Il magazine della tua Città

Category archive

CULTURA - page 17

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

TEATRO INDIA – Triplo tutto esaurito per Valerio Aprea per il gran finale di Flautissimo

Roma. Teatro India – 14, 15 (ore 21) e 16 (ore 19) dicembre 2023
AL TEATRO INDIA DI ROMA GRAN FINALE DI FLAUTISSIMO 2023
CON VALERIO APREA 
Tutto esaurito per il reading in prima assoluta de 
“Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta” di Sandro Bonvissuto

La venticinquesima stagione di Flautissimo, il festival di parole, teatro e musica diretto da Stefano Cioffi, si appresta alla conclusione con il triplo “tutto esaurito” della prima assoluta del reading di Valerio Aprea Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta di Sandro Bonvissuto, in scena al Teatro India di Roma il 14 e 15 dicembre alle ore 21 e il 16 dicembre alle ore 19.
Keep Reading

EDDA : L’umanità di cui non vorremmo fare a meno

Ad aprire le danze questa sera sul palco dell’Angelo Mai, per la serata speciale Preview di MArte live, il giovane Marco Fracasia. Talento sognante e sospeso, scrive e canta canzoni che di solito registra a casa di sua nonna. Torinese, ha 21 anni e le sue influenze vanno dalla lo-fi, al dream pop e l’indie. Con i suoi EP ha dimostrato una scrittura molto intima e personale che cattura l’ascoltatore. Ne avevamo già parlato qui, in occasione dello Spring Attitude Festival. Questa sera ha presentato una manciata di brani intimi e minimali, che trasportano nella realtà molto personale dell’artista.

E poi la volta dell’attesissimo Edda, insieme ai Semplici, per presentare il loro Minimal/animal set tour.

Dopo i concerti di presentazione dell’album “Illusion”, uscito a settembre 2022 per AlaBianca Group e prodotto da Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, CSI, PGR, Marlene Kuntz), Edda è tornato a esibirsi dal vivo nei club italiani per una serie di date con la sua collaudata band, i Semplici.
“Edda e i Semplici perfettamente allineati col progetto cosmico del Signore Supremo scendono di nuovo in campo. Karmicamente schierati in versione duo o trio presenteranno nei club di tutto il Regno la collezione autunno inverno delle loro canzoni più celebri.
Il morale è alto, la gloria ci attende. Viva l’Italia. Durante i concerti sono previsti anche momenti di catechesi, indottrinamento e propaganda. Portate con voi i vostri dubbi, ne uscirete confusi e felici”, annuncia Stefano “Edda” Rampoldi, per presentare queste nuove date.

Scarni ed essenziali, sono In tre a dividersi il palco, e aprono il concerto con “Mio capitano”, estratto dall’ultimo album Illusion, seguita da “Benedicimi”, da Graziosa Utopia. Saranno questi due album i grandi protagonisti del live, anche se non mancano brani da Semper Biot, e Stavolta come mi ammazzerai. La dimensione dal vivo esalta la vocalità inconfondibile di Edda, musicista di culto sin dai tempi il cui era frontman dei Ritmo Tribale, e che è tornato sulla scena musicale da cantautore dopo qualche anno di assenza. Molto apprezzato dalla critica e dagli addetti ai lavori, non ha (misteriosamente) mai avuto il successo commerciale che meriterebbe. Non è per tutti la sua musica, d’altronde, e  c’è chi lo ama visceralmente e chi proprio non lo capisce. Nonostante le melodie ben definite, il sound pulito e l’estensione vocale, è il suo modo irriverente e fuori da ogni schema a non risultare digesto a tutti. Parole uscite di getto, catene di associazioni e flusso di pensiero che costituiscono dei testi profondi, pieni di rabbia, dolore e ironia. Ci sono temi ricorrenti che evidentemente abitano il subconscio di Rampoldi, Eros e Thanatos, amore, morte, famiglia, religione, accenni di filosofie orientali. Ascoltare Edda è un’esperienza liberatoria. Col suo modo lancinante di strappare le note e far crollare concetti rigidi e confini. E’ uno dei musicisti più liberi del panorama musicale, sembra non preoccuparsi di forma e contenuti, lasciando sgorgare parole a volte al limite dell’indicibile, che la maggior parte di noi soffocherebbe e che lui invece canta con una tale naturalezza da risultare innocenti. Malinconiche e strazianti “Sai bene” e “Organza”, solo voce e tastiera, poi si sale di tono e volume con Picchiami e Bellissima. Si piange, si ride, si canta a squarciagola ai concerti di Edda, soprattutto nel crescendo conclusivo che porta le hit “Zigulì” “Signora” e “Spaziale”, per poi terminare con “L’innamorato”. Il pubblico non è ancora appagato e così Edda ci regala un brano extra. Canta una versione dissacrante e Rampoldiana di “Dentro Marylin” degli Afterhours, perché, spiega, è invidioso del loro successo. Un personaggio dotato di grande empatia ed estro artistico, da analizzare minuziosamente o da vivere con la serenità dell’istinto. Contraddittorio fino al midollo, nel suo mix di saggezza e attitudine punk, e con una irresistibile dolcezza che si sprigiona persino dai testi più crudi. Impossibile non affezionarsi a Edda, che anche in questo concerto ci ha commossi nei picchi più emotivi, confermandosi uno dei cantautori più importanti della musica italiana attuale.

 

La Galleria Immagini

Photocall Gigolò Per Caso

Si è tenuta al Cinema 4 Fontane la proiezione della prima di “Gigolò per caso“, la nuova serie tv targata Prime in uscita il 21 dicembre. Sei episodi con uno straordinario cast corale capitanato da Pietro Sermonti e Christian De Sica. Accanto a loro anche Ambra Angiolini, Frank Matano, Asia Argento, Claudio Gregori (Greg), Sandra Milo, Stefania Sandrelli, e le special guest star Isabella Ferrari, Gloria Guida e Virginia Raffaele.

Keep Reading

Ligabue al PalaEUR di Roma con il suo INDOOR TOUR 2023 – DEDICATO A NOI

Il secondo concerto romano di Luciano Ligabue, tenutosi il 9 dicembre al Palazzo dello Sport, ha concluso temporaneamente il suo “Indoor Tour“. Il tour, che ha presentato l’ultimo album “Dedicato a noi“, ha avuto come particolarità quella di presentare a ogni serata una scaletta diversa.

Il live del 9 dicembre è stato quindi un’occasione per i fan di vecchia data, dato che di “Dedicato a noi” sono stati presi soltanto tre brani su undici. Ligabue ha quindi cantato canzoni che arrivano massimo al 2013.

Ad accompagnare Ligabue sul palco, tutti in grande forma, sono stati: il batterista Ivano Zanotti, il tastierista Luciano Luisi, il bassista Davide Pezzin e i chitarristi Niccolò Bossini, Max Cottafavi e capitan Federico Poggipollini.

Il concerto è iniziato alle 21 con “Una canzone senza tempo“, un omaggio alla capitale italiana. Il brano è stato seguito da “Si viene e si va” e “Balliamo sul mondo“, che hanno scaldato i fan facendoli alzare tutti in piedi.

Prima di cantare la quarta canzone, Ligabue ha ringraziato gli spettatori per aver riempito il palazzetto dopo l’imprevisto del 19 novembre, dedicandogli proprio “Dedicato a noi“. La canzone successiva è stata “Piccola stella senza cielo“, con le luci blu soffuse che hanno dato il giusto peso a questa hit immortale.

Il concerto poi è proseguito mescolando brani spesso presenti nei suoi live come “A che ora è la fine del mondo?” e “Non è tempo per noi” con brani più nascosti ma non per questo meno amati, come “I duri hanno due cuori” e la romantica “Viva!“.

La vera sorpresa in scaletta è stata però “Vivo morto o X“, dato che non aveva trovato spazio nell’Indoor Tour. Con “Marlon Brando è sempre lui” il rocker classe 1960 gioca gli “oh oh” del pubblico.

Il momento più intimo è arrivato però con “Lettera a G“, uno dei brani più malinconici e profondi dell’intero repertorio del cantautore dato che è dedicato a suo cugino Gianni, il quale è venuto a mancare dopo il padre di Ligabue.

Il concerto continua con altre hit, tra cui “Questa è la mia vita“, “Happy Hour“, “Tra Palco e realtà” e ovviamente “Certe notti“. Quest’ultima, oltre a precedere il bis, viene allungata di durata dando tempo a Liga di presentare la band.

Dopo qualche minuto, il gruppo torna sul palco per suonare l’ultimo singolo molto richiesto dai fan, si tratta della sentimentale “La metà della mela“. Prima di concludere il concerto con “Urlando contro il cielo” il cantautore ringrazia gli spettatori e tutto lo staff per aver dato vita a un tour unico e particolarmente difficile vista la scelta di cambiare continuamente scaletta.

La Scaletta:

  • Una canzone senza tempo
  • Si viene e si va
  • Balliamo sul mondo
  • Dedicato a noi
  • Piccola stella senza cielo
  • I duri hanno due cuori
  • A che ora è la fine del mondo?
  • Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
  • Viva!
  • I “ragazzi” sono in giro
  • Non è tempo per noi
  • Vivo morto o X
  • Marlon Brando è sempre lui
  • Lettera a G
  • Questa è la mia vita
  • Quella che non sei
  • Ti sento
  • Happy hour
  • Tra palco e realtà
  • Certe notti

 

  • La metà della mela
  • Urlando contro il cielo

 

Presentazione del libro di Giorgia Serughetti “La società esiste”

Nell’ambito della manifestazione, “Più Libri Più Liberi“, abbiamo partecipato alla presentazione del nuovo libro di Giorgia Serughetti, “La Società Esiste“, collana Tempi Nuovi di Laterza.

Alla presentazione, oltre all’autrice del libro, erano presenti la segretaria del PD Elly Schlein e il giornalista Marco Damilano.

Di seguito, le dichiarazioni della segretaria del PD:

“Non accettiamo che si definisca quella di Meloni una destra sociale. Abbiamo visto solo incoerenza in quest’anno di Governo. La manovra è riuscita ad attrarre sia le critiche di Confindustria che dei sindacati. Non ci sono investimenti se non sullo stretto.

La manovra è criticata in quanto iniqua, tradisce nonne e nonni come giovani tagliando sanità pubblica. Non ci serve una premier donna che non si batta per migliorare le condizioni di tutte le altre donne del paese.

È vero che il PNRR prevedeva di uscire dal mercato tutelato ma è stato scritto prima della guerra in Ucraina, non è questo il momento di fare questo passaggio. Con le opposizioni dobbiamo lavorare per sottolineare le contraddizioni, se non ci fossero differenze saremmo tutti nello stesso partito.”

Giorgia Serughetti

Giorgia Serughetti è ricercatrice in Filosofia politica presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca. Si occupa di teoria politica e studi di genere ed è editorialista del quotidiano “Domani”. Tra le sue pubblicazioni: Chiedo asilo. Essere rifugiato in Italia (con M. Calloni e S. Marras, Egea 2012); Uomini che pagano le donne. Dalla strada al web, i clienti nel mercato del sesso contemporaneo (Ediesse 2013); Libere tutte. Dall’aborto al velo, donne nel nuovo millennio (con C. D’Elia, minimum fax 2017); Democratizzare la cura / Curare la democrazia (Nottetempo 2020); L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilità del futuro (con G. Gressani, Bompiani 2023). Per Laterza è autrice di Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia (2021).

 

dal sito www.laterza.it

“TUTTO APPOSTO” È IL NUOVO EP DI LUGIN

“Tutto Apposto”, omaggio alla lingua siciliana che riflette la peculiarità di raddoppiare la lettera “P”, è il titolo del nuovo ep di Lugin sulle piattaforme dall’8 Dicembre per Indieffusione. La release è accompagnata dal singolo “Game Over”

“Game Over”, il singolo scelto per rappresentare l’uscita dell’ep del rapper siciliano, è una fusione unica di rap, reggaeton e G-funk, un esperimento sonoro con l’amico Freezo che esce dagli schemi convenzionali del genere. Lugin dedica questo vero e proprio inno all’amore alla sua compagna, che definisce “Una forza della natura” alla quale non può fare altro che chiedere: “Ma com’è che mi hai sposato e non mi hai posato?!”.  

 “In questo periodo nero” – Spiega Lugin – “Game Over può essere il pezzo ideale per cantare l’amore alle proprie donne ed imparare ad essere i loro uomini e non i loro incubi.” 

“Tutto Apposto”, anticipato dai singoli “Coccodrillo” e “Scarabeo” e ora accompagnato dal terzo estratto “Game Over”, segna un capitolo significativo nella carriera di Lugin, un viaggio attraverso il mondo e le esperienze che hanno plasmato l’identità artistica del rapper. 

“Tutto Apposto” traccia per traccia:

  1. “Tutto Apposto”

Nell’omonimo brano che dà il titolo al disco e che segna l’inizio di questo breve viaggio, Lugin trasmette il suo spirito tenace narrando una storia di passaggio dalle difficoltà vissute alla realizzazione personale. Il sound trap e il beat prodotto da Yahweh fungono da perfetto accompagnamento al testo che celebra la forza e l’ispirazione tratte dai suoi genitori, i veri supereroi della sua vita.

  1. “Coccodrillo”

Primo singolo estratto dall’ep (Giugno 2023) ispirato al celebre ritornello de “Il coccodrillo come fa?” che ha conquistato l’immaginario collettivo. Ma attenzione, questa non è una canzoncina per bambini! Lugin ha preso spunto da quel noto verso e lo ha riadattato per creare un tormentone criptico che affronta le tematiche profonde di quella che definisce “Ambigua palude urbana”.

  1. “Game Over”

Il singolo che accompagna l’uscita dell’ep è una fusione unica di rap e reggaeton con l’aggiunta del lead caratteristico dei pezzi G-funk, un esperimento sonoro che esce dagli schemi convenzionali del genere. Lugin dedica il brano alla sua compagna, esprimendo amore e ammirazione attraverso versi sinceri e diretti. La partecipazione di Freezo aggiunge ulteriore profondità al brano in un periodo in cui si rivela urgente “Cantare l’amore alle proprie donne ed imparare ad essere i loro uomini e non i loro incubi.” 

  1. “Scarabeo”

Con questo singolo uscito lo scorso Ottobre, Lugin ci guida attraverso una giornata lavorativa vista attraverso gli occhi di un rider che solca le strade di Palermo in sella al suo scooter, indipendentemente dalle condizioni climatiche, con l’unico obiettivo di guadagnare il necessario per sopravvivere. Il sound trap di questo brano è un mix di flow accattivante e metriche sorprendenti che caratterizzano la versatilità artistica e pungente di Lugin.

  1. “Giovane Promessa” 

Lugin dimostra di essere in sintonia con il sound contemporaneo grazie al beat di Yahweh con il quale è riuscito a trasformare una vecchia bozza di testo in una canzone attuale. Il brano racconta la sua personale definizione della parola “successo”, sottolineando l’importanza di soddisfare se stessi prima di ogni altra cosa. A 30 anni Lugin continua a considerarsi una giovane promessa, ribadendo la sua dedizione all’Hip-hop e alla sua evoluzione personale. “Non sogno una vita di lusso, è già un lusso vivere la vita”.

  1. “C’est La Vie”  

Il brano conclusivo dell’ep offre uno sguardo nostalgico agli inizi di Lugin nel rap italiano, con un beat interamente prodotto da lui stesso con influenze del sound rap dei fine anni 2000 e inizio 2010, gli anni in cui l’artista ha ufficialmente iniziato a rappare. Il pezzo parla della dura realtà che lo circonda, nella quale “Stiamo sognando il paradiso vivendo l’inferno”. Ma nonostante tutto Lugin ha sempre un piano perché chi si ferma è perduto. L’artista esplora la dura realtà che lo circonda, rimanendo saldo nel suo impegno a superare le sfide e a percorrere la via del guerriero. “Never give up, baby c’est la vie.”   

Lugin: InstagramSpotifyYouTube

Promo Radio/Stampa: Indieffusione

CANTATA CONTRO LA GUERRA verso LA DOLOROSA al Teatro Palladium

In anteprima al Teatro Palladium dell’Università Roma Tre

CANTATA CONTRO LA GUERRA

verso LA DOLOROSA Prove Aperte

L’opera musicale che mette in scena una festa mondiale per opporsi alla guerra attraverso la musica, la danza e l’entusiasmo.

19 e 20 dicembre ore 20:30

Teatro Palladium, Piazza Bartolomeo Romano 8, 00154 Roma

Il 19 e 20 dicembre alle ore 20:30 va in scena l’anteprima dell’opera musicale “Cantata contro la guerra – verso LA DOLOROSA” al Teatro Palladium, lo spettacolo che unisce le sonorità di un concerto alla danza, generando una festa mondiale che diventa un grido di entusiasmo per opporsi ad ogni tipo di conflitto.

Un anno prima del debutto de LA DOLOROSA, il Teatro Palladium diventa il primo palcoscenico ufficiale di “Cantata contro la guerra”, in un’anteprima all’insegna della musica che vuole affermare il diritto alla pace delle popolazioni coinvolte nei conflitti di oggi. “Cantata contro la guerra – verso LA DOLOROSA” è uno spettacolo musicale in forma di concerto di Natale che vuole mandare un messaggio di solidarietà, rappresentando la vita di una popolazione afflitta dalla guerra che trova un momento di entusiasmo generato dalla musica e dalla danza, nell’apparente convinzione che la storia si fermi, lontana dal conflitto che stanno attraversando. Un vero e proprio inno alla pace scritto da Cristian Ceresoli con le voci di Silvia Gallerano e Fabio Monti.

“Ho desiderato scrivere una canzone, ma che durasse settanta minuti, e da lì vedere cosa ne sarebbe successo. Ma forse, ancor più che una canzone, ho provato a scrivere una festa. Una festa dove un branco di tredicenni si rivolta. Una specie di inno alla gioia” afferma Cristian Ceresoli.

Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano, già noti per il successo riscosso con lo spettacolo “La Merda”, il flusso di coscienza poetico sulla condizione umana che ha vinto premi di grande prestigio in tutto il mondo, saranno accompagnati in “Cantata contro la guerra – verso LA DOLOROSA” dalla voce di Fabio Monti, dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, dalla direzione musicale di Stefano Piro, la musica di Antonio Pizzicato e Cristina Vetrone, dal coro, diretto da Francesca Olivia Risoli e composto da Lara Ceresoli, Francesca Barba e Anna Maschietti e da Nicola Ceresoli alle lettere di un bambino a Dio.

Cristian Ceresoli è l’autore di La Merda (2012), uno “straordinario, brutale, disturbante e umano” (The Times) testo sulla condizione umana che gli è valso numerosi premi internazionali, tra cui il Fringe First Award for Writing Excellence (primo scrittore italiano) e che è stato tradotto, pubblicato e messo in scena in numerose lingue, tra cui l’inglese, il greco, il danese, il ceco, lo spagnolo, il gallego, il portoghese, il francese, il tedesco, lo svedese, il norvegese. 

Silvia Gallerano è la prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence come Best Solo Performer, il più alto riconoscimento per attori e attrici al Edinburgh Festival Fringe, per la sua interpretazione di “La Merda” di Cristian Ceresoli. 

Un’iniziativa di Spin Time sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, realizzata da Frida Kahlo Productions, Produzioni Fuorivia, Teatro di Dioniso, in collaborazione, con PAV e Centro Alta Formazione Teatro e dedicata alle bambine e ai bambini in guerra.

“Cantata contro la guerra – verso LA DOLOROSA” si inserisce nella stagione teatrale “Vent’anni nel presente” del Teatro Palladium che festeggia il ventennale dalla sua nascita.

I biglietti per le due date di “Cantata contro la guerra – verso LA DOLOROSA” sono disponibili online sul sito boxol.it/teatropalladium. Il prezzo del singolo biglietto è di 15 euro intero, 8 euro ridotto per gli studenti e 5 euro ridotto. Per maggiori informazioni contattare staff.spettacolo@teatropalladium.it

Ufficio stampa HF4 press@hf4.it www.hf4.it

“Bandiere” Il nuovo singolo di Guidobaldi

Il nuovo singolo di Guidobaldi, vincitore della categoria Songwriting Heroes per LAZIOSound.

Alla riscoperta del cantautorato, dell’empatia, della cura e dell’attenzione nell’era accelerata dei social.

Il 7 dicembre è uscito “Bandiere” il nuovo singolo di Guidobaldi, vincitore della categoria Songwriting Heroes per LAZIOSound, un brano che parla del nostro tempo e della crisi che stiamo attraversando da un punto di vista umano. Con “Bandiere” Matteo Guidobaldi torna ad un cantautorato che rimette al centro dell’attenzione l’individuo, ricercando quella cura e quell’empatia che stiamo perdendo nell’era accelerata dei social.

La nostra società si muove a velocità doppia, con una soglia dell’attenzione che non supera i 15 secondi di un TikTok e che sta piano piano riducendo la nostra capacità di empatizzare, ascoltare e muoverci per il prossimo. Matteo Guidobaldi con “Bandiere” propone un cantautorato che dia peso alle parole, alle emozioni, chiedendosi se può esser fatto qualcosa per cambiare la tendenza negativa del mondo accelerato in cui viviamo, per toccare nuovamente i cuori delle persone e risvegliarle da quello che sembra un sonno destinato ad essere interminabile. 

Lo stesso Guidobaldi si esprime così in merito: “Di fronte a questa situazione, noi artisti dobbiamo porci delle domande. Bandiere non è un inno, ma pone un interrogativo: è giusto continuare ad anestetizzare il presente raccontando la nostalgia dei bei tempi andati, da bravi ultimi romantici o possiamo mandare un messaggio con la nostra musica?”

“Bandiere” lancia questo messaggio, un messaggio di cura, empatia e attenzione, elementi necessari per fermare la frenesia dei nostri giorni e per avere il tempo di osservarci. Lo fa attraverso delle sonorità in grado di mescolare l’indie moderno con il cantautorato britannico, regalando un’atmosfera in perfetto stile “made in UK”. “Bandiere” è stata scritta da Matteo Guidobaldi e Marco Proietti, con Edoardo Guerrazzi alle batterie, Roberto Sanguigni al basso e Andrea Zarrilli al pianoforte. Prodotta da Marco Proietti e registrata presso Spettro Studio con Mix e master di VDSS Recording Studio.

Matteo Guidobaldi, noto come Guidobaldi, è un cantautore indie-rock italiano nato a Roma nel 1994. Il suo album d’esordio “Scusate il ritardo”, uscito nel 2021, è stato prodotto da Marco Proietti e distribuito da Believe Digital. Con il suo ultimo singolo “Dire mi manchi” scritto con Marco Proietti e uscito a novembre 2021, ha vinto il contest Songwriting Heroes’ di LAZIOSound 2023. Le influenze nei suoi lavori spaziano dal britrock ai classici del pop italiano degli anni ’60 e ’70: i suoi idoli sono Paul McCartney, Alex Turner e Mina. Guidobaldi ha tenuto diversi concerti in tutta Italia, anche in apertura di grandi artisti dell’indie italiano come Eugenio In Via Di Gioia e Margherita Vicario e ha partecipato grazie a LAZIOSound allo Sziget Festival di Budapest, uno dei festival musicali più importanti al mondo, e a Spaghetti Fest a Villa Ada. Sta scrivendo il suo nuovo album.

LAZIOSound è il programma delle Politiche Giovanili della Regione Lazio, realizzato in collaborazione con LAZIOcrea per supportare e rafforzare lo sviluppo del sistema musicale del Lazio attraverso strumenti economici, interventi mirati, partnership ed attività di promozione finalizzate a sostenere le componenti artistiche giovanili indipendenti.

Ufficio Stampa LAZIOSound / Comunicazione

press@hf4.it

Hilde In Italia. Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer

HILDE IN ITALIA

ARTE E VITA NELLE FOTOGRAFIE DI HILDE LOTZ-BAUER

17 GENNAIO – 5 MAGGIO 2024

Museo di Roma in Trastevere

Roma, Piazza S. Egidio 1/b

 

 

Le stampe create dal sapiente occhio della fotografa tedesca Hilde Lotz-Bauer compongono l’esposizione fotografica dal titolo Hilde In Italia. Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer, ospitata al Museo di Roma in Trastevere dal 17 gennaio al 5 maggio 2024.

Fotografa d’arte e al contempo vera pioniera della fotografia di strada, o street photography, Hilde Lotz-Bauer ha fotografato l’Italia negli anni Trenta facendo arrivare fino a noi immagini uniche della vita della gente comune, dei luoghi e dei tesori artistici italiani. Di queste, in mostra, sono esposte un centinaio di fotografie che giungono dall’Archivio Hilde Lotz-Bauer a Londra, dai due Istituti Max Planck – la Biblioteca Hertziana di Roma e il Kunsthistorisches Institut a Firenze – e dalla collezione del fotografo Franz Schlechter a Heidelberg.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Archivio Hilde Lotz-Bauer. A cura di Federica Kappler e Corinna Lotz, figlia di Hilde Lotz-Bauer. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. In collaborazione con OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA e Goethe-Institut.

 

 

Ufficio stampa mostra

Elisa Fantinel ufficiostampafantinel@gmail.com elisafantinel@yahoo.it (+39) 3358160566

 

Responsabile Comunicazione Officine Fotografiche

Annalisa Polli a.polli@officinefotografiche.org (+39) 3348427229

 

Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura

Chiara Sanginiti c.sanginiti@zetema.it  (+39) 340 4206787

E’ (ancora) il nostro genere Willie Peyote

Ha fatto tappa a Roma, all’Orion di Ciampino, il tour invernale che porta Willie Peyote nei principali club italiani, organizzato da Magellano Concerti.

Affollato come non mai, il club sembra essere l’habitat più giusto per i brani di Willie, che richiedono una certa intimità con il pubblico, con i loro testi irriverenti, e che allo stesso fanno muovere qualche passo grazie ai ritmi rap, funk e pop.

A dieci anni da “Non è il mio genere, il genere umano”, Willie fa il punto sulla situazione, dai suoi esordi a oggi, con il “Non è (ancora) il mio genere” club tour.

Parte dagli esordi, quindi, e, come in un cerchio che si chiude perfettamente, cita il titolo dell’album e contemporaneamente una frase dal brano UFO (Non è ancora il mio genere, scrivilo sulla lapide) che riassume quanto dissenso, quanta voglia di non sottostare alle regole e ai dettami della società, ci sia ancora nella penna del nostro Willie Peyote.

Amore invece per i giochi di parole, l’ironia e l’intelligenza, di cui si serve per porre domande su questioni sociali e personali, che dipingono una realtà diversa da quella che a volte vogliamo vedere.

Starà al pubblico poi scegliere se cercare di darsi delle risposte o proseguire con leggerezza, passando oltre il significato e limitandosi ai ritmi accattivanti e ai sorrisi amari che molti dei suoi brani riescono a strapparci.

Il genere non è solo quello umano, ma anche quello musicale. Dai suoi esordi come rapper atipico, lontano quindi da certi stereotipi, passando per pop, indie, cantautorato, sicuramente vanta la giusta dose di questi ingredienti nel suo stile atipico, senza appartenere fedelmente ad alcun genere o etichetta precisa.

È decisamente rap/hip hop old school la matrice dei brani, nel loro parlare crudo e scandito e nei testi taglienti, ma c’è molto altro. Accompagnato da un’eccellente band composta da batteria, tastiere, chitarra e trombone, si intravedono scorci di rock, venature indie, suoni pop e ritmi funk.

La scaletta è ampiamente dedicata all’Album “Non è il mio genere (il genere umano)”, e non mancano naturalmente i suoi manifesti del disincanto sentimentale come “La tua futura ex moglie”, “Ottima scusa”, del disagio sociale delle nostre generazioni, come “Io non sono razzista ma”, “I cani”, la sanremese “Mai dire mai”, “C’era una vodka” e molte altre dal suo esteso repertorio, inclusa “Aglio e Olio” di Fulminacci.

Willie Peyote ha il dono di sbatterci in faccia verità dolorose, facendoci sorridere e toccando i tasselli vacillanti delle nostre abitudini mal radicate.

È un esempio rassicurante di come la musica, e il rap/urban in particolare, abbiano l’opportunità di comunicare con un numero elevato di persone, e siano in grado di farlo in modo profondo, intelligente, e tutt’altro che pesante o noioso.

In mezzo alla scaletta un breve omaggio al concittadino Paolo Conte con “Vieni via con me”, e un accenno al riff di chitarra di “Do I wanna know” degli Artic Monkeys, a sottolineare l’eclettismo e la professionalità di Willie Peyote e di tutta la band. Questa sera oltre alle capacità tecniche hanno dimostrato energia, ottima padronanza del palco, empatia con il pubblico e tanta sincerità, confermandoci che Wille Peyote, decisamente, è (ancora) il nostro genere.

 

La galleria immagini

1 15 16 17 18 19 117
Ginevra Baldassari
0 £0.00
Go to Top
× How can I help you?