Sud: combattere la povertà… Il reddito di cittadinanza è la mossa giusta?

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La ministra Barbara Lezzi, scuderia 5 stelle, va in tv, rilascia interviste cercando di convincere i molti che basta tagliare i vitalizi ai parlamentari o diminiure le pensioni d’oro ed ecco che il gioco è fatto. Il reddito di cittadinanza è servito!

Purtroppo, non basta. Queste dichiarazioni non fanno altro che generare confusione e smarrimento in un popolo che è in continua sofferenza, alla ricerca disperata di migliorie. Un popolo che spesso si ferma con il naso all’insù, spera nell’arrivo di una mamma dal cielo, invece di mettersi sotto e sfidare  le cosidette “sfortune del territorio” . Non voglio essere catastrofica, non stiamo parlando di tutto il sud, ma certo è che si tratta di un modesto esercito di sconfortati. E bisogna aiutarli, su questo nessun dubbio.

Vediamo cosa è successo in questo ultimo periodo.

Le elezioni dello scorso 4 Marzo ci hanno consegnato un Paese diviso con un Sud che ha votato compatto il Movimento 5 Stelle.

Dal momento successivo allo spoglio, si è aperto nel modo più becero possibile un attacco verso il Sud e verso i meridionali, rei di aver votato il movimento grillino solo per ottenere il reddito di cittadinanza. Questa è una lettura  che nuoce a tutti i meridionali.

È una lettura di comodo dal momento che storicamente candidati o semplici dirigenti di ogni partito esistito in Italia negli anni, soprattutto durante le campagne elettorali hanno cercato di intercettare il voto promettendo politiche assistenzialiste tradizionali che a tutto hanno condotto meno che alla liberazione degli assistiti.

Il giorno, in cui l’assistito, che è la vittima del sistema e non il carnefice, può finalmente smettere di chiedere l’obolo al politico di turno sarà un gran giorno.

Questa volta un partito è riuscito ad essere più convincente rispetto alle altre forze politiche. Questo partito è  il Movimento 5 stelle. Perchè? Perchè in primo luogo le politiche assistenzialiste tradizionali hanno deluso chi pensava di poter trovare collocazione attraverso le  stabilizzazioni dei diversi tipi di precariato e poi perchè la politica del reddito di cittadinanza presenta oggi più speranze che delusioni, non essendo ancora stata applicata.

Inoltre, giusto per essere sinceri con noi stessi c ‘è da dire che gli elettori meridionali hanno votato il Movimento 5 stelle perché hanno scelto di non votare chi conoscevano già.

Sì, perché se c’è un aspetto tutto meridionale della gestione del potere politico è che al Sud più che al Nord, è una questione di amicizie o peggio di famiglia, di mogli,di mariti, di fratelli, di figli o figlie di chi, con le dovute eccezioni, negli anni poco hanno fatto per risollevare le sorti delle regioni del Sud.

Pertanto la cosa pubblica è quasi sempre chiusa e a gestione familiare.

Quanto può dunque risolvere un reddito di cittadinanza? Se mai realmente possibile darlo? Su questo non si hanno certezze, non c’è una data e forse neanche le coperture, mancano i soldi.

Forse quello che bisognerebbe fare per il sud e di chiudere i cerchi magici che controllano l’agire politico restituendo il giusto spazio alle comunità locali e agire per il bene comune.

Il sud ha bisogno di una maggiore interlocuzione  per capire che non è la corsa all’ assistenzialismo che serve ma una corsa verso le piazze e i luoghi di incontro per comprendere, che il senso civico viene prima dell’economico.

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