al processo di muta del mondo rettile e rappresentandolo in scena attraverso le sue varie fasi.
Lo spettacolo, può essere descrittivamente suddiviso in tre momenti: HI, AHI, I. Di saluto, di dolore, di conquista. Parole graficamente inserite all’interno della performance per fornire una sorta di mappa interpretativa agli spettatori.


Nella prima fase (fase HI) l’ artista è racchiusa all’interno di un bozzolo di tessuto, che ricorda quello di una crisalide. Man mano che il processo di mutazione e crescita inizia a compiersi, il bozzolo si schiude e la performer, in quella che è la seconda fase (fase HI), riallacciandosi metaforicamente al mondo rettile, si rinchiude nel terrario della propria sofferenza.
All’interno del terrario, come i rettili, la protagonista cresce, muta, si spoglia di strati di pelle, abitandone ogni volta di nuovi, per poi abbandonarli ed assumerne altri ripartendo infine da un ideale punto zero: punti di partenza e di arrivo continui, accompagnati ogni volta da sofferenza e travaglio.
Dopo questa seconda fase della mutazione, in uno stadio ormai a metà tra rettile e umano, la Lisanti esce dal terrario, strisciando per raggiungere uno specchio dal quale si alzerà infine in piedi, come assumendo una nuova forma, per poi farsi dipingere interamente da una truccatrice, in un bodypainting totale che si conclude con una colata color oro sulla fronte. Rituale dai toni battesimali, che ancora una volta riporta al tema di una nuova vita, di una rinascita in forma “altra”, questa volta gioiosamente colorata e brillante.
Nella fase conclusiva infine (fase I), l’artista si avvicina al proprio alter ego scenico, una bambola adulta, ricoperta di una vera e propria muta di un rettile. Anche la bambola esce dal suo proprio terrario, come fosse la proiezione dell’artista, e la voce off dell’autrice, accompagna gli spettatori con un monologo conclusivo, spiegando la cura di cui necessita ogni fase di muta, ogni nuova pelle, ogni transeunte dimora delle varie mutazioni individuali.


La performance di Sara Lisanti coinvolge lo spettatore in un viaggio altamente simbolico ed emozionante. I movimenti fluidi dell’artista danno vita alle varie fasi della rappresentazione in maniera estremamente convincente, trasmettendo emozioni, travaglio, ma anche gioia nella rinascita e amore soffuso. Uno spettacolo veramente particolare, che ben si sposa con le parole introduttive del poeta Giangiacomo Della Porta, e si conclude, nel suo essere una rappresentazione di MUTA-MORFOSI, con un unico, ben preciso manifesto vocale dell’artista stessa. La Lisanti comunica con naturalezza estrema attraverso il movimento, l’espressività, la creazione artistica, e forse per questo, in chiusura, sceglie di affidare la sua voce ad un registratore, invece di recitare in scena, trasformando anche la sua voce in simbolo ed in un certo senso in un artificio scenico.
Performance bellissima, coraggiosa e densa di significati. Assolutamente da non perdere.

Nek – 50/30 Tour, Roma 16 gennaio 2023

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Nek in concerto, Roma Auditorium Parco della Musica 16/01/2023

Filippo Neviani  in arte Nek, si è esibito in concerto a Roma il 16 gennaio 2023 presso l’Auditorium Parco della Musica.

La Sala Sinopoli era al completo gremita da un pubblico variegato composto da giovanissimi fino ad arrivare ai cinquantenni.

Cinquanta è proprio l’età di Nek e trenta sono i suoi anni di carriera, ecco spiegata l’origine del nome del suo nuovo Tour, 50/30 Live che da anche il titolo al suo disco celebrativo pubblicato di recente.

Con il disco ed il Tour, l’artista emiliano ripercorre trenta anni di carriera e di successi dove il suo rock melodico ha lasciato sempre spazio alla ricerca di una sua personale identità musicale.

La sua storia artistica inizia nella seconda metà degli anni ottanta quando comincia a scrivere canzoni e ad eseguire i suoi primi concerti nella provincia di Modena, ma è dopo la partecipazione a Castrocaro nel 1991 che si fa conoscere anche dalle case discografiche e questo gli permette l’anno successivo di pubblicare il suo primo album.

Poi la partecipazione a Sanremo nel 1993 dove si classifica terzo con il brano “In te” da qui in poi seguono una serie di successi e collaborazioni che hanno dato al cantautore e pluristrumentista di Sassuolo un’importanza indiscussa nel palcoscenico della musica rock italiana ed internazionale con oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e 18 album in studio.

Durante l’esibizione di Roma abbiamo ascoltato i successi di Nek, in particolare otto brani contenuti nella raccolta 50/30 riarrangiati per l’occasione come ad esempio “Laura non c’è” e “Fatti avanti amore”, non mancava inoltre il nuovo brano sempre contenuto in 50/30, “La teoria del caos” che sta attualmente girando nelle principali radio nazionali. Il concerto ha avuto inizio con due brani solo voce e chitarra acustica (Jane e Amami), in totale ventiquattro brani tutti apprezzati dal pubblico che ha tributato all’artista un lungo applauso finale.

SET LIST

  1. Jane
  2. Amami
  3. Vivere senza te
  4. Se una regola c’è
  5. Cuori in tempesta
  6. Sei grande
  7. Uno di questi giorni
  8. Lascia che io sia
  9. Ci sei tu
  10. Sei solo tu
  11. Sul treno
  12. Nella stanza 26
  13. Cielo e terra
  14. Congiunzione astrale
  15. Perdonare
  16. Laura non c’è
  17. Mi farò trovare pronto
  18. Dimmi cos’è
  19. Almeno stavolta
  20. Fatti avanti amore
  21. E’ da qui
  22. La teoria del caos
  23. Se telefonando
  24. Se io non avessi te

Simply Red – Blue Eyed Soul Tour 2022 – 14/12/2022

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Simply Red in concerto a Roma – 14/12/2022

I Simply Red sono arrivati a Roma, il loro Blue Eyed Soul Tour 2022 è iniziato a novembre a Parigi  . Un tour in giro per l’Europa che si concluderà nell’agosto prossimo in Spagna. La band britannica con questa nuova serie di concerti recupera in parte le date annullate nel 2021 a causa del covid che non ha risparmiato quasi tutti i componenti del gruppo.

Il concerto del 14 dicembre al Palasport dell’Eur di Roma è andato sold out grazie alla presenza di un pubblico di quarantenni ed oltre, affezionato al gruppo britannico che è stato protagonista tra la metà degli anni 80 e 90 della scena internazionale della musica pop e soul.

Mick Hucknall, il frontman del gruppo, si è presentato al pubblico di Roma sfoggiando un discreto italiano (il cantante è vissuto in Italia per un certo periodo ndr), la sua voce suadente già dal primo brano ha subito creato un’atmosfera di ascolto in dolce relax. Una partenza un po a rallentatore con il pubblico che ascoltava in religioso silenzio per poi salire di ritmo ed intensità anche di luci, poi quando inizia il brano “Come to my aid” tutti in piedi, braccia al cielo in scatenato movimento.

I Simply Red nella scaletta del concerto hanno inserito ovviamente i migliori brani che hanno decretato il loro enorme successo negli anni 80 e 90 non tralasciando però i brani di recente produzione.

Il concerto si è chiuso con due brani “mitici” come Money Too Tight (to mention) e If you dont know me by now.

Set List

  1. You’ve goti t
  2. So not over you
  3. Say you love me
  4. You make me feel brand new
  5. For your babies
  6. Holding back the years
  7. Thrill me
  8. A new flame
  9. Your mirror
  10. It’s only love doing its thing
  11. Come to my aid
  12. Ain’t that a lot of love
  13. Stars
  14. Sunrise
  15. Something got me started
  16. Fairground
  17. Better with you
  18. Money too tight (to mention)
  19. If you dont know me by now

Frank Gambale and All Star Band

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Roma, 12 Aprile 2022

L’attesa è stata tanta ma alla fine ci siamo, uno dei più importanti chitarristi jazz/rock-fusion è a Roma con il suo Sweeping Across Europe Tour 2022 accompagnato da altrettanti importantissimi musicisti, Jerry Leonide alle tastiere, Hadrien Feraud al basso e Gergo Borlai alla batteria ovvero la sua All Star Band.

Da sottolineare è che il Cross Roads si conferma un punto di riferimento oltre che per artisti di casa nostra, anche per artisti di fama internazionale e così come da tradizione anche questa sera. Un plauso quindi va sicuramente a Valerio e allo staff dirigenziale che mantiene alto il nome del Live Club di Roma.

Inizia il concerto che si apre con un classico, No Neck Louie, il giusto brano per scaldare “i diti” come dice lui intrattenendo il pubblico tra un brano e l’altro, in un comprensibilissimo ed amabilissimo Italiano.

Qualsiasi brano del repertorio del grande artista australiano non è ovviamente banale ma viene magistralmente assecondato dalla band e tutti sembrano fondersi nelle armonie esaltando le singole straordinarie qualità. Come consuetudine nel jazz, piccoli assoli elettrizzano il pubblico presente in sala, dalle rullate di cassa e la capacità di inserire dei blast beat forsennati nelle singole battute da parte di Borlai, agli unisono con Gambale da parte di Feraud, ai tocchi magici delle tastiere da parte di Leonide che non fanno rimpiangere nemmeno il mitico Brian Hauger. 

Certo le influenze di Gambale che lo hanno da sempre ispirato sono evidenti, dal sound a volte molto vicino a Steely Dan, ai fraseggi jazz che ricordano i trascorsi nella band del suo mentore Cick Corea, che saluta con affetto durante la serata e a cui dedica un brano concludendo la presentazione con ….everywhere you are!

I ‘diti’ volano sui manici delle delle innumerevoli chitarre a disposizione di Gambale, a conferma, sempre che ce ne fosse stato bisogno, dell’immensa bravura del maestro australiano, così come volata è la serata che si chiude con un richiestissimo bis e che lascia nei presenti un’elettrizzante voglia di buona musica.

Ghemon – Scritto nelle stelle

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Roma Auditorium PdM – 12.09.2020

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Un cantautore a tutto tondo, rapper ma non solo, melodico, tra pop e soul, questo è Ghemon, al secolo  Gianluca Picariello, che si presenta all’auditorium dopo il lungo periodo di assenza dettato dal lockdown.
Scritto nelle stelle, il suo ultimo album, è ovviamente la colonna sonora della serata, accompagnata da i suoi maggiori successi tra cui Rose viola, il brano disco d’oro, che lo ha visto protagonista a Sanremo nel 2019. Una commovente dedica a Willy Monteiro, il ragazzo tragicamente scomparso nei giorni scorsi a cui, l’artista campano, dedica il brano Un’anima.
Insomma, un’ora e mezza di ottima musica, la cui scaletta che riportiamo di seguito è accompagnata da una performantissima band composta da Giuseppe Seccia alle tastiere, Vincenzo Guerra alla batteria,  le coriste Valentina Gnesutta e Arya DelgadoFabio Brignone al basso e Filippo Cattaneo Ponzoni alla chitarra.
Una bella serata di musica alla Cavea dell’Auditorium, ma d’altra parte era “Scritto nelle stelle”.

Ghemon scaletta:
1.  Questioni di principio
2.  K.O.
3.  Adesso sono quì
4.  Buona stella
5.  Quando imparerò”
6.  Cose che non ho saputo dire
7.  Cosa resta di noi
8.  Inguaribile e romantico”
9.  Rose viola
10. Due settimane
11. Pomeriggi svogliati
12. Criminale emozionale
13. In un certo qual modo
14. Un’anima
15. Champagne
16. Un vero miracolo
17. Fuori luogo ovunque
18. Nessuno vale quanto te
Encore

19. In un certo qual modo
20. Quassù
21. Magia nera
22. Un temporale

(Pregalleria Ghemon)



Francesca Michielin – Spazi Sonori

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Civitavecchia Summer Festival – 14.08.2020

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Inizia accompagnandosi con l’Harmonium Indiano, la serata di Francesca Michielin al Civitavecchia Summer Festival (La Vecchia Estate), una serata lunga un’ora e mezza circa, per presentare il suo Spazi Sonori Tour e ripercorrere i maggiori successi della sua carriera arricchiti da nuovi arrangiamenti. Ad accompagnare la cantautrice di Bassano del Grappa, il polistrumentista Francesco Arcuri ed Ernesto Lopez alle percussioni.

Buona la risposta di pubblico, considerando anche il fatto che il concerto era gratuito. Uniche norme da seguire, la prenotazione obbligatoria per garantire gli idonei distanziamenti di legge e l’uso obbligatorio della mascherina anche se l’arena era ovviamente all’aperto.

Apre la serata Mox, nome d’arte di Marco Santoro, emergente cantautore romano, album d’esordio “Figurati l’amore” del 2018 e che nell’occasione presenta il suo progetto “L’aria il cielo il coperto il sereno” tramite le tappe del “In solo tour”, 5 live acustici dedicati al nuovo EP e la cui ultima tappa è stata proprio Civitavecchia.

Francesca Michielin scaletta:
1.   Riserva naturale
2.   Be my Husband
3.   Comunicare
4.   Fotografia
5.   Bolivia
6.   Yo no tengo nada
7.   Leoni
8.   Le vie ensemble
9.   25 febbraio
10. L’amore esiste
11. Distratto
12. Monolocale
13. Albero/Galassie/Star trek
14. Battito di ciglia
15. Tropicale
16. Cheyenne
17. Io non abito al mare
18. Nessun grado di separazione
19. Vulcano
Encore:
20. Canto libero/The man/Magnifico

(Pregalleria Francesca Michielin)



Al McKay’s Earth, Wind e Fire Experience – Rock in Roma

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Roma – Ippodromo delle Capannelle – 03.07.2019

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Fra pochissimi giorni sarà passato un anno esatto dal concerto degli Earth, Wind e Fire o meglio la versione Experience guidata da Al McKay unico rappresentante e chitarrista della famosissima e numerosissima band di cui fu componente dal ’73 all’80.

Non abbiamo avuto modo di pubblicare l’articolo nei giorni appena successivi allo spettacolo, tenutosi per il Roma in Rock e lo facciamo ora, visto tra l’altro, che purtroppo il COVID-19 ha costretto l’organizzazione della manifestazione ad annullare l’edizione del 2020 dando appuntamento ai tantissimi estimatori, direttamente all’estate del 2021. A tale proposito apriamo un’altro filone legato proprio alla manifestazione del 2019 con una serie di concerti mai pubblicati, vi consigliamo quindi di rimanere sintonizzati su queste frequenze. 

Earth, Wind e Fire, una band che ha fatto la storia della disco tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Più di 40 anni di carriera che arriva fino al 2016, anno della scomparsa del suo fondatore Maurice White. Il ventennio ’70-’80 quello di maggior successo, ma non solo, nella loro lunga attività hanno venduto circa 90 milioni di dischi, ricevuto 20 nomination ai Grammy Awards di cui 6 vinti, ottenuto 12 nomination agli American Music Awards vincendoli 4 volte. Nel 1995 hanno ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles e nel 2000 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

Successi famosissimi, conosciuti sicuramente da tutti anche dai più giovani e riproposti dalla Experience, come September, Boogie Wonderland, Let’s Grove, Fantasy o After the Love Has Gone, hanno rallegrato la serata dei “purtroppo” pochi intervenuti.

Bravissimi tutti, ovviamente dalle voci alla sezione percussiva, per non parlare di quella fiati, fondamentali per il sound funky-soul della band, peccato, probabilmente il nome altisonante per i più datati, era meno conosciuto tra i giovani di quanto si poteva e si doveva attendere.

Band – Al McKay’s Allstars:
Al McKay – leader and guitar
Tim Owens – vocals
DeVere Duckett – vocals
Claude Woods – vocals
Freddie Flewelen – bass guitar
Ben Dowling – keyboards
David Iwataki – keyboards
Anthony Beverly – drums
David Leach – percussion
Ed Wynne – saxophone
Luis Gonzales – trumpet
Omar Peralta – trumpet
Shaunte Palmer – trombone

(Pregalleria)



Il muro del canto/Colle der fomento – Brutti sporchi e cattivi

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Roma – Auditorium Parco della Musica – 16.02.2020

Live report, pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

Ne avevo sentito parlare ma non conoscevo “Il muro del canto” ne tanto meno il “Colle der fomento” e non immaginavo minimamente una sala Santa Cecilia, la più grande dell’Auditorium PdM di Roma, colma di fan dei due gruppi che hanno ballato e cantato i pezzi che via, via si sono succeduti in scaletta nello spettacolo “Brutti Sporchi e Cattivi”.
 Un evolversi dello spettacolo un po particolare, come affermano anche i protagonisti della serata, quasi a sconsacrare il prestigio della location, di consuetudine più formale ed asettica.

Concerto diviso in due tempi, non considerando i bis, nel primo protagonisti Il muro del canto, gruppo romano sulla breccia da circa 10 anni e con 4 album all’attivo che ha ravvivato la musica popolare romana proponendo un genere denominato “combat folk” un misto tra folk e rock, molto coinvolgente, caratterizzato dalla profonda voce di Daniele Coccia, dalle intro dei brani narrate da Alessandro Pieravanti che è anche il percussionista della band.
Completano il gruppo Ludovico Lamarra al basso, Eric Caldironi chitarra acustica, Franco Pietropaoli alla chitarra elettrica, e Alessandro Marinelli fisarmonica e tastiere, ospiti della serata Andrea Ruggiero violino e Roberto Angelini con la sua slide guitar.

Secondo tempo condotto invece dal Colle der fomento, gruppo rap, anch’esso romano ed ancora più longevo, essendo sulla cresta dell’onda da ben 25 anni, gruppo composto Danno, Masito e DJ Baro, tra i pionieri del hip hop italiano, insieme a loro anche  Dj Craim con il quale hanno realizzato l’ultimo album.
Diversi gli ospiti della band che si succedono sul palco, da Kaos one a Alien Dee per finire con la tromba di Roy Paci. Tutto da vivere il bis che ha visto le due band intrecciarsi ed unirsi nella rivisitazione di alcuni brani presi da entrambi i repertori, per chiudere con “Il cielo su Roma” della band rap.



(Pregalleria)



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Claudio Enea
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