Strada in salita per il “Governo Giuseppe Conte”

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Il governo Conteprova asmantellare molte delle “riforme” fatte dai Governi passati. Dalla legge Fornero ai Vaccini, alle regole sull’immigrazione… ma la strada verso il cambiamento per i “giovani Ministri” è sempre più in salita.

Nuovi ostacoli all’orizzonte, e non sembrano facilmente superabili ad esempio con “Nostra Signora Europa”. L’Unione Europea non vuole, buttare denaro nel reddito di cittadinanza.

Il commissario europeo per il Lavoro e gli Affari sociali, Marianne Thyssen, avrebbe infatti detto a Luigi Di Maio che i Fondi sociali europei non possono essere usati per finanziare il reddito di cittadinanza. I fondi europei possono essere usati solo per finanziare la riforma dei centri per l’impiego, e non direttamente per il reddito di cittadinanza. E’ tecnicamente impossibile: non l’ha mai fatto nessuno stato europeo.

Sul “decreto dignità”, targato Di Miao il fronte dei contrari per il settore produttivo teme una sorta di shock in negativo, soprattutto contro la stretta sui contratti a tempo determinato

Gli industriali disapprovano un decreto che innesta «una retromarcia», proprio mentre il mercato del lavoro stava mostrando segni di ripresa otterrà il risultato quello «di avere meno lavoro, non meno precarietà».

Ma l’esecutivo “dell’avvocato d’Italia” ci tiene a sottolineare che il “decreto dignità” non è contro le imprese. Anzi assicurano in sincrono, il premier Giuseppe Conte e il suo vice Luigi Di Maio, artefice primo del provvedimento, che il nuovo decreto aiuterà le imprese, soprattutto quelle “oneste” e che vogliono e possono crescere con un taglio del costo del lavoro già con la prossima legge di Bilancio.

Intanto a piazza del Viminale il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che pensa al Brennero blindato, si è preso la scena di queste prime settimane di governo con i continui successi della questione Immigrazione. Ma aspirazioni politiche a parte, la vicenda del decreto dignità racconta anche un’altra verità. Quella per esempio del leader del carroccio, l’altra anima del governo gialloverde deve fare i conti con la gran parte delle imprese che non vuole una stretta sui contratti a termine. Salvini è conscio di ciò e sa perfettamente che il grosso del bacino elettorale della Lega fa capo al mondo produttivo. Andare contro le richieste delle imprese potrebbe essere pericoloso, soprattutto nell’ipotesi di una caduta del governo e di un ritorno alle urne. Dunque, del decreto dignità se ne può discutere, purché si raggiunga un compromesso.

Intanto il popolo che è spettatore cosa pensa, cosa si aspetta?!

C’è chi sostiene che sarebbe bene lasciare che le riforme fatte precedentemente possano avere il tempo di essere convalidate.

Bisognerebbe dare la possibilità di mettere alla prova la funzionalità di un processo che sia di tipo tecnico culturale ed di innovazione tecnologica, chi invece tende ad attaccare, a soli pochi giorni il nuovo esecutivo, sottolineando continuamente l’incapacità di governare e di fare riforme di cambiamento … chi invece sta alla finestra e aspetta, lasciamoli lavorare, adesso tocca a loro … diamogli tempo!!

 

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