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POLITICA - page 19

Politica Italiana, nazionale e locale

VIII Municipio, Federici (Lega) Finanziamenti alle associazioni con un Click? faremo opposizione dura

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La consiliatura dell’ottavo municipio è avviata da qualche giorno, sono stati affrontati temi diversi dal neo eletto presidente Ciaccheri spaziando da incontri con personalità internazionali alla denuncia del degrado ancora persistente nelle strade del territorio come ha riportato il quotidiano Roma Today, una denuncia più da opposizione che da maggioranza.

“E’ stato fatto il primo consiglio lo scorso giovedì per eleggere il presidente del consiglio e i vice di maggioranza e opposizione. Il presidente Ciaccheri ha presentato le linee programmatiche che non sono dissimili da quelle già viste nelle precedenti giunte, cambiano i nomi ma non gli argomenti”

Un inizio non particolarmente brillante anche dal punto di vista delle riunioni convocate per la discussione relativa al finanziamento delle attività di volontariato come ci ha raccontato il consigliere della Lega Franco Federici.

Sul tema dei finanziamenti alle associazioni il disappunto del consigliere è legato principalmente al fatto che le opposizioni non sono state invitate alla riunione che avrebbe dovuto decidere il modo per partecipare alla decisione di come spendere i 17 milioni di euro allocati su questo capitolo di spesa da Roma Capitale.

“Il modello presentato è di tipo online  proposto dal M5S sul quale però sono in totale disaccordo perché sarebbe una scelta quantitativa invece che qualitativa” ci racconta il consigliere, una scelta quella del comune di Roma Capitale  che non permetterebbe di valutare tutte quelle realtà che da anni operano sul territorio mentre con il voto online probabilmente resterebbero inascoltate.

Alla riunione sembra siano intervenute solo una parte delle associazioni del territorio a causa del fatto che probabilmente non è stata data la giusta pubblicità all’evento, “della riunione ne abbiamo avuto notizia solo dalle vie informali, a questo incontro hanno partecipato cittadini e associazioni che sono sembrate molto allineate alla politica del presidente Ciaccheri”

Presenti alla riunione anche rappresentanti della giunta Raggi, assessore Montuori e altri personaggi di spicco della giunta raggi che hanno illustrato i numeri e le modalità di iscrizione alla piattaforma per il voto online, iscrizione che può fare chiunque senza badare alle referenze delle associazioni che presentano i progetti, con buona pace della meritocrazia che in questo caso non viene assolutamente valutata.

Si rischia in questo modo di dare il via a progetti di realtà che non hanno ne l’esperienza ne le capacità di realizzare progetti complessi ma con l’unico merito di aver collezionato un certo numero di click online.

“Su questo metodo non siamo d’accordo e faremo un opposizione forte e agguerrita” ha voluto concludere il Consigliere Federici.

Zingaretti al Pd, stallo in Regione Lazio

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Come si supera lo stallo in cui si è infilata la Regione Lazio? Grazie a Matteo Renzi. Incredibile ma vero! Il governo Zingaretti bis alla Regione compie 100 giorni: periodo nel quale abbiamo visto approvare solo il bilancio, con l’astensione del movimento 5 stelle e di qualche altro eletto nel centrodestra. Sarebbe stato clamoroso, ma giusto, vedere l’opposizione (formata da Centrodestra e M5S), che ricordiamo essere comunque in maggioranza in Consiglio Regionale, affossare il primo bilancio dell’unico governatore della storia che è riuscito a fare due mandati. Per il resto il nulla più totale.

Nessuno si sente e si vede. Pochi fanno comunicati o annunciano interrogazioni di un certo peso. Però la spesa regionale galoppa e la sanità va sempre più a fondo. Allora per superare l’empasse del salva poltrone di Zingaretti e anche di tutti i consiglieri e liberare finalmente il presidente della Regione Lazio più fumoso della storia, ci dovrà pensare… il Matteo delle primarie, annunciando quel congresso del Pd su cui il buon Nicola Zingaretti ha già puntato gli occhi, candidandosi alla segreteria nazionale. Per la serie abbandoniamo la nave della Regione Lazio prima che affonda e saliamo sull’ammiraglia che sta colando a picco. Arduo compito, ma c’è già chi nel Pd giura che Zingaretti vincerà a mani basse. Allora per tornare da dove avevamo iniziato, siamo ancora nelle mani del bravo Renzi il quale, dopo aver fatto il capolavoro di affossare il Pd, potrebbe regalare a tutti noi cittadini di Roma e del Lazio il secondo grande regalo: liberarci da Zingaretti.

Fabrizio Santori

Difendiamo l’Italia

Più Fair play nello sport, il comune promuova più inziative

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Figliomeni (misto): “promuovere iniziative per una sana cultura sportiva”, con queste parole il consigliere del gruppo misto al consiglio comunale di Roma Capitale ha voluto sottolineare l’importanza delle iniziative promozionali in tal senso.

“Lo sport riveste da sempre un ruolo fondamentale di educazione e formazione, in quanto ha la capacità di esaltare, nelle persone che lo praticano, attitudini di valore morale e umano – continua nella sua dichiarazione Figliomeni –  Lo sport infatti con le sue regole, aiuta a sviluppare il confronto con l’avversario come spinta ad esprimere le proprie potenzialità, lo spirito di squadra per uno scopo comune e la lealtà nel saper perdere ma principalmente nel saper vincere in modo corretto. Abbiamo a questo riguardo predisposto una mozione in Assemblea Capitolina, volta ad iniziative in favore di ragazzi e bambini delle scuole romane e delle associazioni sportive dilettantistiche in materia di fair play sportivo, per instillare i valori della correttezza agonistica e della sana competizione. Troppe volte sugli spalti e in campo, ci sono violenze tra gli stessi genitori di giovani calciatori e contro gli arbitri, non essendo per nulla educativo per un bambino vedere la propria mamma che si azzuffa con altri genitori per una semplice partita di pallone.

Abbiamo chiesto al Sindaco e agli Assessori competenti di far istituire una giornata specifica sul fair play nel Comune di Roma, coinvolgendo anche i tesserati di società sportive dilettantistiche e professionistiche delle varie discipline sportive, tra cui per il calcio la Roma e la Lazio, di attivarsi presso le scuole di Roma Capitale affinché si possano organizzare dei convegni periodici sul tema del fair play, attraverso il coinvolgimento di psicologi ed esperti del settore oltre la presenza di tesserati delle società sportive e degli arbitri, ed infine di promuovere ogni iniziativa utile presso tutte le realtà sportive ed educative volte al miglioramento dei principi del fair play”.

Strada in salita per il “Governo Giuseppe Conte”

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Il governo Conteprova asmantellare molte delle “riforme” fatte dai Governi passati. Dalla legge Fornero ai Vaccini, alle regole sull’immigrazione… ma la strada verso il cambiamento per i “giovani Ministri” è sempre più in salita.

Nuovi ostacoli all’orizzonte, e non sembrano facilmente superabili ad esempio con “Nostra Signora Europa”. L’Unione Europea non vuole, buttare denaro nel reddito di cittadinanza.

Il commissario europeo per il Lavoro e gli Affari sociali, Marianne Thyssen, avrebbe infatti detto a Luigi Di Maio che i Fondi sociali europei non possono essere usati per finanziare il reddito di cittadinanza. I fondi europei possono essere usati solo per finanziare la riforma dei centri per l’impiego, e non direttamente per il reddito di cittadinanza. E’ tecnicamente impossibile: non l’ha mai fatto nessuno stato europeo.

Sul “decreto dignità”, targato Di Miao il fronte dei contrari per il settore produttivo teme una sorta di shock in negativo, soprattutto contro la stretta sui contratti a tempo determinato

Gli industriali disapprovano un decreto che innesta «una retromarcia», proprio mentre il mercato del lavoro stava mostrando segni di ripresa otterrà il risultato quello «di avere meno lavoro, non meno precarietà».

Ma l’esecutivo “dell’avvocato d’Italia” ci tiene a sottolineare che il “decreto dignità” non è contro le imprese. Anzi assicurano in sincrono, il premier Giuseppe Conte e il suo vice Luigi Di Maio, artefice primo del provvedimento, che il nuovo decreto aiuterà le imprese, soprattutto quelle “oneste” e che vogliono e possono crescere con un taglio del costo del lavoro già con la prossima legge di Bilancio.

Intanto a piazza del Viminale il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che pensa al Brennero blindato, si è preso la scena di queste prime settimane di governo con i continui successi della questione Immigrazione. Ma aspirazioni politiche a parte, la vicenda del decreto dignità racconta anche un’altra verità. Quella per esempio del leader del carroccio, l’altra anima del governo gialloverde deve fare i conti con la gran parte delle imprese che non vuole una stretta sui contratti a termine. Salvini è conscio di ciò e sa perfettamente che il grosso del bacino elettorale della Lega fa capo al mondo produttivo. Andare contro le richieste delle imprese potrebbe essere pericoloso, soprattutto nell’ipotesi di una caduta del governo e di un ritorno alle urne. Dunque, del decreto dignità se ne può discutere, purché si raggiunga un compromesso.

Intanto il popolo che è spettatore cosa pensa, cosa si aspetta?!

C’è chi sostiene che sarebbe bene lasciare che le riforme fatte precedentemente possano avere il tempo di essere convalidate.

Bisognerebbe dare la possibilità di mettere alla prova la funzionalità di un processo che sia di tipo tecnico culturale ed di innovazione tecnologica, chi invece tende ad attaccare, a soli pochi giorni il nuovo esecutivo, sottolineando continuamente l’incapacità di governare e di fare riforme di cambiamento … chi invece sta alla finestra e aspetta, lasciamoli lavorare, adesso tocca a loro … diamogli tempo!!

 

Campidoglio, FdI perde un consigliere, Figliomeni passa al gruppo misto

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L’annuncio anche sui social, il consigliere Francesco Figliomeni lascia Fratelli d’Italia per continuare il suo mandato nel gruppo misto in seno al consiglio comunale di Roma Capitale.”Dopo due anni di mandato elettorale in Campidoglio e nonostante tantissimi sforzi volti a migliorare una certa politica, ho ritenuto che purtroppo non ci sono più le condizioni politiche per continuare l’esperienza dentro Fratelli d’Italia – ha dichiarato il consigliere –  e ho deciso di iscrivermi al gruppo Misto. Tale decisione è scaturita dopo che non sono state accolte le nostre richieste volte ad un effettivo rinnovamento della politica. La classe dirigente, purtroppo, ha preferito concentrarsi in altre “tematiche” meno nobili piuttosto che impegnarsi veramente nelle battaglie politiche a favore dei nostri concittadini che sono stati dissanguati da tasse e provvedimenti adottati per garantire i privilegi ai soliti noti e per ingrossare i portafogli dei finti buonisti e di un volontariato che lucra sulla pelle degli altri. Proseguiremo sempre dall’opposizione le nostre battaglie che quotidianamente conduciamo a favore delle romane e dei romani che ci hanno dato fiducia, soprattutto di coloro appartenenti alle classi più deboli della società”.

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Pontida, la Lega si riunisce dalla Sicilia alla Lombardia sul famoso prato

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Grande affluenza alla festa della Lega che come di consueto si svolge a Pontida sul prato che trenta anni fa ha visto nascere il movimento che oggi è al governo del paese per la seconda volta nella sua Storia.

Sul palco si sono alternati i ministri e i presidenti delle Regioni della Lega tra i quali anche Miccichè in rappresentanza dell’espansione al Sud del partito che molti ancora non vogliono ammettere nel tentativo di delegittimare la sua nuova vocazione unitaria.

Il colpo d’occhio dal palco da una percezione sicuramente diversa del nuovo popolo della lega, le bandiere leghiste si mescolano con il quattro mori sardi e con la trinacria siciliana, per rispondere anche a chi durante le recenti elezioni ha appellato i leghisti romani buffoni e inimmaginabili come rappresentanti di un partito che ha appellato per anni Roma Ladrona, epiteto che non si rivolgeva ai romani ma alla dirigenza politica di quegli anni che ha fatto della capitale e del paese lo sfascio che oggi vediamo.

Tra i punti caldi toccati nel lungo discorso del leader Matteo Salvini, quasi 60 minuti, l’Europa, l’Immigrazione, la lotta alle Mafie e il futuro della Lega stessa.

“Le Europee dell’anno prossimo saranno un referendum fra l’Europa delle élite– ha sottolineato Salvini poco prima di salire sul palco –  delle banche della finanza, dell’immigrazione e del precariato, e l’Europa dei popoli e del lavoro” una Europa che la Lega vuole cambiare come dirà poco dopo dal podio.

Una giornata di festa in famiglia più che una festa di Partito, perché come ha detto Salvini, lo spirito della Lega non cambia, quello che è cambiato è il mondo circostante che oggi trova in questo partito le risposte alle domande che si pone la gente comune, un partito che sarà sempre di più improntato alla meritocrazia, alla valutazione del merito piuttosto che di altri parametri “ fate entrare nelle sezioni e nel partito persone che valgono più di voi, non abbiate paura di far crescere il partito o che quella persona venga eletta sindaco prima di voi” questo l’appello lanciato dal palco per il futuro della Lega.

Per quanto riguarda l’Europa lo sguardo è sicuramente alle prossime elezioni del parlamento europeo il prossimo anno, una sfida che dovrà portare anche in quel consesso un gruppo di rappresentanti che possano coalizzare le forze populiste europee e portare un cambiamento epocale a Bruxelles per far diventare l’Europa una comunità di popoli e non una comunità di pochi finanzieri senza scrupoli pronti a guadagnare sullo spread o sulle importazioni di generi alimentari dai paesi extracomunitari a scapito del nostro sistema agroalimentare.

“Immigrazione, aiutare queste popolazioni a casa loro”

Per quanto riguarda l’immigrazione la linea impostata in questi giorni non cambia, la politica dei porti chiusi impedirà ai trafficanti di esseri umani di utilizzare la via del mare per introdurre illegalmente i migranti in Europa attraverso l’Italia, “ I soldi saranno spesi per aiutare queste popolazioni nelle loro nazioni in modo che possano evitare di dover emigrare” progetti a lungo termine e controllo dei finanziamenti nei paesi di provenienza questa l’idea per ridurre i flussi migratori indiscriminati alimentati dalla organizzazioni criminali internazionali. Riguardo la polemica sulla questioni porti  con Roberto Fico che dichiara che si debbano tenere aperti Salvini risponde che “è una opinione personale, rispetto le opinioni personali di tutti Ma i ministri non hanno opinioni. I ministri fanno” e un fatto è che “ci sono barconi che non arrivano”.

L’Italia che vogliamo è quella che vedrà la quota 100 nelle pensioni e delle tasse sostenibili

Impegno prioritario del programma di governo è quello di modificare la legge Fornero introducendo la quota 100 per l’erogazione della pensione, se non addirittura l’abolizione della legge che come ha detto nel suo discorso Salvini .

Una legge iniqua che ha messo in ginocchio tanti italiani e che insieme al complesso di norme legate al Jobs Act ha demolito lo stato sociale a scapito di interessi superiori magari internazionali che preferiscono vedere un paese demoralizzato e incapace di reagire.

Inoltre  ha dichiarato che sarà prioritario anche “abbassare le tasse per le famiglie e le imprese, cercheremo di farlo rispettando i vincoli che abbiamo, ma se per evitare di far scappare i nostri figli all’estero, se per far stare bene la gente dovremo ignorare i vincoli di Bruxelles lo faremo”

Lotta dura alle organizzazioni Mafiose

“Una delle battaglie che più di tutte vogliamo portare avanti – Ha detto  Matteo Salvini nel suo discorso – “è quella di sradicare e cancellare da questo paese le schifezze che rispondono al nome di mafia camorra e andrangheta e li combatteremo con ogni mezzo necessario da Nord a Sud.”

Un impegno molto importante che permetterebbe il rilancio delle regioni del meridione, il ripristino della legalità in vaste zone del paese dove esiste lo stato solo formalmente ma di fatto sono sotto il controllo di famiglie mafiose che si muovo indifferentemente con metodi violenti o di pressione occulta come è testimoniato da recenti indagini in Calabria dove sono stati evidenziati intrecci tra Andrngheta, Massoneria e Politica, intrecci che risalgono adirittura agli anni settanta con le rivolte di catanzaro e Reggio Calabria.

Questa lotta non sarà solo fatta di indagini e arresti ma anche culturale “ prendendo per esempio chi ha combattuto per una vita le mafie” – continua Salvini “come rosario Livatino, morto a 38 anni vittima della mafia, un giudice onesto e coraggioso, che ha donato la sua vita per l’Italia, questa è l’antimafia che aiuteremo, Da Pontida arriva l’avviso per i camorristi e mafiosi è finita la Pacchia, via dalla Sicilia e dalla Lombardia”, un promessa fatta ai leghisti e agli italiani tutti fatta in qualità di Ministro dell’Interno di tutti gli italiani qualsiasi sia la loro fede politica.

Terminando il discorso Salvini ha fatto anche una dichiarazione di apprezzamente per il Movimento 5 stelle con il quale la Lega condivide un programma di governo “Ho conosciuto i dirigenti e i ministri del 5 stelle e ho trovato gente onesta e preparata, vogliono farci litigare  ma non ci riusciranno”

“Sono convinto che il senso di responsabilità dimostrato dalla Lega già dall’inizio, quando ancora c’era difficoltà nel far partire la presidenza di Camera e Senato, di governo, siano state le ragioni che hanno portato all’aumento del consenso, però è il mantenimento degli impegni presi del nostro programma nel contratto con il M5s che può portare a mantenere quel consenso. La gente vuole vedere i fatti”

Un discorso pacato che si è interrotto solo per dare lui stesso delle comunicazion di servizio a favore di chi sotto il palco da ore si sentiva poco bene, o per far avvicinare un uomo con un cartello che non leggeva bene da lontano, nelle sue ultime parole i ringraziamenti a tutta la lega che nei mesi scorsi ha partecipato alle elezioni in ogni suo livello invitando tutti a non far riferimento ai sondaggi che sono solo premonitori di false informazioni realizzati per influenzare l’opinione pubblica piuttosto che per sentirne il polso.

Appuntamento al prossimo anno ancora una volta con una promessa, quella di fare, di passare dalle parole ai fatti per far ripartire il paese.

Sud: combattere la povertà… Il reddito di cittadinanza è la mossa giusta?

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La ministra Barbara Lezzi, scuderia 5 stelle, va in tv, rilascia interviste cercando di convincere i molti che basta tagliare i vitalizi ai parlamentari o diminiure le pensioni d’oro ed ecco che il gioco è fatto. Il reddito di cittadinanza è servito!

Purtroppo, non basta. Queste dichiarazioni non fanno altro che generare confusione e smarrimento in un popolo che è in continua sofferenza, alla ricerca disperata di migliorie. Un popolo che spesso si ferma con il naso all’insù, spera nell’arrivo di una mamma dal cielo, invece di mettersi sotto e sfidare  le cosidette “sfortune del territorio” . Non voglio essere catastrofica, non stiamo parlando di tutto il sud, ma certo è che si tratta di un modesto esercito di sconfortati. E bisogna aiutarli, su questo nessun dubbio.

Vediamo cosa è successo in questo ultimo periodo.

Le elezioni dello scorso 4 Marzo ci hanno consegnato un Paese diviso con un Sud che ha votato compatto il Movimento 5 Stelle.

Dal momento successivo allo spoglio, si è aperto nel modo più becero possibile un attacco verso il Sud e verso i meridionali, rei di aver votato il movimento grillino solo per ottenere il reddito di cittadinanza. Questa è una lettura  che nuoce a tutti i meridionali.

È una lettura di comodo dal momento che storicamente candidati o semplici dirigenti di ogni partito esistito in Italia negli anni, soprattutto durante le campagne elettorali hanno cercato di intercettare il voto promettendo politiche assistenzialiste tradizionali che a tutto hanno condotto meno che alla liberazione degli assistiti.

Il giorno, in cui l’assistito, che è la vittima del sistema e non il carnefice, può finalmente smettere di chiedere l’obolo al politico di turno sarà un gran giorno.

Questa volta un partito è riuscito ad essere più convincente rispetto alle altre forze politiche. Questo partito è  il Movimento 5 stelle. Perchè? Perchè in primo luogo le politiche assistenzialiste tradizionali hanno deluso chi pensava di poter trovare collocazione attraverso le  stabilizzazioni dei diversi tipi di precariato e poi perchè la politica del reddito di cittadinanza presenta oggi più speranze che delusioni, non essendo ancora stata applicata.

Inoltre, giusto per essere sinceri con noi stessi c ‘è da dire che gli elettori meridionali hanno votato il Movimento 5 stelle perché hanno scelto di non votare chi conoscevano già.

Sì, perché se c’è un aspetto tutto meridionale della gestione del potere politico è che al Sud più che al Nord, è una questione di amicizie o peggio di famiglia, di mogli,di mariti, di fratelli, di figli o figlie di chi, con le dovute eccezioni, negli anni poco hanno fatto per risollevare le sorti delle regioni del Sud.

Pertanto la cosa pubblica è quasi sempre chiusa e a gestione familiare.

Quanto può dunque risolvere un reddito di cittadinanza? Se mai realmente possibile darlo? Su questo non si hanno certezze, non c’è una data e forse neanche le coperture, mancano i soldi.

Forse quello che bisognerebbe fare per il sud e di chiudere i cerchi magici che controllano l’agire politico restituendo il giusto spazio alle comunità locali e agire per il bene comune.

Il sud ha bisogno di una maggiore interlocuzione  per capire che non è la corsa all’ assistenzialismo che serve ma una corsa verso le piazze e i luoghi di incontro per comprendere, che il senso civico viene prima dell’economico.

Altro che meritocrazia, “ In senato cittadini estratti a sorte” ecco l’ultima esternazione di Grillo,

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“Io un’idea ce l’ho, il suo nome tecnico è “sortition”. Ma il suo nome comune è “selezione casuale”. L’intuizione è di un certo Brett Hennig. – dice Grillo in una nota riportata dall’ANSA – L’idea è molto semplice: selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in Parlamento. Sembra assurdo, ma pensateci un attimo. La selezione dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese”, “sarebbe un microcosmo della società”.

Ecco, il sasso è lanciato direttamente dal BLOG di Grillo che ormai sembra essere diventato la bibbia indiscutibile di milioni di italiani stremati da una politica devastante che ha distrutto il paese dopo il 1992 e che trovano in questo tipo di proposte, surreali e pericolose, uno schema positivo ad altri invisibile.

L’idea non sembra essere neanche tanto lontana dalla realtà attuale visto che tanti senatori sono stati eletti dopo una selezione di pochi voti online della famigerata piattaforma rousseau della Casaleggio e associati, quindi perché non azzardare ancora di più ? Deve essere stato questo il pensiero del leader del movimento cinque stelle quando ha lanciato questa proposta.

Il parlamento è pieno di persone che con pochissimo consenso e altrettanta esperienza politica hanno varcato la soglia di palazzo Chigi e del Senato oltre naturalmente a tantissime piccole e grandi realtà locali, da Pomezia a Roma dove l’inesperienza, di vita e di amministrazione pubblica, ha sovrastato anche  titoli di studio altisonanti e mettendo in evidenza una incapacità di gestione della cosa pubblica.

“Non è così pazza come idea – aggiunge – la selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene. La “demarchia” era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti. Gli antichi Ateniesi selezionavano a caso i cittadini per occupare la maggior parte dei loro posti politici. Sapevano che le elezioni erano dispositivi aristocratici. Sapevano che i politici di carriera erano una cosa da evitare. E penso che ora sappiamo anche noi queste cose”.

Cosi ai politici di carriera abbiamo sostituito i politici del superenalotto e del gratta e vinci invece di puntare ad una selezione sulla base di capacità maturate nel tempo e certificate da endorsement di grande prestigio, cosa che invece vediamo in percentuale piccolissima anche nell’attuale governo.

Invece di puntare tutto sulla meritocrazia, che dovrebbe essere la vera rivoluzione in questo paese , si punta alla lotteria della politica, invece di valutare l’esperienza specifica nei vari settori, si punta alla botta di fortuna per non dire altro.

 

 

Servizi anagrafici, Figliomeni: “tupassi”? sistema nuovo, disagi vecchi!.”

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Il nuovo sistema per i servizi anagrafici del comune sembra non aver avuto il successo sperato, anzi sarà sostituito da un sistema eliminacode.

“I cittadini romani sono sempre più vessati dalla burocrazia e dalle cervellotiche scelte di chi sta comodamente seduto su una poltrona e non si rapporta con le problematiche della quotidianità – ha dichiarato il consigliere Figliomeni in una nota inviataci – . E’ il caso del “TUPASSI”, il sistema informatizzato che permette le prenotazioni on line per il rilascio della carta d’identità elettronica nei Municipi che, da informazioni acquisite, non sarà più attivo per lasciare il posto ad un nuovo sistema eliminacode che sarà curato dal Ministero dell’Interno.

Purtroppo la popolazione cittadina è formata anche da moltissimi anziani che non hanno grande dimestichezza con il web e che devono sempre più spesso rivolgersi a terzi per poter effettuare una prenotazione servizi o per richiedere un documento.

“Pur apprezzando lo sforzo di informatizzare la Pubblica Amministrazione – continua Figliomeni – con evidente risparmio di tempo e di costi, occorre non continuare a penalizzare coloro che, specie moltissimi anziani, non hanno dimestichezza con il web e che, inferociti dai continui disservizi e ritardi, prendono di mira gli incolpevoli lavoratori degli Uffici Anagrafici che sono costretti a lavorare in condizioni disagiate e comunque senza poter fornire i servizi adeguati alla popolazione”

Sarà presentata dal consigliere  una  interrogazione al Sindaco per chiedere quali iniziative concrete intende intraprendere l’Amministrazione Capitolina anche presso gli uffici di altri Enti, per garantire un rapido ed efficace servizio senza disagi evitando altresì la moltiplicazione delle incombenze sia per i lavoratori che per gli utenti, specie nei confronti di coloro che devono usufruire di vari servizi anagrafici.

La fine logica di un partito illogico

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La fine logica di un partito illogico e una lezione per il futuro

Quando nel 1991 venne decretata la fine del vecchio PCI, si registrarono gravi crepe e profonde divergenze nei superstiti del blocco granitico che per oltre 70 anni aveva rappresentato il contraltare alla DC e alle destre, oltre che un’idea, sempre collegata ad immagini ben definite e percorsi chiari. Un partito monolite, dove vigevano spirito di corpo, disciplina, uniformità di pensiero e linee dure.

Al momento dello scioglimento le ali più ortodosse (estremiste?) confluirono in Rifondazione Comunista, mentre il nuovo soggetto da allora ha attraversato fasi che hanno visto prima PDS, DS, la Margherita, l’Unione fino all’attuale PD. Ha ottenuto anche un’importante vittoria elettorale, ma, e questo è un segnale che non è stato molto colto, la prima vittoria giunse con un premier, manager di Stato, che proveniva dalle file della DC. E si dimentica che il primo Governo Prodi cadde quando perse l’appoggio di Rifondazione, l’ala più attaccata al passato; ma anche i successivi Governi di Sinistra hanno avuto i maggiori problemi all’interno delle loro maggioranze.

Difficile sostenere che il PD sia l’erede storico e ideologico del PCI; più logico porre in evidenza come emergano tutte le contraddizioni che avrebbero già da tempo dovuto imporre la presa d’atto dell’anacronismo di un’idea e della illogicità nel volere per forza perseguirla, perdendo di vista la realtà e i nuovi contesti, sociali e politici, da affrontare.

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Gianni Dell'Aiuto
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